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Autore: Eowyn 1    29/12/2014    2 recensioni
"Penso che in fondo questa storia [...] sia molto simile all’ amicizia che legava lui e Thorin: a dispetto di tutto, essa è resistita alla pazzia, al sospetto di tradimento, al tempo e perfino alla morte."
Spoiler per chi non ha letto Il Signore degli Anelli e per chi non ha visto La Battaglia delle Cinque Armate.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! :) Ho pensato questa storia come un collegamento tra Lo Hobbit (in particolare una scena che si vede nel film, ma non è presente nel libro, che però a mio avviso è molto più coerente al libro di tante altre che sono state inserite da Peter Jackson…) e il finale de Il Signore degli Anelli. Il collegamento con quest’ultimo si riferisce al libro, quindi, per chi non lo avesse letto, potrebbe non risultare chiaro in quanto si parla di alcuni avvenimenti di cui nel film di Jackson non viene menzionato nulla.
All’inizio del capitolo ho inserito una sequenza tratta dal libro (quella in corsivo) per cercare di spiegare a quale momento e a quale fatto mi sto riferendo. Spero che la trascrizione non disturbi nessuno. Comunque, per chi avesse intenzione di leggere il libro, consiglio di evitare la lettura per non incappare in qualche spoiler. ;)
Per il resto… spero vi piaccia! Un abbraccio e tanti auguri per un sereno 2015, nel caso non dovessimo risentirci a breve!
Eowyn 1
 
 

 
 
 
La perdita più grave e dolorosa era quella degli alberi. Per ordine di Sharkey, erano stati abbattuti senza criterio e in quantità enorme in tutto il territorio della Contea; era questo, soprattutto, che tormentava Sam. Molto tempo sarebbe dovuto passare prima che la ferita guarisse, e soltanto i suoi pronipoti, egli pensava, avrebbero potuto rivedere la Contea com’era stata ai bei tempi.
Per intere settimane, Sam fu troppo indaffarato per ripensare alle sue avventure, ma un giorno, improvvisamente, gli venne alla memoria il dono di Galadriel. Tirò fuori lo scrigno e lo mostrò agli altri Viaggiatori (tutti li chiamavano così, ora), chiedendo consiglio.
« Mi chiedevo quando te ne saresti ricordato » disse Frodo « Aprilo! »
Dentro era pieno di una polvere grigia, soffice e sottile, in mezzo a cui c’era un seme, una specie di piccola noce ricoperta di un’oleosità argentea. « Che me ne faccio? » chiese Sam.
« Getta in aria questa polvere in una giornata di vento, e vedrai che qualcosa succederà. » disse Pipino.
« Su quale terreno? » chiese Sam.
« Scegli un posto come vivaio, e osserva come vengono su le piante. » disse Merry.
« Ma sono certo che la Dama non gradirebbe che io tenga tutta questa polvere per il mio giardino, ora che tanta gente ha sofferto gli stessi danni. » disse Sam.
« Usa il tuo intuito e le tue cognizioni, Sam » disse Frodo, « e fa’ tesoro di quel che hai imparato lavorando il tuo giardino; il dono ti potrà servire anche per aiutare gli altri nel loro lavoro. E non sprecare questi granelli, perché non sono molti, e suppongo che ognuno di essi abbia un valore. »
 
 

CI SONO VITE CHE NON POSSONO ESSERE REALMENTE SPEZZATE

 
 
Dopo aver avuto questa conversazione con i suoi amici, Sam lasciò passare alcuni giorni durante i quali meditò a lungo su quale luogo della Contea fosse il migliore per dare inizio alla sua opera risanatrice. Fu così che una notte, mentre si rigirava nel letto in preda a questi pensieri, un’idea si fece largo nella confusione della sua mente e, mentre un sorriso felice gli si dipingeva sul viso, Sam si addormentò, finalmente, senza più pensieri e dubbi: ora sapeva perfettamente da dove avrebbe dovuto ricominciare.
La mattina seguente, svegliato dall’eccitazione per il compito che lo attendeva, scivolò fuori dal letto, si vestì in fretta e al primo raggio di sole che accarezzava tiepidamente i profili dolci della Contea, Sam era già per strada, diretto a passo di marcia verso uno dei luoghi che più di tutti amava nella sua terra.
 
