Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Taliesin NicoMak    24/12/2014    3 recensioni
Ehm, bella domanda, l'introduzione. Piccola (relativamente) oneshot, ambientata all'epoca della fondazione di Konoha (in cui Izuna per motivi di licenza poetica è ancora vivo), per festeggiare insieme il compleanno di Madara. Vi lascio un piccolo estratto che spero possa incuriosirvi. E' la mia prima storia di Naruto, mi auguro che vi piaccia.
******************************************************
******************************************************
"-Allora, avete capito? Il soggetto non dovrà accorgersi di nulla fino al momento stabilito, soprattutto perché dopo … sarà troppo tardi- L’euforico Uchiha spiegò per l’ennesima volta il piano che aveva ordito quella stessa notte ai due cretini ai due Senju di fronte a sé.
-Cosa dobbiamo fare, capo?- chiese il capoclan Senju, scherzosamente sull’attenti, all’Uchiha.
-Questo piano diventa più ridicolo ogni secondo che passa. Me ne vado!- disse invece Tobirama, allontanandosi lungo la strada principale, ancora deserta, del villaggio che avevano appena costruito.
-TOBIRAMA! Torna subito qui!- sbraitò l’Uchiha, furioso.
-Che ti strilli, cornacchia? Hai forse intenzione di riaccendere il conflitto per disturbo continuo alla quiete pubblica? Hai una minima idea di che ore siano?- domandò ancora più seccato Tobirama, ormai rassegnato all’idea di aver perso irrimediabilmente quelle poche ore di riposo che venivano concesse loro in occasione delle feste invernali."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hashirama Senju, Izuna Uchiha, Madara Uchiha, Mito Uzumaki, Tobirama Senju
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NATALE AL VILLAGGIO DELLA FOGLIA

 

 

NATALE AL VILLAGGIO DELLA FOGLIA

 

-Allora, avete capito? Il soggetto non dovrà accorgersi di nulla fino al momento stabilito, soprattutto perché dopo … sarà troppo tardi- L’euforico Uchiha spiegò per l’ennesima volta il piano che aveva ordito quella stessa notte ai due cretini ai due Senju di fronte a sé.

-Cosa dobbiamo fare, capo?- chiese il maggiore dei fratelli Senju, scherzosamente sull’attenti, all’Uchiha.

-Questo piano diventa più ridicolo ogni secondo che passa. Mi chiedo perché non me ne sia già andato- borbottò, invece, il minore dei due, un uomo quasi sulla trentina con corti capelli argentati che contornavano un viso spigoloso caratterizzato da tre profonde cicatrici ancora fresche. Fu zittito da un’occhiataccia dell’Uchiha che, però, esortò l’altro a continuare.

-Anzi, me ne vado! Cavatevela da soli con questa pagliacciata, babbei!- disse infatti l’albino, allontanandosi lungo la strada principale, ancora deserta, del villaggio che avevano appena costruito.

-TOBIRAMA! Torna subito qui!- sbraitò l’Uchiha, furioso.

-Che ti strilli, cornacchia? Hai forse intenzione di riaccendere il conflitto per disturbo continuo alla quiete pubblica? Hai una minima idea di che ore siano?- domandò ancora più seccato Tobirama, ormai rassegnato all’idea di aver perso irrimediabilmente quelle poche ore di riposo che venivano concesse loro in occasione delle feste invernali.

-Le cinque del mattino, ma non per questo lascerò che vi dileguiate. Comunque, il piano è questo: Tobirama, noi ci dobbiamo ultimare i preparativi per l’ "operazione x", mentre tu, Hashirama, ti occuperai di distrarre il soggetto tutto il tempo necessario. Deve rimanere fuori dai piedi almeno per tutta la mattinata, chiaro?- domandò il minore dei tre con un’espressione tale da bloccare sul nascere qualsivoglia tentativo di protesta da parte dei due malcapitati, Tobirama in primis.

-Va bene, Uchiha- disse questi a denti stretti, come se quel semplice cognome potesse contenere tutti gli insulti che in questo momento affollavano la mente dell’albino.

-Il piano mi pare buono, c’è solo un piccolo dettaglio che non mi quadra- disse, invece, Hashirama, tra lo spaventato e il perplesso, mettendosi una mano dietro la nuca in un gesto di agitazione.

-Quale?- domandò il moro, con uno sguardo che non aveva nulla da invidiare a quello di suo fratello tanto era spaventoso, come pensò Hashirama.

-Esattamente, cosa dovrei fare per distrarlo? Sai bene che non è stupido e la missione è ardua, anche e soprattutto per me- disse infatti il Senju.

L’Uchiha sospirò; ma perché quella mattina aveva deciso di affidarsi proprio a loro? Non poteva trovare qualcun altro? Chiunque: uno Yamanaka, un Nara, un Inuzuka, uno Hyuga, no uno Hyuga no, ma perché proprio quei Senju?

-Non ti preoccupare, ho pensato anche a quello- … anche perché dovresti essere l’Hokage, non è che ti sto chiedendo la luna …-In ogni caso passa tra qualche ora a casa mia.

-E poi dicono che della famiglia sia tuo fratello quello malvagio. Si vede che non hanno visto te: se lui è malvagio, allora tu sei veramente diabolico, Izuna-

Commentò Hashirama, annuendo all’ordine e notando divertito il leggero ghigno malefico che si era dipinto sul volto del ventiquattrenne Uchiha all’idea di ciò che avrebbe combinato al fratello solo poche ore dopo.

 

****************************************

 

-MADARA! Svegliati!- disse il piccolo Uchiha con un sorriso da gatto mentre svegliava urlando e faceva venire un infarto, complice il sonno leggerissimo, al fratello, ancora sommerso dalla pesante coperta.

-Che è?! Izuna, che è successo? Perché strilli in quel modo?- domandò Madara preoccupatissimo, dopo essersi ripreso dal brusco risveglio.

-Come, che è successo? Non ti ricordi più nemmeno che giorno è oggi?- disse il più piccolo, saltellando come un bambino intorno al letto del fratello in attesa che decidesse di alzarsi.

