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Autore: vampiremichs    04/01/2015    1 recensioni
"Il tempo non è altro che un susseguirsi e accavallarsi di eventi in modo disordinato, alcuni sono dettati dal caso, altri sono scritti nel nostro destino e altri ancora siamo noi stessi a crearli."[AU/CROSSOVER :: vampires, wizard, header, demon, incubs]
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Josh Devine, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Josh quella mattina si era svegliato con un terribile mal di testa e nonostante avesse dormito relativamente poco e niente e fossero le 5 di mattina, era già sveglio pronto per andare al suo nuovo lavoro. a volte pensava che sua madre avesse ragione, avrebbe dovuto prendere la professione di suo padre e lavorare per le industrie johnson, ma a lui non piaceva stare rinchiuso in qualche ufficio magari anche tutto bianco e obbedire agli ordini. certo, il suo nuovo lavoro impricava che avrebbe dovuto obbedire ad una piccola peste viziata che solo la settimana scorsa aveva rischiato di far crollare la sua stessa casa, ma per lui era una cosa diversa. si trascinò fuori dal letto con fatica aiutato dalla sua super velocità, che la maggior parte delle volte era una delle cose migliori che i suoi poteri avessero da offrirgli e si spostò in bagno per chiudersi nella doccia rinsanandosi grazie all'acqua fredda che anche se fuori fosse inverno, tra la temperatura del suo corpo e quella dell'acqua non c'era alcuna differenza perciò non si faceva troppi problemi. diventare un vampiro non fu stato uno shock per josh, aveva sempre saputo fin da piccolo di essere diverso dagli altri. aveva una strana passione per il colore rosso e per il sangue, infatti ogni volta che qualche suo compagnio di scuola si faceva male era sempre lui che si offriva di aiutarlo con la ferita perchè solo l'odore ferreo del liquido lo faceva sentire meglio, come se fosse.. sazio. aveva sempre avuto la pelle più chiara degli altri e sapeva che non era per colpa del poco solo presenza a Londra. la sua temperatura corporea era sempre inferiore a quella dei suoi amici e non si ammalava mai. il suo telefono suonò informandolo che tra nemmeno mezz'ora si sarebbe dovuto presentare davanti la famiglia evans. passò l'asciugamano che aveva intorno alla vita tra i capelli per tamponarli dall'acqua, prima di iniziare a vestirsi e dopo essersi asciugato anche il ciuffo di capelli color cioccolato si diresse in quella che per una casa normale era una cucina. non sapeva nemmeno come mai aveva tutte quelle cose in casa. un letto, una cucina, gli specchi. tutte cose inutili per gli esseri della sua razza. ma josh aveva sempre provato a vivere nel modo più normale possibile, voleva semplicemente sentirsi come uno dei tanti, solo con qualche aggevolazione in più nella vista, udito, forza e velocità. dopo un bicchiere di ciò che lui considerava pane quotidiano si infilò il cappotto rigorosamente nero ed uscì di casa arrivando di fronte al cancello di quella degli evans dopo qualche attimo. - desidera? - una voce robotica parlò dal citofono al quale josh si avvicinò - sono la nuova guardia. devine - si presentò josh aspettando che aprissero il cancello, cosa che successe poco dopo ed il ragazzo percorse il vialetto con la velocità umana per potersi guardare intorno e vedere quanto fosse cambiato dalla settimana prima, non che ricordasse poi molto visto che era buio pesto quella sera e ora alle luci del giorno sembrava tutto più vivo e candido. - signor devine, la stavamo aspettando - la signora evans fuori la porta sorrise cordiale mentre josh la guardò vedendo quanto fosse sempre così composta ed ordinata sia nel vestire che nei modi. - per favore mi chiami solo josh - disse lui storcendo il naso perchè odiava quei modi così formali dei suoi tempi, quelli passati, quei tempi così vecchi che avrebbe voluto tanto poter cancellare dalla sua memoria. ma una delle tante maledizioni degli essere come lui era anche quella di non poter dimenticare. - mi scusi, josh. prego, entri che le mostro la casa - disse la donna sorridendo cordiale facendo entrare il ragazzo mentre le porte di casa si chiusero alle loro spalle.

