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Autore: controcorrente    29/12/2014    1 recensioni
Si è disposti a dire di sì a qualsiasi cosa, pur di porre fine ad una tortura, se chi infastidisce è una persona pesante. Ne sa qualcosa Jane Bingley, di fronte all'ennesima visita della madre. Impegnata nella faticosa organizzazione di un importante ricevimento, la primogenita di Mrs. Bennett, offre inavvertitamente alla madre l'occasione per un'altra delle sue decisioni impreviste...Cosa potrebbe succedere se, ad occuparsi del ricevimento, è la bizzarra Mary?
E Mary, che non ha mai fatto altro che leggere e suonare il piano, come se la caverà, in questa nuova sfida? Leggete e lo saprete.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne de Bourgh, Mary Bennet, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quell'improbabile coppia...'
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Benvenuti ad una nuova avventura di questa fanfiction. Come avrete immaginato, il mio personaggio preferito della storia è Mary Bennett, la terzogenita della famiglia Bennett. Il mio personaggio è un po'particolare e molto fedele, penso, all'originale.

Molto erudita, purtroppo ha la testa tra le nuvole, cosa che le impedisce di avere soluzioni concrete nelle varie situazioni...la tipica secchiona insomma. Ovviamente la povera Caroline ha avuto una brutta sorpresa, quando ha saputo che la sconosciuta che ha preso le sue difese, altri non è che la sorella minore delle odiatissime Bennett. Poveraccia, non la invidio.

Ad ogni modo ringrazio tutti coloro che mi leggono...ed ora vi lascio al nuovo capitolo.

 

SULLA NOBILE ARTE DEGLI INVITI

 

Jane stava cucendo da circa dieci minuti. Aveva ricevuto alcune lettere dalle sue sorelle e da Mrs. Collins che, dando sfoggio del suo senso pratico, le aveva inviato alcuni vasetti di confettura di lamponi con allegata la ricetta. Mrs. Bingley apprezzò notevolmente quel pensiero. Aveva sempre avuto un debole per i dolci ed era molto felice di sapere che Charlotte si fosse ricordata di questa sua preferenza.

Quanto le piacevano i lamponi! Ricordava che, insieme alla signorina Lucas e a Elizabeth erano solite passeggiare nei pressi del parco vicino alla chiesa. Quel pensiero riempì la sua mente di dolci ricordi. Chissà cosa sta facendo la cara Charlotte, nella tenuta del signor Collins! Andava pensando, con un sorriso beato.

A differenza di sua sorella Liz, non aveva mai messo in dubbio la bontà del cugino Collins, soprattutto perché Miss Lucas era sempre stata una donna molto pratica e assennata. Non dubitava che fosse un buon matrimonio e, benché Liz fosse contraria, era del parere che Collins fosse comunque un buon partito, per quante pecche avesse.

Guardò amorevole il tessuto, fissando le decorazioni che lo costellavano. Era la sesta copertina che stava cucendo: una era gialla, l'altra verde, l'altra rossa, l'altra celeste, una arancione, una ancora gialla. Jane ne aveva cucite un'infinità, badando bene ad evitare tutti i colori che potevano essere troppo definitivi. Non sapendo se il bambino in arrivo fosse un maschietto o una femminuccia, la maggiore delle Bennett aveva saggiamente deciso di rimandare la cosa a dopo la nascita del piccolo.

Jane sosteneva un sorriso ampio e luminoso da quando il dottore le aveva dato quella notizia ed ora non smetteva di mostrarlo al mondo, abbacinando i presenti. Nemmeno la presenza di sua cognata Caroline riusciva a scalfire la sua felicità.

-Mia cara Mrs. Bingley, sono lieta di vedervi in ottima salute.- esordì, con il suo consueto tono legnoso.

