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Autore: SkyMe    19/11/2014    1 recensioni
Ero cosi' tanto vicina alla sua bocca che dio solo sa cosa gli avrei fatto. La voglia di urlare al mondo il mio male era troppa e vomitare tutte le mie emozioni su di lui non mi sembrava il caso. Decisi di stare seduta e guardalo scrivere, mentre io morivo dentro.
Quando troverò la mia cura, forse , tutto cambierà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Da quella mattina in barca Ian non diede segno di vita. Io frequentavo le mie classiche sedute e andavo dai ragazzi, ma di lui neanche l’ombra. Intanto era tornato Robert. E questa volta era tornato per restare. Quando Marghe me lo disse  il mio grillo gioiva a mo’ di samba. Eppure qualcosa mi stava stringendo il cuore per spremere tutto il sangue che circolava. Nel mio appartamento ho tappezzato un intero armadio di foto mie , con mia sorella, Marghe e Robert. Avevo fatto tanti sacrifici per permettermi l’affitto di quella casa così da poter diventare una volta per tutte indipendente. Senza il fiato di mia madre sul collo e le raccomandazioni di mio padre sempre onnipresenti. Dopo la morte di mia sorella, io volevo stare da sola. Non che prima fossi piena di persone con cui condividere le mie giornate. Ma Stare con lei me le riempiva. Sapevo con chi parlare e con chi litigare. E poi una mattina mi sveglio in un ambiente asettico e bianco e lei non c’è. Non m’ha neanche salutato. Se n’è solo andata. Forse aveva capito che potevo benissimo farcela da sola. Ma io non volevo assolutamente farcela da sola. Allora, la psicologa dell’ospedale mi disse che scrivere un diario potesse essermi d’aiuto. Certo. Come se il diario potesse rispondermi o litigare con me. Consigliarmi su cosa è giusto oppure sbagliato. Solo semplicemente consigliarmi una maglia da indossare.
Voglio  dedicarmi alla pittura. Della mia stanza. Il turno al bar inizia alle sei, che per la cronaca andava da dio, avendo imparato in fretta tutto quello che c’era da sapere,  quindi ho tutto il tempo per uscire e scegliere un colore adatto a me. Dopo più o meno due ore passate al negozio per prendere pennelli, rulli e tutto l’occorrente che probabilmente non avrei mai usato in vita, scelsi che la mia stanza sarebbe diventata blu. Quel blu chiaro, e per farlo avrei mescolato il blu con il bianco.
Dopo aver messo i  teloni sopra il letto, la scrivania e l’armadio ,mi legai i capelli con una bandana. Vediamo cosa sai fare Sky. Ogni rullata mi faceva sentire meglio, come un vaffanculo ad ogni cosa che mi stava accadendo. Alzai il volume della musica, e proprio Lily Wood accompagnava i miei pensieri. Quando una parete finalmente aveva preso le sembianze  blu, decido di colorarla ancora più schizzando col pennello il blu scuro. Sembravo onde del mare. Quei squarci di blu scuro graffiavano il colore chiaro che c’era sotto, proprio come mi sentivo io, graffiata. Fantastica, pensai. Quando bussano alla mia porta, io avevo più pittura addosso che sulla parete. Apro e mia madre mi salta al collo. Quasi come se non mi vedesse da secoli e fossi ritornata  dopo mesi di tortura da parte dell’Isis.

-Figlia mia, sei dimagrita ancora di più-
-Mamma ti supplico non iniziare, è per questo che abito da sola, ricordi?-
-Certo. Bhe io passavo da queste parti e sono venuta a trovarti perché non mi rispondi mai al telefono.-


Se non ti rispondo un motivo c’è. Però vabbè.

-Mamma ho lavorato molto, perdonami.-
-Che cosa fai combinata così?-
-Sto dipingendo la mia stanza, vieni a vedere.-


Aveva gli occhi lucidi. Forse il fatto che stessi facendo qualcosa per andare avanti, qualsiasi cosa, come per esempio dipingere, la faceva stare meglio. Era quasi sollevata che non fossi ricaduta nel baratro dell’alchool di nuovo, riducendomi ai minimi termini.