Di mattina il profumo forte di caffè e dolci era una cosa che amava, quei profumi non l'avrebbero mai stancata perchè da quanto potesse sembrare il contrario per il suo fisico così minuto, michelle amava mangiare. la colazione era sempre stato uno dei suoi momenti preferiti della giornata in cui si sedeva a tavolino, si rilassava e lasciava che i gusti dolce/amaro del cornetto e del caffè impossessassero la sua bocca. forse era anche per il fatto che fosse in un certo senso cresciuta nei bar dei locali a far crescere in lei questa abitudine. ems serviva le persone con un sorriso radiante in volto mentre la bionda la scrutava curiosa non capendo come mai la tanta felicità e radiezza dell'amica. era così da quella sera, quella sera che l'avrebbe dovuta lasciare traumatizzata e bloccata dallo shock invece aveva avuto l'effetto contrario. soffiò sulla bibita che aveva nella tazza bianca portandola poi alla bocca con attenzione per non scottarsi la lingua come succedeva spesso per la sua solita smania di fare le cose di fretta. - grazie e arrivederci - salutò ems un ragazzo con un cenno della mano per poi tornare ad ordinare i cornetti nella teca davanti il bancone e michs si alzò dal suo tavolo portandosi appresso la tazza sedendosi poi sulle sedie alte davanti il bancone. - allora, come mai tutto questo buon umore? - chiese la bionda girando il cucchiaino nella tazza ed ems fece spallucce - niente, non lo so..- rispose semplicemente nascondendo un sorriso che a michs non sfuggì e la scrutò ancora meglio. era strano vedere tanti esseri diversi in un bar, insomma loro erano mostri, considerati scarti della società, eppure tendevano a copiare gli umani come se fossero migliori quando non lo erano se non erano capaci nemmeno di accettare qualcosa o qualcuno diverso da loro. - mhh vediamo.. questo 'niente' comprende magari il ragazzo mago della festa di una settimana fa al quale hai promesso che vi sareste rivisti? - chiese michs sorridendo divertita mentre ems la fulminò - che c'è? ho tirato ad indovinare! - si giustificò la ragazza sapendo quanto ems odiasse quando lei entrava nella mente degli altri per leggere i pensieri altrui senza un motivo più che valido. ma era un potere che michs non riusciva a tenere dentro, riusciva a controllarlo, si ma era davvero difficile e le richiedeva un grande sforzo e tutti sapevano quanto michs fosse svogliata, figuriamoci di prima mattina. - certo, come se io dicessi che tu non stai aspettando altro che rivedere il ragazzo dagli occhi chiari della festa - rispose ems pulendo il ripiano del bar sentendo che ci mancò poco che la sua amica si strozzasse con il caffè e la guardò sbarrando gli occhi - ho tirato ad indovinare - rispose ems facendole una linguaccia rispondendo con lo stesso tono di voce che aveva usato la bionda prima. - cos'è, hai anche tu il mio potere e non me lo hai mai detto? - chiese michs mentre ems scosse la testa - no, ti conosco e te lo si legge in faccia - rispose semplicemente mentre la bionda sentì le guance prenere colore e borbottò fra se e se tornando a bere voltandosi con la sedia girevole verso l'entrata vedendo che entrarono due ragazze, seguite da una coppietta e poi un ragazzo. testa bassa, capelli color cioccolato che uscivano da un cappellino di lana e cappotto lungo nero. teneva lo sguardo basso e senza dire niente o guardarsi intorno si andò a sedere ad un tavolo che sembrava fosse riservato apposta per lui perchè lo puntò senza nemmeno controllare se fosse libero o meno. michs lo riconobbe subito, non per i capelli o il modo di camminare, ma per quello strano freddo che sentiva ogni volta che era nei paraggi. - che strano..