Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Little_Lotte    22/12/2014    4 recensioni
[Storia basata sulla precedente trama di Frozen, "The Heir and The Spare". Elsa, erede al trono di Arendelle, è da tutti apprezzata ed elogiata per le sue brillanti doti, la sua intelligenza e la sua eleganza. Anna, al contrario, viene da tutti ignorata e vive da sempre all'ombra di sua sorella maggiore. ]
" Anna sapeva che il suo destino non era quello di essere come sua sorella Elsa, non lo sarebbe mai stato.
Non lo era mai stato, neanche quando erano piccole: sin dalla più tenera infanzia, Elsa era sempre stata la preferita di tutti, la più bella e intelligente, la migliore in tutto, la sola luce degli occhi dell'intero castello; Elsa era la studentessa diligente, la cavallerizza elegante, la scrittrice raffinata e Anna era semplicemente... Anna.
Anna la confusionaria, Anna la pasticciona, Anna l'eterna bambina piena di gioia e molto spesso troppo fuori luogo, Anna troppo poco sicura di sé da pensare di poter essere anche solo in parte all'altezza della sorella."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE PRIMA DELLA LETTURA:  Questa one shot si basa su una prima versione di "Frozen", il cui titolo doveva essere "The heir and the spare" e la cui trama ruotava sostanzialmente intorno al fatto che Elsa, l'erede al trono, era da tutti considerata con grande rispetto mentre Anna era semplicemente la seconda genita, ignorata da tutti. Basandomi sulla canzone tagliata "More than just the spare" ho provato ad immaginare una scena della storia e i sentimenti che avrebbe potuto provare Anna, sentendosi semplicemente una "ruota di scorta" al fianco della sua sorella regina Elsa.

Buona lettura.
 




 

More Than

Just a Spare

 

 

 

Non era un giorno qualunque, nel Regno di Arendelle.

Il sole splendeva come sempre d'estate, l'aria era tiepida e piacevole, e tutti gli abitanti del paese erano come loro solito affaccendati nelle più disparate attività, eppure quel giorno vi era qualcosa di diverso: quel giorno, per la prima volta dopo tanto tempo, i cancelli sarebbero stati finalmente aperti per celebrare la tanto attesa incoronazione dell'erede al trono, Elsa di Arendelle.

Erano tutti incredibilmente entusiasti all'idea di onorare la nuova regina e festeggiare assieme a lei l'inizio del suo nuovo governo, ma la più entusiasta quel giorno era senza dubbio la principessa Anna, sorella minore di Elsa, che per anni aveva vissuto chiusa all'interno del castello, sognando il giorno in cui i cancelli aperti le avrebbero finalmente permesso di uscire dalla sua prigione dorata e correre per le vie della città che, fino a quel momento, si era semplicemente limitata ad ammirare dalla propria finestra.

Non erano stati anni facili per lei: Elsa, un tempo così legata e affezionata a lei, non era mai disponibile a farle compagnia e trascorreva tutto il proprio tempo chiusa dentro camera sua, rivolgendole a malapena la parola e freddandola con un “Vattene via, Anna” ogni volta che la sorellina andava a bussare alla sua porta, desiderosa di attenzioni. Anna non aveva mai compreso il motivo di un simile cambiamento nei suoi confronti e sebbene avesse più volte tentato di riavvicinarsi a sua sorella, viveva ormai con la rassegnata consapevolezza di essere completamente sola, senza alcun compagno con cui ridere, scherzare, condividere i propri sogni, le speranze e le proprie confidenze.

Era quello – in fin dei conti – il suo destino e per quanto la cosa la facesse ancora tremendamente soffrire, Anna aveva col tempo imparato ad accettare la sua infelice condizione di solitudine.

Quel giorno, comunque, molte cose sarebbero finalmente cambiate.

