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Autore: KillerQueen86    20/11/2014    4 recensioni
Rose si ritrova in un mondo che non conosce e deve trovare il modo per tornare indietro e aiutare il Dottore. Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
Si svegliò all'improvviso, la fronte appoggiata contro il vetro e il sole tiepido di Maggio che la riscaldava. Il treno sotto di lei sussultava tranquillo, per l'ennesima volta aveva fatto lo stesso sogno e per l'ennesima volta si ritrovava sveglia e nervosa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
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Note dell’autore: FINALMENTE, eccomi di nuovo qui. Torno ad aggiornare (finalmente).

Ho avuto un sacco di casini, computer che non andava, connessione che non dava segni di vita e altri problemi, ma finalmente riesco ad aggiornare grazie anche al mio fidatissimo Samsung, dove ho abbozzato i primi due capitoli di questa interminabile quarta stagione.

Allora il titolo è riferito all’episodio, ma in realtà non racconterò nessuna scena, infatti, questa parte si concentrerà su come Rose sia arrivata a Donna, adattando il tutto alla mia quarta stagione, spero vi piaccia.

Bando alle ciance, avete aspettato fin troppo.

Buona lettura!

 

Beta: Paolettazza e Feyilin

 

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

 

Turn Left

 

Capitolo 1

Un Salto nel tempo

 

Si voltò verso il Dottore, era terrorizzato e lei sapeva cosa significasse. Non poteva aiutarla, doveva cavarsela da sola questa volta.

Le dita iniziarono a farle terribilmente male, ma non voleva cedere, non voleva mollare. Se lo avesse fatto, avrebbe detto addio a lui, lo avrebbe lasciato solo e questo la terrorizzava troppo. Strinse di più la presa sul magnete, mentre i Dalek e i Cyberman continuavano a passare tra loro due, le sue urla le stavano spezzando il cuore, perché sapeva che non avrebbe resistito ancora per molto. Era ingiusto, tutto stava andando bene tra loro, si erano avvicinati tanto in quell'ultimo anno, e adesso tutto sarebbe svanito, per sempre.

Lo guardò per l'ultima volta, sperando che capisse che aveva fatto di tutto per resistere, per restare con lui per sempre, ma non ce la faceva più, la sua mano perse la presa dal magnete e lei si sentì tirare verso l'inferno. Il vuoto era lì pronto a divorarla, pronto a dividerla dall'uomo della sua vita che urlava disperato il suo nome.

Quando pensò che non ci fosse altra speranza per lei, sentì qualcuno prenderla con decisione. Il profumo le fece subito capire che si trattava di Pete, la versione alternativa di suo padre e questo poteva significare solo una cosa. Si voltò nuovamente verso il suo Dottore per poi scomparire.

 

Era strano, ricordava quel momento, era ben impresso nella sua mente, ma ricordava anche che fosse finita diversamente. Poco prima che lasciasse la presa dal magnete, la breccia si chiuse e lei aveva trovato il conforto tra le sue braccia.

 

Si ritrovò su una spiaggia, fredda e isolata.

A parte i suoi e Mickey ad attenderla poco distante, davanti a lei però c'era il Dottore, con lo sguardo triste e sconsolato, cosa avrebbe dato per poter vedere un'ultima volta il suo sorriso.

"Questa è l'ultima occasione per dirlo" disse con la voce rotta dalle lacrime e Rose capì cosa stava succedendo. Non poteva crederci, faceva male un male tremendo, una parte di sé era consapevole che questo era solo un sogno, solo uno stupido ma inteso e realissimo incubo.

"Rose Tyler …" iniziò solenne ma poi scomparve e lei non poté fare altro che piegarsi su di sé è piangere, piangere tutto quel dolore che non doveva provare, ma lo sentiva nel profondo, dentro di lei.

 

Si svegliò all'improvviso, la fronte appoggiata contro il vetro e il sole tiepido di Maggio che la riscaldava. Il treno sotto di lei sussultava tranquillo, per l'ennesima volta aveva fatto lo stesso sogno e per l'ennesima volta si ritrovava sveglia e nervosa.

Si guardò un attimo attorno. Vicino a lei una ragazza leggeva un libro dalla copertina nera mentre con un dito attorcigliava una ciocca di capelli castani; davanti c'era una signora dai capelli argentati che stava ricamando. Rose invidiava l'espressione di assoluta calma delle due; aveva sperato che, una volta scesa dal Tardis, avrebbe messo la sua vita in carreggiata, ma era stata una speranza vana a quanto sembrava. 

Stava per arrivare a destinazione. Prese la sua borsa e si alzò dirigendosi verso il bagno.

Chiuse la porta e si rinfrescò il viso accaldato bagnandolo con l'acqua fresca. Si diede un’occhiata allo specchio; il filo di matita nera che aveva messo la mattina era sbavato, aveva perso l'abitudine di truccarsi molto nonostante il pallore ormai costante e le occhiaie sempre più evidenti.

