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Autore: Lely_1324    30/12/2014    4 recensioni
"Lui vede gli occhi di lei brillare. Quella luce la vede solo nei suoi occhi, è una donna davvero meravigliosa. In quegli istanti gli sembra di vedere Emma innamorata di Hook.
E' una cosa che adora. Quella di impersonare Hook, così sicuro di se, che piace tanto a lei,tanto da conquistare la sua fiducia, il suo amore. E' una gradevole scappatoia dalla vita reale."
COLIN O'DONOGHUE- JENNIFER MORRISON
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A  place for us




Era salito sul sedile posteriore e aveva fatto cenno all’autista, da dietro quel vetro offuscato che lo separava dai due sedili davanti, di proseguire.

Si abbandonò sullo schienale ed  allentò il colletto della camicia, contento di sapere che la casa che lo aspettava era vuota e silenziosa.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, mentre si sbottonava i polsini e si arrotolava la camicia lungo gli avambracci, soffocato dal caldo dell’auto.

-Può fermarsi un attimo? Ci si scioglie, qui dietro!
-Come vuole lei.
- La ringrazio.


Si trascinò fuori dall’auto, assetato di aria fresca.
Quella serata era stata stremante.

Respirò profondamente, cercando di rilassarsi, ma una vena gli pulsava in testa, al ritmo martellante di un solo nome.

“Jennifer, Jennifer, Jennifer”.

E, all’improvviso, lei era lì.

Usciva fuori da un club.
Si stringeva una stola sulle spalle e aveva le mani arrossate dal freddo.
Stava salutando un’amica.
Si volta, lo riconosce, molla la borsa per andarlo ad abbracciare. 
Lo stringe, si sono lasciati poche settimane fà, ma è come se non si vedessero da mesi... è una sorpresa, un regalo. E' bello incontrarsi per caso un giorno qualunque. Stringe le sue mani e non vuole  più lasciarle. I suoi occhi lo risarciscono di tutto.
Lui ha  la solita,familiare impressione che le si mozzi il fiato per qualche secondo, prima di scaldarlo con quel suo sorriso strabiliante, acceso, vivo.

-Che ci fai qui? Pensavo scappassi a casa dalla tua famiglia.-
-Lo avrei fatto, se avessi avuto una famiglia dalla quale scappare. Sono rimasti a Dublino.-

Lei sgranò gli occhi, sorpresa.
-Anche questo mese?!
Colin annuì, mentre lei  allungava una mano e gliela posava su una spalla.
Istintivamente, Colin cercò di nuovo il contatto di quella mano poggiata su di sé, accarezzandone il dorso.
Jennifer fissò le loro mani, unite, strette.
Lui le prende anche l'altra mano tra le sue, la raccoglie come un guanto perso tra la neve.
E' un gesto molto intimo. 
-Hai le mani fredde-sussurrò lui.
-Ho freddo-rispose lei.

Lui le indicò l’auto ancora parcheggiata.

-Ti riaccompagno a casa, se vuoi.

Salirono in auto, senza guardarsi.
-Qui si sta  meglio- fece lei, saggiando il caldo dell’abitacolo.

-Anche troppo- sospirò Colin.
Cadde il silenzio. Un silenzio piacevole.
Colin chiuse gli occhi si concentrò per un attimo sull’odore sensuale che Jennifer era solita emanare, provò a riconoscerne le note, fallendo, perché quella fragranza era tanto ammaliante quanto enigmaticamente ben mescolata.
Arrivarono in pochissimo tempo. Molto, molto meno di quanto lui ricordasse.

Si guardarono negli occhi.
-Grazie, allora.
-Di nulla.

-Buonanotte.
-Buonanotte,Jen.

Titubante, Jennifer rimase a guardarlo, col respiro affannoso di chi è sull’orlo di un precipizio, indeciso se saltare nel vuoto oppure no.
Ecco cosa sembravano quella sera i suoi occhi, un precipizio.

Decise di gettarsi.