- sussurrò fra se e se pensando che ne avevano appena parlato e poi lui fosse comparso senza avviso e niente, era una cosa interessante. senza nemmeno pensarci due volte michs si alzò dalla sedia e con la sua tazza di caffè caldo in mano si spostò verso il tavolo del ragazzo sedendosi davanti a lui che alzò lo sguardo e accennò un sorriso cosa che fece rassicurare michs pensando che magari lui neanche la ricordasse e avesse fatto la figura della pazza. - ciao - fu la prima cosa che passò per la mente a michs e che disse per poi merdesi la lingua sentendosi poco normale in quel momento. - ciao, michelle - disse lui lasciando sopresa la ragazza più del fatto che ricordasse il suo nome che non l'avesse presa per matta. - posso offrirti un caffè? o un succo? sempre se non hai già fatto colazione - disse michs rendendosi conto solo dopo di aver detto tutto troppo velocemente, un suo grande difetto, come l'iniziare a straparlare quando si trova in difficoltà. questo particolare fece sorridere louis, mostrando alla ragazza i suoi perfetti denti bianchi e appuntiti - no grazie, non mangio - disse lui senza problemi lasciando confusa la ragazza - sei a dieta? non ne hai bisogno, sai? - rispose lei guardando il ragazzo ricordandosi della festa visto che ora aveva il cappotto a coprirlo mentre louis scosse la testa davvero divertito dalla bionda e se non fosse stato per le conoscenze che aveva sui poteri della ragazza pensò che sarebbe stata la vittima perfetta perchè troppo ingenua. - non proprio.. diciamo che la mia dieta è un po' particolare - rispose louis facendo spallucce vedendo lo sguardo interessato e curioso di michs - sono un vampiro - aggiunse a bassa voce facendo uscire un sonoro 'ooh' dalle labbra di lei. - mi dispiace, non vendono sangue qui, ma se vuoi conosco un club qui vicino che lo fa molto buono - rispose lei come se niente fosse perchè conoscere un vampiro non era poi così grave alla fine. i vampiri erano sempre stati visti come la ragazza più pericolosa del loro mondo, insieme agli zombie perchè considerati incapaci di contenere i propri istinti ma a michs poco importava, sapeva che tutti gli esseri non erano in grado di contenersi e poi la sua migliore amica era un demone. se non aveva paura di lei non avrebbe dovuto avere paura di nessun'altro! - no. sono venuto qui per stare tranquillo, lontano dal sangue - rispose lui facendo annuire michs - grazie comunque - aggiunse con un sorriso che riuscì a far smettere alla ragazza di sentire per un momento quel freddo. - non sei come gli altri vampiri, vero? - chiese lei che si era fissata sugli occhi del ragazzo cercando da un po' di leggere i suoi pensieri, ma tutto ciò che riusciva a vedere era una strana nebbia che le impediva di vedere, tutto ciò che sentiva era solo una strana melodia al pianoforte. niente pensieri, niente ricordi. era impossibile! - in che senso? - chiese lui guardando a sua volta la ragazza sapendo perfettamente cosa stesse cercando di fare, ma sapeva anche che non avrebbe ottenuto nulla. - tu..sei diverso - rispose lei cercando ancora ed inutilmente di leggere nella sua mente - no, non lo sono - rispose lui accennando un sorriso e michs uscì da quel suo stato di trance accorgendosi solo in quel momento di essersi sporta verso di lui e di essergli troppo vicina, così vicina da sentire il suo respiro così si schiarì la voce e tornò seduta composta come se niente fosse mentre il ragazzo si alzò. - devo andare - disse semplicemente e michs si sentì come se lo avesse infastidito e per questo si maledì mentalmente visto che quella era l'ultima cosa che voleva fare - è stato bello rivederti, louis - disse lei alzandosi a sua volta lasciando la tazza sul tavolino e guardandolo con un sorriso allungandogli la mano così da stringere quella del ragazzo che annuì leggermente prima di recarsi verso la porta del locale e michs sbuffò. - ah, michelle! - la richiamò louis facendo voltare la ragazza - mi piacerebbe andare a quel pub con te stasera - disse lui infilando le mani nelle tasche del cappotto prima di sorridere quando michs annuì più che felice di rivederlo e poi come era entrato, con tanto silenzio e velocità uscì dal bar.