-No, che giorno è?- chiese il fratello, finalmente tranquillizzato, trattenendo uno sbadiglio e strofinandosi gli occhi ancora assonnato, mentre si alzava alla ricerca di qualcosa di più consono da indossare al posto del caldo pigiama blu.

-È il 24 Dicembre, il tuo compleanno, nii-san! Dobbiamo festeggiare!- disse Izuna, euforico, ignorando il fatto che anche quell’anno suo fratello si fosse dimenticato il proprio compleanno.

“E tu mi hai fatto prendere un colpo solo per una simile stupidaggine?” avrebbe voluto rispondere Madara, ma siccome si trattava del suo amato fratello si addolcì un po’.

-Solo questo? Allora me ne posso tornare a dormire- disse, fingendo di ricoricarsi- Buonanotte-

-Nii-san!!- lo richiamò Izuna, in un rituale che, constatò l’Uchiha più piccolo, ormai mettevano in pratica da anni. Madara fingeva puntualmente di dimenticarsi il proprio compleanno e Izuna lo rimproverava, perfettamente conscio che lo facesse apposta, perché invece i suoi, di compleanni, se li ricordava benissimo.

-E va bene, piccola peste, cosa ti va di fare oggi?- chiese Madara, con l’ormai consona divisa da capoclan Uchiha, munita come sempre di porta-shuriken e kunai. “Le vecchie abitudini sono difficili da sradicare” pensò il fratello, amaramente.

-Non lo so, dopotutto oggi è anche la Vigilia di Natale- disse Izuna, pensieroso, consapevole di avere appena lasciato cadere la bomba; suo fratello odiava il Natale, poiché non amava molto la compagnia e tutti quei festeggiamenti, le decorazioni e l’aria di forzato buonismo che caratterizzavano quella festa lo rendevano perennemente insofferente.

-E … quindi?- domandò Madara, cercando di capire dove l’altro volesse andare a parare.

-Quindi vorrei che, per una volta, tu mi facessi un regalo.

-E perché mai dovrei farlo?- domandò il maggiore, inarcando un sopracciglio.

-Perché saresti capace di scatenare la fine del mondo per il tuo amato fratellino, quindi, visto che non chiedo tanto, non ti costa nulla farmi un regalo- disse, anzi sentenziò Izuna, con un’argomentazione degna dei migliori sofisti. Ma fu quando iniziò a guardarlo con quello sguardo cui nessun fratello maggiore può resistere che Madara capì di essere inevitabilmente fregato.

-Splendido, allora preparati che ho già chiesto ad Hashirama di accompagnarti e sarà qui a momenti- disse Izuna con un sorriso a 32 denti.

-E va bene, piaga. Un momento, perché il Senju deve venire con me?

-Perché dovete fare anche la spesa per il cenone ed un paio di braccia in più fanno sempre comodo, no?- spiegò Izuna mentre il fratello tratteneva a stento un sospiro disperato e  guardava il suo letto come chiedendosi chi glielo avesse fatto fare quella mattina di abbandonarlo per tutte quelle scocciature. Oltretutto stava facendo un sogno bellissimo prima che Izuna gli riservasse quel brusco risveglio.

-Ehi, Madara, ci sei? Hai sentito quello che ti ho detto?- domandò il più piccolo, sistemandosi meglio la coda bassa, l’unico elemento che da sempre lo distingueva da lui.

-Regalo, spesa, Senju, si, ho capito, non ti preoccupare. Piuttosto, quando arriva l’idiota?- domandò Madara, utilizzando l’affettuoso epiteto con cui da anni soleva chiamare il suo migliore, se non unico, amico.

-Dovrebbe arrivare a momenti. Comunque, tu sai che fai, comincia ad avviarti verso l’entrata del nostro quartiere, così vi incontrate a metà strada.

-E tu che farai nel frattempo?

-Te l’ho detto, è la Vigilia di Natale. Chi si mette a dare anche solo una parvenza di spirito natalizio a questa casa se non rimango qua? Tu? Inoltre ti ricordo che abbiamo solo quattordici ore per montare e decorare l’albero- si lamentò implicitamente il ventiquattrenne, ricordando al fratello il fatto che fossero anni che faceva puntualmente sparire l’albero di Natale per evitare di farlo.

-Ehm, dove hai detto che è Hashirama?- domandò Madara, tra il divertito e il colpevole- Si è fatto tardi, io esco. Ciao!- e si dileguò dopo aver dato un piccolo bacetto sulla fronte del fratellino, fintamente offeso.

-Sempre lo stesso, appena inizio a parlare di addobbi e decorazioni fuggi come un ladro. Meglio così, però, così posso attuare il mio piano. Te lo sei già scordato, stupido Senju?- chiese Izuna guardando metaforicamente alle proprie spalle, dove era appena spuntato Tobirama.

-No, ma ti ho già detto che tutto ciò non mi piace per niente.

 

****************************************

 

-È proprio una bella giornata, non è vero, Madara?- domandò Hashirama, come sempre iperattivo, all’amico, che invece non vedeva l’ora di andarsene. Si erano incontrati a metà strada come aveva suggerito Izuna e adesso stavano passeggiando tranquillamente nella via principale del villaggio, che stava finalmente iniziando a svegliarsi.

-Mi spieghi come fai ad avere sempre tutta questa energia in qualunque situazione?- domandò l’Uchiha, sbadigliando silenziosamente.

-E me lo chiedi? Ma non vedi che bel sole, che bella luce che c’è? Le botteghe stanno aprendo, i fornai stanno iniziando a sistemare il pane da vendere … non percepisci la vita che inizia a scorrere in questo villaggio?- domandò il Senju con il suo solito sguardo di allegria e sicurezza contagiante, voltandosi verso l’amico e allargando le braccia come per indicare quanto appena detto.

-Solo tu puoi vedere tutte queste cose all’alba di una giornata grigia quando tutte le persone hanno l’aria di voler fare tutto tranne essere qua- commentò, invece, l’Uchiha, facendo deprimere il Senju, ma in fondo sorridendo contento di avere un amico come lui, perché riusciva sempre in un modo o nell’altro a dissipare le nuvole di oscurità che opprimevano il suo cuore da anni.   

