-FIRST IMPRESSIONS-
Il
vento turbinava furioso attorno a loro e, nonostante la
neve avesse smesso di cadere già da un pezzo, il tenere gli
occhi aperti continuava
ad essere una sfida. Con la slitta sarebbe stato molto più
semplice avanzare,
ma sfortunatamente il suo fidato mezzo di locomozione si trovava sul
fondo di
un crepaccio, assieme a tutti i suoi averi. Come fosse riuscito ad
invischiarsi
in una situazione del genere era un mistero anche per lui: certo,
anche altre
volte si era ritrovato nel bel mezzo di una tormenta, ma mai
volontariamente.
Con un tempo del genere era meglio stare al chiuso e quanto
più al caldo
possibile. Ed era quello che aveva programmato per quella notte, ed
invece
aveva ricevuto un sacco pieno di carote in faccia.
A
nulla erano valse le sue proteste e le sue parole
scortesi, alla principessa non si poteva dir di no.
-“Partiamo
all’alba.”- aveva acconsentito a malincuore.
-“Partiamo
subito.”- gli aveva ordinato con la voce più
ridicola che avesse mai sentito- “Subitissimo!”
Ed
eccoli, nel bel mezzo della montagna, ad arrancare nella neve,
congelati fino al midollo, appena scampati ad un branco di lupi
famelici. Per
lui sarebbe stato facile raggiungere la Montagna del Nord entro il
primo
mattino, senza fermarsi: sapeva cavarsela all’aperto, anche
in condizioni
estreme, e se stancarsi fino allo sfinimento per ritrovare al
più presto la
regina significava liberarsi della svampita che continuava ad
inciampare alle
sue spalle, sarebbe stato più che felice di stancarsi fino a
stramazzare al
suolo. Tanto con quel tempo, chi diavolo avrebbe avuto bisogno di
ghiaccio?
Aveva tempo per riposare.
Ma la principessa
sembrava essere di tutt’altro avviso: rallentava ad ogni
passo, sbuffava come
una teiera e Sven continuava a darle piccoli colpetti con il muso per
mantenerla in equilibrio, per evitare che cadesse per la quarta volta
nel giro
di dieci minuti.
-“Stupida
gonna. Stupida neve. Stupida El-…no, lei no.”- la
sentì blaterare sottovoce.
Si
voltò a guardarla e sospirò rassegnato: aveva le
guance
arrossate dal freddo e faticava a tenere su l’orlo della
gonna, bagnato dalla
neve.
Scambiò
uno sguardo con Sven. La renna grugnì in disappunto,
scuotendo le corna. Dobbiamo fermarci,
altrimenti dovrai portarla in braccio. È questo che vuoi?- sembrò
suggerirgli l’amico.
Kristoff
scosse energicamente il capo, non prendendo nemmeno
in considerazione l’eventualità di doversi
fermare. Lo sguardo che gli rivolse
Sven avrebbe potuto ucciderlo.
Espirò
sconfitto, fermandosi di colpo. La slitta.
Ricordati della slitta!- si disse, ripetendoselo come
un mantra.
-“Forse
dovremmo fermarci. Dobbiamo riposare.”- le disse in
tono che non ammetteva repliche.
-“M-ma…no.
Dobbiamo trovare Elsa!”- protestò lei.
-“È
pericoloso vagare per la montagna quando si è stanchi,
potremmo cadere in un crepaccio o non vedere arrivare una
valanga.”- tagliò
corto.
-“Ma
io non sono stanca. Posso andare avanti fino a
domattina se è necessario.”- argomentò,
incrociando le braccia al petto, prima
che un sonoro sbadiglio sfuggisse dalla sua bocca, confermando le
teorie di
Sven. Sembrava proprio che la renna ne sapesse più di lui in
fatto di umani.
-“Dicevi?”-
le chiese retoricamente.
Anna
distolse lo sguardo, rossa in viso: “D’accordo, ma
per
poco. Quanto basta per arrivare sani e salvi da Elsa.”- si
guardò attorno-
“Dove dovremmo fermarci? Non vedo nessuna baita da queste
parti, né un
qualsiasi riparo.”-
-“Infatti,
ci fermeremo qui.”- le disse indicando il terreno
imbiancato.
La
principessa sgranò gli occhi. Aprì e chiuse la
bocca,
come per dire qualcosa, ma nessun suono lasciò le sue labbra.
Kristoff
inarcò un sopracciglio interrogativo: “Cosa
c’è?”-
le chiese.
-“Quando
dici qui,
intendi nel bel mezzo del bosco, nella neve?”- si
lamentò.
-“Si,
perché?”-
-“Qui è
freddo.”- protestò.
-“Beh,
ci sono delle coper-…”- cominciò,
indicando alle
spalle di Sven.
No,
quelle sono nella slitta, in fondo al crepaccio.- lo
corresse una vocina nella sua testa. Anna lo guardava in attesa di una
risposta: “Allora?”- chiese impaziente,
strofinandosi le mani inguantate.