Il ragazzo con la maschera argentata era diventato la sua ossessione. dalla sera del ballo in cui si era divertita così tanto ad entrare nella sua mente e farlo soffrire, kim aveva fatto le sue ricerche per le varie porte dei sogni e finalmente lo aveva trovato. i sogni del ragazzo erano belli, pacifici, le davano un senso di libertà e non aveva mai provato così piacere a rubare i sogni di qualcuno come era successo con il ragazzo. non le dispiaceva affatto se a lui sarebbero toccati gli incubi che risuonavano nella mente di lei da anni ormai, era il prezzo da pagare per donare a lei il suo mondo notturno felice. qualcuno bussò alla porta della sua stanza e lei smise di pettinarsi, voltandosi verso essa sapendo che fosse sua madre, perchè se fosse stata rose sarebbe entrata subito - si, avanti - disse kimberly vedendo poi la figura della madre seguita da un ragazzo a lei sconosciuto anche se aveva qualcosa di famigliare. - buongiorno principessa - sorrise la mamma aprendo per bene le tende della camera di kim che fece un verso di dissenso mentre josh si parò gli occhi da quella luce che pur se fosse poca vista la giornata cupa di londra, era una cosa che gli dava fastidio, andava contro la sua natura. - chi è lui? - chiese kim essendo sempre stata una ragazza diretta che voleva sapere le cose senza girarci troppo intorno. - lui è josh. josh devine, sarà la tua guardia personale per qualsiasi tipo di emergenza - spiegò la madre mentre kim alzò un sopracciglio decisamente stupita - non ho bisogno di un baby sitter - rispose lei acidamente voltandosi e andando verso l'armadio giusto per non rimanere a fare niente ed iniziò a rovistare tra le sue cose. josh non amava l'attitudine della ragazza, tutti sapevano che fosse viziata, egoista e preponte ma nessuno avrebbe dovuto sopportarla per lavoro, mentre lui si e quella cosa lo demoralizzava alquanto. - non è un baby sitter. cerca di essere ragionevole piccola, dopo tutti gli eventi degli ultimi tempi serve qualcuno che sappia proteggerti - disse la madre avvicinandosi alla figlia mentre josh avanzò per la stanza di kim iniziando ad osservarsi intorno e studiare l'aria che tirasse lì dentro e poteva già dire che non era un'aria piacevole e felice. sentiva l'elettricità scorrere persino delle coperte perfettamente rifatte del letto della ragazza, la tensione che scorreva sul pavimento e anche un po' di tristezza e nostalgia nelle foto sulle pareti. - so benissimo difendermi da sola e con tutto il rispetto madre non penso abbiate fatto un buon affare prendendo questo nano da giardino come mia guardia del corpo - ringhiò kim lanciando uno sguardo di fuoco a josh che con un'espressione allibita non si scompose - con tutto il permesso signorina evans, penso che sua madre abbia fatto un'ottima scelta. a contrario di quanto può far sembrare la mia altezza, sono forte e so il fatto mio - rispose josh mentre la ragazza si avvicinò a lui guardandolo con quello sguardo che avrebbe fatto rabbrividire molti, ma non josh - ma davvero? - chiese retoricamente lei con un sorriso maligno mentre lui annuì convinto - bene, vediamo allora se riesci a parare questo. - disse lei decisa prima di sferrargli un pugno che lui fermò con una mossa veloce, lasciando sorpresa la ragazza dalla velocità che usò. - non male - sorrise divertita. kim era fatta così, prendeva tutto come una sfida che doveva vincere a tutti i costi, anche quando non era così. alzò l'altra mano sfoderando le sue unghie lunghe e perfettamente appuntita avventandole sul volto del ragazzo che le prese il polso con l'altra mano e la bloccò nuovamente per poi sorriderle come meglio poteva e lei si rigirò sferrandogli un calcio sulla schiena facendo così in modo che