-Mi fa molto piacere, carissima Lady Caroline. Perdonatemi se non ho potuto ricevervi adeguatamente ma devo seguire le parole del medico. Mi ha prescritto il massimo riposo e non posso occuparmi delle questioni pratiche.-spiegò -Chiedo scusa se non ho potuto informarvi prima. Abbiamo avuto molti impegni.-

Impegni che non vi hanno impedito di chiamare quella femmina bislacca fu il pensiero velenoso che Caroline Bingley avrebbe voluto dire...ma si astenne dal farlo. Una vera signora non faceva simili osservazioni.

-Non dovete temere. Lady De Bourgh ha provveduto a darmene notizia mentre ero in viaggio, quando ci siamo incontrate presso un'amica comune. Anche lei aveva saputo tutto questo da Lord Darcy, a sua volta informato da mio fratello.- fece, aggrottando la fronte- Gli uomini hanno uno strano modo di comunicare.-

Jane non colse la frecciatina. -Avete ragione ma Lord Darcy conosce Mr. Bingley da molto tempo. Penso che sia naturale che parlino tra loro con maggiore libertà rispetto a quando noi donne conversiamo. Mi è successo anche con mia sorella.-disse, ignorando completamente, l'inquietante irrigidirsi dei tratti della cognata.

-Ad ogni modo, sono davvero felice di avervi qui-continuò.

Caroline annuì meccanicamente.

Non era molto convinta della bontà delle parole di Jane ma era impossibile per lei capire quando era sincera e quando no. Si era resa conto che, se con la secondogenita dei Bennett era stata una vera e propria antipatia a pelle, per la moglie di suo fratello la cosa era ben più complicata.

-Lady Caroline, come vi siete trovata a Bath?-chiese questa. Al nome della località di villeggiatura, la donna si sciolse ed iniziò a raccontare le cose che aveva visto e le persone con cui aveva fatto conversazione. In quel modo, le ore volarono.

 

 

 

Il profumo della carta aveva da sempre avuto un fascino tutto particolare per Mary. Di tutte le sorelle Bennett, era colei che aveva letto di più, attingendo a piene mani alla minuscola biblioteca di famiglia. Conosceva perfettamente tutti i libri ma quello che stava leggendo in quel momento aveva tratti astrusi e inspiegabili.

Non si era persa d'animo, provando con tutte le sue forze a non cedere alla stizza ma quelle nozioni le sembravano oltremodo irragionevoli e prive delle risposte di cui aveva bisogno.

Quei pezzettini di carta, accuratamente ordinati ed impilati, giacevano intonsi di fronte a lei, in una quantità che non poteva che sembrare inquietante. -Sciogliere questo quesito si rivela un compito di difficile soluzione, giacché vi sono un numero notevole di persone da invitare. Che Iddio mi sia testimone, ma non riesco a capacitarmi della loro abbondanza.-mormorò, grattandosi la testa.

Non immaginava che sua sorella Jane avesse così tante conoscenze. Che siano queste, le conseguenze inevitabili del matrimonio? Si chiese, accarezzandosi il mento rotondo.

Quella preparazione richiedeva ogni energia. Mr. Bingley conosceva molte persone e, per sua immensa sfortuna, erano di varia estrazione sociale. In nome del Cielo, perché non si accontenta dei suoi pari di rango? Si chiese, in una nota di profonda afflizione. Come spiegare il suo turbamento? Aveva di fronte a se una pila di bigliettini immacolati, su cui doveva scrivere l'invito al ballo. Il problema era che i destinatari erano di varia estrazione sociale. Ergo, dovrò scrivere io tutti i titoli, i nomi ed il rango dei vari personaggi. Il punto però è: come posso compiere un simile atto senza fallare? Andava riflettendo con un'espressione tragicamente grave.

Ben volentieri, avrebbe interrogato Mister Archibald, al fine di avere una risposta che la togliesse da quello strano problema ma per qualche motivo, a lei completamente ignoto, ogni volta che chiedeva il suo sostegno, si ritrovava ad essere misteriosamente irreperibile.