Dopo essersi passata la matita, ebbe una strana sensazione, come un'onda d'urto che la investiva. Sentì anche una sensazione di calore all'altezza della chiave,  ma fu solo una frazione di secondo. Scosse la testa pensando di averlo immaginato, riprese la sua borsa, che aveva appoggiato a terra, e uscì dal bagno. Si sorprese nel sentire l'aria più fredda rispetto a prima. Si tenne alle pareti dello stretto corridoio mentre il treno si fermava, si avvicinò alle porte e notò che le persone attorno erano avvolte in pesanti capotti e sciarpe. Era strano visto che era partita da Londra con una giornata soleggiata e tiepida.

Scese dal treno più confusa che mai, l'aria di Cardiff era più frizzante, non c'erano dubbi e il cielo era ricoperto da grossi nuvoloni carichi di pioggia.

Andò dritta alla Roald Delph Plass, dove si ergeva il Wales Millenium Centre dove sapeva nelle sue fondamenta nascondersi il Torchwood di Jack.

Si fermò un attimo davanti alla colonna d'acqua, dove ricordò con un moto di nostalgia una volta in cui il Dottore vi si era fermato. Scosse la testa per togliersi dalla mente quei ricordi, diede un’occhiata in giro e si avvicinò a un cesto dei rifiuti, dove un uomo aveva appena gettato un giornale, lo prese e lesse subito la data. Un vuoto le prese allo stomaco nel rendersi conto che la data riportata era di quel mese dopo Cannary Warf. Era successo qualcosa che l'aveva riportata indietro nel tempo, strinse la chiave che aveva al collo capendo che quel calore che aveva percepito veniva da essa.

Dopo aver gettato nuovamente il giornale nel cesto, corse verso l'ufficio turistico fittizio che Jack e la sua squadra usava come entrata secondaria.  Una volta dentro un ragazzo dagli occhi chiari avvolto in un completo scuro e la cravatta rossa la accolse sorridendo.

"Buongiorno Miss, posso aiutarla in qualche modo? " chiese con un accento gallese.

"Cerco Jack Harkness" disse la biondina senza troppi giri di parole.

"Non so chi sia" rispose mentendo in modo impeccabile senza lasciar trasparire tutto.

"Devi essere Ianto" disse lei ricordando gli aneddoti raccontatele da Mickey e Jack.

"Ci conosciamo? "Chiese corrugando la fronte confuso.

"Non proprio, ma ti prego, devo parlare con Jack, è una cosa importante" disse supplicando.

"Si tratta del Dottore" disse infine sapendo di attirare la sua attenzione. Lo vide, infatti, tentennare un attimo, poi le diede le spalle prendendo un telefono.

"Di a Jack di venire subito qui,  si tratta del Dottore" disse piano e con calma, poi mise giù e si voltò nuovamente verso Rose, sorridendole.

"Quindi conosci Jack da molto?" Chiese un po’ a disagio,  Rose sorrise. Stava per rispondere quando una porta fittizia si aprì alle sue spalle e spuntò Jack che guardò Rose.

"Rose" sussurrò con un misto di sollievo e sorpresa. Lei sorrise e fu avvolta dalle forti braccia del suo amico.

 

La tazza di tè caldo tra le mani riscaldava il freddo che sentiva dentro di sé. Jack l'aveva tolto con calore e amore, ma le cose che le aveva detto, l'avevano gelata.

Nella battaglia di Cannary Warf lei e sua madre risultavano tra i dispersi e Jack dal quel momento in poi non aveva saputo più nulla neanche del Dottore.

Era sola in quel momento, immersa nei suoi mille pensieri, la sala riunione era in alto rispetto le altre sezioni e lei dalle pareti trasparenti poteva osservare tutto. Sembrava che l'intera squadra fosse impegnata in qualche progetto.

"Rieccomi" disse Jack distraendola dai suoi pensieri, in mano aveva un cilindro trasparente con una mano mozzata all'interno.

"Il tuo Dottore-detector" disse sorridendo ricordando la prima volta che lo vide.

"Tu sai cos'è?" chiese Jack scettico.

"Oh sì, c'ero quando gliel'hanno mozzata in duello" sorrise ancora.

Si avvicinò con calma, posò la tazza di tè sul tavolo e con le dita sfiorò il vetro del cilindro. Il liquido all'interno sembrò ribollire e le dita della mano arricciarsi; Rose si tirò indietro sorpresa e guardò Jack nella speranza che gli desse qualche risposta, ma sembrava sorpreso quanto lei.

"Che diavolo era quello?" Chiese poi.

"Oserei dire che ti ha riconosciuta" sorrise Jack, poi la guardò e si fece serio.

"Credo che ci siano cose che devi spiegarmi" disse l'uomo sedendosi.

"A tempo debito ti spiegherò ogni cosa" disse senza staccare lo sguardo dalla mano.

Adesso devo scoprire come sono arrivata qui, ma per prima cosa devo tornare a Londra e cercare una vecchia amica” disse semplicemente sorridendo. Jack la guardò scettico, ma lei sapeva che si fidava, del resto avevano passato tanto tempo insieme e si conoscevano bene.

 

Fine

Capitolo 1

   
 
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