le sfuggì dalle mani mentre la madre di kim che stava assistendo alla scena emise un leggero urlo non sapendo fino a che punto sua figlia avrebbe continuato. - quella mossa me l'ha insegnata mio nonno dicendomi che da grande mi sarebbe servita e aveva ragione - disse lei avventandosi nuovamente sul ragazzo che da essere in ginocchio sul pavimento si tirò su velocemente facendo uno scatto indietro così che kim colpì il pavimento e dopo un ringhio gli si avventò addosso mentre josh parava tutte le sue mosse, cosa che iniziava a far perdere la pazienza alla ragazza e quando lui la scaraventò contro la parete opposta, nella sua stanza lei prese un respiro e stringendo i pugni lo guardò con rabbia iniziando ad entrare nella sua mente. cosa che kim non sapeva era che josh era in grado di creare una specie di barriera trasparente, protettiva attorno a se che impediva al nemico di prendere controllo sulla sua mente o sul suo corpo e kim non riuscendo a fare nemmeno quello, cosa che la rendeva tanto temuta e potente, si sentì per la prima volta in vita sua battuta. per di più da uno sconosciuto che le avrebbe fatto da bodyguard per non sapeva nemmeno quanto tempo. - che diavolo..- disse a se stessa ma prima che riuscì a fare un altro pensiero josh le era arrivata alle spalle e le prese le mani portandole dietro la sua schiena immobilizzandola - allora, questo nano da giardino è abbastanza per la signorina evans? - chiese josh avvicinandosi al suo orecchio, con il fiatone per quella piccola dimostrazione mattutina mentre kim provò a divincolarsi dalla presa ma senza successo e perciò dovesse annuire leggermente non volendogli dare la soddisfazione di rispondergli davvero e così josh la lasciò allontanandosi e ricomponendosi. - piccola mia, stai bene? sei ferita? - chiese la madre avvicinandosi a kim che scosse la testa guardando josh - no, sto bene - rispose lei odiandolo di già e non vedendo l'ora che arrivasse sera per tornare nel suo letto e rifugiarsi nei sogni del ragazzo al quale doveva ancora trovare il volto, perchè stranamente nei suoi sogni non lo aveva ancora incontrato.

Non era una cosa del tutto anormale per loro esseri sovrannaturali, insomma dovevano pur vivere anche loro no?! quel pomeriggio ems era al supermercato dove gli umani dire che la guardavano era poco, la squadravano completamente e lei si sentiva in parte a disagio, ma in parte aveva imparato a conviverci perciò cercava di non badarci troppo. girare per i reparti al supermercato e vedere tutte quelle cose da mangiare, tutti quei colori le avevano sempre messo allegria. iniziò a spostarsi dal reparto dei biscotti a quello delle bibite, scorrendo poi al pane e guardando un po' i congelati mentre muoveva la testa a ritmo di musica che ascoltava dalle cuffiette collegate al suo fedele ipod sempre presente nella tasca del suo giacchetto. canzone dopo canzone, canticchiando una strofa per volta si fermò alla frutta e alla verdura. era incredibile come la gente si allontanasse di colpo quando uno del loro mondo fosse in circolazione, come se davvero loro non avessero niente da fare nella vita se non uccidere gli umani! gli umani. loro si che erano una specie strana che ems non avrebbe mai capito e che non ci teneva per niente a capire. prese un paio di pesce, le mele per sua nonna, e poi due pere. amava comprare la frutta, era fresca e le ricordava quando era più piccola che d'estate andava sempre al mare e poi in campagna con i suoi cuginetti e a mangiare dalla nonna. la sua vita era sempre stata normale, finchè non sviluppò i suoi poteri ed iniziò a capire chi e come fosse veramente, da quel giorno tutti la rinnegarono e smisero di parlarle con lei tranne sua nonna e i suoi genitori che