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Autore: Snow_Queen    05/12/2014    3 recensioni
-Ma abbiamo già affittato la fontana di cioccolato! Non vorrai essere tu a dire ad Anna che non potrà abbuffarsi di frutta ricoperta di buonissimo cioccolato? E poi terremo lontani quei due per qualche oretta.. Non moriranno mica..- sorrise l’altra sistemandosi la morbida sciarpa rossa intorno al collo così da proteggersi dal freddo.
Elsa alzò lo sguardo e incontrò quello della ragazza, aveva una strana luce negli occhi segno che stava organizzando qualcosa..
-Astrid a volte ho paura di te sai?- detto ciò gettò a sua volta il bicchierino contenente una, oramai finita, cioccolata alla menta dentro il cestino e prendendo l’amica a braccetto si incamminò con lei verso le residenze universitarie.
[Alternative Universe-University]
[Hijack]
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Jack e Hiccup erano fidanzati da un po’ di tempo oramai, qualche mese o giù di li, ma per loro sembrava essere passata solo una settimana. Era difficile vederli separati se prima, quando erano solo amici, riuscivi ad avere un po’ di tempo con loro ora era impossibile, neanche le loro migliori amiche riuscivano ad avere un attimo della loro attenzione, il che non poteva essere facile per le due che ora, erano diventate amiche a loro volta.
-Hai sentito una delle due colombelle?- Elsa si sistemò alcune ciocche di capelli sotto il cappello di lana bianca, stava nevicando e il parco dell’università non era mai stato così bianco, tutt’intorno al neve scendeva lenta e la bionda non poteva non sentirsi attratta da essa, come se potesse essere una parte di lei.
-Negativo Elsa- commentò l’altra ragazza bionda, Astrid, che stava sorseggiando il suo caffè macchiato seduta in bilico sullo schienale di una panchina.
L’ultima volta che avevano visto la coppia era stato alla partita di football, dove i ragazzi avevano stracciato gli avversari con un vantaggio di cinque punti segnati da Astrid.
-Sai almeno se verranno al tuo compleanno?..-
-Astrid.. io non ho organizzato nulla per il mio compleanno..-
Elsa era fatta così, non adorava particolarmente le feste, quelle le lasciava per lo più ad Anna, lei adorava trovarsi tra la gente.
-Certo, ventidue anni e non c’è una festa, ma andiamo..- detto ciò Astrid terminò il suo caffè e si alzò per gettare il bicchierino di plastica in un cestino poco lontano dalla panchina.
-Astrid dimmi che tu e Anna non state organizzando nulla..– Elsa non potè fare a meno che sospirare, si tolse il cappello e si passò una mano tra i capelli un po’ esasperata per poi rindossarlo.
-Ma abbiamo già affittato la fontana di cioccolato! Non vorrai essere tu a dire ad Anna che non potrà abbuffarsi di frutta ricoperta di buonissimo cioccolato? E poi terremo lontani quei due per qualche oretta.. Non moriranno mica..- sorrise l’altra sistemandosi la morbida sciarpa rossa intorno al collo così da proteggersi dal freddo.
Elsa alzò lo sguardo e incontrò quello della ragazza, aveva una strana luce negli occhi segno che stava organizzando qualcosa..
-Astrid a volte ho paura di te sai?- detto ciò gettò a sua volta il bicchierino contenente una, oramai finita, cioccolata alla menta dentro il cestino e prendendo l’amica a braccetto si incamminò con lei verso le residenze universitarie.
 
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Hiccup era senza ombra di dubbio più mattiniero del suo fidanzato, si era alzato tranquillo intorno alle sette e lasciò un bacio sulla fronte al ragazzo che amava ed era andato a farsi una doccia lasciandolo ancora tra le braccia di Morfeo. Adorava vederlo dormire, se non fosse per il fatto che non poteva vedere quegli occhi azzurri capaci di farlo impazzire.
-Jack? Ti sei alzato?- lo chiamò dal bagno -Oh andiamo, farai tardi!- dopo l’ennesimo richiamo uscì dalla stanzetta con i boxer addosso e rientrando in camera, notò subito che Jack non si era alzato, infatti era lì dove lo aveva lasciato, avvolto tra le lenzuola e le coperte ancora, apparentemente, addormentato. Hic non potè fare  a meno di sorridere e dopo essersi infilato addosso la prima cosa che gli era passata tra le mani, si sedette sul letto dal lato del ragazzo e lo scosse appena.
