Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    27/11/2014    9 recensioni
Un anno di Frozen. Un anno di intossicanti fanfiction e superbe fanart, che hanno scatenato le nostre fantasie. Un anno per decidere quale coppia shippare e se fosse giusto o meno shipparla. Un anno di questo fandom pieno di talento.
E quale modo migliore di festeggiare quest'anno d'intensa attività creativa, se non scrivendo qualcosa sulla mia otp preferita?
Per chi mi conosce, sa che quei due idioti di Anna e Kristoff (Kristanna per gli amici) mi sono entrati dentro e ad un anno di distanza, non sembrano intenzionati a voler togliere ancora le tende dalla mia mente. Per questo, carissime/i adepte/i Kristanna (per quei pochi rimasti) beccatevi questa carrellata di one-shot ispirate ad headcanon trovati in giro per la rete, che vanno dal fluff allo steam(che sarebbe un qualcosina in meno dello smut, per chi bazzica ff.net).
Detto questo, vi auguro buona lettura!
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Capitolo 1- First Impressions: “Ora chiudi la bocca e dormi, principessa. L’alba è vicina, ci aspetta una lunga e faticosa marcia e non ho intenzione di trascinarti incosciente su per la montagna.”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Kristoff, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                   -FIRST IMPRESSIONS-

 

Il vento turbinava furioso attorno a loro e, nonostante la neve avesse smesso di cadere già da un pezzo, il tenere gli occhi aperti continuava ad essere una sfida. Con la slitta sarebbe stato molto più semplice avanzare, ma sfortunatamente il suo fidato mezzo di locomozione si trovava sul fondo di un crepaccio, assieme a tutti i suoi averi. Come fosse riuscito ad invischiarsi in una situazione del genere era un mistero anche per lui: certo, anche altre volte si era ritrovato nel bel mezzo di una tormenta, ma mai volontariamente. Con un tempo del genere era meglio stare al chiuso e quanto più al caldo possibile. Ed era quello che aveva programmato per quella notte, ed invece aveva ricevuto un sacco pieno di carote in faccia.

A nulla erano valse le sue proteste e le sue parole scortesi, alla principessa non si poteva dir di no.

-“Partiamo all’alba.”- aveva acconsentito a malincuore.

-“Partiamo subito.”- gli aveva ordinato con la voce più ridicola che avesse mai sentito- “Subitissimo!”

Ed eccoli, nel bel mezzo della montagna, ad arrancare nella neve, congelati fino al midollo, appena scampati ad un branco di lupi famelici. Per lui sarebbe stato facile raggiungere la Montagna del Nord entro il primo mattino, senza fermarsi: sapeva cavarsela all’aperto, anche in condizioni estreme, e se stancarsi fino allo sfinimento per ritrovare al più presto la regina significava liberarsi della svampita che continuava ad inciampare alle sue spalle, sarebbe stato più che felice di stancarsi fino a stramazzare al suolo. Tanto con quel tempo, chi diavolo avrebbe avuto bisogno di ghiaccio? Aveva tempo per riposare.

 Ma la principessa sembrava essere di tutt’altro avviso: rallentava ad ogni passo, sbuffava come una teiera e Sven continuava a darle piccoli colpetti con il muso per mantenerla in equilibrio, per evitare che cadesse per la quarta volta nel giro di dieci minuti.

-“Stupida gonna. Stupida neve. Stupida El-…no, lei no.”- la sentì blaterare sottovoce.

Si voltò a guardarla e sospirò rassegnato: aveva le guance arrossate dal freddo e faticava a tenere su l’orlo della gonna, bagnato dalla neve.

Scambiò uno sguardo con Sven. La renna grugnì in disappunto, scuotendo le corna. Dobbiamo fermarci, altrimenti dovrai portarla in braccio. È questo che vuoi?- sembrò suggerirgli l’amico.

Kristoff scosse energicamente il capo, non prendendo nemmeno in considerazione l’eventualità di doversi fermare. Lo sguardo che gli rivolse Sven avrebbe potuto ucciderlo.

Espirò sconfitto, fermandosi di colpo. La slitta. Ricordati della slitta!- si disse, ripetendoselo come un mantra.

-“Forse dovremmo fermarci. Dobbiamo riposare.”- le disse in tono che non ammetteva repliche.

-“M-ma…no. Dobbiamo trovare Elsa!”- protestò lei.

-“È pericoloso vagare per la montagna quando si è stanchi, potremmo cadere in un crepaccio o non vedere arrivare una valanga.”-  tagliò corto.

-“Ma io non sono stanca. Posso andare avanti fino a domattina se è necessario.”- argomentò, incrociando le braccia al petto, prima che un sonoro sbadiglio sfuggisse dalla sua bocca, confermando le teorie di Sven. Sembrava proprio che la renna ne sapesse più di lui in fatto di umani.

-“Dicevi?”- le chiese retoricamente.

Anna distolse lo sguardo, rossa in viso: “D’accordo, ma per poco. Quanto basta per arrivare sani e salvi da Elsa.”- si guardò attorno- “Dove dovremmo fermarci? Non vedo nessuna baita da queste parti, né un qualsiasi riparo.”-

-“Infatti, ci fermeremo qui.”- le disse indicando il terreno imbiancato.

