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Autore: danyazzurra    01/01/2015    9 recensioni
E se la storia di Pegasus non fosse ancora finita? E se non si fossero dimenticati proprio tutti di quello che è successo? E se la profezia fosse ancora valida? E se poi proprio Pegasus fosse il collegamento?
Seguito di " E se domani" potrebbe essere letta anche da sola, ma molti personaggi vi risulterebbero sconosciuti!!
Spero che leggerete e che mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Pegasus si alzò di scatto dal letto. Sentiva il respiro affannoso accompagnarlo nel silenzio della camera.
Aveva fatto dei sogni orrendi.
Sogni. Proprio sogni.
Tre o quattro sogni, ognuno diverso dall’ altro, ma contemporaneamente tutti legati da un filo logico: lui.
Lui era cattivo. Il mondo era in guerra, tutto ciò che lui conosceva era distrutto e devastato, eppure sembrava tutto così reale.
Talmente reale che il cuore non gli si era ancora fermato.
E alla fine quello. Le ricordava come se invece che sognarle, quelle frasi, le avesse imparate a memoria:
La luna ed il sole congiungeranno nel quarto giorno del quarto mese dell’ anno.
 Nel giorno che rifletterà la sua luce nelle acque rosse di sangue.
Colui che verrà alla vita sarà marchiato con la luce e quando la vita lo abbandonerà, l’ Apocalisse fermarsi potrà.
Per Silente! Cosa potevano voler dire?
Questi sogni così strani, come lui cattivo e capo di un’ organizzazione, o come tutta quella guerra che aveva visto svolgersi poteva essere frutto di quello che era successo quel giorno?
Come quando aveva fermato quel libro che gli aveva lanciato J.J. solo con l’ uso di una mano?
Provò ad aprire la mano, ma non sentì niente; al contrario, quel pomeriggio, aveva sentito come un’ energia salirgli dal petto.
Portò le gambe fuori dal letto continuando a guardarsi la mano, eppure non aveva niente di diverso, per un attimo quella strana voglia che aveva sul polso parve luccicare, ma il tempo di un battito di ciglia e non era più niente, per cui Pegasus pensò di esserselo immaginato.
Chiuse la mano a pugno mentre si alzava in piedi e si mise una maglietta controllando l’ orologio.
Erano le sei, ma tanto valeva scendere, aveva proprio voglia di una corsetta mattutina che gli rinfrescasse le idee e poi poteva deviare a casa di Cris e svegliarla con un bacio.
Scese in cucina e si avvicinò al frigo, ma come mise la mano sopra al pomello una fitta lancinante alla testa lo fece piegare su se stesso.
Si portò una mano alla fronte e se la premette fino a cercare di estirparsi il dolore, di strapparlo via attraverso il suo viso.
La sua mano scivolò lungo la superficie del frigorifero e lui cadde lentamente sulle ginocchia. Con gli occhi offuscati di dolore vide il suo polso di nuovo illuminato, ma una nuova fitta lo costrinse a chiudere gli occhi e mordersi le labbra per non urlare.
“Aiutami” un sussurro e il mal di testa scomparve così come era cominciato.
Pegasus si rialzò in piedi lentamente, se non fosse stato per le sue gambe che ancora tremavano, avrebbe pensato di aver sognato, tanto era passato all’ improvviso.
Si guardò di nuovo il polso e quella piccola voglia rossastra che aveva dalla nascita.
Poteva davvero essersi illuminata prima? E che voleva dire?
Per un momento pensò di svegliare sua madre e suo padre, ma poi ci ripensò e tornò verso camera sua, forse, invece che fare colazione, era meglio se dormiva un pochino.
Probabilmente tutti quei sogni lo avevano influenzato talmente tanto da avere delle piccole allucinazioni anche da sveglio.
