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Autore: naley3gwain46    24/12/2014    3 recensioni
Dean è un giornalista di una grande metropoli, che per motivi familiari si è dovuto trasferire in una minuscola città dell'Inghilterra per fare da tutore al suo Fratellastro di 17 anni Arthur, quello che credeva fosse una tranquilla cittadina in realtà nasconde pericoli inaspettati ... drammi adolescenziali e mistero non mancheranno.. per non parlare dell'amore... perchè si sà le anime gemelle si ritrovano sempre ;) -Ti prego Arthur dimmi che non hai sul serio comprato un castello.- lo supplicò....
-Arthur lo guardava fisso e alla fine scoppiò a ridere, Dean Camelot è una leggenda, dovresti vedere la tua faccia, tranquillo non sono un completo idiota è un villino in una strada tranquilla vicino al tuo nuovo posto di lavoro e alla biblioteca – -E alla tua nuova scuola giusto?- chiese Dean retorico.
-Si signorina Rottermaier e alla mia nuova scuola- gli rispose prendendolo in giro. In quel preciso momento si materializzò davanti a loro un enorme cartello stradale con su scritto “Benvenuti a Greyhollow”. Dean alzò gli occhi al cielo e pensò che il nome almeno lo avevano azzeccato.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'it's a little small world'
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****regalo di natale***avevo rinunciato ma cosa non si fa per gli amici???*** nessuno mi appartiene non ci guadagno niente***
 
 
Le mani Arthur percorrono il suo corpo, ad un tratto si solleva su di lui e lo guarda fisso mentre Colin si perde nel blu di quell’oceano, poi Arthur gli sorride e il suo cuore salta un battito, la sua bocca scende a baciare il suo collo, per poi continuare sulle sue spalle e infine risalire fino al mento.  
Gli sussurra qualcosa in un orecchio.
 
-Svegliati..-
 
Colin non capisce, che cosa sta dicendo?
 
-Svegliati idiota!-
 
Perché Arthur gli sta parlando con la voce di Amy?
 
Aprì gli occhi stordito.
 
Amy era di fronte a lui a un palmo dal suo naso.
 
-Buongiorno!-
 
-Che diavolo Amy stavo dormendo…-
 
-lo so genio.. altrimenti non ti sarei venuta a svegliare non trovi?-gli rispose Amy con aria di superiorità.
 
-Sai che ore sono? Sai che giorno è oggi?-lo aggredì impaziente.
 
Si che lo sapeva purtroppo, Colin si tirò il lenzuolo fin sopra la testa con la mente ancora persa nel bellissimo sogno che stava facendo.
Si girò a pancia in giù per evitare che Amy notasse l’effetto che quel sogno aveva avuto su di lui.
 
-Puoi uscire per favore- chiese esasperato.
 
-No non posso.. me lo avevi promesso Colin..- Amy lo guardava accigliata teneva in mano due bicchieri di Starbucks, probabilmente aveva creduto potesse essere un incentivo, Colin infatti adorava il caffè ne andava matto, era l’unico alimento di cui probabilmente non avrebbe mai potuto fare a meno,dopo il latte e caffè la vita assume altre sfumature, ne era fermamente convinto.
 
-Il fatto che tu ti sia fatto pestare a sangue non ti esonera dalla tua promessa..- disse mentre sorseggiava il suo caffè ma non lo pensava veramente.
 
La sera precedente dopo essere tornato da casa di Arthur aveva chiamato Amy e gli aveva raccontato tutto quello che era accaduto o almeno la maggior parte. Lei si era preoccupata da morire e Colin ce l’aveva messa tutta per impedirle di precipitarsi da lui a controllare come stesse.
 
Era stanco e voleva solo andare a dormire, aveva evitato quindi in quel frangente di parlare del coinvolgimento di Arthur nell’intera faccenda, quello si che avrebbe spinto Amy a precipitarsi a casa sua in piena notte.
 
Ma adesso non aveva più scuse doveva sputare il rospo.
 
Amy  appoggiò il caffè che gli aveva preso da Starbucks sul comodino  mentre sempre con il suo bicchiere in mano si diresse decisa ad aprire le tende.
 
La luce illuminò la stanza e Colin si premette più forte il cuscino sopra la testa.
 