Quel giorno i cancelli sarebbero stati aperti, le persone le si sarebbero finalmente avvicinate e Anna avrebbe potuto correre e saltare per le vie del paese, curiosare in ogni angoloso, assaggiare cibi e inebriarsi di profumi, chiacchierare con chiunque gli fosse sembrato abbastanza interessante da meritare la sua attenzione.

Era certa che sarebbe stata un'esperienza sensazionale e avrebbe certamente continuato a crederlo se solo, una volta uscita dal palazzo, non si fosse ritrovata per caso a dover udire una conversazione decisamente tutt'altro che piacevole; Anna si era appena immersa fra la folla ed era ancora indecisa su quale via prendere per dare inizio alla propria esplorazione, quando un gruppo di giovani poco distanti da lei attirarono la sua attenzione, con le loro chiacchiere concitate e le loro voci fin troppo alte da non poter essere udite da chiunque si trovasse intorno a loro.

<< Allora, non siete emozionati? Non vedete anche voi l'ora di vedere la regina Elsa? >>

<< Oh, sì... Non ce la faccio più ad aspettare! Voi come pensate che sia? Scommetto che è veramente bellissima, elegante e distinta... E scommetto anche che è incredibilmente intelligente e sofisticata. >>

Anna, ancora celata nel suo nascondiglio fra la folla, ascoltò quelle parole con aria deliziata e non poté fare a meno di sorridere di fronte a tutti quei complimenti che i giovani stavano rivolgendo alla futura regina. Perché sì, Elsa e Anna forse non erano più così unite come un tempo, ma la giovane principessa osservava spesso sua sorella di nascosto e neanche a lei erano passate inosservate le sue innumerevoli qualità: la sua eleganza, la sua intelligenza, la sua incredibile abilità nel farsi sempre ascoltare da tutti con attenzione ed interesse e, allo stesso tempo, la sua particolare inclinazione ad ascoltare gli altri e fare sempre del bene.

Tutte doti delle quali Anna non aveva mai potuto beneficiare ma che, naturalmente, la principessa non poteva fare a meno di ammirare e stimare più di qualsiasi altra cosa.

E a giudicare dalle parole di quei giovani sconosciuti, non doveva essere la sola a pensarla in questo modo.

<< Uffa, quanto ci vuole ancora?! >> esclamò uno di loro, l'unica ragazza del gruppo << Voglio vedere la regina Elsa, non ho più la forza di aspettare. >>

<< Gretel, abbi ancora un po' di pazienza. >> l'ammonì uno dei suoi amici, sorridendole con fare divertito << Vedrai che ne varrà sicuramente la pena, sarà una visione a dir poco celestiale. >>

<< Credete che ci sarà anche sua sorella, la principessa Anna? >> domandò un terzo di loro, con voce non troppo entusiastica.

Gretel si morse il labbro e fece una smorfia.

<< Immagino di sì, dal momento che è sua sorella. >> rispose in tono asciutto << Non che la cosa mi interessi particolarmente, comunque: non credo che la principessa sia tanto interessante quanto la regina Elsa. >>

Anna si sentì improvvisamente raggelare il sangue nelle vene.

Non tanto interessante quanto la regina... Che diavolo significava?

<< Sì, secondo me ha ragione Gretel. >> aggiunse il secondo ragazzo << La principessa Anna non è poi così interessante, non è neanche un'erede al trono! Dai pochi ritratti che ho visto ha un'aria abbastanza carina, ma sembra così goffa e poco aggraziata... Niente a che vedere con la regina Elsa. >>

<< E poi, pensateci bene. >> fece eco un quarto ragazzo, in tono lievemente saccente << Sappiamo tutti che la regina Elsa trascorreva gran parte del suo tempo chiusa dentro al castello per studiare e prepararsi a diventare una sovrana perfetta, ma cosa sappiamo di Anna? Non so voi, ma io non ho mai sentito parlare di lei se non in rare occasioni e – comunque – mai senza sentir allo stesso modo parlare di Elsa. >>

Anna si morse il labbro inferiore per trattenere le lacrime e rimase semplicemente lì, in mezzo alla folla, come paralizzata; solo pochi secondi dopo si decise finalmente a nascondersi dietro ad un angolo, restando comunque abbastanza vicina ai quattro ragazzi così da poter ascoltare ancora le loro discussioni.