-La servitù ha una ben strana natura- dedusse, arricciando il naso a patata. Proprio mentre stava dicendo queste cose, vide venire nella sua direzione Jane che, a passo lento e cadenzato veniva nella sua direzione. -Oh, mia cara sorella, ben ardua cosa è la missione che mi accingo a compiere.- mormorò.

Jane aggrottò la fronte. -Cosa vi affligge?-domandò, sedendosi nella poltroncina di fronte a lei.

Mary la guardò. -Avete un insieme di ospiti estremamente disomogeneo-rispose, come se quella frase fosse sufficiente...ma Mrs. Bingley non mostrò una prontezza sufficiente a coglierla e quelle parole caddero nel vuoto con una facilità che quasi sbigottì la giovane.

-Oh, Mr. Bingley ha molte conoscenze ed è suo interesse avere buoni e costanti rapporti con tutti loro. Purtroppo, il suo lavoro gli ha impedito di fare tutto ciò per un arco di tempo troppo lungo per le sue abitudini.-  rispose...prima di prenderle le mani -Voi non sapete quanto ammiri l'impegno che ci state mettendo.-

-Mrs. Bingley...-provò a dire la signorina Bennett.

-Finalmente potrò dedicarmi serenamente a mio figlio...senza preoccupazioni di vario genere...-continuò l'altra imperterrita.

-Lady Bingley...-provò di nuovo, leggermente spazientita l'altra.

-...Inizialmente nutrivo delle perplessità, dal momento che non avete molta pratica. Del resto, nella nostra casa non era abitudine fare cose del genere, considerando la rendita...-proseguì invece, implacabile, la maggiore che, con fare commosso, si portò una mano sulla fronte. -Ma, effettivamente, voi siete la più intelligente della nostra famiglia e quindi queste mie preoccupazioni erano eccessive.- mormorò, sorridendole luminosa...e, a quella smorfia, i dubbi che affollavano la mente di Mary vennero improvvisamente bloccate-Bene, cara sorella, non affaticatevi troppo!-disse, salutandola lieta.

Mary non disse niente. L'espressione luminosa di sua sorella aveva un potere rassicurante, da che avesse memoria. Era come un raggio di sole che sapeva illuminare tutto. Aveva infiniti e misteriosi poteri, come provocare un innaturale silenzio nella signora Bennett e nelle sue sorelle minori, esseri inspiegabili ma capaci di produrre parole a velocità inusitate e senza aver necessità di bere o respirare. Jane sembrava un angelo in terra, capace di rendere tutto più bello, anche il chiacchiericcio logorroico di Lydia. Così leggiadra da non sembrare vera.

Mary si bloccò.

-Cielo, ho dimenticato di chiederle l'esatta condizione dei vari invitati!-esclamò, portandosi le mani sulle guance paffute.

 

 

 

 

Lady Caroline non aveva dormito molto quel pomeriggio e nemmeno le notti precedenti il suo arrivo nella dimora del fratello. I suoi timori, relativi alla cattiva influenza dei Bennett, uniti alla consapevolezza che il degrado della loro stirpe era perennemente sul punto di realizzarsi, avevano contribuito alla sua insonnia. Insonnia che si era tradotta in un umore, se possibile, peggiore rispetto a quanto era successo in precedenza. La servitù, forse subodorando il suo clima tempestoso, se ne stava ad una distanza di sicurezza, camminando con passo piuttosto celere, quando la incrociavano.

Ignara del terrore che solo la sua presenza era capace di scatenare, la donna visionava truce ogni piccolo anfratto, non potendo fare a meno d'indignarsi per l'aspetto che quella casa aveva assunto, dal giorno in cui si era trasferita a Bath. Gli arredi le sembravano eccessivamente spogli, privi dell'augusta grandezza che i vecchi mobili, retaggio di generazioni e generazioni di Bingley, possedevano. E'appena arrivata e già sta seminando danni pensò, fermandosi truce di fronte ad un vaso di fiori agresti.

Non ricordava che i Bingley tenessero in casa piante del genere. Sua madre, per esempio, non li avrebbe tollerati. Dove andremo a finire? Rifletté tragica.