“Merlino, Peggy, hai una faccia da schifo” commentò A.J. scendendo le scale e Pegasus strinse gli occhi fino a ridurli a due piccole fessure grigie “ chiamami di nuovo Peggy e non avrai più problemi di faccia, visto che te la ridurrò in poltiglia” lo minacciò e A.J. si limitò a sorridergli nella sua solita maniera Serpeverde.
“Sei troppo Grifondoro per farlo ed io…”
A.J. si bloccò vedendo il fratello aggrapparsi al corrimano “ che succede?” gli chiese subito preoccupato.
Potevano anche prendersi in giro e litigare, ma alla fine erano fratelli e si volevano molto bene.
“ Chiamo papà” disse guardando le mani di Pegasus che stavano diventando bianche per l’ impegno che stava mettendo nel non cadere a terra e non urlare di dolore.
Pegasus lo fermò prendendolo per un braccio “ no” disse soltanto, non sapeva se sarebbe riuscito a dire altro senza urlare.
“ Perché?” gli chiese A.J. e Pegasus non rispose.
Non sapeva perché, ma sentiva che era una cosa che doveva fare da solo.
“ Aiutami, Pegasus” di nuovo quel sussurro e poi il mal di testa passò con la stessa velocità con cui era arrivato.
“ Sto bene” disse e si rialzò, cercando di apparire come se niente fosse successo.
“No che non stai bene”.
A.J. non si sarebbe fatto fregare, vedeva il colore cereo del fratello e le sue mani ancora appoggiate al corrimano che sembravano tremare per lo sforzo di stare in piedi.
“ Sei solo un Grifonidiota che vuole dimostrare di non aver bisogno di nessuno”
“ Stai zitto, A.J.” lo rimproverò Pegasus, ma A.J. scosse la testa “ ti farai visitare da nonno Draco, o giuro che dico tutto a mamma e papà”.
Pegasus valutò le due opzioni. Dire tutto a suo padre e sua madre avrebbe voluto dire non aver più pace, la preoccupazione di sua madre era proverbiale. Dire tutto a suo nonno, del resto, comportava almeno una decina di esami medici e lui odiava il San Mungo.
“Buongiorno”.
La voce di Lily li fece trasalire entrambi “ allora?” sussurrò velocemente A.J.
Pegasus guardò il fratello con rabbia “ ti sei giocato la mia scopa” rispose e A.J. scosse le spalle.
Non gli importava della scopa di Pegasus, non se in cambio rischiava di vedere Pegasus stare male, ma questo non poteva dirglielo.
“ I miei cuccioli” disse Lily baciando A.J. sulla testa, poi guardò Pegasus, ma vide che non la stava guardando.
Che fosse ancora arrabbiato per quella storia con Cris?
Gli alzò il viso e fissò i suoi occhi grigi e sfuggenti “ non hai una bella cera” commentò e Pegasus scosse la testa “ sto bene…sono solo stanco” si giustificò.
“ Forse è Cris che ti tiene sveglio?” scherzò Lily e Pegasus scosse piano il viso dalle dita di Lily “ non dire cavolate, mamma” la riprese.
“Ehy, attento a come parli a tua madre”.
Pegasus sospirò. Perfetto, ecco anche suo padre.
Ma quel giorno non dormiva nessuno? Erano a malapena le sei e mezzo ed erano tutti in piedi.
“ Che hai, Pegasus?” chiese anche Scorpius che man a mano che si avvicinava notava il suo colorito pallido.
“Forse un po’ d’ influenza” commentò e Lily gli mise una mano sulla fronte per sentire se fosse calda.
In quel momento lui si sentì inondare di rabbia e di potere come se sua madre glielo stesse trasmettendo con il solo contatto della mano.
“ Devi aiutarmi” questa volta la voce non era più un sussurro, ma quasi un grido.
Sussultò e si accorse che tutti lo stavano guardando “ che cosa ti succede?”
Pegasus si accorse che ormai non era più solo sua madre a guardarlo preoccupata e scosse la testa “ credo sia un brivido di freddo” si giustificò.