 Gli faceva male dappertutto e inoltre aveva dormito pochissimo.
 
Non solo era rimasto sveglio tutta la notte a pensare ad Arthur e a tutto il guaio in cui lui e suo zio erano stati coinvolti a causa di Sam, ma per quel poco tempo che aveva dormito, quel dannato ragazzo biondo aveva continuato a dargli il tormento infestando i suoi sogni.
 
-Allora sei ancora così vuoi muoverti?- lo spronò Amy con insistenza.
 
-Ho promesso al comitato del ballo che saremmo stati li per le 9 e siamo già in ritardo- continuò implacabile.
 
Colin si voltò e si alzò a sedere l’allarme sembrava cessato.
 
-Non credo di poter esserti tanto d aiuto in questo stato..- indicò con il dito la sua faccia e i suoi lividi.
 
-Perché non chiedi a rory…- provò a dire.
 
-Rory ha detto che non poteva –rispose amy secca. –Pensi che sia un mostro? Lo so che stai male Colin ho provato a chiederlo a quello stupido, non gli chiederò mai più niente, tu hai bisogno di qualcosa e lui, ti scarica per fare chissà cosa- continuò alterata.
 
Ahia, penso Colin, ora capiva da cosa dipendesse il malumore della sua amica anche se lei non l’avrebbe ammesso mai.
 
-Ha semplicemente detto che aveva un altro impegno, fa tanto il misterioso, come se a me fregasse qualcosa- aggiunse Amy.
 
Furbo penso Colin una scusa generica, anche se poi pensandoci sopra probabilmente aveva davvero qualcosa da fare, non avrebbe dato buca a Amy, da quando lo conosceva Rory  non aveva mai perso l’occasione di restare solo con Amy,quei due erano molto più che semplici amici l’uno per l’altro sarebbe stato evidente a chiunque, ma  entrambi si sarebbero fatti torturare piuttosto che ammetterlo, a volte erano davvero esasperanti.
 
-Anche io ho molti impegni in verità ..- disse Colin ridendo.
 
-Ti prego Colin vuoi vedermi supplicare?- esclamò Amy seria.
 
- Ok Ti supplico.. non ce la faccio da sola ad affrontare quelle iene.. me lo avevi promesso..devi solo venire non farai nulla te lo prometto.. avevi detto che saresti venuto.. Lo avevi detto-
Sembrava sul punto di scoppiare a piangere da un momento all’altro.
 
Le ragazze del comitato scolastico in effetti erano delle persone orribili e Amy le odiava tutte per come avevano trattavano Colin per tutti gli anni di superiori squadrandolo da capo a piedi, e lei non era riuscita a farne a meno, l’ultimo anno aveva dovuto entrarne a far parte anche lei e Colin gli aveva promesso che sarebbe stato al suo fianco, perché era quello che facevano sempre.
Si coprivano le spalle a vicenda, nel pacchetto originario di paladini della giustizia  era compreso anche un recalcitrante Rory, che avrebbe comunque seguito Amy anche all’inferno se solo glielo avesse chiesto.
 
E adesso il ballo era arrivato Rory non era con loro ma lui doveva fare la sua parte.
Lo aveva promesso no?
 
-Va bene va bene mi dai un minuto per farmi la doccia?- concluse arrendendosi .
 
-Oh grazie grazie grazie- esultò Amy e si getto su di lui stringendolo per abbracciarlo.
  
Colin urlò dal dolore
 
-Piano-Gridò
 
-Scusa scusa- disse Amy mortificata lasciandolo andare.
 
                                                                               
                                                                                     ****
Castiel stava guidando, era diretto alla biblioteca dove lavorava.
Gli alberi sfrecciavano ai lati della strada.
 
Era teso e terrorizzato.
 
Aveva paura come mai prima nella sua vita.
 
Un gruppo di criminali aveva  pestato a sangue suo nipote e minacciato di rifarlo se non gli dava quello che voleva ma lui non aveva idea di cosa volessero.
Lui non sapeva niente.
 
E per quanto l’intera faccenda fosse spaventosa si sentiva ancora più stupido perché era anche terrorizzato dal fatto di rimanere da solo in una stanza con Dean.
 
Aveva appuntamento con Dean.
Non che fosse un  vero appuntamento, pensò.
 