Il vederlo tanto entusiasta gli ricordò la prima volta in cui Hashirama parlò del loro sogno. Erano poco più che bambini, ma già avevano idee molto chiare su ciò che avrebbero voluto fare. Istintivamente si voltò verso la montagna alle loro spalle, dove tutto era cominciato. All'epoca si divertivano molto a salire in cima per fantasticare o definire i dettagli del villaggio che avrebbero voluto costruire. Erano passati così tanti anni ormai, quasi stentava ancora a credere che ce l’avessero fatta sul serio …

-Sono 5 ryo, signore- la dura voce dell’anziano panettiere lo riscosse bruscamente dai suoi pensieri.

-Scusi, mi ero distratto un attimo. Tenga- gli porse il dovuto, mentre il primo Hokage l’osservava incuriosito.

-A cosa pensavi? Non è da te intronarti all’improvviso- disse infatti, con il solito sorriso perennemente stampato in volto.

-Pensavo al villaggio, mi sembra ancora così strano che siamo riusciti a costruirlo.

-Perché dovrebbe essere strano? Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta, no?- disse Hashirama, senza dargli il tempo di replicare- Il tuo problema è che sei troppo diffidente, non ti fidi mai abbastanza di quello che ti dico e, come se non bastasse, sei troppo impulsivo, vuoi tutto e subito, senza fermarti mai a riflettere su una strada leggermente più lunga.

-Avete finito di farmi la predica, sensei? Vi ricordo che abbiamo ancora una lista chilometrica da seguire- lo prese in giro Madara, ma il Senju aveva altro a cui pensare in quel momento invece di ascoltarlo e, appena l’Uchiha se ne accorse, decise di mollargli un bello scappellotto per punizione.

-Ahia, perché mi hai colpito?- l’immagine di quella domanda posta con un tono tanto infantile unita ai due lacrimoni che minacciavano di uscire dagli occhi del Senju probabilmente avrebbe intenerito chiunque, ma non lui.

-Perché invece di fare il cascamorto con quell’Uzumaki sarebbe preferibile se portassi anche tu un paio di buste- e gliele mollò in mano, facendolo cadere a faccia a terra dal peso. L’Uzumaki in questione rise e si avvicinò ai due ninja.

-Buongiorno Mito, anche tu a fare spese?- domandò gentilmente Madara, aiutando l’amico a riprendere almeno una parvenza di decenza davanti alla kunoichi.

-Si, anche se è solo il primo anno che sono qui a Konoha non voglio certo sfigurare. Voi, invece?- domandò lei, accennando con un gesto del capo alle buste da cui stava lentamente riemergendo Hashirama.

-Izuna mi ha praticamente costretto a comprare qualcosa per Natale e ha chiesto al qui presente idiota –si voltò verso Hashirama- di aiutarmi, o meglio, controllare che facessi sul serio quanto chiesto.

-Possibile che proprio non ce la fai a stare almeno un minuto senza insultarmi?

-Non lo faccio apposta, è che con te gli insulti mi vengono spontanei- rispose, senza scomporsi, l’Uchiha, facendo nuovamente deprimere il Senju. Mito rise a quella scena, le erano sempre stati simpatici quei due, anche se non aveva mai capito come facessero ad essere amici. Erano, letteralmente, uno l’opposto dell’altro.

-Va bene, non vi disturbo oltre, vi lascio alle vostre spese- disse la donna dai capelli rossi come il sangue che tutti e tre avevano da sempre visto e versato sui campi di battaglia.

-No, non te ne andare!- la pregò Hashirama, attaccandosi alla manica della donna come un bambino che prega la mamma di comprargli il suo giocattolo preferito.

-Non disturbi, se vuoi puoi rimanere con noi. Almeno avrò qualcuno che mi aiuti a tenere a bada questo caso patologico- le disse l’Uchiha, rimettendo al suo posto il “caso patologico”. Avevano già dato abbastanza spettacolo, visto che erano ancora in mezzo alla strada, non c’era bisogno di aggiungerne altro.

-Ti ringrazio, molto volentieri. Siete simpatici voi due- accordò Mito, unendosi alla strana compagnia.

-Non è giusto, se te lo dice lui va tutto bene, mentre se te lo chiedo io mi cacci- si lamentò Hashirama, ancora in fase bambino dell’asilo.

-Lei è straniera, non scema. Comunque, hai intenzione di dare spettacolo ancora per molto, oppure possiamo passare alla tappa successiva?- domandò Madara, iniziando a dirigersi verso il negozio d’armi.

-Dove stai andando, Madara?- domandò Mito, fermandolo proprio all’ingresso del piccolo negozio in pietra in stile medievale dalla cui entrata si intravedevano i più vari assortimenti di katane e kunai del villaggio.

-Mio fratello mi ha praticamente ordinato di comprargli un regalo- rispose lui, facendo segno all’uomo dietro il bancone che avrebbe dovuto pazientare qualche minuto.

-E tu gli vorresti comprare un’arma? Proprio ora che la guerra è finita?- gli chiese in tono accusatorio, salutando il commesso e prendendo entrambi gli uomini per una manica per potarli in un negozio che aveva scoperto da poco.

-Se vuoi fargli un vero regalo di Natale, prova ad entrare qua dentro- non era chissà che cosa, anche se sempre meglio di quel che aveva scelto lui, era un semplice negozietto di regali e addobbi sul corso principale, molto accogliente, pitturato con colori caldi e decorato con delle luci rosse e gialle ad intermittenza. Non c’è bisogno di dire con quanto entusiasmo la commessa accolse simili clienti.

-Cercate qualcosa? Un addobbo, delle luci, o magari un regalino per la vostra fidanzata?- chiese infatti contenta la commessa, una donna giovane con gli occhiali che coprivano dei profondi occhi neri come i capelli lasciati lisci sulla schiena. A quell’ultimo accenno Hashirama arrossì leggermente, guardando Mito che però era distratta da alcune decorazioni, a rispondere invece fu, ovviamente, Madara.

-Fortunatamente non ho di questi legami e, ad ogni modo, ritengo che questi non siano affari che la riguardano. Cercavo piuttosto un regalo per mio fratello. Ha per caso qualcosa che si possa adattare anche ad un ninja?- “tra tutte queste cianfrusaglie” finì nella sua mente.

