Capitolo 1.
Il cecchino
La donna stava accucciata dietro una ringhiera. Una nemesi l'aveva
appena colpita e aveva perso i suoi scudi. Ancora ansimante, si
avvicino al suo pilone logistico e lanciò una granata in mezzo
ai nemici, così da stordirli. Poi prese la mira e sparò
tre colpi con il suo fidato Black Widow. Aveva ucciso la nemesi che
l'aveva colpita e due truppe d'assalto. Quando si riposizionò
in copertura, una phantom saltò su e le si avvicino
pericolosamente.
“Aiuto, phantom!” urlò.
Le veniva il panico quando i nemici
le si arrivavano appresso, perché non sapeva come
comportarsi.
Di solito scappava e si posizionava da qualche parte
per colpire, però rischiava di finire ammazza da altri.
Il
suo compagno drell arrivò in un istante, catapultandosi sulla
phantom.
Il soldato N7 lo ringraziò e ritornò dal
suo pilone.
Londra era una mappa insidiosa, pochi posti erano
buoni, quella che viene chiamata affettuosamente terrazza e la zona
esattamente opposta dietro a un cassone.
Erano già un po'
di giorni che stavano lì, perciò i nemici cominciavano
a essere agguerriti.
Gli altri compagni erano in giro per la
mappa e spesso finivano ammazzati, perciò ora raggiunsero il
cecchino per proteggersi le spalle.
Il demolitore controllava
quelli di sotto, gli altri chiunque fosse salito dalle scale.
Le
prime missioni erano andate piuttosto bene, avevano dovuto portare
dei pacchi al punto di raccolta e accompagnare un drone.
Non
mancava molto alla prossima missione, nel frattempo cercavano di
sopravvivere.
L'ottavo giorno era sempre il più difficile,
tantissimi nemici ben organizzati che hanno il solo scopo di
eliminare quattro persone, sole contro intere orde.
Il cecchino
manteneva la sua posizione, mentre gli altri, piano piano, si
sparpagliarono per la mappa. A un certo punto, il drell venne
istantaneamente ferito gravemente da una phantom particolarmente
agile, la cui testa saltò dopo neanche un secondo. Il cecchino
non aveva fatto in tempo a salvare l'amico in tempo. La hurricane del
caduto gli aveva tolto parecchi scudi, ma non aveva fatto in tempo a
nuocergli in modo significativo.
Tirò un pugno a vuoto e
cercò gli altri con lo sguardo. Erano separati e circondati da
truppe.
“Venite qui da me!” disse mentre mozzava
qualche altra testa.
“Se ci riuscissimo volentieri!”
rispose il soldato batarian.
“Attento batarian, hai un
dragoon addosso!” cercò di dire l'altra, la furia N7.
Il demolitore aveva conosciuto la furia durante una delle
missioni e da allora non se n'era più separata. Avevano
partecipato allo stesso programma, ma avevano specializzazioni
completamente diverse.
Una doveva stare lontano dal nemico,
l'altra in mezzo.
Comunque erano entrambi decisamente forti da
superare missioni di tale livello.
La furia rimaneva ferita poco
spesso, grazie alla sua capacità di rinnovare gli scudi
colpendo il nemico, però quello era un momento critico. Un
centurione lanciò una granata fumogena, mentre altri sparavano
a raffica nella nebbia.
Il cecchino provò a salvare l'amica
tirando tutte e sette le granate di fila. La furia riuscì a
salvarsi da quel primo assalto, ma cadde ferita alla base della
scalinata.
L'altra, che aveva già preso un'altra granata,
corse a soccorrerla, e lanciò la mina, folgorando i nemici in
avvicinamento.
“Grazie mille” disse la furia, che
tornò in mezzo al nemico per ricaricare gli scudi.
Il
batarian, intanto, aveva fatto una strage, ma era in procinto di
essere sopraffatto. Così il cecchino fornì supporto
dall'alto e uccise qualche phantom che stava puntando l'amico.
Il
batarian era lento, però era un molto resistente. Il suo
attacco in mischia era uno dei più potenti, anche se il più
lento. Non aveva molti problemi con le phantom, di solito, perché
le distruggeva con il fucile ad arpioni kishock, ma se erano troppe
gli era impossibile fuggire.
Improvvisamente, due dragoon gli
furono addosso e, a causa di un colpo di nemesi, venne ferito. Subito
si avvicinò una truppa per giustiziarlo, ma il cecchino compì
il suo lavoro. Era riuscita a guadagnare il tempo necessario per far
sì che la furia arrivasse a salvarlo.
Il cecchino, poi, si
mise a eliminare guardiani, la sua preda preferita e decisamente
ambita. Se il drell fosse stato in piedi, si sarebbe caricato su ogni
guardiano, rischiando così la propria vita.
Finalmente,
dopo un ultimo sforzo, distrussero l'ultimo centurione, che si era
nascosto tristemente dietro a una panchina. Andarono a recuperare il
drell e lo curarono, così che potesse combattere anche il
giorno dopo.
Era il nono giorno e paradossalmente passò
meglio del precedente.
Il cecchino si ritrovò ferito un
paio di volte, perché aveva avuto la malsana idea di andare a
salvare gli altri in mezzo alla piazza.