<< Erik ha ragione, se a palazzo e nei dintorni non si sente mai parlare della principessa significa che nessuno la ritiene sufficientemente interessante. Non credete anche voi? >>

<< Sì, sono d'accordo con Tom. >> disse ancora Gretel << Vi ho già detto come la penso, personalmente voglio solo vedere la regina e assistere alla sua incoronazione. Non mi importa di sua sorella, che ci sia o non ci sia per me è esattamente la stessa cosa. >>

<< Sempre che si presenti veramente. >> la interruppe Erik, con una lieve punta di malignità << Chissà, magari anche lei è talmente consapevole del fascino di sua sorella e preferisce non mostrarsi insieme a lei, per non rischiare di passare in secondo piano. >>

<< E riesci anche a biasimarla? >> rilanciò Tom << Probabilmente la poverina vive all'ombra della sorella da tutta una vita, dover assistere persino alla sua incoronazione potrebbe essere un duro colpo per la sua autostima. >>

<< Già, poverina: In fin dei conti, è solamente una ruota di scorta. >>

I quattro scoppiarono a ridere e si allontanarono in mezzo alla folla, continuando a chiacchierare sommessamente fra di loro. Anna, invece, era ancora lì: immobile e inerme nel suo nascondiglio, gli occhi pieni di lacrime e i pugni serrati con forza, i denti incisivi che affondavano duramente nel suo labbro inferiore come a voler contenere tutto il dolore.

Non voleva credere alle sue orecchie, non voleva pensare che qualcuno avesse davvero pronunciato simili affermazioni sul suo conto, eppure quelle parole continuavano a risuonare con insistenza nella sua testa, come una fastidiosa cantilena.

“ Non mi importa di sua sorella, che ci sia o non ci sia per me è esattamente la stessa cosa.”

Anna scappò via da tutta quell'ammasso di gente e corse di nuovo in direzione del castello, nascondendosi nei giardini, là dove non poteva essere vista e disturbata da nessuno. Si accovacciò su di un piccolo legno a dondolo - suo tipo rifugio - e si raggomitolò su se stessa, stringendosi le ginocchia al petto e abbracciandole mentre le lacrime iniziavano a scendere a fiotti.

Una ruota di scorta...

Quei tizi pensavano che lei fosse solamente una ruota di scorta.

Non che, pensò Anna fra sé e sé, qualcuno potesse realmente biasimarli: in fin dei conti, avevano semplicemente detto le cose come stavano. L'unica erede al trono era Elsa, questo era fin troppo ovvio, e nessuno nel regno aveva mai mostrato troppo interesse per le sorti della più piccola, impacciata e fastidiosa principessa Anna.

Anna sapeva che il suo destino non era quello di essere come sua sorella Elsa, non lo sarebbe mai stato.

Non lo era mai stato, neanche quando erano piccole: sin dalla più tenera infanzia, Elsa era sempre stata la preferita di tutti, la più bella e intelligente, la migliore in tutto, la sola luce degli occhi dell'intero castello; Elsa era la studentessa diligente, la cavallerizza elegante, la scrittrice raffinata e Anna era semplicemente... Anna.

Anna la confusionaria, Anna la pasticciona, Anna l'eterna bambina piena di gioia e molto spesso troppo fuori luogo, Anna troppo poco sicura di sé da pensare di poter essere anche solo in parte all'altezza della sorella.

Lo aveva sentito dire fin troppe volte a palazzo e aveva sempre vissuto con questa tremenda consapevolezza, dunque come poteva pretendere che in città non avrebbero pensato la stessa, identica cosa sul suo conto? Come poteva anche solamente pensare di competere con Elsa?