-Andiamo Jack alzati..-
Al moretto mancò il respiro quando vide quegli occhi azzurro cielo puntarsi nei suoi verde foresta. Era come sempre un’emozione senza parole, fin dal primo momento in cui aveva messo piede nella stanza e nella sua vita, Jack riusciva ad emozionarlo anche semplicemente guardandolo, i suoi occhi e il suo sorriso erano tutto ciò di cui aveva bisogno per poter vivere felice.
-Su il professor Scar ti sbrana se entri in classe a lezione iniziata..-
Jack d’altro canto non rispose ma, tirò il suo fidanzato di nuovo steso sul letto e gli rubò un bacio.
-Buongiorno..- gli sorrise e Hic sapeva che non c’era cosa più bella del sorriso di Jack, era capace di imbambolarlo meglio di qualsiasi altra cosa.
-Hai corso tra mezz’ora, dovresti prepararti..-
L’albino gli sorrise ancora e per tutta risposta recuperò il cellulare da sotto il cuscino e gli mostrò un messaggio che gli era stato mandato dall’assistente del professore.
La lezione era stata rimandata.
-Dovrai sopportarmi stamattina..- Jack non potè non sorridere di nuovo quando notò un piccolo bagliore negli occhi di Hiccup alla notizia e il cuore di quest’ultimo perse un battito davanti a quel sorriso.
-Che rottura, e io che speravo di restare tranquillo a studiare solo soletto senza nessuno che mi rompesse- Hic gli fece il verso e si sporse appena per baciarlo, ma Jack si spostò lasciandolo sorpreso, in particolar modo, quando lo atterrò sovrastandolo.
-Preferisci davvero che me ne vada?- gli chiese l’albino, carezzandogli appena il viso e il profilo del collo con le labbra.
-Spero che tu stia scherzando Jack..- sospirò appena Hiccup e alzò il viso per incontrare le sue labbra.
Jack rise appena sulle labbra del fidanzato ma la risata gli si spense quasi subito, le sue labbra erano un invito che non poté rifiutare infatti vi indugiò per alcuni istanti che gli sembravano infiniti, Hiccup era il dono più bello che la vita poteva fargli, non chiedeva nient’altro che restare con lui per quanto più tempo era possibile.
La paura che avevano provato entrambi in quei mesi era oramai un ricordo lontano.
La paura di essere respinti, la paura dell’essere rifiutati dall’unica persona di cui realmente gli importava..
“Che idiozia” non potevano saperlo, ma pensarono la stessa cosa all’unisono.
Se ora si guardavano negli occhi, leggevano entrambi le stesse identiche emozioni senza nome e una pace che si poteva sentire soltanto restando affianco alla propria anima gemella. Accanto a quella persona con la quale divideresti l’eternità se solo fosse possibile.
 
-•-•-•-
 
Il piano di Astrid era semplice: separare i due per l’intera serata lasciandoli ingelosire a vicenda con abbracci e risate, con quell’affinità che si poteva avere solo con qualcuno di speciale e loro lo erano. Astrid era la migliore amica di Hiccup; a parte Jack, tra i suoi amici nessuno aveva più rilievo di lei. Jack d’altro canto prima di conoscere Hiccup, era convinto di amare Elsa ed era per lui molto più di un’amica, una confidente, una sorella. Entrambe.. avrebbero potuto farli morire di gelosia anche solo con un abbraccio concesso all’amico in questione.
-Astrid ma sei davvero sicura di tutto ciò? E se finissero col litigare?- chiese Elsa mentre sistemava dei punti luce nei lunghi capelli biondi che per l’occasione aveva lasciato lunghi sulle spalle.
-Certo, così imparano ad ignorarci per tempi così prolungati. Chi si credono di essere quei due, va bene essere innamorati, ma ora esagerano se iniziano col non rispondere neanche a dei semplici messaggi.- se fosse stato per l’altra, il piano sarebbe stato ben peggiore, ma dopotutto, voleva bene ad entrambi e vederli soffrire non era certo ciò che desiderava, come neanche rovinare la festa di compleanno di Elsa.