Si era divertita a mozzare
teste ed era piena di adrenalina. Nonostante non fosse un personaggio
da prima linea, era completamente assorbita dal compito e si sentiva
carica quanto gli altri.
Stare distante dalla mischia le piaceva,
perché era abbastanza deboluccia di scudi. Stare coperta a
colpire dall'alto era l'ideale. Inoltre aveva il supporto delle
granate folgoranti, che sparava a raffica contro i gruppi di nemici
prima di finirli del tutto con il fucile di precisione.
Arrivò
quindi il decimo giorno, durante il quale dovevano compiere l'ultima
missione.
Ricevettero un messaggio dalla centrale.
I
trasmettitori remoti sono stati compromessi. Devi riaccenderli.
Porca
miseria, la missione più difficile.
Il cecchino mantenne la
sua posizione, controllando chi sarebbe andato ad attivare i
dispositivi.
Il batarian era il più resistente, perciò
ci pensò lui.
Gli altri, intanto, gli stavano appresso per
proteggerlo.
Il primo era dietro un cassone, per fortuna in un
posto abbastanza coperto, quindi ce la fecero senza intoppi.
Il
secondo era proprio dall'altra parte, vicino al luogo di sbarco. Lì
si erano radunati dei nemici, che ora stavano avanzando inesorabili.
Il Black Widow mozzava teste, ma non era sufficiente.
Perciò
la squadra fu costretta ad arretrare e ad aspettare che gli altri si
avvicinassero, in modo da avere poi lo spiazzo libero.
Dopo
un'ora, riuscirono a trovare un buco per infilarsi e andare
dall'altra parte. Attivarono il dispositivo, ma vennero circondati.
Il batarian cercò di mantenere la linea, insieme alla furia,
ma rimasero feriti. Il drell riuscì a tirar su solo il
batarian, prima di dover fuggire catapultandosi su un nemico lontano
per non morire. La furia venne giustiziata in pochi istanti,
calpestata da un centurione.
Il batarian imprecò e
raggiunse il drell, che si stava già occupando del terzo
obiettivo. Ma quest'ultimo venne sorpreso alle spalle da una
torretta, piazzata da un'ingegnere. Il cecchino la distrusse con
qualche colpo di Black Widow e il batarian potè aiutare
l'amico, per poi andare dal dispositivo.
Infine il quarto era in
mezzo alla piazzetta, dove si erano raggruppati tutti i nemici.
Il
batarian e il drell cercarono di attirarli lontano. Il cecchino così
dovette scendere dalla sua posizione e tentò di andare
dall'obiettivo. Appena arrivato, posizionò il pilone, che
offriva un po' di scudi, e cominciò l'ultima parte della
missione. Ma i soldati nella retroguardia si accorsero di lei e
cominciarono a spararle. Venne ferita e il drell venne in suo
soccorso. Arrivò anche il batarian, a completare la missione.
Riuscì a mala pena ad attivare l'ultimo dispositivo, quando
una phantom lo ferì gravemente, facendolo cadere.
Erano
rimasti solo il drell e il cecchino ad eliminare i nemici rimasti e
ad arrivare a fine giornata.
Ritornarono nel passaggio
sopraelevato e ripiazzarono il pilone. Il drell uccideva quelli che
si avvicinavano, mentre il cecchino decapitava quelli che li
colpivano da lontano.
Dopo qualche ora e con molta fatica,
riuscirono a concludere l'impresa.
Il giorno dopo, verso
mezzogiorno arrivò la navetta, che riuscì a recuperare
tutti fortunatamente.
Il cecchino, alla fine, aveva vomitato
granate e gli altri avevano sparato nella mischia.
La navetta
arrivò al momento giusto, portando in salvo la squadra, che
aveva completato la missione.
Elena era contenta,
perché anche questa partita era andata bene.
“Bene,
non ci avrei scommesso di essere arrivati alla fine!” disse chi
giocava con il drell.
“Si, mamma mia! Ma com'è che un
oro era così difficile?” intervenne Elena.
“Perché
io ho preso un personaggio scarso!” rispose lui.
Tutti
risero e lo presero in giro bonariamente per dieci minuti.
“Ora
devo andare” riprese Elena. “Ci vediamo dopo o domani,
dipende”
“Ok, alla prossima”
“Ciao!”
“Buona
giornata”
Elena chiuse il gioco e spense il computer,
aveva fame e la cena era pronta.
Le piaceva inventare storie sui
personaggi del multiplayer, perché erano molto vari.
Si
trascinò in cucina e mangiò in silenzio, come solito.
ANGOLO AUTRICE
Eccomi!
Finalmente dopo tanto tempo sono tornata con il primo capitolo.
Scusate l'attesa, ma avevo perso l'ispirazione, poi M_Tay mi ha
aiutato a ritrovarla eheh.
Beh, spero che non ci siano errori e
che non sia scritta da cani.
Tornerò in seguito con un
altro capitolo, spero eheh.
Ho definito le ondate come giornate, e
quando uno muore a fine ondata è come se fosse ferito
gravemente e può essere curato solo a fine giornata, cioè
ondata, quando non ci sono più nemici intorno.
Allora buona
lettura e vi prego di segnalare eventuali errori.
Adioss.