Si sporse verso di lui.
Gli strinse il viso tra le mani e gli posò le labbra su una guancia, lentamente.

Lo baciò con una calma che doveva assicurarle che lui si sarebbe ricordato di quel momento.
Indugiò forse troppo a lungo in quel contatto, godendo del calore della sua pelle sotto le labbra.
Poi la portiera si chiuse dietro di lei.
E a Colin non restò che  guardare la sua schiena sinuosa, foderata di raso , mentre entrava in casa.
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E’ notte.

Sembra assopita davanti alla  finestra, mentre il contorno della città si confonde gelidamente con il cielo nero e trapunto di nuvole iridescenti, cariche di pioggia.

“Pioverà, tra poco” pensa , mentre la prima goccia rotola inarrestabile ed aggraziata lungo il vetro.
Una goccia più grande delle altre la segue: un lungo taglio d'acqua che divide la notte. 
Mentre il fiato appanna una piccola porzione della sua visuale, un tremito inaspettato la percorre.
Ed è chiaro perché.
Un lampo ha appena illuminato il cielo, squarciandolo a metà,e una nuvola si è irrorata di una luce azzurro intenso.

Da qualche anno a questa parte, davanti a quel colore non può fare a meno di rabbrividire, pensando a due occhi che la scrutano con intensità, sgomento e desiderio. 

Sussulta per lo squillo del telefono.
Sbatte più volte le palpebre accertandosi di aver letto bene in nome sul display del cellulare.
- Pronto..- Il freddo del pavimento le si arrampica su per le gambe, scuotendola con un brivido e annidandosi alla base della spina dorsale.
-Ciao.
-Ciao Colin- un sospiro, un'incertezza - va tutto bene?- 
- Si, tutto bene, scusami è un'ora assurda, non volevo disturbarti, non avrei dovuto chiamare.-

La verità era che aveva cercato di tenere aperti gli occhi fino a crollare addormentato, perché sapeva quale volto avrebbe galleggiato sotto le sue palpebre.
Si era stretto le lenzuola intorno ala busto e maledicendosi perché quel viso non era quello di sua moglie o di suo figlio, aveva afferrato il cellulare e l'aveva chiamata.