Proprio mentre era persa nella drammatica contemplazione del degrado del proprio casato, vide la piccola sagoma della Bennett. Istintivamente, aggrottò la fronte. Lo faceva sempre ma, per qualche strano riflesso involontario, i muscoli di quella parte del volto si contraevano non appena vedevano un Bennett nei paraggi. Subito Caroline si accorse che aveva reagito in quel modo anche in presenza di Mary ma, vedendo quanto bislacca e poco appariscente fosse, aveva razionalmente rinnegato il sincero avvertimento corporeo.

E, ahimé, ho sbagliato si disse, rimproverando la sua scarsa prudenza...ma, in fondo, non poteva non essere indulgente con sé stessa. La terzogenita di quell'insopportabile schiatta aveva un aspetto poco curato, come se non sapesse bene come dare un qualche beneficio alle poche, positive qualità del volto: di media altezza e dal fisico un po'rotondetto, aveva movenze che volevano essere solenni ma che, per l'ostile costituzione fisica, apparivano inconcepibilmente goffe e ridicole.

Caroline si biasimò. Aveva dato per scontato che le Bennett avessero come unica dote una certa piacevolezza nel corpo e si era lasciata ingannare dall'assoluta sciatteria della giovane donna. Senza contare che l'aveva pure lodata ed ammirata, con una devozione che nessuna delle sue sorelle si era mai sognata di fare...e questo, forse, era l'unica cosa che toccava la Bingley nel profondo, facendola quasi commuovere. -Buongiorno, Miss Bennett-salutò.

Non aveva mai rivolto la parola ai Bennett per prima ma la difesa e la devozione che la signorina aveva manifestato, l'avevano persuasa a fare quella piccola concessione.

Mary alzò di scatto la testa, guardandosi attorno, come se fosse sovrappensiero. -Oh- disse, rizzandosi in piedi ed eseguendo un inchino maldestro -buongiorno, vostra...Grazia, sì, presumo che sia così.- disse, storcendo la bocca piccola.

Udendo quelle parole, la signorina Bingley fece una cosa che nessuno aveva mai visto fino a quel momento. Sorrise. Sorrise come se avesse ricevuto la proposta di matrimonio dal principe della Nazione, come se avesse appena saputo che il suo Darcy aveva abbandonato quella sciocca di Elizabeth Bennett, come se avesse vinto la partita di bridge, come se...insomma, per farla breve, aveva appena toccato un nuovo premio della sua realizzazione personale.

-Sono lieta della vostra condotta.-fece, mantenendo quel sorriso leggiadro sul volto. Una cameriera, passando di lì, si spaventò e, a passo ancora più svelto, corse nelle cucine, pallida in volto per quell'espressione che, sul viso della signorina Bingley, non riusciva a non essere terrificante.

-Vi ringrazio- disse Mary, del tutto ignara di quanto stava avvenendo.

Caroline inclinò la testa. -Cosa stavate facendo?-chiese, osservando la pila di bigliettini sul tavolo.

-Un'incresciosa afflizione che non riesco a risolvere in modo adeguato-rispose compita la terzogenita, assumendo un'espressione ancora più grave del solito.

-A cosa alludete?-domandò Miss Bingley.

-Invero, Miss, sono in una terribile angoscia, dovuta al pensiero che mia sorella mi abbia affidato un compito impari per le mie, tutto sommato vaste, capacità. Ho il timore che l'ostacolo che mi si pone innanzi sia cosa assai ardua e difficile, tanto da farmi temere di aver toccato i limiti del mio intelletto.-rispose, posandosi una mano sulla fronte, sospirando per lo sforzo che aveva compiuto con quella che riteneva, tutto sommato, una noiosa ammissione.

Lady Caroline inarcò la fronte, rimanendo alcuni minuti in silenzio.

