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Autore: Yume Kourine    26/12/2014    1 recensioni
Riflessione di un Angelo tormentato da domande e ricordi che lo conducono a un'unica soluzione: andare contro la propria natura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 I pensieri profondi non hanno bisogno di un titolo
 

TRIBUTO  
] ALL'ANGELO CADUTO [

                                                         

Gli angeli chiedono di essere ascoltati,

perché la loro vita non è tutta piume e aureole.

 

 

 

 

 

 

 

Nel buio più profondo

la mia voce si mescola tra le nuvole

e il mio sospiro si confonde con gli sbuffi del vento.

Perché la mia vestaglia è sporca?

Cosa sono queste macchie?

Mi hanno sempre detto che la bontà e la sincerità sono la chiave dell'unione

Allora perché... Perché ora sono da solo?

Alla fine è dura essere un angelo.

Sei sincero con le persone, le aiuti a rialzarsi e queste ti pugnalano le spalle

quando meno te lo spetti.

 

Sono stanco di questo, facciamola finita

Dio, aiutami a strappare queste ali che sono soltanto un peso

per la mia schiena piena di tagli e lividi.

 

Perché le mie mani continuano a tremare?

 

Le mie suppliche si perdono,

soffocate da una nuvola cerulea

che lentamente accarezza il cielo nero,

Circondato da stelle solitarie e ribelli

i miei pensieri si riducono in polvere.

Quante volte ho gridato al cielo,

quante volte le mie lacrime hanno toccato il mare,

quante volte gli alberi hanno udito le mie preghiere proibite

è da tanto, troppo tempo che vengo ferito e tradito

io, custode solitario, protettore silenzioso

Ma chi ha mai vegliato su di me?

É mai stato presente un angelo anche per me?

 

Se solo avessi la forza di urlare,

se solo potessi contrattaccare.

Ma non ci riesco...

Le ali sono le mie catene e l'aureola il mio marchio:

nella mia natura non è stato scritto che sia violento.

Io porto gioia, pace e amore,

loro affilano sempre di più la spada

che riflette richieste letali, desideri velenosi.

Non mi hanno mai preso seriamente,

ingannati dal mio aspetto gracile, innocente.

Ma non riesco ad odiarli... Non posso odiarli.
 

Ogni cicatrice racchiude in sé un ricordo e un volto.

Ma io voglio dimenticare ogni cosa

Sono stanco di tutto questo.

 

Strappale!

Bruciale!

Distruggi queste ali!

Voglio sentire le unghie introdursi nella carne,

strapparmi la pelle.

Voglio sentire il sangue mescolarsi alle lacrime e alla fatica.

Voglio solo dimenticarmi chi sono e cosa ho fatto.

 

Cosa sono queste macchie?
Perché le mie mani sono bagnate?

 

Il dolore...

è così intenso che non trovo la forza per urlare.

Tutto attorno a me diventa rosso,

il colore dei mille significati,

ma che ora rappresenta il mio cuore dolente.

 

 

Non svanisce,

questo dolore, questo colore.

Eppure mi sento diverso, mi sento rinato.

Anche se sto cadendo ho l'impressione di alzarmi in volo

con le ali della libertà invisibili ai nostri occhi.

Mi immergo in un buio ancora più profondo,
soffocante.

 

L'Angelo è morto. Le sue azioni verranno mai ricordate?

   
 
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