La principessa sgranò gli occhi. Aprì e chiuse la bocca, come per dire qualcosa, ma nessun suono lasciò le sue labbra.

Kristoff inarcò un sopracciglio interrogativo: “Cosa c’è?”- le chiese.

-“Quando dici qui, intendi nel bel mezzo del bosco, nella neve?”- si lamentò.

-“Si, perché?”-

-“Qui  è freddo.”- protestò.

-“Beh, ci sono delle coper-…”- cominciò, indicando alle spalle di Sven.

No, quelle sono nella slitta, in fondo al crepaccio.- lo corresse una vocina nella sua testa. Anna lo guardava in attesa di una risposta: “Allora?”- chiese impaziente, strofinandosi le mani inguantate.

-“Allora non abbiamo nulla con cui coprirci.”- sbottò-“Quello che ci servirebbe, è tutto nella slitta e come vedi qui non c’è!”- sottolineò l’ovvio che le sfuggiva.

-“Quindi? Dovremmo congelare?Trova una soluzione, santo cielo, non sei un montanaro? Non sei abituato a situazioni del genere?”- gli chiese, cominciando a muoversi sul posto per scacciare il freddo.

-“No, in realtà quando fuori nevica preferisco stare al chiuso, come tutta la gente normale, in una stalla ad esempio, proprio dove mi hai trovato.”- le rispose a tono, con le nuvolette di condensa che gli uscivano dalla bocca. La temperatura continuava a scendere.

Dovevano al più presto trovare una soluzione o riprendere il cammino, altrimenti sarebbero congelati per davvero. Cominciò a guardarsi attorno, come se la risposta che cercava, potesse spuntare all’improvviso dal sottobosco innevato.

-“Allora?”- gli chiese di nuovo dopo poco, distraendolo.

-“Ci sto pensando…”- rispose secco, non voltandosi nemmeno nella sua direzione. Poi il suo sguardo cadde su Sven che aspettava paziente una loro decisione: “C’è Sven.”- proruppe, fulminato dall’idea-“Lui è abbastanza caldo per tutti e tre. Dormiremo appoggiati a lui.”-

-“Aspetta, che?”- borbottò la principessa.

Sentitasi chiamare in causa, la renna trotterellò tra loro due e si accucciò nella neve, guardando prima Anna e poi Kristoff, invitandoli silenziosamente a seguire il suo esempio.

-“Sven è una fonte di calore inesauribile.”- le spiegò brevemente, battendo una mano sulla testa dell’amico.

-“Non ne dubito…ma, non abbiamo un’altra scelta? Un fuoco magari?”- gli sorrise incoraggiante, con i denti che cominciavano a battere.

-“Se non te ne fossi resa conto è da poco nevicato, la legna è bagnata o peggio ghiacciata. Dubito che riusciremo a tirar su un falò capace di scaldarci.”- le rispose sedendosi nella neve accanto a Sven, poggiandosi al fianco della renna, che emanava un piacevole tepore, purtroppo a malapena percepibile a causa del freddo pungente che sembrava aumentare di minuto in minuto.

Anna lo guardò indecisa, poi lo imitò e si sedette accanto a lui, tirandosi le ginocchia al petto e sistemandosi la gonna. Portò una mano sul fianco di Sven e un versetto di apprezzamento le sfuggì dalle labbra chiuse, quando il calore dell’animale si irradiò dalla punta delle sue dita, facendole tornare la sensibilità alla mano congelata.

-“Che ti dicevo.”- le disse Kristoff, chiudendo gli occhi e sistemandosi meglio.

-“Fa ancora troppo freddo.”- si lamentò di nuovo Anna, tirandosi il mantello fin sotto il mento.

Kristoff fece finta di non averla sentita, e continuò a tenere gli occhi chiusi in attesa che il sonno arrivasse; ma Sven gli colpì la spalla con le corna, facendolo sobbalzare: “Che c’è ora?”- sbottò scocciato, voltandosi verso l’amico.

La renna per tutta risposta grugnì, indicando Anna con il capo e poi prese a pungolargli il braccio, con il muso umido.

Si voltò a guardarla e una strana sensazione gli fece attorcigliare lo stomaco: aveva gli occhi chiusi, tremava tutta e si teneva le braccia strette attorno al corpo, per preservare quel poco calore rimastole. Ignorarla non era più un’opzione possibile: anche se l’avesse voluto, il battere incessante dei suoi perfetti denti bianchi, lo avrebbe tenuto sveglio.

Sven lo spinse ancora:“Fa qualcosa!”- l’amico glielo stava praticamente urlando.

Sospirò demoralizzato, capendo solo in quel momento in che guaio si era cacciato, acconsentendo di portare la principessa di Arendelle su per la Montagna del Nord: “Vieni qui.”- le disse, voltandosi nella sua direzione.

-“Mmm, cosa?”- rispose lei presa alla sprovvista, aprendo gli occhi.

-“Avvicinati, su.”- la esortò.