- Solo..mi sei mancata
Lei ride, senza una vera allegria, piuttosto per consolare una tristezza lieve ma perenne.
- Ci siamo a malapena scambiati gli auguri a Natale...e solo adesso hai avuto nostalgia di me? -
- Sono anni che ho nostalgia di te Jen...
La sua voce scompare dietro ad un sospiro, c'è di nuovo rumore di vento, di chilometri di distanza e per la prima volta Jennifer sente di avere paura la linea cada e torni il silenzio.
Di colpo si chiede come ha fatto a rinunciare a lui per tutto questo tempo. Pechè nella vita capita di rinunciare alle persone migliori a favore di altre che non ci interessano realmente, non ci fanno del bene, ci capitano semplicemente tra i passi?
Sente  una morsa serrarle la gola e le lacrime scendere meste, come punte di acciaio rovente. 
Le asciuga con il palmo della mano grata che lui non possa vederla. 
- Ci vediamo sul set allora, buonanotte Colin- conclude sbrigativamente, riattaccando  prima che lui poi possa replicare, cercando di porre fine il più rapidamente possibile a quella tacita sofferenza.
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Il fermento del ritorno sul set, è un' emozione che ogni volta la esalta. Quella mattina non fa eccezione. Tutto intorno a lei è attrezzato per le riprese,come al solito. 
Piove ancora, come l'altra sera. 
Le gocce sono fitte, a formare una coltre d'acqua monotona ed affascinante al tempo stesso. 
C'è chi dice che la pioggia ci consenta di non piangere da soli.
"Jen". Un cameraman la inquadra sorridendo.
J: "Non ti conviene,Pete"
La sua risata è contagiosa. Cattura più della sua bellezza. Neppure quel battedo d'acqua può scalfirla.
P: "neghi una ripresa al tuo più grande fan?"
J: "solo quando ho i capelli in disordine."
P: "guarda che questa  la vendo su e-bay"
Sorride radiosa.  
C: "allora voglio esserci anch'io con la bionda misteriosa."
J: Colin!
C: "Jen!"
Corre verso di lei sotto la pioggia, riparandosi con il copione. La raggiunge all'interno.
Fingono che non sia successo nulla, anche se c'è una specie di imbarazzo tra loro, un qualcosa di strano .Un'attesa che aleggia come una nube salmastra.
Lo aveva intravisto mentre entrava precipitosamente in studio, una tazza di caffè fumante in una mano, con l’aria di chi sa di essere in un ritardo mostruoso.
Ora le porge il suo caffè, il suo braccio teso si protende verso di lei come se la tazza fosse un'insolita appendice. 
Lui vede gli occhi di lei brillare. Quella luce la vede solo nei suoi occhi, è una donna davvero meravigliosa. In quegli istanti gli sembra di vedere Emma innamorata di Hook.
E' una cosa che adora. Quella di impersonare Hook, così sicuro di se, che piace tanto a lei,tanto da conquistare la sua fiducia, il suo amore. E' una gradevole scappatoia dalla vita reale.
Lei avvolge entrambe le mani intorno al calore di quella bevanda, avvicinandola alle labbra.
Piove dietro la finestra, ma non è una rumorosa pioggia invernale, è una pioggia frusciante, felpata, quasi primaverile. Mormora, sospira, racconta qualcosa scivolando sul vetro, fondendosi col vento. E' come uno sfregamento, un graffio lieve,  come il rumore di una foglia che viene accartocciata…
- Grazie per il caffè
-Figurati- 
- Senti per l'altra sera...
-Non importa Jen, era tardi, eravamo entrambi stanchi...
-Già..-asserisce lei senza convinzione.
Le è vicino, troppo vicino. Sente l'odore del suo respiro, del suo amore senza riparo.
 Si sente nuda sotto il suo sguardo sincero. Quell'uomo ha i cielo negli occhi.
Continuano ad osservare la pioggia cadere con mestizia, respirano, il fiato bianco si condensa contro la finestra.
A volte quando non parlano più, eppure lo sento vicino, quando sente solo la sua anima Jennifer ha fiducia in loro. 
Ma non vuole soffrire, il mondo le sembra saturo di tutto. 
- Sai Jen le storie che sembrano più assurde, le più impossibili, certe volte sono le migliori-
Lo ha sputato fuori tutto d'un tratto. Lascia che quella frase galleggi tra loro, sospesa. 
Sà di aver rotto quell'equilibrio precario, quella quiete superficiale che si stava ristabilendo.
-Gli amori sono svelti nel consumo, nell'esaurirsi, ma cancerosi di nostalgia.- gli occhi di Jennifer sono pieni di lacrime amare mentre risponde, continua a fissare un punto imprecisato oltre il vetro della finestra, il solito sorriso rassegnato di chi ha visto tante  promesse infrangersi a  favore di qualcosa che vale poco più che niente.
Ha ragione lei, la loro è una missione suicida, sono destinati ad autodistruggersi, a logorarsi per qualcosa di irrealizzabile. 
Colin si sporge verso di lei e le sfiora la guancia con le labbra in un bacio casto.
Riesce a percepire il sapore salato delle sue lacrime.
Quel contatto è troppo anche per Jennifer.
Nasconde il viso nell'incavo del suo collo, depositandoci a sua volta un bacio umido di pianto, mentre lui le accarezza i capelli, la schiena, la vita sottile. 
Tocca la nostalgia che avrà di lei.
Non sciupano niente.
Nessuna paura, nessun rimprovero, nessun rimpianto nè imbarazzo. Nessun pentimento viene a disturbarli. 
- Mi mancherai tutta la vita Jen-





Grazie di cuore a tutti coloro che hanno speso dieci minuti per leggere questa piccola follia e a tutti coloro che avranno voglia di lasciarmi il loro parere. Un abbraccio.
  
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