Dovevano vedersi per venire a capo di quello che stava accadendo.
Dean, Dean Winchester, disse a se stesso.
 
Sapere che quello sconosciuto con cui si era sentito cosi in sintonia fin da subito era in realtà il fratello di Sam, non sapeva perché non lo sorprese.
 
C’era una passione negli occhi di Dean che li rendeva cosi simili a quelli di Sam una forza vitale che li accomunava.’, un fuoco che li consumava.
 
Non che provasse per Sam le stesse cose che provava per Dean.
 
Bloccò di colpo i suoi pensieri, non provava proprio nulla per Dean.
 
Lui era impegnato.
 
Il fatto che si fosse fatto la barba e messo mezzo litro di profumo non voleva significare proprio nulla.
 
Dean lo agitava lo rendeva nervoso come nessun altro prima d’ora, in sua presenza si sentiva la testa leggera e vuota e l’unica cosa su cui riusciva concentrasi erano le sue labbra.
 
Perfino quando gli aveva raccontato di quello che aveva scoperto nei diari di Sam, della paura che gli fosse stato fatto del male per quello che aveva scoperto, trovava difficile smettere di notare quante lentiggini ci fossero sul suo viso e di come fossero perfettamente intonate alla sua pelle.
 
Scosse la testa come se quel gesto potesse cacciare definitivamente quei pensieri dalla sua testa.
 
Colin era in pericolo, tutti loro lo erano.
Questo doveva avere la priorità.
 
Se quei criminali erano convinti che lui sapesse qualcosa sarebbero tornati a cercarlo.
 
Andare alla polizia era stato il suo primo pensiero, ma Dean  credeva che in qualche modo fosse più sicuro non farne parola con nessuno, se quei tizi erano convinti che nel diario ci fossero delle risposte tanto valeva cercarle e vedere dove li avrebbero portati.
 
Voleva recarsi alla polizia con prove solide in modo che non avessero potuto mettere nessuna scusa come avevano fatto in passato.
 
Avevano il diario e analizzandolo insieme alla ricerche che Sam aveva lasciato in biblioteca avrebbero potuto venirne a capo, ne era sicuro.
 
Cas non sapeva cosa Dean si aspettasse da quella ricerca, forse un miracolo, forse di poter ritrovare suo fratello sano e salvo, guardava nei suoi occhi e li vedeva cosi pieni di speranza e non se l’era sentita di rischiare, se davvero c’era una possibilità.
 
Sentiva come se fosse suo dovere, sapeva che tutto quello che provava era sbagliato e ingiusto nei confronti di Ian, sapeva che avrebbe dovuto starsene anni luce alla larga da Dean, lasciar fare alla polizia, ma proprio non ci riusciva, e il fatto che fossero coinvolti in questa storia insieme sembrava proprio un gigantesco cosmico scherzo dell’universo, non aveva  scelta.
 
O meglio aveva una scelta ma aveva deciso di non fare nessuna scelta.
 
Avrebbe fatto di tutto per aiutare lui e Sam ormai lo sapeva, e a quanto pare sembrava fosse una cosa di famiglia , Colin e Arthur erano diventati amici e forse si sarebbero frequentati anche in futuro.
 
Perciò doveva tenere i suoi sentimenti per Dean ben sepolti, ragionare lucidamente per il bene di tutti concluse.
 
