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Autore: lapoetastra    20/12/2014    2 recensioni
Una ragazza.
Un vizio.
Una punizione.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kate camminava per la strada, fumando una sigaretta.
Era un rituale quotidiano che la rilassava e la tranquillizzava, migliorandole la giornata in caso essa fosse stata brutta.
D'improvviso le si avvicinò una bambina, piccola e bella, con un delicato vestito bianco e lunghi capelli biondi, che iniziò a passeggiare al suo fianco.
< Ehi, ti sei persa? > domandò Kate.
< Perchè fumi? >, chiese a sua volta la piccola.
< Ehm, io... perchè... perchè mi piace >, rispose la ragazza, imbarazzata.
< Ma ti fa male, non lo sai? >
< Sì, ma tanto smetto prima che mi possa venire qualcosa >
< E allora perchè non smetti adesso? Così sei sicura di stare bene e non c'è il rischio che ti ammali. >
La curiosità e l'invadenza della piccola stavano iniziando a dare sui nervi a Kate, che però si impose di rimanere calma.
< Passerà ancora tanto tempo, prima che ciò accada >, disse dunque, sperando di aver concluso definitivamente quella strana conversazione.
< D'accordo. Fa' come vuoi. Io ti ho avvisata >, mormorò lapidariamente la bimba.
Così dicendo se ne andò, saltellando allegra e scomparendo dietro l'angolo più vicino.
Kate rimase un attimo interdetta per le sue parole, poi scosse la testa e si diresse con passo stanco verso casa, ancora confusa e con un senso di inquietudine che neanche lei riusciva a spiegarsi.

Quella notte non riuscì a dormire.
Il petto le bruciava come avesse del fuoco nei polmoni e la tosse le scorticava la gola facendola sussultare di dolore.
Provò a bere, ma niente riusciva a placare quell'improvviso malessere.
Tossì ancora, e questa volta sputò sangue insieme al catarro.
Spaventata, corse in bagno, e quando si guardò allo specchio non riconobbe la ragazza riflessa nel vetro.
Era lei, senza ombra di dubbio, ma allo stesso tempo appariva tremendamente diversa.
I suoi capelli, sempre stati lunghi e fluenti, erano ora secchi e stopposi.
Gli occhi non erano più vivaci e brillanti, ma cupi e spenti, privi di luce.
E la pelle, quella pelle luminosa di cui si prendeva continuamente cura, ora aveva assunto un colorito malaticcio, grigiastro e inguardabile.
Kate, che teneva tantissimo alla propria bellezza, urlò a quella vista, e quando aprì la bocca rimase sconvolta ancora di più.
I denti non erano più bianchi e splendenti come li ricordava, ma gialli e deboli.
Un altro colpo di tosse squassò il corpo magro della ragazza, facendole sputare sangue scuro e costringendola ad accasciarsi per terra con le mani premute sul petto dolorante.
Non riusciva a respirare, e credette per un momento che la sua vita sarebbe finita così, senza una spiegazione.
Di colpo, nella piccola stanza da bagno, comparve una figura.
Kate, con il poco di forza rimastole, alzò lo sguardo e la osservò.
Non c'era dubbio: era lei, la bambina che aveva incontrato quel pomeriggio e che le aveva posto strane domande sul perchè fumasse.
Rimaneva lì, ferma e sorridente, come se niente fosse, come se tutto fosse perfettamente normale.
< Chi... chi sei? E.. co-cosa vuoi? >, sibilò Kate ancora sdraiata sul pavimento, in preda agli spasmi.
Quando la creatura parlò, non fu con voce umana.
< Io? Io sono un angelo. Il mio compito è quello di aiutare le persone. Ho provato, oggi, a convincerti che il fumo fa male ed uccide, ma non mi hai voluto dare ascolto. Allora adesso stai sperimentando cosa capiterà al tuo corpo se continuerai a fumare nei prossimi anni. Sarà il tuo destino inevitabile. Dimmi, è questo che vuoi? >
< No... io... no >, mormorò Kate, incredula a ciò che le stava accadendo.
< Quindi smetti di fumare? Immediatamente? >, chiese l'angelo, troneggiando su di lei nonostante avesse ancora l'aspetto di una bambina innocente.
< Sì, certo. Ho... capito adesso >, rispose la ragazza, e di colpo sentì il bruciore estenuante al petto attenuarsi ed il respiro tornare a fluire con delicatezza dentro di lei.
Le forze ritornarono e Kate si alzò, senza staccare gli occhi da quelli azzurri e grandi dell'angelo.
< Grazie di avermi fatto capire il mio errore >, sussurrò sincera.
La creatura sorrise, ma non rispose. Poi, d'improvviso come era apparsa, se ne andò.
Kate si guardò allo specchio e vide che era di nuovo bella e sana.
Quell'esperienza, per quanto strana e spaventosa, l'aveva fatta ragionare.
Era stata proprio una stupida a fumare per tutto il tempo, mettendosi così in pericolo e danneggiando il suo corpo.
Ma ora avrebbe rimediato.
Le sigarette sarebbero state soltanto un lontano ricordo.

Kate aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco qualcosa nel buio che la circondava.
Ripensò a ciò che era successo, alla bambina-angelo, al dolore al petto...
E si rese conto che si era trattato soltanto di un sogno.
Niente era vero, nulla era mai accaduto nella realtà, ma solo nella sua mente addormentata.
Sorrise.
Non importava se se l'era solo immaginata, quell'esperienza l'aveva fatta maturare e comprendere l'errore che aveva commesso in quegli anni fumando.
Giurò solennemente che non ci sarebbe più ricascata per tutto il corso della vita, a qualunque costo.
Leggera e felice come non era da molto tempo, si alzò dal letto e si diresse alla finestra, davanti alla quale si siedeva ogni mattina, prima di andare a lavorare, per guardare la gente passare.
Era diventato un rituale, ormai, che la rilassava incredibilmente.
Le persone si avvicendavano nella strada sottostante come acqua di un fiume, alcuni camminando, altri correndo.
La sua attenzione fu attratta di colpo da qualcosa che si muoveva sulla sinistra.
C'era Bill, un ragazzo che abitava a pochi isolati di distanza dalla sua abitazione e che ultimamente aveva preso il vizio di bere ed era perennemente ubriaco fradicio.
Anche adesso, infatti, passeggiava barcollante con una bottiglia di Vodka in mano.
Ma ciò che colpì lo sguardo di Kate fu la persona che camminava al suo fianco.
Era una bambina, piccola, bionda, con un delicato vestito bianco.
E bella.
Proprio come un angelo.
   
 
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