La festa era stata organizzata in casa, Elsa all’inizio era contraria, come se non lo fosse stata abbastanza, ma era comprensibile dopotutto. Da quando i suoi genitori erano morti quattro anni prima in un tragico incidente stradale, Elsa si era sempre occupata di tutto; essendo maggiorenne, le avevano affidato la custodia completa della sorella minore.. ecco perché una festa in casa non le sembrava molto adatta. Ci era voluto un po’ per togliersi di torno gli assistenti sociali, soprattutto perché ora Anna era maggiorenne altrimenti..
-In quanti hanno confermato?- chiese, sistemandosi il vestito azzurro la sorella minore di Elsa, Anna, distraendola dai vari pensieri.
-Una cinquantina di persone- le rispose Astrid che, dopo aver controllato il display del cellulare, si concentrò sull’abito rosso che le aderiva addosso come una seconda pelle fino alla vita per poi scendere più morbido sulle gambe. –E pensare che gli invitati erano solo una decina!- a quell’affermazione ci mancò poco che Elsa avesse un mancamento.. o un principio di infarto.
-Che cosa?!-
-Tranquilla sorellona. Più siamo più ci divertiamo!-
Anna sembrava entusiasta della cosa gironzolava per la stanza alla ricerca di forcine e lacca come un uragano. Astrid non era da meno, con più gente del normale sarebbe stato facile dividere gli “inseparabili”.
-Ho già detto che non credo sia una buona idea?- sentendola le organizzatrici della festa sbuffarono sonoramente per poi ridere all’unisono.
-Ad ogni modo, verrai mercoledì vero Astrid?-
-Tranquilla, non solo verrò mercoledì, ma saremo soltanto noi. Nessun invitato extra Elsa puoi rilassarti.-
-In quel caso, è Natale, non credo che Elsa caccerebbe fuori qualche imbucato.- Anna rise, era ancora incollata allo specchio alla ricerca di un modo particolare per sistemare i capelli.
-Anna..- Elsa sembrò voler dire altro ma si fermò. –No nulla, sei disarmante.-
-Grazie Elsa.-
Anna era il suo completo opposto non c’era nulla da fare. Sole e Luna. Giorno e Notte. Due facce della stessa medaglia, ma nessuna poteva esserci senza l’altra.
-Ah.. Elsa..- Astrid le si avvicinò e le sistemò il piccolo strascico del suo vestito argentato e le tirò indietro alcune ciocche per applicarvi altri punti luce.
–Non mandare tutto all’aria- detto ciò le fece l’occhiolino e andò a controllare l’arrivo degli invitati, lasciando la ragazza un po’ tesa. Non voleva ferire i due ragazzi, erano così felici.. e non vedeva Jack così felice da tanto tempo..
-Anna, credi che sia una pessima idea?-
-Ingelosirli a vicenda? Perchè? Fino a che non fate qualcosa del genere anche con me e Kristoff, è un’idea magnifica-.
Elsa non poté fare a meno di ridere nel sentire ciò che disse la sorella e accantonò l’immagine di un Jack che piangeva sulla tomba della sorella più piccola. Si, Hic era tutto ciò di cui il suo migliore amico aveva bisogno.
-Forse mi hai dato una splendida idea per il futuro.-
La sorella minore, da prima sconvolta, si unì alla risata della maggiore ed entrambe poi si avvicinarono alla porta per raggiungere gli invitati nel salone principale della casa stile tudor che i loro genitori avevano comprato prima della nascita di Anna.
 
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-Ragazzi finalmente! Credevamo che non veniste più!-
-Hai ragione Astrid, siamo stati trattenuti- si scusò Hiccup che era “stranamente” rosso sulle guance, sembrava quasi imbarazzato a differenza di Jack che era il ritratto della tranquillità.
-Si, certo.. e immagino che il tuo nuovo “tatuaggio” sul collo c’entri qualcosa con questo vostro ritardo..-
Il lieve rossore del moretto arrivò fino alla punta delle orecchie quando Astrid finì di parlare.. Jack invece non riuscì a non ridere sta volta.. risata che fu interrotta solo quando incontrò l’occhiataccia che Hiccup gli stava lanciando.
-Scusa amore, ma era difficile trattenersi- detto ciò l’albino gli circondò la vita con un braccio e gli diede un bacio sul “tatuaggio”-Oramai siamo stati scoperti è inutile imbarazzarsi.- continuò con un sorrisetto.