                                                             ****
Colin era agitato non aveva ancora trovato il coraggio di parlare a Amy di quello che era accaduto  la sera prima.
E quello che lo spaventava di più non era certo raccontare i dettagli dell’aggressione in se, ma di quello che era successo dopo.
Si vergognava tantissimo di quello che aveva fatto.
Mentre Amy stava sproloquiando su quanto Mickey Milkovich ed Ian Gallagher fossero perfetti l’uno per l’altro e su quanto vedere l’ultima puntata della quarta stagione di Shameless l avesse devastata,* Colin si bloccò di colpo di fronte l’ingresso della scuola e Amy gli andò a sbattere.
-Che diavolo ti prende?- gli chiese Amy
Colin si abbassò all’improvviso e si tirò dietro anche Amy, nascondendosi dietro il muretto che delimitava il confine della scuola.
-Sta giù-le ordinò spaventato.
-Chi hai visto quei tizi di ieri? Sono tornati?- chiese Amy con una nota di terrore nella voce.
-No-si affrettò a tranquillizzarla Colin-non è per quello c’è Arthur all’ ingresso vorrei evitare di incontralo- ammise imbarazzato.
-Sei pazzo Colin?- lo rimproverò Amy - mi hai fatto prendere un colpo ..Mi spieghi che diavolo ti prende? Sei strano, non che tu sia mai stato nella norma ma più strano del solito voglio dire.. all’inizio pensavo fosse per l’aggressione, che tu fossi in qualche stato di shock o che ti fossi rincretinito per le botte prese .. ma qualcosa mi dice che c’è dell’altro..- e così dicendo la si alzò dal muretto e guardò nel punto dove Colin aveva detto che si trovava Arthur.
All’improvviso la sua faccia assunse una strana espressione un misto tra stupore e collera insieme e si riabbassò in fretta dietro al muretto.
-Che succede Amy?- chiese Colin -che hai visto?- sembra che tu abbia visto un fantasma.
Amy aveva la nausea e le girava la testa, forse quello che aveva visto c’entrava in qualche modo col suo malessere improvviso, no non poteva essere pensò,doveva essere quel sushi che aveva mangiato la sera prima.
-Amy? Che succede?- chiese ancora Colin.
Erano ridicoli nascosti dietro quel muro a bisbigliare e stavano attirando l’attenzione dei compagni, eppure Amy si sentiva paralizzata da quello che aveva visto come se gli fosse appena stato fatto il peggior torto del mondo.
-R-Rory..ecco quello che aveva da fare..-accennò con un filo di voce e continuò -È insieme ad Arthur stanno chiacchierando e ridendo di gusto  con Gwen e Katie sembrano molto intimi..-
Mille domande si affollarono nella sua mente. Perché era con quelle tipe? Che ci faceva li a scuola ? Stava cercando lui? E perché era insieme a Rory.. che gli avesse già raccontato tutto?
Ma disse solo:
-Perché?- fu l’unica parola sensata che gli uscì dalla bocca, un gigantesco e enorme perché che riassumeva tutti i suoi dubbi.
-Perché ? perché? Quelle botte ti hanno proprio rincoglionito amico mio secondo te perché? Domani c’è il ballo e sicuramente quel deficiente del tuo amico avrà pensato di servirsi di Arthur per rimorchiare qualche sgallettata. Tra tutte le ragazze della scuola proprio quelle del comitato, quelle che odio di più al mondo doveva scegliere. Me lo farà apposta o si diverte solo a farmi i dispetti.. c’era anche lui ha visto come ti hanno trattato per 5 anni.. quello che ti hanno fatto ..quello che ci hanno fatto?? Cosa deve avere nel cervello segatura ecco cosa.. voglio spaccargli il naso per quello che ti sta facendo.. Colin.. Colin ci sei?-
Amy lo chiamò ma lui era lontano anni luce avrebbe voluto urlargli di smetterla di fare la bambina e di ammettere di essere gelosa marcia ma era troppo preso dai sui pensieri .
Perché Arthur avrebbe dovuto invitare una di quelle ragazze se a lui non interessavano le ragazze? Non capiva forse era li solo per accompagnare Rory si disse, ma non ci credeva aveva paura, aveva paura che quello che aveva fatto aveva cambiato irrimediabilmente le cose.
-Colin- lo chiamò di nuovo Amy mi ascolti?
-si il ballo scolastico? –ripete cercando di sembrare attento.
-Si il ballo tu mi preoccupi seriamente sicuro di non aver un trauma cranico o qualcosa del genere?-chiese Amy sarcastica.
-Arthur andrà al ballo con una di quelle due ragazze secondo te?-
-E’ probabile lo sanno tutti che Gwen ha una cotta per lui da quando è arrivato – disse Amy convinta.
-Amy c’è qualcosa che devo dirti ma prima entriamo a scuola- disse Colin con tono serio.
-E promettimi che  non darai di matto- continuò ma senza speranza.
Amy lo guardò curiosa domandandosi cosa ci fosse di cosi importante che necessitasse di tutta quella segretezza, insomma più importante di due energumeni sconosciuti che ti pestano a sangue, si chiese sorpresa da quando le loro vite aveva assunto quella strana piega da libro giallo, ma poi disse tranquilla con il suo solito tono di voce canzonatorio– Mi sorprendi Colin sai che sono la persona più ragionevole di questo mondo- gli fece l’occhiolino mentre si alzavano.
Arthur e Rory erano spariti cosi come le ragazze.
Entrarono nell’atrio dirigendosi alla palestra ma all’improvviso Colin trascino Amy nel bagno delle ragazze.
Colin guardò sotto le porte e quando fu sicuro che non ci fosse nessuno a portata di orecchio si decise a parlare.
-Ricorda che me l’hai promesso-disse serio.
-Ok ok sputa il rospo- disse Amy in fretta stava morendo di curiosità.
Colin ispirò profondamente e poi finalmente parlò:
-Arthur mi ha  baciato-
E finalmente divenne reale.
                                                   