-“Allora
non abbiamo nulla con cui coprirci.”-
sbottò-“Quello che ci servirebbe, è
tutto nella slitta e come vedi qui non
c’è!”- sottolineò
l’ovvio che le sfuggiva.
-“Quindi?
Dovremmo congelare?Trova una soluzione, santo
cielo, non sei un montanaro? Non sei abituato a situazioni del
genere?”- gli
chiese, cominciando a muoversi sul posto per scacciare il freddo.
-“No,
in realtà quando fuori nevica preferisco stare al
chiuso, come tutta la gente normale, in una stalla ad esempio, proprio
dove mi
hai trovato.”- le rispose a tono, con le nuvolette di
condensa che gli uscivano
dalla bocca. La temperatura continuava a scendere.
Dovevano
al più presto trovare una soluzione o riprendere il
cammino, altrimenti sarebbero congelati per davvero.
Cominciò a guardarsi
attorno, come se la risposta che cercava, potesse spuntare
all’improvviso dal
sottobosco innevato.
-“Allora?”-
gli chiese di nuovo dopo poco, distraendolo.
-“Ci
sto pensando…”- rispose secco, non voltandosi
nemmeno
nella sua direzione. Poi il suo sguardo cadde su Sven che aspettava
paziente
una loro decisione: “C’è
Sven.”- proruppe, fulminato
dall’idea-“Lui è
abbastanza caldo per tutti e tre. Dormiremo appoggiati a
lui.”-
-“Aspetta,
che?”- borbottò la principessa.
Sentitasi
chiamare in causa, la renna trotterellò tra loro
due e si accucciò nella neve, guardando prima Anna e poi
Kristoff, invitandoli
silenziosamente a seguire il suo esempio.
-“Sven
è una fonte di calore inesauribile.”- le
spiegò
brevemente, battendo una mano sulla testa dell’amico.
-“Non
ne dubito…ma, non abbiamo un’altra scelta? Un
fuoco
magari?”- gli sorrise incoraggiante, con i denti che
cominciavano a battere.
-“Se
non te ne fossi resa conto è da poco nevicato, la legna
è bagnata o peggio ghiacciata. Dubito che riusciremo a tirar
su un falò capace
di scaldarci.”- le rispose sedendosi nella neve accanto a
Sven, poggiandosi al
fianco della renna, che emanava un piacevole tepore, purtroppo a
malapena
percepibile a causa del freddo pungente che sembrava aumentare di
minuto in
minuto.
Anna
lo guardò indecisa, poi lo imitò e si sedette
accanto a
lui, tirandosi le ginocchia al petto e sistemandosi la gonna.
Portò una mano
sul fianco di Sven e un versetto di apprezzamento le sfuggì
dalle labbra
chiuse, quando il calore dell’animale si irradiò
dalla punta delle sue dita,
facendole tornare la sensibilità alla mano congelata.
-“Che
ti dicevo.”- le disse Kristoff, chiudendo gli occhi e
sistemandosi meglio.
-“Fa
ancora troppo freddo.”- si lamentò di nuovo Anna,
tirandosi il mantello fin sotto il mento.
Kristoff
fece finta di non averla sentita, e continuò a
tenere gli occhi chiusi in attesa che il sonno arrivasse; ma Sven gli
colpì la
spalla con le corna, facendolo sobbalzare: “Che
c’è ora?”- sbottò scocciato,
voltandosi verso l’amico.
La
renna per tutta risposta grugnì, indicando Anna con il
capo e poi prese a pungolargli il braccio, con il muso umido.
Si
voltò a guardarla e una strana sensazione gli fece
attorcigliare lo stomaco: aveva gli occhi chiusi, tremava tutta e si
teneva le
braccia strette attorno al corpo, per preservare quel poco calore
rimastole.
Ignorarla non era più un’opzione possibile: anche
se l’avesse voluto, il
battere incessante dei suoi perfetti denti bianchi, lo avrebbe tenuto
sveglio.
Sven
lo spinse ancora:“Fa
qualcosa!”- l’amico
glielo stava
praticamente urlando.
Sospirò
demoralizzato, capendo solo in quel momento in che
guaio si era cacciato, acconsentendo di portare la principessa di
Arendelle su
per la Montagna del Nord: “Vieni qui.”- le disse,
voltandosi nella sua
direzione.
-“Mmm,
cosa?”- rispose lei presa alla sprovvista, aprendo
gli occhi.
-“Avvicinati,
su.”- la esortò.
Anna
scivolò più vicina a lui, senza fare domande e
quando
Kristoff le passò un braccio sulle spalle, saltò
via allarmata: “Ma che stai
facendo?!”- scoppiò, inchiodandolo con lo sguardo.
-“Cerco
di non farti congelare, cos’altro?”-
-“Beh,
bel modo di tenermi al caldo. Se non lo avessi ancora
capito, io sono fidanzata.”- puntualizzò
scandalizzata.