“Eppure non hai la febbre” commentò Lily “ ma forse ti sta salendo” aggiunse e Pegasus rilasciò il respiro.
Ci stava credendo.
“Vado a farti un thè caldo” disse e scese le scale insieme ad A.J. che continuava a guardarlo sospettoso.
Alzò il viso e vide lo stesso sguardo in suo padre “ sicuro che sia influenza?” domandò e Pegasus annuì.
In realtà avrebbe voluto gridare aiuto, ma continuava ad avere quella sensazione di non doverlo dire a nessuno.
“Certo” affermò e poi, prima che Scorpius potesse protestare, lo superò mormorando “ letto” e si chiuse la porta alle spalle.
Si appoggiò alla porta raccogliendo tutte le sue forze e si impose di arrivare al letto, passo dopo passo, fino a quando non cadde a faccia in giù svenuto.
***
Pegasus si mosse dallo specchio facendo frusciare il mantello.
Possibile che quello stupido fosse svenuto?
Poche invasioni nella sua mente e lui era crollato. Non era affatto sicuro che fosse la persona giusta per quello che doveva fare.
Eppure, la profezia parlava chiaro.
Doveva essere lui, in fondo era lo stesso se stesso, solo di un’ altra dimensione.
Un’ altra dimensione di pappamolla, pensò e si morse il labbro allontanandosi dalla visione del suo se stesso.
Era turbato.
Quegli occhi grigi uguali ai suoi, ma contemporaneamente diversi dai suoi. Erano così innocenti, così buoni.
La rabbia gli montò in un secondo ed i suoi occhi divennero rossi così come le linee della sua mano.
“ Signore?”
Pegasus si voltò verso il suo adepto e lo guardò facendogli cenno con la mano che poteva parlare.
“Hanno trovato qualcuno della resistenza” lo informò e le labbra di Pegasus si aprirono in un ghigno “finalmente” disse e l’ uomo quasi indietreggiò al suono della sua voce.
Era così profonda da trasformare l’ aria in elettricità pura. Sembrava capace di ferire anche solo con il tono della sua voce.
“ Dove è stato portato?” chiese avvicinandosi all’ uomo che abbassò la testa devoto “ nelle prigioni, mio signore” rispose e Pegasus sorrise.
“Puoi andare” disse e l’ uomo si chiuse la porta alle spalle.
La resistenza. A quanto pareva anche loro a volte facevano degli errori, anche se, molti meno di quelli che facevano gli incapaci al suo servizio.
Si passò una mano sulla fronte: la testa gli martellava tremendamente. Aveva usato davvero molte energie per raggiungere il ragazzo e, nonostante i suoi sforzi, lui non si era ancora collegato con la sua mente.
“ Maledizione” imprecò e la rabbia che provava gli fece accendere di nuovo gli occhi.
Aveva bisogno di quello stupido. Ne aveva bisogno per non morire.
Aprì la porta con il solo uso delle mani e scese le scale che conducevano alle prigioni.
Vide gli uomini di guardia che da seduti e rilassati, si alzarono in piedi chinando la testa e lui accennò un assenso con il capo.
Entrò dentro la stanza e si fermò. Per un attimo un’ emozione solcò il suo volto, ma si affrettò a cacciarla via.
Lui non aveva emozioni. Lui le aveva seppellite tanto tempo fa. Lui poteva solo uccidere.
Ed è quello che avrebbe fatto anche con quella donna che si trovava di fronte.
Quella donna che, poteva leggere nel suo volto, l’ aveva riconosciuto, così come lui, pur non avendola più vista da quando aveva compiuto la sua prima uccisione, aveva riconosciuto lei.
Quella donna che era sua madre.
“ Chi l’ ha portata qua?” chiese Pegasus alla guardia che era esattamente dietro di lui “ Il Maestro Corner, signore” rispose la guardia “ dice che ha molti conti in sospeso con lei”.
