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Autore: Sissy77    26/12/2014    0 recensioni
"Marco non è la soluzione di tutti i miei problemi ok?? Marco non è il supereroe che arriverà a salvare la figlia ok?? Marco ci ha abbandonate, ha preferito il castello e la principessa punto. Ti prego mamma non cercare più di parlare di lui"
Per chi come me ama vederli insieme, per chi come me è deluso da come gli autori hanno ridotto i personaggi che hanno reso I Cesaroni la famiglia che tutti avremmo voluto avere, per chi come me si è identificata in Eva e avrebbe voluto essere come lei o per chi avrebbe voluto trovare un amore come il loro capace di vincere contro tutto e tutti. Spero che chi si fermerà a leggere il mio racconto possa sognare come loro per tempo hanno fatto sognare me.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Guardava fuori dalla grande vetrata, la tazza con la tisana bollente che stringeva tra le mani la stava riscaldando e la neve che scendeva imbiancando New York le dava un senso di pace. Lo sapeva, era illusorio quel senso, ma dicono: Chi si accontenta gode. Lei al momento si accontentava.  In realtà si rendeva conto di vivere in una specie di limbo da mesi , ma riusciva in qualche modo a sopravvivere, merito di Marta molto probabilmente,  o forse il suo orgoglio ferito faceva  da padrone e non le permetteva di chinare la testa di fronte al quel dolore lancinante che le straziava il cuore da quella sera in soffitta dove Marco le aveva detto di non amarla più. Non le faceva male sapere che lui amava un’altra (anni addietro era successo: Rachele, Simona) quello era più un fastidio; a farle davvero male era il sapere che lui non amava più lei:  ecco questo era insopportabile. Lei aveva sempre creduto che si sarebbero amati per sempre indipendentemente da tutto quello che gli ruotava attorno. Non era  così evidentemente!!!!!
Sentì aprirsi la porta  << Brrrr, che freddo>> disse Lucia togliendo il cappotto a Marta prima di sfilarsi il suo.  << Chi avrebbe mai detto che a New York facesse più freddo che a Milano? >> Lucia ricordava gli anni in cui era sposata con Sergio e i freddi inverni passati in quella città del nord Italia dove era diventata moglie, madre e da dove poi era scappata. Eva le sorrise prendendo in braccio Marta, le diede un bacio e la tenne stretta. Guardò Lucia sperando in un cenno positivo da parte della madre ma nulla, la donna non poté far altro che scuotere la testa allontanandosi lasciando la figlia li sulla porta.
Lucia sorseggiando la tisana preparata poco prima, osservava la figlia seduta in poltrona tenere stretta Marta a se sussurrandole  parole dolci, la bambina ascoltava attenta ma nessuna risposta usciva dalle sue piccole labbra.  Aveva seguito la figlia a New York dopo la sua decisione di lasciare Roma, aveva lasciato l’uomo che amava (e sapeva che questo non avrebbe fatto bene al loro rapporto così ancora poco stabile dopo la riappacificazione, ma Giulio aveva capito e accettato la situazione) aveva lasciato una figlia (intuito di madre le suggeriva che Alice non era felice, aveva qualche rospo che la tormentava ma aveva dovuto fare una scelta ed Eva e Marta le erano sembrate più bisognose di aiuto in quel momento.) Tutti quei sacrifici, tutti quei dolori e nulla stava cambiando anzi tutto sembrava peggiorare. Lei Eva e Marta avevano lasciato Roma pochi giorni dopo che Marco era volato da Maya, e da allora nulla era migliorato. Sua figlia aveva gli occhi spenti, anche se cercava di non darlo a vedere; sua nipote era chiusa in un mutismo assoluto da quando Eva le aveva detto che sarebbero andate a vivere a New York per un po’ di tempo. Da allora molti dottori e molti psicologi avevano visto Marta ma nessuno di loro aveva riscontrato malattie nella bambina. Per loro era solo un suo non volere parlare. ‘Che scoperta’ pensava spesso Lucia ‘ e ci vuole una laurea per diagnosticare questo? Lo so pure io che è lei a non voler parlare’ . Più volte aveva cercato di affrontare l’argomento con Eva ma la figlia si rifiutava di intavolare un qualsiasi discorso in cui figurasse il nome di Marco e così la sua permanenza nella grande mela era ormai di 8 mesi più o meno.
<< Si è addormentata >> disse Eva distogliendola da tutti quei pensieri  << Bene si vedeva che era stanca, tutte queste terapie la spossano secondo me. Credo che sentire la voce di Marco anche solo al telefono le farebbe meglio di tanti psicologi, credi a mamma tua >> Lucia si accorse troppo tardi di aver dato voce ai suoi pensieri, alzò lo sguardo e dagli occhi di Eva capì che lo tsunami era poca cosa in confronto. Apriti cielo stava per iniziare la tempesta perfetta. << Tu credi mamma??>> il tono di Eva non preannunciava nulla di buono per Lucia << Davvero tu credi che la voce di Marco possa fare il miracolo di far tornare a parlare Marta??? Davvero ???? Io non credo mamma, non lo credo proprio!! In tutti questi mesi hai forse sentito squillare il telefono?? Hai forse sentito la voce di Marco chiedere di sua figlia????>> Lucia deglutì << Eva ascolta>> cercò di parlare la donna << No mamma, ascolta tu>> il tono di Eva non lasciava spazio a repliche << Marco non è la soluzione di tutti i miei problemi ok??? Marco non è il supereroe che arriverà a salvare la figlia ok??? Marco ci ha abbandonate, ha preferito il castello e la principessa punto. Ti prego mamma non cercare più di parlare di lui ok???? >> Lucia prese il coraggio a due mani e disse alla figlia quello che da mesi pensava << Hai ragione Eva scusa se ti ho ferito parlando di Marco, so che lui non può esser la soluzione a tutti i tuoi problemi , so che ti ha ferito e che stai cercando di trovare il modo per rendere più sopportabile il tuo dolore. E’ vero Eva, Marco non potrà mai essere il tuo super eroe, ma ti prego ascoltami, tu non sei Marta, è lei che ha bisogno di vederlo come un supereroe, è lei che ha bisogno che lui sia la soluzione a tutti i suoi problemi. Non ha mai telefonato? Lo sai Eva, lo sai perfettamente come è. Lo sai che sicuramente ha preso in mano quel telefono chissà quante volte ma la paura di sentire la tua voce arrabbiata lo fa desistere>> Eva non credeva alle sue orecchie, nuovamente sua madre lo difendeva, anni addietro lo aveva aiutato a scappare a Londra, poi la volta di Venezia quando lui l’aveva tradita con quell’oca di Sofia, poi con Maya quando voleva riconquistarlo e lei a dirle: ma ora lui è felice. Ed ora il supereroe di Marta. Eva voltò le spalle a sua madre mente lei la seguiva, si mise cappotto, sciarpa,cappello, guanti.  Richiudendo la porta dietro di se sentì Lucia dirle << Pensa a Marta Eva, dammi retta chiamalo>>.
  
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