erano della sua stessa natura. da piccola non avrebbe mai pensato di poter diventare come era in quel momento, aveva sempre letto le favole con le principesse come protagoniste e il loro principe azzurro accanto con un matrimonio perfetto e il lietofine che tutte le ragazze si meritano. era cresciuta con questa convinzione, questa speranza di poter avere anche lei prima o poi tutto ciò, finchè non si rese conto che per persone come lei non c'erano favole scritte apposta. si distrasse per un attimo quando vide i chicchi d'uva volteggiare nell'aria e rimase quasi stupita non incredula ed iniziò a guardarsi intorno mentre un chicco la colpì sul naso facendole abbassare lo sguardo vedendo che tutti i chicchi avessero formato la scritta 'ciao' non sapendo cosa fare ems sfilò le cuffiette mettendole in tasca per poi abbassarsi verso la frutta - emh.. ciao?! - disse parlando con nessuno per poi vedere i chicchi formare una faccina sorridente e lei sorrise divertita non capendo cosa stesse succedendo, perciò si spostò verso il reparto della verdura vedendo le carote che formavano una freccia, spostò lo sguardo seguendola e vedendo una melanzana indicare sempre avanti, così sempre più incuriosita seguì quegli indizi fino ad arrivare al baco dei fiori e niall si avvicinò a lei con un sorriso mozzafiato che la lasciò per un attimo incredula di rivederlo lì e in quel modo. - per te - disse lui porgendole un fiore arancione facendola sorridere guardando il colore acceso e amando quanta allegria riuscisse a portare anche un semplice colore. - non pensavo di incontrarti di nuovo qui, tra i fiori e il pane - scherzò ems non immaginandosi davvero di averlo rivisto così ma niall fece spallucce portando le mani nelle tasche dei jeans - sono più fantasioso degli altri che si incontrano sempre e solo la notte nei locali - rispose lui facendo abbassare lo sguardo ad ems per un secondo - mi è piaciuto il giochino con l'uva - disse lei quando tornò a guardarlo, prima di iniziare a camminare perchè lo stare ferma non le riusciva proprio mentre niall la seguiva. - ho notato.. parlavi da sola - disse niall accennando una risata mentre lei gli diede uno schiaffo sul braccio - non è colpa mia! non sapevo cosa fare - sorrise ems prendendo un pacco di pasta, amando cucinarla, quello era uno dei suoi talenti umani che aveva ereditato da sua nonna e che la ringraziava ogni volta per averla fatta capace di cucinare ed anche molto bene. - allora, mi sono perso altre feste in cui hanno cercato di ucciderti per caso? - chiese niall avendo della serata in cui aveva conosciuto ems un'idea bella chiara e forte e la stessa cosa era per lei, infatti storse il naso per poi fargli una linguaccia sentendosi davvero a suo agio a parlare con lui, come se lo conoscesse da tanto tempo - no, sto cercando di rimanere in vita - rispose lei guardandosi un po' intorno per vedere se avesse tutto e una volta sicura di aver preso tutto si diresse alle casse dove pagò ed uscì da lì insieme a niall continuando a parlare senza stancarsi mai. non si erano ancora chiesti cosa fossero, anche se per ems era alquanto chiaro cosa fosse il ragazzo, ma lui non aveva ancora idea a chi si stesse legando. - emh.. casa mia è per di qua - disse ems indicando un vicolo e niall annuì guardandola - mi piacerebbe accompagnarti. porto io la spesa, dammi! - disse lui rubandole praticamente la spesa dalle mani con un sorriso sembrando più che felice di passare altro tempo con lei, cosa che fece sentire ems apprezzata e voluta dopo tanto tempo e così annuì con un sorriso prima di camminare accanto al biondo e tra una risata e una chiacchiera arrivarono a casa della ragazza.

  
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