-Certo, aspettate un momento- disse la commessa, dirigendosi nel retro del negozio lasciando soli i clienti.

-Allora, hai visto forse qualcosa di carino da regalare ad Izuna?- domandò Hashirama, ormai ripresosi dalla fase depressivo-infantile, ma l’altro scosse la testa.

-Perché non gli regali questo kit di addobbi per l’albero di Natale? Così lo fai contento, soprattutto perché prometterai anche di non obbligarmi ogni anno a riciclare le vostre decorazioni con la scusa che se l’era prese il gatto del Daimyo.

-Che cosa?? Davvero hai fatto una cosa del genere?- Mito era sempre più curiosa. Doveva uscire di più con quei due, si disse.

-Che c’entra? Quello glielo dicevo quando aveva sei anni, ora non ci crede più, purtroppo- spiegò, pensando un attimo ai bei vecchi tempi in cui era uno scherzo ingannare quella piccola peste.

-Ecco qua- nel frattempo era tornata la commessa, che avendo sentito il discorso aveva portato direttamente quanto nominato- Sono 25 ryo.

-A lei- Madara prese il pacco, ringraziando la commessa, che auguro a tutti e tre buone feste, e dirigendosi insieme agli altri verso l’uscita.

-Dunque, ricapitoliamo: la spesa l’abbiamo fatta –guardò le buste ai piedi di Hashirama- e con quella ci può mangiare pure l’intero clan. Il regalo per Izuna c’è e con esso le decorazioni per quello stupido albero. Manca qualcosa?

-No, mi sembra di no. Perciò adesso fate i bravi gentiluomini e aiutate questa povera signorina a portare le buste fino a casa- disse Mito con un bel sorriso sulle labbra fini, sicura che entrambi avrebbero accettato senza fare troppe storie. Soprattutto, perché non ne avevano ancora visto il numero …

 

****************************************

 

Praticamente tutto il trasloco avevano dovuto farle! E quello stupido di Hashirama aveva anche avuto il coraggio di dirgli: “Ma quante cose potrà aver mai comprato una bella signorina che vive da sola?”. A proposito, chissà dove si sarà cacciato? Non lo vedeva più da quando avevano lasciato la casa di Mito. Sospirò, adesso gli toccava portare anche le sue di buste. La prossima volta, si disse, col cavolo che si faceva coinvolgere in una simile stupidaggine. Per lui, poteva anche morire quella stupida festa.

Sperò di avere ancora una mano libera per prendere le chiavi di casa. Di certo, non poteva entrare sfondandola. Izuna in tal caso sarebbe stato capacissimo di fargli persino imparare l’arte del legno pur di rimediare. Strano che non ci fosse nessuno dentro, persino le luci erano spente. Che fosse successo qualcosa? Molto improbabile, Izuna era un ninja e in ogni caso se fosse entrato qualcuno glielo avrebbe detto. Si avvicinò al tavolo della cucina e posò le pesanti buste, massaggiando leggermente le mani indolenzite e i solchi rossastri che i manici di plastica avevano lasciato sui polsi bianchi. Casa sua sembrava ancora più vuota e solitaria di quanto non fosse già con tutto quel buio, perciò si avvicinò all’interruttore.

-Buon Compleanno, niisan!!- gridò Izuna abbracciandolo all’improvviso e facendogli prendere il secondo infarto di quella giornata. Per un attimo si chiese se tutto ciò non fosse solo un complotto per liberarsi di lui.

-Ehi, piano, che mi fai cadere- si lamentò il maggiore, fingendo di volersi scollare dal fratello in tutti i modi. Non era poi così finzione, perché stringeva talmente forte che se non l’avesse mollato l’avrebbe soffocato.

-E allora? Cadi, mica succede qualcosa, al massimo ti rialzi- sembrava che quel giorno quei due si fossero messi d’accordo anche sul fargli le prediche.

-Va bene, ma lasciami almeno raggiungere l’interruttore- a luci accese…

-Sorpresa!!- riuniti intorno al tavolo della cucina c’erano tutte le persone cui voleva più bene: suo fratello, Hashirama, Mito e il fratello antipatico di Hashirama. Era talmente sbigottito che non gli diede neanche fastidio la presenza di tutti quei Senju in casa sua. Al soffitto c’era un grande striscione con scritto: “Buon Compleanno Madara”, mentre sul tavolo era posata la sua torta preferita, nonostante fosse leggermente bruciacchiata.

-È … bellissimo- era tutto così bello che, se non fosse stato lui, avrebbe pianto tanto era felice. In un attimo sembrò che tutto il malumore delle ore precedenti fosse svanito. Non aveva mai ricevuto una festa così bella, anzi, a pensarci bene, visto i tempi di guerra che correvano quando era piccolo, non aveva proprio mai ricevuto una festa -Grazie.

-Madara che ci ringrazia, questo si che è una cosa assurda- scherzò Hashirama.

-Forza, vieni, che non ci siamo sforzati tanto per vederti stare tutta la sera imbambolato qui- lo incalzò Izuna, mettendogli in testa il tipico cappello di Natale- Anche perché devi ancora fare l’albero, no?- continuò, ma il maggiore era ancora troppo preso dalla felicità del momento per badare a ciò che diceva.

-Ti sta bene il cappellino- commentò Mito- Buon Compleanno, Madara –fu l’ultima cosa che sentì prima che il suo cervello andasse definitivamente in cortocircuito al contatto delle sue labbra fini con la propria guancia fredda.

-Non pensavo fossi così disgustosamente sentimentale Uchiha, si vede che i tuoi trent’anni di vecchiaia ti hanno rimbambito per bene- lo sfottè Tobirama, vendicandosi ancora del suo riposo rubato, ma l’Uchiha si limitò a sorridere.

-Buon Natale, amici miei, con tutto il cuore- detto ciò, iniziò a tagliare la torta.

