Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: akane_99    01/12/2014    1 recensioni
lasciandomi trasportare da Book of Circus e piangendo amaramente alcuni tra i miei personaggi preferiti prende forma questa Missing moments ...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Dagger, Doll, Joker, Kuroshituji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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“Ed ecco con chi la dividerai!”
Annuncia fratello Joker a quel ragazzetto che si fa chiamare Smile arrivato ieri, spingendomi in avanti.
Cerco di sfoggiare un bel sorriso per fare onore al suo nome d’arte. Sono sicura che andremo d’accordo, e gli stringo calorosamente la mano. Non sembra proprio contento, ma a me ispira fiducia, anche se non so chi sia.
È così misterioso, con la sua benda nera sull’occhio, e sento in qualche modo che abbia qualcosa di strano: nonostante Joker gli abbia conferito il nome di Smile, mi sembra che i suoi sorrisi, belli e così luminosi, siano quasi forzati …
Per questo credo che qui si troverà bene. Tutti noi abbiamo sofferto molto.
Dopo l’assegnazione delle altre tende ai nuovi arrivati e formate le coppie, lo conduco alla nostra cosicché possa sistemare le sue cose, e lui mi segue silenziosamente guardandosi intorno.
Quando scosto il telo che nasconde l’entrata della tenda mi accorgo che oltre ad essere un po’ spoglia
 (d’altronde come tutte le quelle dei principianti) presenta un letto a castello.
Smile appoggia a terra il suo fagotto ed io inizio a ispezionare il luogo dove dormiremo.
Proprio sopra il letto a castello, sul telo che fa da soffitto, c’e’ un buco abbastanza grande per poter vedere fuori: non lo dirò, non voglio che lo riparino perché può essere utile per più di un motivo.
Per prima cosa il sole entrando alla mattina farà da sveglia, poi la “stanza” sarà più arieggiata e infine, grosso vantaggio per chi dormirà sul letto sopra, di notte si vedranno le stelle.
“ Ehi Smile! Ti dispiace se prendo il letto in alto?” mi affretto a chiedere.
“No affatto. Prendilo pure. In ogni caso avrei preferito dormire sotto, senza correre il rischio di cadere.”
“Come mai usi un inglese così elegante? Dove lo hai imparato?”
“ Eh, è l’abitudine … ho lavorato fin da piccolo come paggio di un nobile …” mi informa restando sul vago.
“ Interessante … comunque, dai, sistemati e rilassati un po’, ché poi bisognerà andare ad iniziare l’allenamento.”
Mentre lui organizza i vestiti, io mi stendo sul mio letto incrociando le braccia dietro la nuca, lasciando andare i pensieri … improvvisamente mi viene in mente una cosa. Una cosa che conservo da un po’, un piccolo tesoro, che sento di voler condividere con Smile, per festeggiare l’inizio della nostra amicizia: tre caramelle con lo stecco della famosa ditta di dolci e giocattoli Funtom.
“Guarda cosa ho qui Smile! Ben tre caramelle della Funtom. Dai, scegline una: caramello, fragola o latte?”
“ Oh ehm … grazie. Allora scelgo il caramello.”
“ Prego. Però alziamoci ora. Ti faccio vedere dove è il padiglione per gli allenamenti.”
“Oh, ok. Allora andiamo.”
Ci muoviamo rapidi tra la gente dai costumi sgargianti e colorati, le tende e le gabbie degli animali, e arriviamo davanti ad un grande tendone a strisce azzurre: è pieno di persone intente a provare o migliorare la propria specialità. C’è chi fa acrobazie, chi lancia coltelli, chi tenta l’equilibrismo o il funambolismo e i novellini scelgono la più adatta a loro.
Smile non deve sapere che in realtà faccio la funambola e mi chiamo Doll, e soprattutto che faccio parte della squadra principale. Non ho la mia tenda personale perché non riesco a dormire da sola.
Preferisco che continui a pensare che io sia un ragazzo e a soprannominarmi Lentiggini ( infatti ne sono piena), altrimenti probabilmente non mi vorrebbe più come compagna. Per questo decido di allenarmi con lui su quello che sceglierà : in ogni caso noi della prima squadra dobbiamo saper fare un po’ di tutto, per sicurezza, così mi informo subito sui suoi programmi. “Cosa mi piacerebbe provare Smile? Devi scegliere una specialità.”
“ Vediamo un po’… qualcosa di non pericoloso per me e nel quale non rischi di cadere o rompermi qualche osso … credo che opterò per il lancio dei coltelli.”

