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Autore: Night Sins    23/12/2014    2 recensioni
[SPOILER] 6x06
Missing Moment.
Uno se ne va, un altro sta per arrivare. Neal e Peter scendono a patti con la loro nuova vita, perché non si può avere tutto, nemmeno bevendo un cappuccino tra le nuvole.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Personaggi: Peter Burke,  Neal Caffrey
Rating: G
Genere: malinconico, introspettivo
Avvertimenti: missing moment, oneshot
Timeline/Spoiler: 6x06 prima "dell'epilogo"
Conteggio Parole: 1203 (W)
Prompt: canzone, "I miss you" dei Blink 182, missing moment, per il pacchetto Amore Finito del concorso di MART1 sul forum

Disclaimer: (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: Volevo scrivere qualcosa di angst, ma devo essere geneticamente predisposta a non riuscirci. Sono però soddisfatta di quello che ne è venuto fuori.

 

 

Hello there, the angel from my nightmare
The shadow in the background of the morgue
The unsuspecting victim of darkness in the valley
We can live like Jack and Sally if we want
Where you can always find me

 

 
Il  sole che spunta dalle nuvole ti sveglia; apri gli occhi senza fretta, non sei morso dall’ansia di vedere i suoi deboli raggi riverberare da ogni angolo della torre di ferro più famosa del mondo. È uno spettacolo che in un’altra occasione ti avrebbe tolto il fiato, ma ora come ora il peso che senti nel petto non ha niente a che vedere con la bellezza davanti a te.

Due anni fa eri su un aereo come quello, diretto verso mete esotiche dove nessuno ti avrebbe trovato, non doveva farlo – e invece ci era riuscito. Ora stai per atterrare nella capitale più romantica del mondo, quella dove saresti dovuto andare con Kate. Kate, di cui ora porti il cognome per un ironico segno del destino, quando Moz ti aveva procurato una falsa identità a prova di controlli, e il tipo ti aveva consegnato quei documenti dove, accanto alla tua faccia, si leggeva Vincent Moreau. Il nome che riunisce in sé le cause principali che ti hanno condotto dove ti trovi.

Ci pensi, per un attimo, a come sarebbe stata la tua vita se Adler non avesse deciso di rapire Kate per farti scappare di prigione. Non saresti mai stato il C.I. di Peter, non avresti avuto modo di conoscerlo e farti conoscere come invece è stato. Non avresti mai avuto una famiglia degna di questo nome.

È stato bello finché è durato, ma ora l’unica persona che ti ha sempre trovato non ti troverà più. Non si dà la caccia ai morti, e poi c’è una nuova vita che sta per prendere il tuo posto nella sua. Sei emozionato per lui; riesci a vederlo alle prese con un figlio. Non ora, con pannolini da cambiare e pappe da preparare, ma tra qualche anno, quando il piccolo Burke inizierà a correre da una parte all’altra della casa, tirando la coda a Satchmo e rifiutandosi di vestirsi per andare a scuola. Durante i weekend lo porterà al parco, una palla da baseball in una mano e una mazza in quell’altra, e gli insegnerà a lanciare e colpire come un campione. Sarà il padre migliore del mondo, ha avuto quattro anni con te per allenarsi, e ti sei dato da fare per non rendergli le cose semplici.

L’aereo tocca terra e tu sospiri, non avrai mai modo di vedere quella scena con i tuoi occhi. Forse nei tuoi sogni, una volta che sarai riuscito a smetterla di abbassare le palpebre e vedere Peter in obitorio, distrutto dalle lacrime. Ovviamente lui non ti ha visto; o forse sì, ma avrà pensato fosse solo un’illusione, un’ombra creata dalla sua mente per non permetterti quest’ultima vittoria. Non si lascerà andare oltre quel momento di debolezza – si sarà sbarazzato di quel dolore lì, assieme alle lacrime – non potrebbe mai abbandonare Elizabeth e suo figlio.

È questo pensiero che riesce a tenerti in piedi, la testa alta e il vecchio sorriso da truffatore sulle labbra mentre ti cali il cappello sulla testa e scendi le scalette, pronto a conquistare anche quella città, ancora una volta.