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice

 

Buon Natale a tutti, amici di questo fandom. Sono anni che seguo appassionatamente Naruto perciò, visto che questa è la mia prima storia su questo manga spero che sia venuta bene. Ci tenevo tanto a postare proprio oggi, visto che, oltre ad essere la vigilia di Natale, è anche il compleanno di Madara, perciò la storia è ambientata un anno dopo la fondazione di Konoha. Forse i personaggi possono sembrare un po' OOC, però sapete com'è, è Natale, magari lo spirito natalizio è riuscito ad addolcirli un po'. Se non si fosse capito, comunque, il piano di Izuna è quello di riuscire ad organizzare una festa di compleanno/Natale senza che il fratello tenti di sabotare tutto come suo solito. Comunque, nonostante queste note siano assolutamente senza senso, spero che questo mio esperimento possa piacervi e, se avete qualcosa da dirmi, qualsiasi cosa (una critica, un aiuto, ...), non vi fate problemi, io sono sempre qua e mi piacerebbe molto poter imparare da voi. Ho ancora tanto da migliorare.

Non mi viene in mente nient'altro, perciò Buon Natale a tutti voi e spero di risentirvi. A presto, ciao!

 

P.S. vi lascio quest'immagine come ultimo regalino:

 

Buon Natale da Madara

-Allora, avete capito? Il soggetto non dovrà accorgersi di nulla fino al momento stabilito, soprattutto perché dopo … sarà troppo tardi- l’euforico Uchiha spiegò per l’ennesima volta il piano che aveva ordito quella stessa notte ai due cretini ai due Senju di fronte a sé.

 -Cosa dobbiamo fare, capo?- chiese il maggiore dei fratelli Senju, scherzosamente sull’attenti, all’Uchiha.

 -Questo piano diventa più ridicolo ogni secondo che passa. Mi chiedo perché non me ne sia già andato- borbottò, invece, il minore dei due, un uomo quasi sulla trentina con corti capelli argentati che contornavano un viso spigoloso caratterizzato da tre profonde cicatrici ancora fresche. Fu zittito da un’occhiataccia dell’Uchiha che, però, esortò l’altro a continuare.

-Anzi, me ne vado! Cavatevela da soli con questa pagliacciata, babbei!- disse infatti l’albino, allontanandosi lungo la strada principale, ancora deserta, del villaggio che avevano appena costruito.

-TOBIRAMA! Torna subito qui!- sbraitò l’Uchiha, furioso.

-Che ti strilli, cornacchia? Hai forse intenzione di riaccendere il conflitto per disturbo continuo alla quiete pubblica? Hai una minima idea di che ore siano?- domandò ancora più seccato Tobirama, ormai rassegnato all’idea di aver perso irrimediabilmente quelle poche ore di riposo che venivano concesse loro in occasione delle feste invernali.

-Le cinque del mattino, ma non per questo lascerò che vi dileguiate. Comunque, il piano è questo: Tobirama, noi ci dobbiamo ultimare i preparativi per l’ "operazione x", mentre tu, Hashirama, ti occuperai di distrarre il soggetto tutto il tempo necessario. Deve rimanere fuori dai piedi almeno per tutta la mattinata, chiaro?- domandò il minore dei tre con un’espressione tale da bloccare sul nascere qualsivoglia tentativo di protesta da parte dei due malcapitati, Tobirama in primis.

-Va bene, Uchiha- disse questi a denti stretti, come se quel semplice cognome potesse contenere tutti gli insulti che in questo momento affollavano la mente dell’albino.

-Il piano mi pare buono, c’è solo un piccolo dettaglio che non mi quadra- disse, invece, Hashirama, tra lo spaventato e il perplesso, mettendosi una mano dietro la nuca in un gesto di agitazione.

-Quale?- domandò il moro, con uno sguardo che non aveva nulla da invidiare a quello di suo fratello tanto era spaventoso, come pensò Hashirama.

-Esattamente, cosa dovrei fare per distrarlo? Sai bene che non è stupido e la missione è ardua, anche e soprattutto per me- disse infatti il Senju.

L’Uchiha sospirò; ma perché quella mattina aveva deciso di affidarsi proprio a loro? Non poteva trovare qualcun altro? Chiunque: uno Yamanaka, un Nara, un Inuzuka, uno Hyuga, no uno Hyuga no, ma perché proprio quei Senju?

-Non ti preoccupare, ho pensato anche a quello- … anche perché dovresti essere l’Hokage, non è che ti sto chiedendo la luna …-In ogni caso passa tra qualche ora a casa mia.

-E poi dicono che della famiglia sia tuo fratello quello malvagio. Si vede che non hanno visto te: se lui è malvagio, allora tu sei veramente diabolico, Izuna-

Commentò Hashirama, annuendo all’ordine e notando divertito il leggero ghigno malefico che si era dipinto sul volto del ventiquattrenne Uchiha all’idea di ciò che avrebbe combinato al fratello solo poche ore dopo.

 

****************************************

 

-MADARA! Svegliati!- disse il piccolo Uchiha con un sorriso da gatto mentre svegliava urlando e faceva venire un infarto, complice il sonno leggerissimo, al fratello, ancora sommerso dalla pesante coperta.

-Che è?! Izuna, che è successo? Perché strilli in quel modo?- domandò Madara preoccupatissimo, dopo essersi ripreso dal brusco risveglio.

-Come, che è successo? Non ti ricordi più nemmeno che giorno è oggi?- disse il più piccolo, saltellando come un bambino intorno al letto del fratello in attesa che decidesse di alzarsi.

-No, che giorno è?- chiese il fratello, finalmente tranquillizzato, trattenendo uno sbadiglio e strofinandosi gli occhi ancora assonnato, mentre si alzava alla ricerca di qualcosa di più consono da indossare al posto del caldo pigiama blu.

-È il 24 Dicembre, il tuo compleanno, nii-san! Dobbiamo festeggiare!- disse Izuna, euforico, ignorando il fatto che anche quell’anno suo fratello si fosse dimenticato il proprio compleanno.

“E tu mi hai fatto prendere un colpo solo per una simile stupidaggine?” avrebbe voluto rispondere Madara, ma siccome si trattava del suo amato fratello si addolcì un po’.

-Solo questo? Allora me ne posso tornare a dormire- disse, fingendo di ricoricarsi- Buonanotte-

-Nii-san!!- lo richiamò Izuna, in un rituale che, constatò l’Uchiha più piccolo, ormai mettevano in pratica da anni. Madara fingeva puntualmente di dimenticarsi il proprio compleanno e Izuna lo rimproverava, perfettamente conscio che lo facesse apposta, perché invece i suoi, di compleanni, se li ricordava benissimo.