Pegasus si avvicinò a sua madre che con i polsi circondati da delle catene ed un bavaglio sulla bocca poteva limitarsi solo a guardarlo, ma nel suo sguardo vi era tutto l’ amore. Così tanto amore che per un attimo Pegasus si sentì destabilizzare.
Si riprese appena la sua mente fu invasa dalle immagini del suo passato “ mi sono sempre chiesto dove fossi finita, mammina” le disse e poi alzò una mano e Lily si contorse sotto la Cruciatus.
Mille coltelli perforarono la sua pelle e degli aghi le punsero il cuore, il dolore era indicibile, era così forte e lei non poteva assecondarlo, legata com’ era.
I polsi le si spezzarono dentro alle catene e le gambe le si piegarono fino a quando le caviglie, sotto la pressione della maledizione si ruppero. La pelle sembrò strapparsi da addosso e le provocòun bruciore così intenso che le sembrò di andare a fuoco.
Aveva subito la Cruciatus altre volte, purtroppo con la guerra che infuriava non aveva potuto farne a meno, ma non aveva mai subito un tale dolore.
Lily si chiese se fosse solo per la potenza di suo figlio e soprattutto perché le stava facendo questo.
Aveva visto dai suoi occhi che sapeva chi era e allora perché la torturava?
Non riuscì a darsi risposta perché il dolore la fece svenire nell’ esatto istante in cui Pegasus rialzò la mano e interruppe la maledizione.
Pegasus guardò un solo secondo sua madre, non poteva permettersi di guardarla per più tempo o l’ avrebbe uccisa.
E lui non voleva che morisse.
Voleva che scontasse ogni minima cosa che gli aveva fatto passare nella sua infanzia.
Si chiese dove fosse stata in questi undici anni, ma scoprì che non gli importava.
Lei era sparita subito dopo averlo fatto diventare un assassino e doveva a lei quello che era ora.
Doveva a lei se a volte si odiava, se capiva di non avere pietà nel cuore e se si rendeva conto di non riuscire mai a provare niente che non fosse odio e vendetta.
Ma soltanto chi aveva subito un destino come il suo, chi aveva sofferto per tanti anni senza che a nessuno importasse di lui poteva capire.
Il suo destino era quello: perire o divenire chi volevano loro e chi avrebbe scelto di morire?
Odiava il fatto che lo stavano usando, che stavano usando la sua magia, la sua potenza, ma sperava che sarebbe riuscito a risolvere tutto con il Pegasus dell’ altra dimensione.
“ Pegasus”.
Si voltò al suono dell’ unica voce di cui gli importasse qualcosa, e anche in quel caso si trattava solo di rispetto.
Il rispetto che si porta alla persona che ti ha cresciuto e allevato.
“ Che hai fatto?” chiese la donna “ adesso dovremo guarirla” affermò, poi gli mise una mano sulla spalle.
Una ruga di affetto che gli solcava il viso “ so chi è e so perché la odi, ma siamo in guerra, Pegasus” gli spiegò “ ed ogni pedone è importante…” gli disse e Pegasus storse il naso al pensiero che stesse paragonando la guerra ad una partita di scacchi.
Gli sembrò così stupido da parte sua.
“E poi lei è una regina e non un semplice pedone” affermò guardando Lily priva di sensi e con il respiro affaticato.
Lei era la regina della sua scacchiera. Le era sfuggita una volta e lei non lo sapeva neanche, ma adesso non avrebbe avuto più questa fortuna.
“Adesso guariscila…con i tuoi poteri ci metterai un attimo” gli ordinò.
Pegasus la guardò, sembrava deciso a non farlo. In fondo lei lo aveva lasciato soffrire così tante volte, spesso gli aveva rotto le ossa e spesso non lo aveva guarito per dargli delle lezioni.
“Guariscila o sarò costretta a dire a La madre di tenere lontano anche te oltre ad Aaron”.
Pegasus sospirò.
Avrebbe voluto fare come i bambini e mettersi a battere i piedi al grido di “ non voglio” ma non voleva che lo allontanassero e nonostante il suo potere, il capo era ancora La madre e poteva punirlo se voleva.