                                                             ****
La pioggia aveva iniziato a scendere.
Nonostante la giornata fosse iniziata col sole, il tempo all’improvviso aveva deciso di cambiare umore e ora dei grossi goccioloni di pioggia cadevano sull’auto di Dean e il tergicristalli faticava a tenerli a bada.
La pioggia ticchettava in quella maniera incessante e terribilmente fastidiosa, che ti poteva trapanare il cervello fino a farti impazzire pensava Dean ed alzò il volume della radio, assurdo che qualche pseudo guru ritenesse quel rumore rilassante a lui faceva solo saltare i nervi.
E i suoi nervi non avevano bisogno di essere messi ulteriormente alla prova.
Si trovava proprio in un bel casino.
E oltretutto aveva coinvolto altra gente insieme a lui.
Castiel e suo nipote Colin si trovavano invischiati in quella faccenda e lui non aveva fatto niente per tenerli fuori  anzi aveva pregato Cas di fare a modo suo.
In qualunque guaio suo fratello si fosse cacciato era pericoloso,molto pericoloso, quelle persone che avevano picchiato Colin non scherzavano di certo.
Doveva venirne a capo trovare solide prove, suo fratello poteva essere chissà dove forse era prigioniero, ma se lo era, perché non aveva semplicemente dato a quegli uomini ciò che volevano, perché mettere in pericolo Colin o Castiel, non era affatto un comportamento da Sam.
A meno che qualunque cosa questi tizi volessero non era in mano di Sam.
 Mentre continuava a farsi domande a cui non trovava risposte entrò nel vialetto della biblioteca.
La pioggia continuava a cadere incessante.
Spense l’auto e in quell’istante l auto di Cas entrò nel vialetto.
Cas parcheggiò la sua auto di fianco a quella di Dean il parcheggio era vuoto non c’era nessuno.
Dean guardò dal finestrino era impaziente di avere delle risposte quindi fece cenno a Castiel di uscire.
Uscirono entrambi sotto la pioggia.
Nessuno dei due aveva con se l’ombrello, quindi prima di arrivare sotto il portico dell’ingresso erano entrambi bagnati fino alle ossa.
Cas aprì il portone con le sue chiavi e si infilarono dentro.
-Odio questo dannato posto c’era il sole un attimo fa- protestò Dean.
-Benvenuto in Inghilterra!- rispose Cas sorridendo.
E togliendosi la giacca.
Per un attimo Dean si distrasse dimenticandosi di tutto.
Sam,quei tizi, il diario, il suo capo, divenne tutto un enorme macchia indistinta e offuscata.
Cas di fronte a lui con i capelli bagnati e scompigliati che gli sorrideva e lo guardava con quegli occhi blu.
La pioggia gli aveva incollato anche  il maglione  addosso.
No decisamente quella visione non l’aiutava a concentrarsi su quello che doveva fare.
A fatica distolse lo sguardo.
-Ho acceso il condizionatore.. tra poco si dovrebbe stare meglio..se vuoi di la ho dei vestiti che uso in caso di emergenza.. tipo questa.. –rise-
-se volevi che mi spogliassi bastava chiederlo- scherzò sarcastico.
Ma non era tanto convinto fosse uno scherzo, probabilmente una parte di lui non stava aspettando altro.
Castiel era una sorta di calamita per Dean.
Fare finta di niente non era proprio servito, la loro strategia di fare come se nulla fosse accaduto tra di loro non era servita proprio a niente ammise a se stesso.
Anche adesso nonostante quello che era accaduto e i pericoli che correvano, la tensione tra loro scorreva palpabile.
Una sorta di corrente elettrica, un energia instabile, bastava una piccola scintilla e si sarebbe verificato un bel corto circuito e addio buoni propositi.
Perciò disse -No grazie sto bene così- e  si concentrò sul diario di Sammy quello che aveva trovato.
Aveva ormai capito che era quello che i tipi che avevano aggredito Colin stavano cercando.
Cosi lui e Cas si misero ad analizzarlo da capo a fondo.
Insieme a tutte le ricerche che Sam aveva fatto e che aveva lasciato in archivio in biblioteca dove passava le ore a lavorare.
Cas ricostruì tutte le ricerche di Sam e spiegò a Dean che Sam stava lavorando a una ricerca su un arma, un antica spada.