-E va bene, piccola peste, cosa ti va di fare oggi?- chiese Madara, con l’ormai consona divisa da capoclan Uchiha, munita come sempre di porta-shuriken e kunai. “Le vecchie abitudini sono difficili da sradicare” pensò il fratello, amaramente.

-Non lo so, dopotutto oggi è anche la Vigilia di Natale- disse Izuna, pensieroso, consapevole di avere appena lasciato cadere la bomba; suo fratello odiava il Natale, poiché non amava molto la compagnia e tutti quei festeggiamenti, le decorazioni e l’aria di forzato buonismo che caratterizzavano quella festa lo rendevano perennemente insofferente.

-E … quindi?- domandò Madara, cercando di capire dove l’altro volesse andare a parare.

-Quindi vorrei che, per una volta, tu mi facessi un regalo.

-E perché mai dovrei farlo?- domandò il maggiore, inarcando un sopracciglio.

-Perché saresti capace di scatenare la fine del mondo per il tuo amato fratellino, quindi, visto che non chiedo tanto, non ti costa nulla farmi un regalo- disse, anzi sentenziò Izuna, con un’argomentazione degna dei migliori sofisti. Ma fu quando iniziò a guardarlo con quello sguardo cui nessun fratello maggiore può resistere che Madara capì di essere inevitabilmente fregato.

-Splendido, allora preparati che ho già chiesto ad Hashirama di accompagnarti e sarà qui a momenti- disse Izuna con un sorriso a 32 denti.

-E va bene, piaga. Un momento, perché il Senju deve venire con me?

-Perché dovete fare anche la spesa per il cenone ed un paio di braccia in più fanno sempre comodo, no?- spiegò Izuna mentre il fratello tratteneva a stento un sospiro disperato e  guardava il suo letto come chiedendosi chi glielo avesse fatto fare quella mattina di abbandonarlo per tutte quelle scocciature. Oltretutto stava facendo un sogno bellissimo prima che Izuna gli riservasse quel brusco risveglio.

-Ehi, Madara, ci sei? Hai sentito quello che ti ho detto?- domandò il più piccolo, sistemandosi meglio la coda bassa, l’unico elemento che da sempre lo distingueva da lui.

-Regalo, spesa, Senju, si, ho capito, non ti preoccupare. Piuttosto, quando arriva l’idiota?- domandò Madara, utilizzando l’affettuoso epiteto con cui da anni soleva chiamare il suo migliore, se non unico, amico.

-Dovrebbe arrivare a momenti. Comunque, tu sai che fai, comincia ad avviarti verso l’entrata del nostro quartiere, così vi incontrate a metà strada.

-E tu che farai nel frattempo?

-Te l’ho detto, è la Vigilia di Natale. Chi si mette a dare anche solo una parvenza di spirito natalizio a questa casa se non rimango qua? Tu? Inoltre ti ricordo che abbiamo solo quattordici ore per montare e decorare l’albero- si lamentò implicitamente il ventiquattrenne, ricordando al fratello il fatto che fossero anni che faceva puntualmente sparire l’albero di Natale per evitare di farlo.

-Ehm, dove hai detto che è Hashirama?- domandò Madara, tra il divertito e il colpevole- Si è fatto tardi, io esco. Ciao!- e si dileguò dopo aver dato un piccolo bacetto sulla fronte del fratellino, fintamente offeso.

-Sempre lo stesso, appena inizio a parlare di addobbi e decorazioni fuggi come un ladro. Meglio così, però, così posso attuare il mio piano. Te lo sei già scordato, stupido Senju?- chiese Izuna guardando metaforicamente alle proprie spalle, dove era appena spuntato Tobirama.

-No, ma ti ho già detto che tutto ciò non mi piace per niente.

 

****************************************

 

-È proprio una bella giornata, non è vero, Madara?- domandò Hashirama, come sempre iperattivo, all’amico, che invece non vedeva l’ora di andarsene. Si erano incontrati a metà strada come aveva suggerito Izuna e adesso stavano passeggiando tranquillamente nella via principale del villaggio, che stava finalmente iniziando a svegliarsi.

-Mi spieghi come fai ad avere sempre tutta questa energia in qualunque situazione?- domandò l’Uchiha, sbadigliando silenziosamente.

-E me lo chiedi? Ma non vedi che bel sole, che bella luce che c’è? Le botteghe stanno aprendo, i fornai stanno iniziando a sistemare il pane da vendere … non percepisci la vita che inizia a scorrere in questo villaggio?- domandò il Senju con il suo solito sguardo di allegria e sicurezza contagiante, voltandosi verso l’amico e allargando le braccia come per indicare quanto appena detto.

-Solo tu puoi vedere tutte queste cose all’alba di una giornata grigia quando tutte le persone hanno l’aria di voler fare tutto tranne essere qua- commentò, invece, l’Uchiha, facendo deprimere il Senju, ma in fondo sorridendo contento di avere un amico come lui, perché riusciva sempre in un modo o nell’altro a dissipare le nuvole di oscurità che opprimevano il suo cuore da anni.   

Il vederlo tanto entusiasta gli ricordò la prima volta in cui Hashirama parlò del loro sogno. Erano poco più che bambini, ma già avevano idee molto chiare su ciò che avrebbero voluto fare. Istintivamente si voltò verso la montagna alle loro spalle, dove tutto era cominciato. All'epoca si divertivano molto a salire in cima per fantasticare o definire i dettagli del villaggio che avrebbero voluto costruire. Erano passati così tanti anni ormai, quasi stentava ancora a credere che ce l’avessero fatta sul serio …

-Sono 5 ryo, signore- la dura voce dell’anziano panettiere lo riscosse bruscamente dai suoi pensieri.

-Scusi, mi ero distratto un attimo. Tenga- gli porse il dovuto, mentre il primo Hokage l’osservava incuriosito.

-A cosa pensavi? Non è da te intronarti all’improvviso- disse infatti, con il solito sorriso perennemente stampato in volto.

-Pensavo al villaggio, mi sembra ancora così strano che siamo riusciti a costruirlo.