Anna sospirò profondamente e risollevò lentamente il capo, asciugandosi le lacrime e cercando di rimettersi in sesto. Non c'erano poi molte cose che potesse fare, per dimenticare quelle parole: per chiunque in paese, non solo per quei quattro ragazzi chiacchieroni, dopo l'incoronazione di Elsa lei sarebbe stata solamente un'inutile, superflua ruota di scorta.

<< Una ruota di scorta. >> ripeté a mezza voce la fanciulla, ancora in mezzo alle lacrime << Io sono solo una ruota di scorta. >>

Anna sbuffò pesantemente e poi fece segno di no con la testa, rialzandosi in piedi con fare combattivo.

No... No, lei non avrebbe mai accettato di essere solamente una ruota di scorta.

D'accordo, probabilmente avevano ragione quei ragazzi a dire che Elsa sarebbe sempre stata la sola ed unica regina e che lei non avrebbe mai avuto l'opportunità di regnare, ma questo non significava certo che in vita sua non avrebbe mai avuto l'occasione di combinare qualcosa di buono. Magari non sarebbe diventata sovrana, ma questo significava forse che la sua vita non sarebbe stata degna di essere vissuta?

<< No, certo che no! >> si rispose ad alta voce, battendo con forza un piede sul legno del dondolo e mettendosi ad ondeggiare su di esso, con fare danzante << Non permetterò a nessuno di sminuire la mia importanza, neanche a tutte quelle persone là fuori! Per loro sono soltanto un bottone di scorta, di quelli da usare nel caso in cui uno di quelli in uso vada perduto... Ma se devo essere un bottone, per quale motivo non posso essere un bottone come tutti gli altri? >>

Si guardò rapidamente dall'alto in basso, soffermandosi per qualche secondo sulla gonna del suo abito e storcendo il naso nel vedere che era già completamente sgualcita. La principessa fece una smorfia.

<< D'accordo, capisco che cosa volevano dire quei tizi la fuori. >> disse ancora, proseguendo il proprio monologo << Non sono minimamente aggraziata e non sono elegante come mia sorella, probabilmente se entrambe fossimo due bottoni lei sarebbe adornata di gemme e io un semplice bottone di cuoio... Ma anche questo bottone di cuoio ha il diritto ad un suo posto nel firmamento, dico bene? Anche questo bottone ha il diritto di volare! No, un attimo... I bottoni non volano, questo non ha alcun senso. >>

Si accasciò nuovamente sul dondolo e accavallò le gambe, incrociando le braccia al petto e mettendo su una specie di broncio pensieroso.

Non le importava di quello che gli altri pensavano di lei, quanto meno aveva deciso che non le sarebbe più importato da quel momento in poi: sì, forse la vita era stata un tantino ingiusta con lei e per tutti questi anni non aveva fatto altro che vivere all'ombra di sua sorella Elsa, ma ben presto le cose sarebbero cambiate.

Ben presto, Anna avrebbe dimostrato a tutti di essere molto più di una semplice ruota di scorta.

<< Un giorno troverò la mia strada. >> mormorò in tono combattivo << Magari non sarà adesso, ma prima o poi la troverò: dimostrerò al mondo intero di che pasta sono fatta, dimostrerò di essere assolutamente all'altezza di Elsa... Anzi, no.. Chissene importa di Elsa! >>

Balzò nuovamente in piedi e alzò lo sguardo in direzione dell'ala superiore del castello, dove si trovava la camera da letto di Elsa. Guardò la finestra con aria di sfida, quasi a voler mandare un messaggio minaccioso a sua sorella.

<< Presto non avrò più bisogno di te, Elsa, né della tua ombra. >> sentenziò << Un giorno farò parte di qualcosa di speciale, qualcosa che sarà solo mio... Qualcosa che tu non potrai mai toccare. Non sarò più sola e ben presto qualcuno scoprirà il mio vero valore, scoprirà che posso essere molto più di quello che sembro e che posso esistere persino – e soprattutto – a prescindere di te. >>

Si posò una mano sul cuore, con fare solenne, poi chiuse gli occhi e sospirò profondamente.