-Tesoro della mamma, che bella questa parete. Le farai tutte così?-
-Non lo so mamma. Oggi mi sento meglio. –
-Sono felice per te. Lo so che sei forte. –
-Sì mamma, lo sono. Devo solo capire come fare.-
-Non devi capirlo, lo sai, devi solo ricordarlo. Abbi fiducia in te stessa.-
-Mamma, ascolta, prima che mi passi la voglia, vorrei iniziare a studiare per i test di medicina. Lo sai che ho sempre sognato di diventare chirurgo, credo che sia il tempo di iniziare.-


Credo di non averla zittita  mai in vita mia come ora. I suoi occhi da lucidi diventarono pieni di lacrime. Ed una le scappò i viso.

-Mamma, non c’è bisogno di farsi prendere dal panico e piangere.- Le dissi per farla ridere.
-Credimi, figlia mia, non sono mai stata così felice di piangere come ora.-
-Adesso che te l’ho detto, mi sento meglio. Forse avevo bisogno di dirlo ad alta voce per avere la giusta convinzione a farlo.-
-Quando c’è il test?-
-Fra un paio di mesi. Cercherò di farcela.-
-Ne sono sicura. Io e tuo padre ti aiuteremo!-


E dopo un abbraccio stritolatorio ed una carezza, mia madre va via. Ed io sono felice. Felice di averla fatta stare meglio come non capitava da tempo. Neanche faccio a tempo a tornare in camera mia che ribussano alla porta.

-Cosa hai dimenticato mamma?-

E quando apro questa volta sono io che salto al collo di qualcuno. Robert era davanti alla mia porta con un sorriso stampato in faccia e due caffè latte in mano che caddero non appena mi prese. E’ passato del tempo da quando andai a pranzo a casa del padre e mi mancava. Non so dire se mi mancava come amico o altro. Ian si era infiltrato nei miei pensieri senza neanche chiedere il permesso ed io non sapevo come farlo andare via. Robert invece aveva sempre chiesto e gli ho sempre negato il permesso.

-Dio come sei dimagrita Skye-
-Ahhh mo inizi pure tu. Ti sei consultato con mia madre?-
-A proposito di tua madre, che cosa le hai detto per farla piangere? Mi ha salutato con le lacrime agli occhi prima.-
-Rob  le ho solo detto che ho intenzione di fare il test per medicina.-


Non ho neanche il tempo di lasciare il bicchiere d’acqua che mi ero presa che lui mi prende di peso e mi fa girare come una trottola. Non capisco come tutti siamo più elici di me quando dico queste parole.

-Che bella notizia Skye. Sono davvero felice di sentirtelo dire. Pensavo avessi perso le speranza.-
-Rob perché sei tornato?-
-Se la metti così posso anche andarmene.- E fa l’offeso.
-Ma dai scemo, è che ti sapevo in qualche regione sperduta della Siria, a fare il tuo lavoro.-
-Io ho sei mesi di congedo Sky, perché ho rinunciato ad un incarico .-
-Capisco e perché?-
-Che ne dici di venire con me ad una festa stasera? Ci divertiremo!-


Capisco che non ne vuole parlare, ed è giusto così. Verrà il momento in cui mi racconterà tutto senza che gli faccia alcuna domanda.

-Vada per questa festa allora!-
-Passo a prenderti alle nove cara, non farmi aspettare!-
-E quando mai l’ho fatto?.-
-Tipo sempre?-
-Sbruffone! Fuori da casa mia bugiardo!-


E ridiamo. Mi mancava tutto. E sono stata così stupida a non accorge mene prima. Quando varca la soglia della mia porta per andare via decido di dargli un casto bacio sulla guancia.

-A stasera Rob.-
-A stasera Sky.-


Quel gesto così spontaneo e naturale, comune tra noi poveri mortali, lo ha lasciato di stucco. Ed io l’ho fatto proprio per questo. Da quel baci infantile, non ho mai pensato a Rob come fidanzato. Forse l’idea che lui stesse via non mi avrebbe entusiasmato.
La mia camera, giustamente, dopo tutte queste interruzioni non è finita. Chiamo Mike per chiedergli un cambio, stasera lui e domani io tutto il giorno. Accetta anche se mal-volentieri. Dopo essermi pulita tutta pittura da dosso, chiamo Marghe.

-Sei proprio una cessa. Ci hai messo troppo a chiamarmi per dirmi che hai deciso di fare il test per medicina.-

Due sono le cosa: o Rob l’aveva chiamata, oppure lei era dappertutto come un fantasma. Opto per la prima.