-“Che?”-
la guardò sconvolto-“Guarda che non mi interessi
in
quel senso. Cerco solo di farti sopravvivere…”- così da potermi liberare presto di te,
ma questo evitò di dirlo ad
alta voce-“ Mi sembrava d’averti sentito dire che
hai ancora freddo, beh questo
è l’unico altro modo per sentirne meno:
più stiamo vicini, meno calore si
disperde…è uno dei fondamentali della
sopravvivenza all’aperto, ma di certo sua
grazia ha interpretato male le mie
azioni!”- sbottò, guardandola arrossire oltre il
limite: non riusciva davvero a
capire dove finisse il rossore dei geloni e dove cominciasse il rosso
dell’imbarazzo.
-“Cosa
ti aspettavi? Mi hai presa alla sprovvista.”-
temporeggiò- “Comunque, il calore di Sven mi
basta. Grazie per l’interesse.”-
disse evitando di incrociare il suo sguardo, mentre si risistemava al
suo
posto, stringendosi il mantello sulle spalle.
Kristoff
scosse il capo sconfitto: “Fa’ come ti pare. La
vita è tua.”- poi si voltò verso Sven
che aveva osservato in silenzio tutto lo
scambio di battute e gli rivolse un’occhiata eloquente: devo smetterla di darti retta!
La
renna lo ignorò e si accoccolò di più
nella neve,
poggiando il capo sulle zampe piegate.
Nel
giro di due minuti, il battere dei denti di Anna riempì
di nuovo il silenzio, e questa volta Kristoff la ignorò per
davvero: se voleva
morire di ipotermia, erano affari suoi; lui aveva fatto il possibile
per
aiutarla a scacciare il freddo e poi se si trovavano in quella
situazione era
tutta colpa sua: lui non sarebbe dovuto essere lì e lei
sarebbe dovuta essere
al castello, nel suo letto!
Poi
più niente e un secondo dopo, il fruscio delle vesti della
principessa, lo richiamò al presente. Non aprì
gli occhi ma, quando sentì le
piccole mani di Anna prendere il suo braccio e passarselo sulle spalle,
rimase
sorpreso.
-“Non
dire niente. Non dire niente e ricorda, fi-dan-za-ta.
Tienilo bene a mente.”- la sentì mugugnare contro
il tessuto pesante della sua
casacca, mentre si stringeva di più a lui.
-“Tranquilla,
non invidio affatto il tuo Hans.”-
ridacchiò tra sé, mentre con
movimenti incerti, esitava ancora a poggiare anche l’altro
braccio sulla
schiena tremante di Anna. Era così piccola tra le sue
braccia, che temeva di
farle del male se avesse fatto movimenti troppo bruschi.
-“Cosa
vorresti insinuare?”- scattò lei, alzando la
testa,
guardandolo dritto negli occhi.
-“Lo
vuoi davvero sapere?”- la punzecchiò con tono
irriverente.
-“Certo!”-
escalmò.
Kristoff
sospirò: “Non lo vuoi davvero sapere.
Fidati.”- la
strinse di più a sé, cercando di essere il
più delicato possibile, ma ad Anna
sembrò di essere strattonata-“Ora chiudi la bocca
e dormi, principessa. L’alba
è vicina, ci aspetta una lunga e faticosa marcia e non ho
intenzione di
trascinarti incosciente su per la montagna.”-
puntualizzò.
Anna
tacque, non prima d’avergli assestato una bella
gomitata nelle costole, fingendo di sistemarsi meglio, guadagnandosi un
verso
infastidito dal suo improbabile compagno di viaggio.
Poi il sonno li sorprese
all’improvviso, lasciando che la
quiete tornasse a regnare sovrana in
quell’angolo incontaminato di montagna, rimandando la
discussione alle prime
luci dell’alba.
NdA: buon salve gente! ;) che dire? Siccome non se li fila nessuno ‘sti due, ho deciso di istituire il Kristanna-month qui su efp, per riabilitare un po’ questa coppia CANON, buttata a mio parere nel baratro della dimenticanza! XD So che questa idea delle shot non è molto originale di per sé, ma visto che sui siti stranieri si sbizzarriscono a colpi di oneshot e headcanon, che a mio parere sono dei veri e propri capolavori, mi sono detta perché non provarci? Di headcanon ce ne sono a bizzeffe su questi due e quindi il mio progetto è di scrivere una shot ogni giorno, per un mese, o almeno fino al 19 di dicembre, data d’uscita italiana del film. Io ho raggruppato un bel po’ di materiale, ma se voi avete idee, canon o headcanon che siano, fanart che vi ispirano particolarmente o volete semplicemente leggere una shot su commissione, beh non avete che da chiedere e per quanto in mio potere esaudirò i vostri desideri XD Detto questo non mi rimane che da dirvi, ci si legge domani! :)