 

 

Where are you and I'm so sorry
I cannot sleep I cannot dream tonight
I need somebody and always
This sick strange darkness
Comes creeping on so haunting every time
And as I stared I counted
Webs from all the spiders
Catching things and eating their insides
Like indecision to call you
and hear your voice of treason
Will you come home and stop this pain tonight

 
El sta dormendo, ma tu non sei accanto a lei; al tuo posto una nota veloce per non farla preoccupare se dovesse svegliarsi. Non conti di stare fuori tutta la notte, ma non sai cosa può accadere.

Credevi di avere tutto sotto controllo, di poter fare affidamento su alcune basilari certezze nella tua vita, e invece pochi giorni fa hai avuto la prova più lampante di come le cose possano cambiare – il tempo di un bang. Ancora non riesci a crederci, la sera prima brindavi a quei cappuccini tra le nuvole che gli avevi rinfacciato quattro anni fa e il giorno dopo... il giorno dopo ti è stato sbattuto in faccia, con una violenza inaudita, che avevi ragione. Le persone come te non ottengono quello che vogliono solo mostrando un bel sorriso, devono lottare con le unghie e con i denti per il loro meritato pezzo di pane.

Questo però non è giusto, tu hai lottato quattro anni per lui; per portarlo sulla buona strada usando le sue capacità per il bene, mostrandogli che poteva continuare a sfruttare il suo talento in altri modi; per tenerlo lontano da persone come Keller. Hai lottato così tanto, hai perso così tanto – Hughes si è dovuto dimettere perché ti ha aiutato, non se lo meritava. Eppure è stato tutto inutile. Senti di nuovo le lacrime premere per uscire e devi accostare la macchina, non sei in grado di guidare così. Abbandoni la fronte contro le mani intrecciate sul volante e lasci che scendano libere, non c’è motivo adesso per cui tu debba trattenerti.

“Mi dispiace. Mi dispiace, Neal...”

 

Non hai idea di quanto tempo sia passato quando torni ad accorgerti che esiste un mondo attorno a te, non solo l’oscurità data dall’ombra del grande albero sotto al quale ti sei fermato. La prima cosa di cui prendi coscienza sono le parole della canzone che sta passando ora alla radio.

Stop this pain tonight
Oh, se solo fosse possibile. Non è vero?

Ma ci vorrà tempo, lo sai, e quel dolore sordo che ti prende ogni volta che vedi la foto che El ha incorniciato in salotto o qualsiasi minima cosa che te lo ricorda, non andrà mai via del tutto.

Don't waste your time on me you're already
The voice inside my head (I miss you, I miss you)
 
Sei sempre riuscito a pensare come lui, a capire quello che aveva in mente e dove sarebbe andato, a volte anche il perché contorto delle sue azioni, il suo voler fare del bene usando i mezzi sbagliati. È sempre stato chiaro, come se potessi sentirlo raccontare, orgoglioso, i suoi piani. Ora però è diverso, lo vedi attorno a te; un riflesso nella finestra alle tue spalle, un’ombra all’angolo dell’occhio, una ventata più forte che ti porta a voltarti... e l’illusione è sparita. Nessun borsalino direttamente dagli anni cinquanta a sovrastare dei vivaci occhi azzurri attende il tuo sguardo. Nessun sorriso canzonatorio ti dice di rilassarti, che tutto andrà bene. E lo senti, mentre il cantante ripete quelle tre parole, il vuoto dentro di te martellante come il mal di testa. Quanto desidereresti adesso che una mano dalla tua destra si allungasse per cambiare stazione.

Non ti facevo così sentimentale, Peter!

Andiamo, non è più il momento di piangersi addosso.

Elizabeth è incinta e tu l’hai lasciata da sola nel cuore della notte?

Che razza di esempio darai a tuo figlio?

Ti volti, non puoi fare altro, e Neal è lì che ti sorride mentre si cala il cappello sugli occhi. Addio, Peter.

“Arrivederci, Neal.”
   
 
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