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Autore: Night Sins    26/12/2014    1 recensioni
24 dicembre. Peter trascorre la Vigilia di Natale a casa per colpa dell'influenza...
Solo una piccola fic fatta di fluff (?) e bromance.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Peter Burke, Neal Caffrey
Rating: G
Genere: fluff, generale, slice of life
Avvertimenti: oneshot
Timeline/Spoiler: timeline irrilevante, no spoiler
Conteggio Parole: '93
Prompt: #14 Camera da letto per la Winter Challenge (iniziata secoli fa °-°)
Dedica: per M4RT1 (che voleva un po' di bromance invernale... ho fatto del mio meglio xD), ma BUONE FESTE a tutti. :3
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.


La Vigilia di Natale doveva essere una serata dedicata alla famiglia, alle persone care e a tutte quelle belle cose che facevano passare nei film in tv. Peter, invece, si trovava a passarla a letto, messo K.O. dall’influenza e senza sua moglie. Elizabeth era dovuta andare a casa dei suoi genitori, perché anche sua madre non si era sentita bene, e sua sorella era in vacanza oltreoceano. Dopo aver sorseggiato un po’ del brodo di pollo che El gli aveva lasciato ed aver cambiato l’acqua a Satchmo, voleva mettersi avanti col lavoro, ma non era riuscito nemmeno a trasportare i fascicoli fino al tavolo. Si trascinò fino in camera, si mise sotto le coperte e prima ancora che potesse rendersene conto si era addormentato.
 
A svegliarlo, tempo dopo, un rumore proveniente dalle scale. Portò le mani sotto il cuscino e, la vista ancora appannata dal sonno e dalla febbre, si mise a sedere e puntò la pistola contro la porta proprio mentre questa si apriva. Quando notò chi era l’intruso tornò a rilassarsi contro i cuscini, la pistola abbandonata sul letto.
“Cosa ti è venuto in mente di entrare così in casa mia?”
Il ragazzo, ripresosi dallo spavento, si avvicinò al letto, lanciando un’occhiata grave all’arma. “Elizabeth era preoccupata.”
Peter sospirò. “Sto bene.” Prese la pistola per posarla di nuovo sotto al cuscino, ma a metà strada gli scivolò di mano e sbatté contro il legno duro del pavimento.
Neal cercò di nascondere lo spavento, ma non riuscì a trattenere un verso di sorpresa che mascherò con una risatina. “Lo vedo.”
Il truffatore si abbassò con riluttanza a prendere l’oggetto e lo sistemò al suo posto; si voltò poi verso il padrone di casa e gli posò una mano sulla fronte. “Scotti!” esclamò prima di sparire dalla stanza e tornarci pochi minuti dopo con un’aspirina e un bicchiere d’acqua.
Peter buttò giù tutto senza fare storie, troppo stordito per potersi ribellare. Quando gli consegnò di nuovo il bicchiere, ora vuoto, disse: “Non dovevi venire qui.”
Neal ridacchiò appena, sedendosi sul letto accanto a lui. “Io dico di sì. Domattina chissà a quanto avresti avuto la febbre.” Peter fece per ribattere ma lui alzò una mano per interromperlo. “Non avevo nessun programma particolare, e June è alla messa con sua figlia, le ho lasciato un bigliettino.”
“Grazie.”
 
Rimasero alcuni minuti in silenzio, Peter con gli occhi chiusi e il respiro ancora affaticato, Neal a contemplare fuori dalla finestra. Quando il più giovane si riprese, notò l’orologio sul comodino e sorrise. Con una mano sul suo braccio, chiamò Peter. “Ehi.”
L’uomo aprì lentamente gli occhi. “Hm? È successo qualcosa?”
“È passata la mezzanotte. È Natale.”
Peter si mise a ridere, interrotto presto da un colpo di tosse, ma si tirò appena più in su sul letto e tornò a sorridergli. “Buon Natale, Neal.”
“Buon Natale, Peter,” ripeté lui, estraendo un pacchetto dalla tasca della giacca. “Sarei passato domani a portartelo, ma visto che sono qua.”
“Oh. Il nostro regalo è-”
“Sotto l’albero,” ridacchiò Neal, estraendo un altro pacchetto. “L’ho visto quando ho posato quello per Elizabeth.”
Peter annuì appena e abbassò lo sguardo per scartare il proprio regalo. Era una cravatta di seta rossa con un disegno di righe sottili, dorate. Assieme, c’era un biglietto fatto a mano, come quelli che gli spediva dalla prigione. Rise. “Grazie.”
“Grazie a te.”
Il padrone di casa alzò la testa solo per vedere che, intanto, anche Neal aveva aperto il suo regalo, un set di pennelli professionali e una confezione di acquerelli. Tornò ad abbassare lo sguardo, imbarazzato. “Io- El mi ha aiutato a scegliere la marca migliore, comunque.”
Neal si mise a ridere. “Va benissimo, mi saranno utili- per cose legali, tranquillo!” aggiunse al suo sguardo dubbioso. “Ed è meglio di quel che mi aspettassi.”
Peter rise con lui. “Be- Bene.”
Gli occhi non volevano stare aperti nonostante i suoi sforzi, Neal gli prese il pacchetto dalle mani e lo posò sul comodino, prima di tornare su di lui per coprirlo per bene. “Dormi adesso, non preoccuparti.”
Il suo istinto si rifiutava di fidarsi, era Neal Caffrey in fondo, ma la medicina cominciava a fare effetto e non aveva la forza di ribellarsi. Si girò su un fianco, per stare meglio. “Buona notte, Neal.”
 
***
 
Quando il mattino dopo Peter si svegliò, più in forze della sera prima anche se si sentiva ancora caldo di febbre, e scese per colazione, notò che Neal si era addormentato sul divano. Satchmo era accoccolato sul pavimento davanti a lui, ma quando lo sentì scendere gli ultimi scalini si alzò scodinzolante, pronto per la pappa.
Peter si occupò del cane e poi mise a far il caffè; avrebbe voluto svegliare Neal, ma era ancora presto, poteva lasciarlo riposare ancora un po’.
   
 
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