-Ahimé, sono afflitta da questo quesito. Mia sorella mi ha dato la delicata missione di occuparmi della missiva ma temo di non avere sufficienti informazioni per poter assolvere al meglio a questo incarico. - spiegò, annuendo tetra. La prospettiva di fallire quel compito era quanto di più avvilente potesse capitarle e nemmeno la lettura del suo amato Aristotele avrebbe potuto placare la sua afflizione.

-Ebbene risolvetevi da sola tale incomodo. Una donna, che possa definirsi tale non può che seguire quella che è la sua natura e, come femmina, deve assolvere alle faccende muliebri senza scendere a compromessi.-disse severa.

-Ma...-provò a dire.

-Niente ma! Una gentildonna deve essere perfettamente in grado di organizzare un ballo come si conviene e sono certa che gli invitati di mio fratello siano un gruppo ben educato e ammodo.- la ammonì, fissandola gravemente.

Mary impallidì.

Il viso della dama era serio e indignato, come mai aveva visto. L'abito, color primrose, esaltava la chioma perfettamente acconciata. Aveva lineamenti regolari e duri, che l'espressione seria rendeva ancora più marcati. Non poteva che essere lieta delle sue parole. Finalmente qualcuno le dava delle sicurezze...così cominciò a scartare tutte le informazioni su come rivolgersi a negozianti e persone di origine comune. -Avete perfettamente ragione-ammise- per fortuna, ho modo di avere un così saggio consiglio da voi. Iddio mi è testimone, la famiglia Bingley è fortunata ad avere una così distinta e generosa dama quale voi siete.-

Sentendosi così lodare, Caroline non rispose subito. Il dolce piacere che solo un complimento così pomposo sapeva lasciarle era indescrivibile. Da molto tempo non era oggetto di una simile venerazione e, sia pure in quelle bizzarre circostanze, era qualcosa di molto bello e gradevole. -Sono lieta che voi siate dotata di un'intelligenza tanto sviluppata. Non tutti sanno riconoscere i miei meriti e le mie virtù, come io sono in grado di fare.-disse, con solenne rassegnazione.

-Vi comprendo perfettamente-aggiunse Mary- il Mondo è cieco quando la grandezza è così vicina.-

Caroline fece per aggiungere qualcosa, quando vide la sagoma di suo fratello uscire da uno degli studi della casa. -Mr. Bingley, di grazia, cosa vi spinge a camminare con un passo tanto sgradito?-chiese, fissandolo truce.

Charles si fermò. -Vi prego, Caroline, non ho davvero modo di parlare con voi di argomenti tanto piacevoli, giacché non è il momento-disse serio.

A quella vista, la donna si preoccupò. Suo fratello aveva lo spiacevole difetto di essere allegro in qualsiasi situazione, anche nelle più imbarazzanti e quando era serio, significava che la questione era davvero grave.- Cosa vi è accaduto?-chiese.

Mister Bingley sospirò. -Mi dispiace molto, Miss Bennett-disse, fissando la cognata che, per tutta risposta, rimase in silenzio, con un espressione determinata e con in testa ben altri pensieri. Escludendo i ceti più umili, come avrebbe potuto scrivere l'invito senza sbagliare? Forse è opportuno tirare a sorte, scegliendo tra le espressioni più neutre e meno compromettenti...in nome del Cielo, quali altre calamità devono mai accadere? Si chiese retorica, mentre fissava il pallore farsi strada sul viso di Lady Caroline.

 

Sto dando spazio a Lady Caroline. Non era previsto ma l'ispirazione fa come vuole. Intanto vi ringrazio per avermi recensito finora. Non so bene come prenderete questo capitolo ma vi lascio una spiegazione. Mary deve scrivere gli inviti per il ricevimento ma non sa come fare. Pignola com'è, vuole usare il titolo giusto per ciascuno degli invitati ma non sa quale è il loro status perché sulla lista ci sono solo i nomi...e lei vuole fare le cose per bene. La bizzarria del personaggio è senza limiti ma non temete. Anche lei avrà la sua nota rosa...alla sua maniera ovviamente. Intanto vi auguro BUON 2015!

   
 
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