-Perché dovrebbe essere strano? Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta, no?- disse Hashirama, senza dargli il tempo di replicare- Il tuo problema è che sei troppo diffidente, non ti fidi mai abbastanza di quello che ti dico e, come se non bastasse, sei troppo impulsivo, vuoi tutto e subito, senza fermarti mai a riflettere su una strada leggermente più lunga.

-Avete finito di farmi la predica, sensei? Vi ricordo che abbiamo ancora una lista chilometrica da seguire- lo prese in giro Madara, ma il Senju aveva altro a cui pensare in quel momento invece di ascoltarlo e, appena l’Uchiha se ne accorse, decise di mollargli un bello scappellotto per punizione.

-Ahia, perché mi hai colpito?- l’immagine di quella domanda posta con un tono tanto infantile unita ai due lacrimoni che minacciavano di uscire dagli occhi del Senju probabilmente avrebbe intenerito chiunque, ma non lui.

-Perché invece di fare il cascamorto con quell’Uzumaki sarebbe preferibile se portassi anche tu un paio di buste- e gliele mollò in mano, facendolo cadere a faccia a terra dal peso. L’Uzumaki in questione rise e si avvicinò ai due ninja.

-Buongiorno Mito, anche tu a fare spese?- domandò gentilmente Madara, aiutando l’amico a riprendere almeno una parvenza di decenza davanti alla kunoichi.

-Si, anche se è solo il primo anno che sono qui a Konoha non voglio certo sfigurare. Voi, invece?- domandò lei, accennando con un gesto del capo alle buste da cui stava lentamente riemergendo Hashirama.

-Izuna mi ha praticamente costretto a comprare qualcosa per Natale e ha chiesto al qui presente idiota –si voltò verso Hashirama- di aiutarmi, o meglio, controllare che facessi sul serio quanto chiesto.

-Possibile che proprio non ce la fai a stare almeno un minuto senza insultarmi?

-Non lo faccio apposta, è che con te gli insulti mi vengono spontanei- rispose, senza scomporsi, l’Uchiha, facendo nuovamente deprimere il Senju. Mito rise a quella scena, le erano sempre stati simpatici quei due, anche se non aveva mai capito come facessero ad essere amici. Erano, letteralmente, uno l’opposto dell’altro.

-Va bene, non vi disturbo oltre, vi lascio alle vostre spese- disse la donna dai capelli rossi come il sangue che tutti e tre avevano da sempre visto e versato sui campi di battaglia.

-No, non te ne andare!- la pregò Hashirama, attaccandosi alla manica della donna come un bambino che prega la mamma di comprargli il suo giocattolo preferito.

-Non disturbi, se vuoi puoi rimanere con noi. Almeno avrò qualcuno che mi aiuti a tenere a bada questo caso patologico- le disse l’Uchiha, rimettendo al suo posto il “caso patologico”. Avevano già dato abbastanza spettacolo, visto che erano ancora in mezzo alla strada, non c’era bisogno di aggiungerne altro.

-Ti ringrazio, molto volentieri. Siete simpatici voi due- accordò Mito, unendosi alla strana compagnia.

-Non è giusto, se te lo dice lui va tutto bene, mentre se te lo chiedo io mi cacci- si lamentò Hashirama, ancora in fase bambino dell’asilo.

-Lei è straniera, non scema. Comunque, hai intenzione di dare spettacolo ancora per molto, oppure possiamo passare alla tappa successiva?- domandò Madara, iniziando a dirigersi verso il negozio d’armi.

-Dove stai andando, Madara?- domandò Mito, fermandolo proprio all’ingresso del piccolo negozio in pietra in stile medievale dalla cui entrata si intravedevano i più vari assortimenti di katane e kunai del villaggio.

-Mio fratello mi ha praticamente ordinato di comprargli un regalo- rispose lui, facendo segno all’uomo dietro il bancone che avrebbe dovuto pazientare qualche minuto.

-E tu gli vorresti comprare un’arma? Proprio ora che la guerra è finita?- gli chiese in tono accusatorio, salutando il commesso e prendendo entrambi gli uomini per una manica per potarli in un negozio che aveva scoperto da poco.

-Se vuoi fargli un vero regalo di Natale, prova ad entrare qua dentro- non era chissà che cosa, anche se sempre meglio di quel che aveva scelto lui, era un semplice negozietto di regali e addobbi sul corso principale, molto accogliente, pitturato con colori caldi e decorato con delle luci rosse e gialle ad intermittenza. Non c’è bisogno di dire con quanto entusiasmo la commessa accolse simili clienti.

-Cercate qualcosa? Un addobbo, delle luci, o magari un regalino per la vostra fidanzata?- chiese infatti contenta la commessa, una donna giovane con gli occhiali che coprivano dei profondi occhi neri come i capelli lasciati lisci sulla schiena. A quell’ultimo accenno Hashirama arrossì leggermente, guardando Mito che però era distratta da alcune decorazioni, a rispondere invece fu, ovviamente, Madara.

-Fortunatamente non ho di questi legami e, ad ogni modo, ritengo che questi non siano affari che la riguardano. Cercavo piuttosto un regalo per mio fratello. Ha per caso qualcosa che si possa adattare anche ad un ninja?- “tra tutte queste cianfrusaglie” finì nella sua mente.

-Certo, aspettate un momento- disse la commessa, dirigendosi nel retro del negozio lasciando soli i clienti.

-Allora, hai visto forse qualcosa di carino da regalare ad Izuna?- domandò Hashirama, ormai ripresosi dalla fase depressivo-infantile, ma l’altro scosse la testa.

-Perché non gli regali questo kit di addobbi per l’albero di Natale? Così lo fai contento, soprattutto perché prometterai anche di non obbligarmi ogni anno a riciclare le vostre decorazioni con la scusa che se l’era prese il gatto del Daimyo.

-Che cosa?? Davvero hai fatto una cosa del genere?- Mito era sempre più curiosa. Doveva uscire di più con quei due, si disse.

-Che c’entra? Quello glielo dicevo quando aveva sei anni, ora non ci crede più, purtroppo- spiegò, pensando un attimo ai bei vecchi tempi in cui era uno scherzo ingannare quella piccola peste.