Adesso era solamente la secondogenita, la principessa dimenticata e ignorata da tutti, un semplice bottone di riserva da tenere nascosto in tasca fino a dimenticarne completamente l'esistenza; Elsa era ancora la sorella maggiore, la più bella, intelligente e sofisticata, ma questo non avrebbe più costituito un problema per Anna, non da quel momento in poi.

Non adesso che, finalmente, Anna aveva trovato dentro di sé il coraggio di essere se stessa e di uscire per sempre dall'ombra di sua sorella maggiore.

<< Forse non sono così speciale come sei tu, Elsa. >> disse ancora Anna, rivolgendosi più a se stessa per incoraggiarsi piuttosto che a sua sorella per rimproverarla << Forse non ho un particolare talento, forse non sono così intelligente e così... Beh, come sei tu. Ma sai una cosa, sorellina? Io ho molto di più. >>

Portò anche l'altra mano sul proprio petto e sospirò profondamente, ritornando – finalmente – a sorridere con soddisfazione.

<< Io ho così tante emozioni qui dentro, da togliere il fiato a chiunque. E se davvero sono in grado di provare così tanti sentimenti tutti assieme... Beh probabilmente non sono poi così male come ho sempre pensato. >>

In quel momento, quasi a voler rispondere a quel soliloquio, una rapida folata di vento scompigliò i capelli di Anna e la costrinse ad aprire nuovamente gli occhi, facendole quasi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Anna vacillò per qualche istante e poi si rimise in piedi, sistemandosi i capelli alla bell'e meglio e scoppiando a ridere di gusto, per la prima volta in vita sua divertita e non imbarazzata da quella sua tipica goffaggine.

In fin dei conti, sapeva di non doverlo più fare.

Non doveva vergognarsi di essere così diversa da sua sorella, né di essere solo la principessa chiassosa, impulsiva e pasticciona che non sarebbe mai diventata regina; sapeva di non doverlo fare, perché un giorno anche lei avrebbe trovato la sua strada e niente e nessuno, neanche sua sorella Elsa, avrebbe mai potuto metterle i bastoni fra le ruote.

Anna sorrise fra sé e sé, con fare compiaciuto.

Certo, probabilmente non sarebbe mai diventata lei l'erede al trono, ma che importava?

In ogni caso, non avrebbe mai più permesso a nessuno di farla sentire solamente una ruota di scorta.






N.d.A:   Era da un po' che non scrivevo su "Frozen" e mi rendo conto di scrivere sempre di Anna... Ma che posso farci? E' un anno che ho visto il film e un anno che Anna è diventata la mia principessa preferita, probabilmente anche per il fatto che mi rivedo così tanto in lei. E' stato proprio questo ad avermi portata a scrivere questa one shot, basandomi molto sulla canzone tagliata che, a mio parere, rispecchia alla perfezione i sentimenti e la personalità di Anna.
Ovviamente ho cercato di pensare a una trama diversa e lievemente distaccata dal film che conosciamo, ma credo che i sentimenti di Anna nei confronti di Elsa non siano mutati così tanto da versione a versione e anche se in "Frozen" nessuno mette realmente in dubbio il valore e l'importanza di Anna, io credo che sotto sotto lei si senta tremendamente inferiore a Elsa, o quanto meno che una parte di lei pensi di non essere alla sua altezza.
Ci tenevo a scrivere questa storia, perchè... Beh, perché voglio tanto bene ad Anna e volevo darle un po' di riscatto, visto che non molte persone sembrano apprezzarla appieno.
E poi, anche perchè volevo mandare un messaggio d'incoraggiamento anche a me e a chi, come Anna, ogni tanto si sente un po' una specie di "ruota di scorta".
  
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