Anna scivolò più vicina a lui, senza fare domande e quando Kristoff le passò un braccio sulle spalle, saltò via allarmata: “Ma che stai facendo?!”- scoppiò, inchiodandolo con lo sguardo.

-“Cerco di non farti congelare, cos’altro?”-

-“Beh, bel modo di tenermi al caldo. Se non lo avessi ancora capito, io sono fidanzata.”- puntualizzò scandalizzata.

-“Che?”- la guardò sconvolto-“Guarda che non mi interessi in quel senso. Cerco solo di farti sopravvivere…”- così da potermi liberare presto di te, ma questo evitò di dirlo ad alta voce-“ Mi sembrava d’averti sentito dire che hai ancora freddo, beh questo è l’unico altro modo per sentirne meno: più stiamo vicini, meno calore si disperde…è uno dei fondamentali della sopravvivenza all’aperto, ma di certo sua grazia ha interpretato male le mie azioni!”- sbottò, guardandola arrossire oltre il limite: non riusciva davvero a capire dove finisse il rossore dei geloni e dove cominciasse il rosso dell’imbarazzo.

-“Cosa ti aspettavi? Mi hai presa alla sprovvista.”- temporeggiò- “Comunque, il calore di Sven mi basta. Grazie per l’interesse.”- disse evitando di incrociare il suo sguardo, mentre si risistemava al suo posto, stringendosi il mantello sulle spalle.

Kristoff scosse il capo sconfitto: “Fa’ come ti pare. La vita è tua.”- poi si voltò verso Sven che aveva osservato in silenzio tutto lo scambio di battute e gli rivolse un’occhiata eloquente: devo smetterla di darti retta!

La renna lo ignorò e si accoccolò di più nella neve, poggiando il capo sulle zampe piegate.

Nel giro di due minuti, il battere dei denti di Anna riempì di nuovo il silenzio, e questa volta Kristoff la ignorò per davvero: se voleva morire di ipotermia, erano affari suoi; lui aveva fatto il possibile per aiutarla a scacciare il freddo e poi se si trovavano in quella situazione era tutta colpa sua: lui non sarebbe dovuto essere lì e lei sarebbe dovuta essere al castello, nel suo letto!

Poi più niente e un secondo dopo, il fruscio delle vesti della principessa, lo richiamò al presente. Non aprì gli occhi ma, quando sentì le piccole mani di Anna prendere il suo braccio e passarselo sulle spalle, rimase sorpreso.

-“Non dire niente. Non dire niente e ricorda, fi-dan-za-ta. Tienilo bene a mente.”- la sentì mugugnare contro il tessuto pesante della sua casacca, mentre si stringeva di più a lui.

-“Tranquilla, non invidio affatto il tuo Hans.”- ridacchiò tra sé, mentre con movimenti incerti, esitava ancora a poggiare anche l’altro braccio sulla schiena tremante di Anna. Era così piccola tra le sue braccia, che temeva di farle del male se avesse fatto movimenti troppo bruschi.

-“Cosa vorresti insinuare?”- scattò lei, alzando la testa, guardandolo dritto negli occhi.

-“Lo vuoi davvero sapere?”- la punzecchiò con tono irriverente.

-“Certo!”- escalmò.

Kristoff sospirò: “Non lo vuoi davvero sapere. Fidati.”- la strinse di più a sé, cercando di essere il più delicato possibile, ma ad Anna sembrò di essere strattonata-“Ora chiudi la bocca e dormi, principessa. L’alba è vicina, ci aspetta una lunga e faticosa marcia e non ho intenzione di trascinarti incosciente su per la montagna.”- puntualizzò.

Anna tacque, non prima d’avergli assestato una bella gomitata nelle costole, fingendo di sistemarsi meglio, guadagnandosi un verso infastidito dal suo improbabile compagno di viaggio.

Poi il sonno li sorprese all’improvviso, lasciando che la quiete tornasse a regnare sovrana  in quell’angolo incontaminato di montagna, rimandando la discussione alle prime luci dell’alba.

 

 

 

 

NdA: buon salve gente! ;) che dire? Siccome non se li fila nessuno ‘sti due, ho deciso di istituire il Kristanna-month qui su efp, per riabilitare un po’ questa coppia CANON, buttata a mio parere nel baratro della dimenticanza! XD So che questa idea delle shot non è molto originale di per sé, ma visto che sui siti stranieri si sbizzarriscono a colpi di oneshot e headcanon, che a mio parere sono dei veri  e propri capolavori, mi sono detta perché non provarci? Di headcanon ce ne sono a bizzeffe su questi due e quindi il mio progetto è di scrivere una shot ogni giorno, per un mese, o almeno fino al 19 di dicembre, data d’uscita italiana del film. Io ho raggruppato un bel po’ di materiale, ma se voi avete idee, canon o headcanon che siano, fanart che vi ispirano particolarmente o volete semplicemente leggere una shot su commissione, beh non avete che da chiedere e per quanto in mio potere esaudirò i vostri desideri XD Detto questo non mi rimane che da dirvi, ci si legge domani! :)






   
 
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