Non appena giunse in cima alla Collina, e i suoi occhi sfiorarono la distruzione che Saruman aveva lasciato in quel luogo, il cuore di Sam venne stretto in una morsa talmente forte che quasi gli mancò il respiro. Inalò profondamente, come a darsi coraggio, e salì quelli che una volta erano stati gli scalini che portavano a Casa Baggins e al giardino del Signor Bilbo. Per poco lo hobbit non si sentì male quando, in mezzo a tutte quelle macerie, vide ciò che stava cercando. La pianta era rattrappita e secca, Saruman e i suoi scagnozzi dovevano averne tagliato parecchi rami e probabilmente avevano tentato anche di sradicarla, considerando i segni che erano incisi alla base del tronco.
In quel momento, Sam si rese conto di non aver preso in considerazione quella possibilità: se la pianta fosse morta per via delle brutture e dei rifiuti lasciati da Saruman, lui cosa avrebbe potuto fare? Avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo per trovare un luogo da cui ripartire? E le notti passate in bianco non sarebbero dunque servite a nulla?
Eppure, Sam non si arrese. Se c’era una cosa che aveva imparato durante il suo viaggio verso Mordor, era proprio che c’è sempre speranza, che anche nei momenti peggiori c’è qualcosa di buono da imparare e che anche dal dolore si può trarre del bene perché dalla cenere può rinascere qualcosa di buono, “Proprio come nella poesia che parlava di Aragorn”, pensò. E il buon Sam decise per l’ennesima volta di non darsi per vinto: liberò il terreno dalle macerie, scavò tutt’intorno alla pianta, concimò, bagnò, potò i rami secchi e pose, accanto alle radici, alcuni granelli della terra che Dama Galadriel gli aveva donato.
Quando terminò il lavoro, il sole era ormai alto sull’orizzonte e le vie della Contea avevano iniziato a popolarsi dei suoi abitanti che, tutti intenti, erano impegnati a ricostruire ciò che la Guerra aveva distrutto.
Fu così che, quando Frodo arrivò a Casa Baggins con alcuni hobbit per continuare l’opera di restauro di quella che una volta era stata la sua casa, trovò Sam sporco di terra fin sul volto, ma con un sorriso felice e gli occhi umidi di emozione.
 