“Va bene” disse e la donna sorrise soddisfatta prima di lasciarlo solo con Lily.
Pegasus aprì la mano e le sue linee si illuminarono fino ad eseguire il suo comando.
Le ossa rotte di Lily si ricomposero e le parti ustionate tornarono chiare.
La guardò aprire gli occhi di nuovo illesa e nel momento in cui i loro occhi s’ incrociarono sperò soltanto che quello stupido dell’ altro se stesso arrivasse presto.
***
La donna entrò nella sua stanza e si avvicinò alle tende.
Le aprì tutte fino a fare entrare la luce nella stanza e illuminarla.
Odiava il buio, le ricordava il suo passato.
Poi guardò quella piccola tenda, era rossa come il sangue e lei adorava quel colore.
La scostò leggermente e guardò lo specchio che vi era dietro.
Il suo riflesso la contemplò “ allora è tutto pronto?” le chiese quella donna che era uguale a lei in tutto e per tutto.
“Non posso credere che siamo riuscite ad arrivare a questo momento” aggiunse “ finalmente avrò la mia vendetta” concluse la donna del riflesso.
“La odi così tanto” la sua non era una domanda, ma un’ affermazione, era soddisfatta che l’ altra se stessa le somigliasse così.
Lei non aveva motivo di detestare Lily Potter, era un membro della resistenza, quello era vero, ma la resistenza era solo un piccolo fastidio nella loro società, ormai totalmente conquistata.
Invece quell’ odio così intenso provato dalla donna del suo riflesso, era così inebriante da contagiarla.
“Ha distrutto tutto” commentò la donna del riflesso “ ha distrutto tutti noi, ma la pagherà… e non vedo l’ora”.

COMMENTO: BUON ANNO!! QUESTO E’ IL MIO REGALO DEL NUOVO ANNO SPERO SIA GRADITO!! CI TENEVO A PUBBLICARE OGGI IL PROLOGO, ANCHE SE LA STORIA VERA E PROPRIA VEDRA’ LA LUCE QUANDO SARO’ QUASI A FINE DI PICCOLA STELLA ( DELLA QUALE A PROPOSITO IL PROSSIMO CAPITOLO ARRIVERA’ TRA DOMANI E SABATO) ALTRIMENTI VADO NEI PAZZI… DUE INTRIGHI CONTEMPORANEAMENTE SAREBBE UNA FOLLIA ; )) L’HO PUBBLICATA ORA SOLO PERCHE’ NON VEDEVO L’ ORA DI FARVI VEDERE CHE L’ IDEA PER LA STORIA C’E’ E SOPRATTUTTO CAPIRE SE SECONDO VOI PUò ESSERE UN’ IDEA CHE VALE LA PENA CONTINUARE O SE E’ MEGLIO FERMARSI AD “ E SE DOMANI” : )) L’ IDEA ANCHE STAVOLTA E’ UN’ EVOLUZIONE DI UNA PUNTATA DI STREGHE…AVETE PRESENTE LE DIMENSIONI PARALLELE CHE CI FURONO PER QUALCHE PUNTATA? DOVE L’ ANGELO BIANCO E L’ ANGELO NERO COMPLOTTAVANO ATTRAVERSO UNO SPECCHIO INTRADIMENSIONALE? ECCO, ESATTO QUELLA…PERO’ COME SEMPRE SARA’ SVILUPPATA A MODO MIO : ) AH…LA DIMENSIONE NON E’ QUELLA DEL FUTURO DOVE SONO FINITI J.J. E ZOE…E’ UN’ ALTRA : ) SPERO CHE L’ IDEA DEL PEGASUS BUONO E CATTIVO VI PIACCIA E NELL’ EVENTUALITA’ AVETE UN SUGGERIMENTO SU COME DISTINGUERE I DUE MONDI? FATEMI SAPERE E ANCORA TANTI AUGURI!! UN BACIONE!!
   
 
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