-Cas non mi starai dicendo che mio fratello ha trovato la fottuta Excalibur?- sbottò all’improvviso Dean.
-Andiamo Dean non fare lo stupido, Excalibur è una leggenda che viene dal mito, ma come tutti sappiamo, ogni mito e ogni leggenda nasce da una storia vera, solo ingigantita e abbellita per l’occasione, quella che al giorno d’oggi  Colin ed Amy definirebbero una fan-fiction-tento di spiegargli.
-fan ..che?- chiese Dean cadendo dalle nuvole.
-lasciamo stare, da quello che ho capito, studiando la storia della casata del padre di Arthur, tuo fratello è risalito fino a un suo avo, un centurione romano, questo centurione possedeva una spada, una semplice spada da soldato, ma pare che il popolo dei druidi, come segno di riconoscenza, poiché il centurione aveva risparmiato i loro villaggi andando contro i suoi stessi ordini, abbia donato a questo centurione svariate pietre, pietre preziose Dean, che il soldato ha fatto incastonare nella sua spada, ora dice che il soldato è morto in battaglia, ma che la spada è stata regalata alla sua sposa… beh tuo fratello ha fatto le sue ricerche,e per fartela breve.. ha scoperto che il soldato aveva risparmiato il popolo druido perché si era innamorato di una di loro e che l’aveva sposata, aveva sposato una donna druida e indovina…-concluse Cas.
-cosa?-disse Dean impaziente.
-Si è sempre creduto che la spada fosse andata  perduta che la sua ubicazione fosse impossibile da trovare, perché come tutti sanno i druidi bruciavano i loro cari, ma tuo fratello fa l’ipotesi che il soldato essendo romano avesse seppellito la sua sposa e non l’avesse data alle fiamme, afferma di aver trovato questa tomba ed è fermamente convinto che questa spada dall’incommensurabile valore storico e per di più incastonata con pietre preziose si trovi in quella tomba, qui il suo diario si blocca purtroppo …
Sai quanto può valere sul mercato nero o per un collezionista?-domandò Cas.
-..non lo so ma tiro a indovinare molti soldi? Cosi tanti da arrivare a minacciare la vita di un ragazzo?-concluse per lui Dean.
-probabilmente tuo fratello si è rifiutato di dirgli dov’era, e questi tizi sono venuti a cercare il diario, ma come facevano a sapere del diario?-chiese Cas.
-forse lo osservavano.. lo sorvegliavano…oppure..-ipotizzò Dean e si bloccò a meta strada spaventato dal suo stesso pensiero.
-pensi che lo abbiano costretto a parlare?..pensi che lo tengano legato e che lo stiano torturando da qualche parte?-domandò Cas leggendogli nella mente come spesso sapeva fare.
-e in tutto questo tempo lui non abbia mai ceduto..cristo santo Cas è solo una fottuta spada arrugginita-Protestò Dean.
-ti stai sbagliando Dean ..per Sam è il lavoro di una vita..il frutto di una ricerca in cui ha investito tutto se stesso.. ha passato ore, giorni mesi interi tra questi scaffali..a cercare delle risposte io c ero l ho visto-ammise Cas solenne.
-Andiamo Cas non può essere più importante della sua vita stessa..–insistette Dean.
-Conosci tuo fratello sai se può essere testardo e irragionevole la metà di quanto lo sei tu.. hai la tua risposta-Castiel lo fissò dritto negli occhi e Dean non ribattè più nulla sapeva la risposta a quella domanda senza bisogno di sentirla.
-Comunque su questo diario non c’è un fottuto indizio penso sia parecchio inutile non capisco perché quei tizi…-
In quel momento Dean starnutì in maniera cosi potente che l’eco si estese per tutta la libreria.
-dovresti toglierti proprio quei vestiti ora-si preoccupò Cas.
-Forse hai ragione- ammise Dean sopra pensiero mentre continuava a leggere il diario in cerca di qualcosa che gli era sfuggito si tolse la maglietta.
-Non intendevo cosi qui..c’è.. c’è una stanza di là e..- lo rimproverò Cas imbarazzato.
-Non preoccuparti fa abbastanza caldo adesso-disse Dean che ancora teneva gli occhi sui fogli.
-no..non è per quello lo sai..-balbettò Cas.
A quel punto Dean alzò gli occhi dai fogli.
-Già beh non è nulla che tu non abbia già visto..Cosa c’è … forse questo a qualche effetto particolare su di te-disse malizioso avvicinandosi pericolosamente a Cas.
 