« Sam! » esclamò « Si può sapere cosa ci fai qui? Non dovevi essere in giro per la Contea a piantare nuovi alberi? »
E Sam, che dava le spalle al suo padrone ed era ancora intento ad osservare il lavoro che aveva appena concluso, si volse verso Frodo: « Avete ragione, padron Frodo, » cominciò « ma come sapete, erano giorni che pensavo a quale luogo fosse il migliore per cominciare, a quale pianta dovessi dedicarmi per prima quando, questa notte, mi è venuto in mente che sarei dovuto partire da qui! »
« Il giardino di Casa Baggins? » domandò Frodo allibito « Ma Sam, non avevi detto che non volevi tenere tutta la polvere per il tuo giardino? Ci sono molti altri luoghi della Contea che avrebbero avuto più bisogno del giardino di Casa Baggins. »
« Perdonatemi, padron Frodo, ma non ho usato la polvere per il giardino, solo per una pianta! »
« Una pianta? » domandò Frodo sorpreso « Vi è  dunque ancora qualcosa di vivo qui attorno a Casa Baggins, dopo che Saruman l’ha completamente distrutta? »
Il sorriso di Sam si allargò ancora di più e indicò l’albero mutilato e mezzo secco alle sue spalle: « La quercia di padron Bilbo! » esclamò.
Solo in quel momento Frodo parve finalmente accorgersi della pianta e gli si formò un nodo in gola, tanto che per alcuni secondi lo hobbit non riuscì a parlare, in preda all’emozione. Si avvicinò all’alberò e lo osservò attentamente, posando una mano sul tronco scorticato.
« Sembra conciata piuttosto male… credi davvero che potrà riprendersi? » domandò.
« C’è sempre una possibilità, padron Frodo, e questo l’ho imparato bene! » sorrise Sam « L’albero è messo parecchio male, ma l’ho concimato, bagnato, potato e alla base ho messo parecchi granelli della terra che mi ha dato la Dama. Sono certo che si riprenderà e diverrà più forte che mai. »
Frodo osservò ancora per qualche secondo l’albero, mentre la sua mano non voleva saperne di staccarsi dalla corteccia martoriata: « Ti ringrazio, Sam… sono certo che Bilbo ne sarebbe davvero contento! »
« Non potevo che partire da qui. » affermò risoluto Sam « So quanto Bilbo tenesse a questa pianta e sono davvero contento che in qualche modo, anche se non so come, sia riuscita a sfuggire alla morte. Sapete, padron Frodo, penso che in fondo questa storia della quercia di padron Bilbo sia molto simile all’amicizia che legava lui e Thorin: a dispetto di tutto, essa è resistita alla pazzia, al sospetto di tradimento, al tempo e perfino alla morte. Quando ho capito che la quercia non era morta, sono stato ancora più sicuro che questa fosse la cosa giusta da fare, che la vita non poteva che ricominciare da qui. E sono certo che Dama Galadriel non me ne vorrà, se ho usato qualche granello di terra più del necessario, ma non posso proprio permettere che questa pianta faccia una brutta fine. »
Gli occhi di Frodo si riempirono di lacrime, lacrime di commozione e di gioia: « Hai proprio ragione Sam, sono certo che la Dama non te ne vorrà ed io ti ringrazio di cuore, ancora una volta. Sei davvero un amico speciale. »
Sam si agitò sul posto, imbarazzato. Era questo il bello di Sam: nonostante avesse combattuto contro grandi pericoli e al fianco di grandi signori degli Uomini, rimaneva sempre e comunque il buon, semplice Sam.
 
Così, i mesi passarono, superarono l’inverno e finalmente arrivò la primavera. Casa Baggins era finalmente stata risistemata, il cancelletto era tornato al suo posto e cigolava ogni qual volta Frodo lo aprisse per entrare o uscire dal suo giardino, ma andava bene così. La porta era stata aggiustata, ridipinta di verde e un pomello d’ottone brillante scintillava al centro. Grazie alle cure pazienti di Sam, il giardino stava ricominciando a fiorire e, con esso, tutta la Contea: gli alberi che lo hobbit aveva piantato crescevano forti e in salute, anche grazie alla terra che Dama Galadriel gli aveva donato e che lui aveva messo alle radici di ogni nuova pianta.
Fu così che, in una fresca mattina di primavera, mentre l’aria frizzante solleticava il naso dei giovani hobbit che correvano a perdifiato nei campi, alle urla concitate di Sam, Frodo dovette uscire di corsa in giardino.
« Padron Frodo! Padron Frodo, guardate! » urlò Sam non appena l’altro hobbit lo raggiunse, indicando uno dei rami della quercia « Una foglia, la prima foglia di primavera! »
Frodo sorrise, mentre i suoi occhi brillavano di gioia « Avevi ragione, Sam! Ci sono cose che sopravvivono a tutto, proprio come l’amicizia tra Bilbo e Thorin. Può passare il tempo, possono passare gli inverni gelidi, può arrivare perfino la morte, eppure ci sono cose che nessuno potrà mai distruggere e troveranno sempre il modo di resistere e, se necessario, di rinascere. »
Sam annuì: « Ci sono vite che non possono essere realmente spezzate, e legami che sopravvivono al di sopra di ogni difficoltà e dimensione. Ma questa… questa è davvero una rinascita, padron Frodo! »
 
 
 
Ok, solo una nota, lasciatemi fare solo un’ultima nota… È TUTTA COLPA DELLE GHIANDE!!! XD
Grazie per aver letto!! :)
   
 
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