La mia scena... La nostra scena...
La mia scena… la nostra scena… Smiry 90
Tremava… per la prima volta nella
sua vita, tremava… non aveva mai avuto paura, lui, non aveva mai esitato nel
fare nulla, non si era mai tirato indietro, eppure, in quel momento, tremava…
Le quinte erano agitate, tutti che
scorrazzavano qua e là con in mano gli oggetti di scena, truccati, non truccati,
mezzi vestiti; sembravano un vero squadrone teatrale, e pensare che erano così
pochi, e non erano nemmeno una banda teatrale… Lui era l’unico che stava lì,
fermo, seduto su quella cassa a tremare… Passò di lì Carmen, con il copione in
mano, mentre leggeva le sue battute a bassa voce; non fu difficile che lo
notasse…
“Gidan? Ma che fai lì tutto solo?
Tra poco siamo de scena!” disse con il suo solito accento
spagnolo
“Carmen… io… ho
paura…”
“paura? Il grande Gidan che me dice
che ha paura? Come es possibile? Sai tutte le battute, de che dovresti aver
timore?”
“non è per lo spettacolo… è per
lei… che le dirò? Dopo tutto questo tempo?”
Erano passati ormai anni da quel
lontano giorno, in cui lui l’aveva lasciata sola, su quell’aereonave, per
correre da suo fratello; erano passati anni da quando aveva visto per l’ultima
volta quel volto che piangeva per lui… Garnet… no! Daga! Lei era la sua Daga!
Non era la regina Garnet, era la sua Daga, lei aveva scelto quel nome, lei si
era calata nelle vesti della semplice ragazza per stargli accanto, lei aveva
scelto di chiamarsi come la sua arma… Daga… e lui, come poteva ora ripresentarsi
dopo tutti quegli anni così, come se nulla fosse accaduto? Cosa le avrebbe
detto?
“non fare lo stupido! Tu sai sempre
cosa dire! Tu sei el mitico Gidan, ricordi?”
Carmen si allontanò, ripetendo
ancora quella battuta “portami via con te…”; Gidan ebbe una fitta al cuore… In
pratica anche Daga glielo aveva chiesto, forse non a parole, ma con quegli occhi
pieni di lacrime glielo stava chiedendo, lo stava supplicando di portarla con
sé, non di scappare con lei, ma di portarla con sé anche in quell’ultima
avventura… e lui l’aveva abbandonata.. aveva voluto provare da solo… Perché lei
avrebbe dovuto ancora amarlo? Perché lei avrebbe voluto rivederlo?
Il tempo scorreva veloce e l’ora
dell’entrata in scena era vicina… cosa doveva fare? Correre a rivederla? Si
diede una botta in testa… che stava dicendo? Certo che doveva correre a
rivederla! Glielo aveva promesso! Ma ora il tremore era più forte, pensando al
momento in cui l’avrebbe rivista, lassù, su quel trono, come la prima volta che
l’aveva vista; ricordava ancora tutto, dal più piccolo brivido: era così bella,
così dolce… chissà ora come era… chissà se aveva lasciato ricrescere i capelli…
era così bella, in tutti i modi in cui si presentava, lei era bellissima…
Ora era lì, a pensare ai suoi
ricordi con lei… a quella sua voce tanto soave… a quante cose lei le avesse
insegnato, come quel dolce angelo gli avesse potuto trasmettere quell’amore per
la vita, quel senso dell’onore, della giustizia, a lui, che era un ladro… eppure
lei ci era riuscita. Glielo doveva… gli doveva tutto! Doveva andare lì,
rivederla, ringraziarla, dirle quanto lei fosse importante per lui! Non ebbe
nemmeno il tempo di convincersene che Kalò chiamò tutti gli attori di scena e lo
spettacolo ebbe inizio…
Mentre gli occhi tristi della
regina Garnet osservavano lo spettacolo, Gidan uscì dalle quinte, con indosso un
lungo mantello nero, ed una cappa sul viso… e la vide, da quel palco lontano la
vide: era ancora bellissima, i capelli di nuovo lunghi e vellutati, il viso
angelico… si sentì mancare la voce, la mente gli si oscurò e le battute
svanirono tutto d’un tratto; non si ricordava più nulla, nemmeno una parola,
l’unica cosa che aveva in mente era lei: Daga… Daga… Daga…
“Marcus!” la voce di Carmen, che
aveva iniziato a recitare, riportò Gidan alla scena, e finalmente le battute
tornarono nella sua mente…
“Principessa…”
“non chiamarmi principessa… se mi
sposate solo per il mio status non sarei che una bambola nelle vostre mani… una
bambola che ride… una bambola che piange… ed io non voglio questo…”
Quelle parole, che scorrevano così
fluide dalla bocca di Carmen, entravano dirette nel cuore di Garnet, che sentiva
perfettamente tutto il calore dell’amore di quella ragazza, sentiva sue quelle
parole, sentiva sua quella scena… Gidan ogni tanto alzava lo sguardo furtivo
verso di lei, e la vedeva presa, presissima dalla scena; si così doveva essere!
Voleva stupirla, voleva che quel momento fosse indimenticabile! Recitò con
ancora più enfasi, per farle arrivare quel messaggio, per farle ricordare tutti
i momenti vissuti insieme, per farle assaporare lentamente quel momento…
Piano piano arrivò il momento
cruciale… Marcus attendeva la sua amata al porto, aspettando per fuggire con
lei; ma lei non arrivava… Poi le battute finali, quelle parole che ora gli
uscivano dalla bocca tanto facilmente… Si voltò verso Garnet che guardava
appassionata, alzò le braccia verso di lei… ebbe un’esitazione… lei lo guardava,
era lì, di fronte a lui, ormai non poteva più fuggire
“voi astri del cielo, e tu pallida
luna… concedimi un ultimo desiderio…”
Ormai doveva dirlo, non poteva
fermarsi… Lei lo avrebbe accettato, ne era sicuro ormai… prese un gran respiro,
afferrò forte il mantello che lo copriva, diede uno strattone forte per farselo
scivolare via e pronunciò quelle parole tanto sofferte
“fammi rivedere la mia amata
Daga!!”
Lei era incredula, il suo volto era
un misto di stupore e gioia! Era balzata in piedi, lo guardava, quasi non voleva
crederci; poi la vide correre via, la vide perfino prendere a spallate la gente
che le intralciava il cammino, la vide… la vide perdere il suo ciondolo, la cosa
più importante che aveva, la vide lasciarlo lì, per correre da lui e poi… la
vide davanti a lui: piangeva, con quel viso così dolce; poi si portò le mani
alla testa, afferrò la corona e la gettò via, prima di lanciarsi tra le sua
braccia… era lei… era la sua Daga… si era spogliata per l’ennesima volta di ogni
sua ricchezza, di ogni suo status… e lui così la voleva… perché per lui lei
sarebbe sempre stata una regina, la regina del suo cuore, della sua vita… la sua
Daga… ora erano solo loro i padroni della scena, ora c’erano solo loro su quel
palco, loro, padroni della loro scena…
FINE
Scritta in vacanza mentre ero da sola a deprimermi... spero vi sia piaciuta...
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