-Non è divertente Dean-Lo rimproverò Cas cercando di distogliere lo sguardo dal suo torace.
All’improvviso un ondata di rabbia pervase Dean e lo inondo da capo a piedi, non sapeva da dove venisse fuori sapeva solo che era arrabbiato e ce l’aveva a morte con Cas.
-Non è divertente non è divertente-iniziò sarcastico facendogli il verso sembri un disco rotto Cas- …pensi che sia divertente invece vederti andare in giro con quei capelli scompigliati e quegli occhi..-lo tirò verso di se.
 Cas lo fissava negli occhi, perso, sorpreso da quel ondata di rabbia, dal repentino cambio di umore di Dean che continuò- pendi sempre dalle labbra di quell’ emerito stronzo che neanche sa che esisti?-
Cas fu sorpreso da quella brutale onesta.
Non sapeva cosa fare si limitava a fissarlo impotente mentre Dean continuava come un fiume in piena:
- Tu non hai idea dell effetto che quel maglione ridicolo, incollato addosso al tuo torace ha su di me vero?-
Prese il suo volto tra le mani.
-Dean..- esclamò Cas in quella che forze voleva essere una protesta ma suonò più come una supplica.
-Io io  ..Ian..-provò a dire a formulare qualche pensierò coerente ma ogni protesta morì quando Dean incollò le labbra alle sue.
Ed era già troppo tardi.
Erano già avvinghiati l’uno all’altro, labbra contro labbra, pelle contro pelle come se fossero nati per quello.
Il corto circuito era in atto e l’intero sistema era saltato.
Totale black out.
Un rumore peròall’improvviso li fece sobbalzare.
Si staccarono all’improvviso.
Stavano bussando alla porta.
Dei colpi frenetici chiunque fosse doveva avere molta fretta ma non era orario di visita.
Chi diavolo poteva essere?
Si domandarono con lo sguardo guardandosi interrogativi.
Avevano paura  a parlare e se fossero stati quei tipi che tornavano armati magari stavolta.
Un brivido di paura attraversò la schiena di entrambi.
Dean spostò Cas di lato.
E si diresse verso la porta.
Aveva con se una pistola, l’aveva presa dalla vecchia collezione del padre di Arthur da quando Colin era stato aggredito.
Quando Cas la vide la paura divenne terrore puro ma non osò parlare.
Dean portò la mano alla pistola che teneva dietro la schiena.
E aprì piano la porta.
Quello che vide sulla soglia lo paralizzò.
Era Sam.
 Se ne stava li in piedi di fronte a lui con lo sguardo spaventato con gli occhi che saettavano a destra e a sinistra.
 Era bagnato fradicio come un pulcino,ricoperto di tagli e di lividi.
Ma Vivo.


*shameless è uno show televisivo la gallavich mickey milkovich + ian gallagher=OTP






***non lo so forse l'intero antefatto storico è un po raffazonato e poco credibile sicuramente poco storico ho evitato di mettere date e nomi per evitare ricerche che prometto farò se mai scriverò un libro.. spero sia cario boh divertente per qualsiasi lamento o perplessita o insulto commentate e buon natale xoxo voglio un colin morgan vi prego regalatemelo ciao***
  
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