-Ecco qua- nel frattempo era tornata la commessa, che avendo sentito il discorso aveva portato direttamente quanto nominato- Sono 25 ryo.

-A lei- Madara prese il pacco, ringraziando la commessa, che auguro a tutti e tre buone feste, e dirigendosi insieme agli altri verso l’uscita.

-Dunque, ricapitoliamo: la spesa l’abbiamo fatta –guardò le buste ai piedi di Hashirama- e con quella ci può mangiare pure l’intero clan. Il regalo per Izuna c’è e con esso le decorazioni per quello stupido albero. Manca qualcosa?

-No, mi sembra di no. Perciò adesso fate i bravi gentiluomini e aiutate questa povera signorina a portare le buste fino a casa- disse Mito con un bel sorriso sulle labbra fini, sicura che entrambi avrebbero accettato senza fare troppe storie. Soprattutto, perché non ne avevano ancora visto il numero …

 

****************************************

 

Praticamente tutto il trasloco avevano dovuto farle! E quello stupido di Hashirama aveva anche avuto il coraggio di dirgli: “Ma quante cose potrà aver mai comprato una bella signorina che vive da sola?”. A proposito, chissà dove si sarà cacciato? Non lo vedeva più da quando avevano lasciato la casa di Mito. Sospirò, adesso gli toccava portare anche le sue di buste. La prossima volta, si disse, col cavolo che si faceva coinvolgere in una simile stupidaggine. Per lui, poteva anche morire quella stupida festa.

Sperò di avere ancora una mano libera per prendere le chiavi di casa. Di certo, non poteva entrare sfondandola. Izuna in tal caso sarebbe stato capacissimo di fargli persino imparare l’arte del legno pur di rimediare. Strano che non ci fosse nessuno dentro, persino le luci erano spente. Che fosse successo qualcosa? Molto improbabile, Izuna era un ninja e in ogni caso se fosse entrato qualcuno glielo avrebbe detto. Si avvicinò al tavolo della cucina e posò le pesanti buste, massaggiando leggermente le mani indolenzite e i solchi rossastri che i manici di plastica avevano lasciato sui polsi bianchi. Casa sua sembrava ancora più vuota e solitaria di quanto non fosse già con tutto quel buio, perciò si avvicinò all’interruttore.

-Buon Compleanno, niisan!!- gridò Izuna abbracciandolo all’improvviso e facendogli prendere il secondo infarto di quella giornata. Per un attimo si chiese se tutto ciò non fosse solo un complotto per liberarsi di lui.

-Ehi, piano, che mi fai cadere- si lamentò il maggiore, fingendo di volersi scollare dal fratello in tutti i modi. Non era poi così finzione, perché stringeva talmente forte che se non l’avesse mollato l’avrebbe soffocato.

-E allora? Cadi, mica succede qualcosa, al massimo ti rialzi- sembrava che quel giorno quei due si fossero messi d’accordo anche sul fargli le prediche.

-Va bene, ma lasciami almeno raggiungere l’interruttore- a luci accese…

-Sorpresa!!- riuniti intorno al tavolo della cucina c’erano tutte le persone cui voleva più bene: suo fratello, Hashirama, Mito e il fratello antipatico di Hashirama. Era talmente sbigottito che non gli diede neanche fastidio la presenza di tutti quei Senju in casa sua. Al soffitto c’era un grande striscione con scritto: “Buon Compleanno Madara”, mentre sul tavolo era posata la sua torta preferita, nonostante fosse leggermente bruciacchiata.

-È … bellissimo- era tutto così bello che, se non fosse stato lui, avrebbe pianto tanto era felice. In un attimo sembrò che tutto il malumore delle ore precedenti fosse svanito. Non aveva mai ricevuto una festa così bella, anzi, a pensarci bene, visto i tempi di guerra che correvano quando era piccolo, non aveva proprio mai ricevuto una festa -Grazie.

-Madara che ci ringrazia, questo si che è una cosa assurda- scherzò Hashirama.

-Forza, vieni, che non ci siamo sforzati tanto per vederti stare tutta la sera imbambolato qui- lo incalzò Izuna, mettendogli in testa il tipico cappello di Natale- Anche perché devi ancora fare l’albero, no?- continuò, ma il maggiore era ancora troppo preso dalla felicità del momento per badare a ciò che diceva.

-Ti sta bene il cappellino- commentò Mito- Buon Compleanno, Madara –fu l’ultima cosa che sentì prima che il suo cervello andasse definitivamente in cortocircuito al contatto delle sue labbra fini con la propria guancia fredda.

-Non pensavo fossi così disgustosamente sentimentale Uchiha, si vede che i tuoi trent’anni di vecchiaia ti hanno rimbambito per bene- lo sfottè Tobirama, vendicandosi ancora del suo riposo rubato, ma l’Uchiha si limitò a sorridere.

-Buon Natale, amici miei, con tutto il cuore- detto ciò, iniziò a tagliare la torta.






Angolo dell'Autrice


Buon Natale a tutti, amici di questo fandom. Sono anni che seguo appassionatamente Naruto perciò, visto che questa è la mia prima storia su questo manga spero che sia venuta bene. Ci tenevo tanto a postare proprio oggi, visto che, oltre ad essere la vigilia di Natale, è anche il compleanno di Madara, perciò la storia è ambientata un anno dopo la fondazione di Konoha. Forse i personaggi possono sembrare un po' OOC, però sapete com'è, è Natale, magari lo spirito natalizio è riuscito ad addolcirli un po'. Se non si fosse capito, comunque, il piano di Izuna è quello di riuscire ad organizzare una festa di compleanno/Natale senza che il fratello tenti di sabotare tutto come suo solito. Comunque, nonostante queste note siano assolutamente senza senso, spero che questo mio esperimento possa piacervi e, se avete qualcosa da dirmi, qualsiasi cosa (una critica, un aiuto, ...), non vi fate problemi, io sono sempre qua e mi piacerebbe molto poter imparare da voi. Ho ancora tanto da migliorare.

Non mi viene in mente nient'altro, perciò Buon Natale a tutti voi e spero di risentirvi. A presto, ciao!


P.S. vi lascio quest'immagine come ultimo regalino:

 

Buon Natale da Madara

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Taliesin NicoMak