-JACK!- Hiccup si passò una mano sul viso e fu sollevato nel vedere la figura di Elsa che si avvicinava, il regalo e gli auguri avrebbero aiutato a cambiare argomento.
-Elsa! Non sai come sono felice di vederti..- ed era vero in ogni senso immaginabile.
-Hic, non mi aspettavo un tale saluto- era arrivata in quel momento, ma notò subito anche lei il marchio e non potè non sorridere appena, anche se cercò di mantenere un comportamento più posato.
-Jack non marchiare le persone..- l’ammonizione che doveva essere l’ancora di salvezza di Hic servì soltanto a farlo sprofondare.
-Mi chiedo da quando vi interessi dopotutto. E’ come quando si mette il nome sui giocattoli, l’unica differenza è che Hiccup non è un giocattolo, ma è lo stesso solo mio e tutti devono sapere che le mie “cose” non si toccano-
Allo sproloquio di Jack stavolta fu Hiccup a ridere anche se non poteva immaginare che il suo ragazzo l’avesse fatto per far ridere di se e non di lui.
-Comunque.. Buon Compleanno Elsa, spero che il regalo ti piaccia- detto ciò le diedero un bacio sulla guancia a vicenda e Jack le porse un cofanetto di velluto blu. Il regalo l’avevano scelto insieme lui e Hiccup in una gioielleria del centro. Era una catenina d’argento con un piccolo punto luce come ciondolo.
-Ragazzi.. non dovevate.. è.. è bellissima vi ringrazio.- ora iniziava a sentirsi in colpa per ciò che dovevano fare. Abbracciò entrambi e tirò fuori la catenina dal fodero. –Jack mi aiuteresti a metterla?- chiese, dandogli la schiena e spostando appena i capelli dal collo per facilitargli il tutto.
Astrid invece, dato che Elsa aveva iniziato, si avvicinò ad Hiccup e lo prese a braccetto, poggiando appena il capo sulla sua spalla con un finto sospiro.
-Cosa c’è, non dirmi che volevi un regalo anche tu?- rise appena Hiccup scompigliandole la frangetta; la ragazza non si era mai comportata così e gli sembrava sospetto..
-Nulla, prima pensavamo a quanto tu e Jack oramai siate inseparabili e ci chiedevamo cosa sarebbe accaduto se Elsa avesse aperto gli occhi prima sui sentimenti che Jack provava per lei, se ora sareste stati amici o lo stesso fidanzati vuoi due.-
Il ragazzo imprecò mentalmente, non poteva non sentirsi a disagio quando gli lasciavano immaginare Jack tra le braccia di qualcun altro.. e quando questo qualcun altro era Elsa, il cuore sembrava che gli si fermasse, come se Jack l’avesse abbandonato realmente per lei. L’unica ragazza per cui avesse mai provato qualcosa era Elsa, e queste erano parole dell’albino non certo le sue.
Glielo disse la prima volta che “toccarono” l’argomento. Se avesse potuto amare una ragazza, quella sarebbe stata soltanto Elsa, e lo notava ogni volta che li osservava ridere o scherzare insieme.. come anche ora del resto.. ora che erano talmente vicini da potersi baciare addirittura se fosse stato voluto da entrambi..
 
 
-Certo che sei stato fortunato Jack-
-Riguardo cosa?- l’albino non capiva a cosa si riferiva, alla collana? No era difficile conosceva i suoi gusti, prediliva le cose semplici e quella collana era perfetta.
-Parlavo di Hiccup e Astrid, sono stati fidanzati per qualche anno. Se non si fossero lasciati chissà se voi due vi sareste mai incontrati, probabilmente avrebbero coabitato vicino l’università e Hic non avrebbe mai preso la camera al dormitorio..-
“Ho deciso di chiedere ad Astrid di riprovarci..” la sera in cui gli la sera in cui gli rivelò i propri sentimenti furono quelle le parole che lo spinsero a dichiararsi, a rischiare il tutto per tutto.. eppure era tutto così strano, quei casi della vita erano imprevedibili.. Mentre si ritrovava a pensare ciò, si voltò mentre Elsa faceva altrettanto e finì con lo sporcarsi appena il collo, dato che era più alto di lei, col rossetto di quest’ultima.