-Ho dovuto fare una doccia, Rob mi ha invitato ad una festa.-
-Lo so. Sono fottutamente felice per te, amica mia. –
-Ci sbronzeremo per dimenticare.-
-Ehm…-
-Ops, scusa. Vabbè festeggeremo comunque.-
-Ne sono sicura.-
-A stasera.-


Indossai il vestito nero sbrilluccicoso che avevo. Semplice e un po’ bombata la gonna. Almeno sembravo meno magra di quanto sono in realtà. Rob mi aspettava giu vicino alla portiera della macchina.

-Ci siamo messe in tiro stasera?-
Disse divertito.- Io sono sempre in tiro. Solo che non te ne sei mai accorto.-
-Forse hai ragione. Sei bellissima Skye.
-Andiamo marpione. Divertiamoci.-


Non parlammo durante il tragitto, ma una volta arrivati ci scatenammo in pista come due adolescenti insieme a Marghe. Avevo voglia di stare bene. Me lo meritavo dopo tutto il dolore che mi sono provocata da idiota che sono. Lo guardavo muoversi e sorridere e mi sentivo bene. Certo se non fosse stato per la puzza di sudore e per tutte le mani che  volevano toccare qualcosa di me, forse  mi sarei divertita ancora di più. Allungai le mani e lo chiamai.

-Rob vieni.-
-Cosa? Non ti sento!!-


Certo che sentirci era impossibile con quella musica. Eppure eravamo così vicini che i nostri nasi si toccavano. Respiravamo insieme quasi come la manovra di pronto soccorso. Marghe ci aveva visti e mi sorrideva con il pollice in su. Mi bacia. Questa volta senza chiedere il permesso. Ed io mi lascio andare. Con desiderio. Come se il resto delle persone in quella discoteca non esistessero Come se non aspettavamo altro. Come se non ci fosse un domani. Forse colpa dell’essere brilli e sudati, o forse colpa della chimica che c’era quella sera. Fatto sta che quando ci stacchiamo la sua vicinanza mi fa ricordare il bacio in acqua dato ad Ian. Come rovinare un bel momento eh?  Oh Rob, che ti sto facendo. Che mi sto facendo. Ma continua a ballare, non curante dell’incredibile quantità di pensieri che inondano la mia testa senza lasciarmi tregua. Balliamo fino a notte fonda. Fino a quando non riusciamo neanche a sentire i nostri pensieri. Stremati torniamo a casa.

-Rob io…-Mi sembro Ian.
-Skye sono stato bene, mi mancavi.-

Io non me la sento di farlo stare una schifezza ,come me, dopo quello che mi aveva detto Ian.

-Anche io Rob. Sono felice del tuo ritorno.-

Mi ribacia. Questa volta più dolcemente. Il suo cuore batte velocemente e riesco a percepirlo solo avvinandomi al suo petto.

-Il tuo cuore sta correndo una maratona.-
-Spero non si fermi proprio ora.-


Lo spero anche io. Anche se sarò io a mettere un cartello con scritto Stop. Ma non stasera. Non voglio rovinare un momento che sia io che lui aspettavamo da anni. Forse io un po’ di meno adesso che Ian circolava nel mio sangue.
Quando ritorno nella mia camera che puzza di vernice, riaccendo il mio pc. Un bip mi avvisa dell’arrivo di una nuova mail.
 
Da: Dottor Ian P.
A: Sky
Oggetto: Non ci sono perchè.


“Siamo fragili se tutti ci toccano.
Siamo fatti di sogni che non ci fanno dormire..
..Cosa che non si possono dire.”

I.

 
Ecco ci mancava solo Arisa a non farmi dormire stanotte.  Tre versi ed una I puntata. Come se non capissi che Ian sta cercando di farmi ammattire. Settimane che non si fa vedere sé sentire, e poi se ne esce con questa mail. Come diavolo ha il mio indirizzo mail? Forse non dovrei preoccuparmi di come ce l’ha, ma del perché di quella strofa. La canzone la conosco bene. La ascoltammo in macchina lungo il tragitto per arrivare al porto. E dopo tutto quello che era successo con Rob, avevo proprio voglia di andare sotto casa sua , sfasciarci quel macchinone a sprangate e  picchiarlo a sangue. Il non sapere è una cosa bruttissima. Non so cosa gli passa per la testa. Non so come sta. Non so dove sta. Non so cosa ha fatto in questi giorni. Non so se mi ha pensato. Ma soprattutto non so come farò con Rob domani. Al momento una cosa la so, la via  della casa di Ian. Prego di trovare la macchina, altrimenti a calci sarò costretta a prenderci lui.

  
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