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Autore: sfiorisci    02/12/2014    9 recensioni
Franky si è persa e, al contrario di Pollicino, non le sono bastate le briciole lasciate qua e là per ritrovarsi. Franky si è persa fra favole che non le sono state raccontate, fra la sua origine negata, fra l’amore che non le è stato concesso. Franky si è persa fra le varie famiglie che l’hanno presa in adozione, quando tentò di scoprire chi era veramente, aumentando sempre di più il caos che aveva in testa.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francesca Fitzgerald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lost

 
Franky si è persa e, al contrario di Pollicino, non le sono bastate le briciole lasciate qua e là per ritrovarsi. Franky si è persa fra favole che non le sono state raccontate, fra la sua origine negata, fra l’amore che non le è stato concesso. Franky si è persa fra le varie famiglie che l’hanno presa in adozione, quando tentò di scoprire chi era veramente, aumentando sempre di più il caos che aveva in testa.
Così, mentre provava una personalità che si adattasse a lei, mentre cercava i pezzi del puzzle che combaciassero con quelli già esistenti, iniziò a sgretolarsi. Non avvenne tutto subito – chi va a pezzi se ne rende conto quando è crollato – ma lo fece lentamente, perdendo un po’ di se stessa prima di andare a dormire, un po’ al risveglio, un po’ durante il giorno. Franky è arrivata all’adolescenza e non sa chi è o cosa vuole, sente solo il vuoto, lo spazio che quelle briciole hanno lasciato al suo interno.
E non può neanche tornare indietro a riprendersele, a riprendere la sua identità, perché è troppo tardi e troppo complicato e lei non ha energie da sprecare per guardarsi indietro. Ogni famiglia in cui è stata, le ha dato l’opportunità di sperimentare una nuova se stessa, di ricominciare daccapo. La vita di Franky assomiglia ad un grosso diario in cui in ogni pagina viene scritto un testo e, quando inevitabilmente si sbaglia, la pagina viene strappata e... puf! L’errore non esiste più. C’è solo una nuova pagina bianca, fatta di sogni e di speranze che sta per essere riempita, inconsapevole che farà la stessa fine della precedente. Ora si potrebbe pensare che non ci sia ragione per cui Franky continui a sbagliare, ma non è così: per quanto le pagine possano continuare a strapparsi certe esperienze vengono scritte più aspramente delle altre, tanto da trapassare il foglio e rimanere impresse sugli altri. E no, quelle non si possono cancellare. Magari possono sbiadire, diventare illeggibili, ma non si riescono a dimenticare. Le parole sono impresse lì indelebilmente, come piccole cicatrici, per ricordarle tutti i suoi errori e le fanno male, la feriscono.
Franky è cresciuta tutta d’un colpo, perché ha rinunciato a capire in quale modo incastrare i pezzi del puzzle, si è arrabbiata, ha pianto, ha rovesciato il tavolino e ora sono tutti lì, sparsi sul pavimento. È troppo stanca anche per raccoglierli e riporli ordinatamente nel sacchettino, così fa finta che non esistano, camminandoci sopra, trasportandoli sotto le suole delle sue scarpe, perdendoli.
Ormai a Franky non importa più del puzzle, perché ha cominciato a vivere: è innamorata, ha degli amici, si diverte. Eppure la notte continua a non dormire, continua a sentire il vuoto nel petto, continua a chiedersi chi sia veramente. Quando era triste, era vuota. Ora è felice, ma è vuota lo stesso. E la felicità vuota ha lo stesso sapore della delusione. Franky è assetata e l’acqua è così vicina a lei, ma ogni volta che la prende in mano, questa le scivola via dalle dita, senza darle l’occasione di dissetarsi.
La felicità ha ucciso Franky. Fino a quando era triste, incompresa, traballante nella sua ostinata infanzia aveva uno scopo, dei motivi per vivere. Ora ha tutto e non sente niente, non prova niente. Nemmeno il ragazzo che ama riesce a farle provare qualcosa. È allora che Franky decide di vivere come se fosse morta, facendo scelte folli e pensando, per una volta, a se stessa. Sperimentando questo nuovo stile di vita, la morte la colpisce veramente: in quel preciso istante, quando scopre che Grace non appartiene più a questo mondo, si spaventa. Ha paura di non aver vissuto, di non averlo fatto abbastanza, al meglio delle sue possibilità, perciò fa ciò che fanno le persone quando s’impauriscono: scappa.
Franky corre più veloce che può, più lontano che può, va a sbattere sulle persone e ci finisce a letto insieme per provare di nuovo amore, fa a cazzotti con la gente per sentire il sangue uscirle fuori, perché sa che il sangue significa vita. La notte resta sveglia a contare i battiti del suo cuore e pensa che, in fondo, ogni battito è un conto alla rovescia, e il tempo scorre troppo in fretta, e la vita è troppo breve, e la testa gira, e lei non si è ancora trovata.
Le dicono che è cambiata, le dicono di mettere la testa a posto, ma lei non sa dov’è questo posto. Non è mai stata se stessa e non lo è neanche ora. Franky non è la protagonista di una favola, non verrà nessuna fatina e nessuna bacchetta migliorerà la sua vita. Deve stringere i denti, ricacciare dentro le lacrime e continuare a camminare, a respirare, a vivere.
La vita di Franky va avanti a forza di strade sbagliate, di cadute che le fanno sanguinare le ginocchia e di questa disperata ricerca di se stessa. Ciò che la cambiò, di nuovo, per sempre, avvenne in una notte senza stelle. Lei era lì per caso quando Franky la vide, ma subito capì chi era. Madre e figlia, dopo tanto tempo lontane, finalmente si erano trovate. E Franky capì, in quel momento, che non le servivano le molliche che le indicassero la strada, perché finalmente l’aveva trovata. Finalmente, avrebbe potuto capire chi era davvero. Fu così che, lentamente, la madre la prese per mano e, mentre Franky osservava vigile, lei raccoglieva tutti i pezzi del puzzle e li disponeva ordinatamente.
Un pezzo e imparano l’amore. Un altro e imparano la famiglia. Un pezzo e imparano l’amicizia. Un pezzo e sono tristi. Un pezzo e si consolano. Un pezzo e sono di nuovo felici. Non è un lavoro facile, ce ne sono di pezzi da incastrare ma, lentamente, il puzzle si completa. Lentamente, entrambe, incontrano se stesse e vivono. 
 

Era moltissimo tempo che non pubblicavo più qualcosa, lo so, ma ultimamente la mia ispirazione era molto scarsa e tutto ciò che scrivevo mi faceva schifo, così tanto da pensare di non scrivere mai più niente. Un giorno, non so quando e non so come, mi è uscita fuori questa idea, così ho voluto scrivere di Franky, che è il personaggio di skins che mi assomiglia di più e che amo particolarmente, nonostante venga spesso ingiustamente criticata. 
Vi devo confessare che potrei essere andata OOC e in certi punti non so più se scrivevo pensando al personaggio o alla mia vita, spero solo che questa differenza non si noti troppo.
Devo ringraziare Silvia che ha betato questa os e tutte le persone che hanno creduto in me quando io non ho creduto in me stessa, dandomi la forza per scrivere di nuovo. Critiche e consigli sono sempre ben accetti.
Ci sentiamo presto <3
 
Francesca.
   
 
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