-Oddio Jack scusami!- non era previsto quindi erano davvero delle scuse.
-Non preoccuparti, è solo rossetto si toglierà senza problemi.- si voltò per tornare da Hiccup, ma era sparito per cui, dato che Elsa non lo lasciava andare via, restò con lei.
Ma dove potevano essersi cacciati lui e Astrid?
 
-•-•-•-
 
La festa fu un successo, gli invitati si erano divertiti molto e la cosa importante per le ragazze, erano riusciti a tenerli separati per tutto il tempo o quasi. Alla fine della serata i due erano scappati, dandosi appuntamento all’auto. Non avevano considerato il taglio della torta e alcune foto di gruppo, perché fu allora che si erano riuniti fuggendo via.
-Perché mi sembra una fuga romantica?- chiese il moretto mentre si infilava il casco.
-Perché ci hanno tenuto separati per quasi quattro ore e il nostro massimo senza messaggi è venti minuti?- gli fece il verso Jack mentre aspettava il ragazzo per partire.
Durante il tragitto Hic non era affatto tranquillo anzi, quella chiacchierata ad inizio serata con Astrid l’aveva turbato e se considerava che il suo fidanzato era stato “tra le braccia” della ragazza che un tempo amava per tutta la sera lontano da lui, gli dava un moto di gelosia.
Si era stata Astrid a farli separare, ma d’altro canto, perché lui non era andato a vedere che fine avesse fatto?
Una volta in camera osservò Jack gironzolare per la stanza iniziando a spogliarsi e fu allora, quando tolse la cravatta iniziando a sbottonare la camicia, che notò uno strano segno sulla pelle del ragazzo.
-Jack, cos’è quel segno?- era rosso e dalla forma un po’ strana.. gli si avvicinò meglio e l’osservò, aveva tutta l’aria di essere un “marchio”, ma era certo di non essere stato lui a farglielo.
-Jack?..-
-Uhm?- l’albino si avvicinò allo specchio e si esaminò, aveva dimenticato l’accaduto del rossetto ne tanto meno adesso se ne ricordava. –Deve essere un marchio che mi hai fatto tu.-
-Io non ti ho fatto alcun marchio Jack.. da dove salta fuori?– la voce di Hic sembrava volesse tremare, ma non lo faceva, gli avevano insegnato che non si doveva piangere davanti a niente e a nessuno, qualunque sia l’accaduto. Un Haddock non avrebbe versato lacrime da femminuccia.
-Hic, non crederai davvero che..-
-Sei stato con Elsa tutta la sera vero?..- Hiccup lo interruppe e Jack non poteva credere alle sue orecchie. Davvero credeva che?..
-Hiccup. Non crederai davvero ciò che penso?!- non aveva parole, come poteva anche solo immaginarlo?
-Io credo a ciò che vedo Jack, un marchio che io non ti ho fatto dopo una sera che sei stato a braccetto con Elsa lontano da me.-
-Anche tu sei stato tutta la sera con Astrid, non ti ho mica accusato di avermi tradito mi sembra.-
-Io non ho un succhiotto sul collo e rossetto sulla camicia.-
Nel sentire quelle parole nella memoria di Jack si accese come una lampadina. Il rossetto.. ma certo doveva essere quello.
-Hic lascia che ti spieghi..-
Mai frase fu interpretata peggio. Hiccup gli diede la giacca e lo spinse fuori dalla stanza senza dire neppure una parola. –No, Hiccup aspetta! Non è come credi!- ma era troppo tardi. L’aveva sbattuto fuori dalla stanza chiudendo a chiave la porta. –Hic ti prego! Ascoltami!- ciò che ottenne fu l’eco della musica, aveva acceso lo stereo per non ascoltarlo.. Per fortuna aveva il cellulare nella tasca dei pantaloni, così chiamò Aster e gli chiese una specie di asilo politico a casa sua per quella notte.
Non riusciva a credere che Hiccup non gli avesse lasciato neanche il tempo di parlare. Davvero credeva che l’avesse tradito? Davvero credeva che l’amore che provava per lui fosse così volubile? Non ci capiva più niente, un attimo prima non vedeva l’ora di coricarsi cullato dal battito cardiaco del ragazzo che amava.. e quello dopo era fuori sotto la neve ad aspettare che Aster lo andasse a prendere..
 
  
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