“ Lì ti potrebbe aiutare meglio Dagger, il lanciatore della prima squadra, lo avrai già conosciuto, ma purtroppo adesso è impegnato. Se vuoi posso insegnarti io qualche trucchetto”
“ Oh no, non importa, grazie. Me la cavo da solo.”
convinto lui …
Si avvicina alla zona dei bersagli, sagome con cerchi concentrici bianchi e neri. Vicino c’è un tavolone di legno su cui sono appoggiati una decina di pugnali lucidi e appuntiti dal quale ne prende tre.
Lancia con forza contro una delle sagome, mancandola completamente.
“Dov’è finita la mira che avevi alla prova di ammissione?” ridacchio
“Zitto Lentiggini. È solo la tensione. Ce la faccio.”
Ne lancia altri due irritato e riesce a colpire solo la base del bersaglio.
“Sei ancora convinto non volere una mano?”
“ Ok, va bene … “ accetta alla fine.
“Guarda come faccio io” dico convinta prendendo un coltello dall’affilata punta. Lo tiro dritto, facendolo roteare con un colpo di gomito. Con un secco rumore si conficca nella sagoma bersaglio, quasi al centro.
“ Devi stringere un po’ le braccia e tirare bene dritto usando polso e gomito, non tutto il braccio. Prova.”
“Vediamo un po’ … “ mormora Smile e afferrando un’altra arma la lancia seguendo il mio consiglio: non centra esattamente il mio stesso punto, arriva poco sotto, ma è migliorato.
“ Uffa!” piagnucola lasciando agire la sua parte infantile.”
“ Calma. Aspetta . Chiudi gli occhi.” Gli sussurro prendendolo per le spalle. “ Dammi la mano.”
Smile mi porge la sua mano fredda e io gli porgo un coltello. “ Sentilo, senti la sua potenza, la sua forza, sentilo tuo.”
Lui lo tasta, all’inizio con timore poi con sicurezza: ne coglie la potenza, il pericolo e la perfezione.
“Tieni gli occhi chiusi, segui i miei movimenti, tieni stretto il coltello … “
Smile lo impugna nuovamente, ma in un modo diverso. Intreccio le mie dita con le sue e lo tengo con l’altra mano su un fianco. “ Pronto? Uno, due … tre!”
La lama taglia l’aria e giunge a destinazione.
“Apri gli occhi. Guarda.”
Insieme eravamo stati portentosi. Un tiro assolutamente perfetto.
“ Grazie, Lentiggini!” grida contento, abbandonando la sua presunzione.
“Sei un genio!” in uno slancio, mi abbraccia.
Senza farmi vedere, sorrido e metto a posto la frangetta lunga che copre il mio occhio chiuso, ferito, lo stesso di Smile.
Siamo legati.
***
“Io sono un po’stanco, conviene andare a fare una doccia ora che  c’è ancora il sole”
“Dove sono le docce?” esclama  sorpreso  il mio nuovo amico Smile.
“Sì, certo,ma sono all’aperto quindi è meglio lavarsi quando è ancora caldo.”
“Perché mai?” chiede curioso.
“Vieni.”. Correndo tenendolo per mano lo guido attraverso il labirinto di tendoni e carri e palizzate. Dobbiamo fare presto, altrimenti troveremo un sacco di persone e se non facciamo in tempo ci toccherà lavarci al freddo! Per fortuna ci riusciamo. Al di là del campo a destra della tenda privata di Big Sis, c’è una palizzata alta più o meno tre piedi, in legno di faggio credo, all’interno della quale ci sono tante postazioni con sapone e secchi d’acqua , in mezzo troneggia una grande botte per riempire i secchi per lavarsi. Dovrebbe essere calda quando arriva, ma non lo è mai. Forse solo a mezzogiorno, ma nessuno la usa a quell’ora.

“Ma sono queste?!” Smile strabuzza gli occhi. Io sono abituata, ma queste docce spartane spesso scandalizzano i novellini.
“ Dai spogliati Smile! Ti aiuto a lavare la schiena.”
“Mi laverò un’altra volta. Ti prego lasciamo stare!”
“Bisogna fare in fretta, altrimenti prenderai freddo!” ridacchio, ma lui non sembra proprio avere voglia di scherzare.
Inciampiamo nel secchio vicino, finendo per terra , nella fanghiglia completamente inzuppati.
“ Hai visto? Ora devo fare la doccia anche io !” gli dico afferrandogli la camiciola e con un gesto impulsivo faccio per toglierla.
Adesso capisco tutto. Cosa ho fatto! Ecco perché non voleva spogliarsi: sulla sua schiena è ben visibile una cicatrice di un marchio a fuoco. È così giovane, come me, siamo solo dei bambini, eppure ne abbiamo già passate tante …
 Smile tenta di coprirsi come meglio riesce, rimanendo seduto in un angolo, sconvolto e fradicio, tenendo il viso tra le ginocchia.
Non riesco a dirgli niente, così chiamo il suo amico Black, che lo conosce da più tempo e magari può aiutarlo. Dopotutto potrebbe anche essersi preso un malanno!
Black accorre venendo a conoscenza dell’accaduto e sorreggendo Smile lo conduce via per asciugarsi.
Non vedo più nessuno dei due fino alla fine della giornata e quando torno alla tenda che dividiamo ma accorgo della sua assenza.
Proverò  a cercarlo in infermeria, è facile che sia lì a riposare.
Infatti è qui che lo trovo, addormentato su uno dei comodi letti allestiti per i malati.
Doc. non c’è, e seduto di fianco a Smile veglia Black che gli prova la temperatura e cambia la pezza bagnata sulla sua fronte.
Li osservo da un angolino, poi quando quest’ultimo si alza mia avvicino e chiedo: “ grazie Black. È malato?”
“ Prima era caldo , ha avuto un attacco di asma , ma adesso la temperatura sta calando.”
“Oh è colpa mia ! c’è qualcosa che posso fare?”
“Potresti ribagnare la pezza. Io devo fare … ho un impegno … devo parlare di una cosa con Suit … “
Prima che possa rispondere , Black scompare come se volasse.
Allora eseguo il suo consiglio. Senza che se  ne accorga, tolgo la pezza dalla fronte di un pallido Smile e la rinfresco.
Dopo averla rimessa, piano piano mi stendo con lui, che nonostante la temperatura alta trema.
Allora mi alzo, prendo un’altra coperta di lana dall’armadio di Doc. e facendo attenzione a non svegliarlo mi accoccolo di nuovo al suo fianco, coprendolo.
Non so perché, ma qualcosa mi ha detto di farlo. Forse un po’ perché non sarei mai riuscita a dormire da sola, in quella tenda vuota … o forse nonostante il fatto che ci conosciamo da poco tempo mi sento già legata a questo bambino quasi ragazzo, gracile ma così forte il piccolo Smile.
Ho freddo anche io stasera ed è strano.
Mi stringo a lui tirando leggermente la coperta.

 
   
 
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