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Autore: 50ShadesOfENTJ    13/12/2014    2 recensioni
– Perché è qui da me, John? – La voce della psicoterapeuta lo scosse violentemente e lo riportò alla realtà.
Watson fece spallucce. – Beh, passavo da queste parti e ho pensato di fare un salto.
La donna continuò a scrivere, poi si fermò e fissò John. – Passava da queste parti? Lei abita a 5 km da qui
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola Johnlock nata da una grande ispirazione.
La storia non si svolge in un momento preciso della serie, ma di certo prima della 2x03.
Buona lettura! :D
 
 
 
 John si sedette sulla poltroncina, guardandosi intorno con aria confusa.
– Buongiorno dottor Watson. Era parecchio che non la vedevo. Come si sente? – La psicoterapeuta sedeva di fronte a John.
– Oh, sto bene. E’ ok, bene, sì. – John annuì.
– Fantastico. Si, molto bene. – La psicoterapeuta scribacchiò qualcosa sul suo quadernetto. John inclinò la testa di lato, tentando di leggere. Di certo se ci fosse stato Sherlock lì con lui in quel momento avrebbe saputo dirgli con sicurezza cosa stava scrivendo la donna e magari anche quello che stava pensando. John era certo che Sherlock ne sarebbe stato in grado.
– Perché è qui da me, John? – La voce della psicoterapeuta lo scosse violentemente e lo riportò alla realtà.
Watson fece spallucce. – Beh, passavo da queste parti e ho pensato di fare un salto.
La donna continuò a scrivere, poi si fermò e fissò John. – Passava da queste parti? Lei abita a 5 km da qui. A proposito, abita ancora a Baker Street, non è vero? E come va’ con il suo coinquilino? Siete ancora coinquilini?
– Certo. Certo, sì, assolutamente. Io, sì, va tutto bene, alla grande. Fantastico, davvero. – John si morsicò la lingua. Aveva parlato troppo velocemente, e ora la psicoterapeuta stava annuendo mentre scriveva.
– John, lei è turbato. Era tanto che non la vedevo e devo ammettere che ne ero felice. Davvero, dottor Watson, il suo recupero e a dir poco spettacolare. Ma ora lei è turbato. Il fatto che sia seduto qui nel mio studio ne è la conferma. Cosa la turba, John?
 John socchiuse gli occhi. Perché era lì?
La donna si sporse in avanti. – Si tratta del suo coinquilino?
John s’irrigidì. – Beh, sì. Possiamo dire di sì. Ma non ci sono problemi tra noi, anzi. Va tutto alla grande. – Ma chi voleva prendere in giro? Di certo non riusciva a prendere in giro se stesso.
Scosse la testa, pensieroso.
– Coraggio John, me ne parli.
L’uomo inspirò. D’accordo. Lo avrebbe fatto. – Si chiama Sherlock, Sherlock Holmes. E’ un genio. Consulente Detective. – Sorrise. – Affianca la polizia nella risoluzione dei casi. Io tengo un blog. Riporto tutti i nostri casi. Lavoriamo insieme. – John si fermò.
Erano ormai dieci minuti che Watson non parlava.
– Allora, è un suo amico?
John annuì. – Sì, direi di si. E’ il mio migliore amico. Il migliore. In assoluto. Ma con lui è tutto complicato, non so mai come comportarmi. Avrei molte cose da dirgli, ma non trovo mai il momento adatto per parlargli. Ma poi il problema è un altro: non saprei neanche come parlargli, non saprei introdurre il discorso. – John si morsicò nuovamente la lingua. Sentì il sapore del sangue. Forse aveva esagerato. –  E non so perché le sto dicendo tutto questo.
La donna gli sorrise, continuando a scrivere. John riprese il totale controllo di se e incominciò nuovamente a sentirsi in imbarazzo.
– Vuole provare a dire a me quello che vorrebbe dire a lui?
John scoppiò a ridere. – No, assolutamente, questo non me lo può chiedere. – Forse aveva riso troppo.
– Ha fatto comunque progressi, dottor Watson. Continui ad esternare le sue emozioni. Non può che farle bene. – Gli sorrise. – Arrivederci John.
 
– Dove sei stato? – Sherlock si alzò di scatto dal letto.
John sospirò. – In giro. Come vanno i tuoi esperimenti? – John si sedette nella poltrona.
– Oh, bene! – Il detective fece una pausa. – Mi annoio, John.
– Lo so, Sherlock. – A John scappò un sorriso.
Sherlock girava irrequieto per la stanza. – Ho bisogno di un caso.
John sorrise e si avvicinò all’amico, posandogli una mano sulla spalla. Holmes si irrigidì un attimo e Watson fece per ritrarre la mano, imbarazzato.
Sherlock appoggiò la fronte contro quella di John, che non si sottrasse a quel tocco. – Lasciala pure la mano, non mi da fastidio. – E i loro nasi si sfiorarono.
 
 
 
N.A.
Siete arrivati alla fine!
Me lo lasciate un commentino? :D
Have a good life!
 
   
 
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