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Autore: Sharleen    05/01/2015    1 recensioni
- Non dovresti essere qui. Non è giusto. Non sono io quella che ti sta cercando. - Pronunci quelle parole mentre stai ancora guardando fuori con il cuore che sembra impazzito, ma cerchi ostinatamente di non darlo a vedere e ti affidi a tutto ciò che ti hanno sempre insegnato. Che lui ti ha sempre insegnato.
Menti.
Menti a lui e a te stessa. Menti per nascondere ciò che provi davvero dietro alla tua maschera di finta indifferenza e il tuo riflesso sul vetro della finestra rimane impassibile.
- Io ti conosco. Mi ricordo di te, ma non so il perché. Pensavo... - Esita un attimo nel chiederti quello che deve. - Pensavo potessi aiutarmi a capire. -
Ambientata dopo "Captain America: The Winter Soldier"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natasha Romanoff
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale
 
 

20 Dicembre 2014. Portland, Oregon, Stati Uniti.
 
 
Ripensi soddisfatta alla missione che hai appena portato a termine, mentre sali le scale che portano all'appartamento dove stai vivendo negli ultimi mesi, ma lo capisci subito dalla porta semi socchiusa della tua stanza che qualcosa non va.
Estrai la glock dalla fondina che nascondi sempre sotto il giubbotto, tenendola ben salda in mano nel caso ci sia bisogno di usarla.

Entri senza far rumore come un felino in agguato pronto a scattare.
Come una spia.

Inizi a controllare stanza per stanza. Prima il salotto, poi la cucina, il bagno e infine la stanza da letto.
Ti rassicuri, perché chiunque ci sia lì dentro, avendo lasciato indizi così evidenti, o è un principiante che atterreresti in meno di mezzo secondo, o è qualcuno che voleva farti sapere che era passato per una visita.
Qualsiasi possibilità accada, ti annoti mentalmente di fargliela pagare, perché ora dovrai trovare un altro posto in cui nasconderti.

Vuoto.

Ti rendi conto con un po’ di frustrazione che in quel dannato appartamento non c'è nessuno, ma qualcosa non torna.
Il tuo sguardo si sofferma su un proiettile appoggiato con cura sul davanzale della finestra. Lo riconosci a colpo d'occhio.
Di fattura sovietica, senza rigature.

Non ti ci vuole molto per realizzare tutto.
Ti guardi attorno e ti rendi conto che la sua firma è ovunque. La conosci così bene che sei certa di non esserti sbagliata. Ti dai della stupida per non esserci arrivata prima. Se fosse stato come ai vecchi tempi, lui ti avrebbe già insultata per esserti lasciata fregare come una dilettante.

Lentamente quella consapevolezza si fa largo nella tua mente e ti ci vuole un attimo per accorgerti che hai improvvisamente smesso di respirare. Cerchi di riprendere il controllo delle tue emozioni e le ricacci giù, nello stesso posto dove le avevi nascoste tanto tempo fa, sperando che smettessero di farti male.

Sposti la tenda e ti affacci per controllare la strada illuminata da un solo lampione solitario, quando senti uno spostamento d'aria alle tue spalle.

- Non dovresti essere qui. Non è giusto. Non sono io quella che ti sta cercando. - Pronunci quelle parole mentre stai ancora guardando fuori con il cuore che sembra impazzito, ma cerchi ostinatamente di non darlo a vedere e ti affidi a tutto ciò che ti hanno sempre insegnato.
Che lui ti ha sempre insegnato.

Menti.

Menti a lui e a te stessa. Menti per nascondere ciò che provi davvero dietro alla tua maschera di finta indifferenza e il tuo riflesso sul vetro della finestra rimane impassibile.

- Io ti conosco. Mi ricordo di te, ma non so il perché. Pensavo... - Esita un attimo nel chiederti quello che deve. - Pensavo potessi aiutarmi a capire. -

Ti volti solo in quel momento e lo vedi bene per la prima volta dopo mesi.
Dopo i fatti di Washington. Dopo quell'incontro al Triskelion, prima che Capitan America facesse precipitare l'helicarrier nel fiume. Dopo l'appuntamento al cimitero, davanti a quella che avrebbe dovuto essere la tomba di Fury, quando hai salutato Sam e hai consegnato a Steve quel fascicolo, imponendoti di non immischiarti in quella questione. Erano anche fatti tuoi, ma sapevi che da una storia come quella non ci saresti uscita viva.

Non era smettere di esistere il tuo problema, con quello eri già scesa a patti molto prima. Un normale passo per tutti quelli che, come te, giocano ogni giorno con la morte. Hai ucciso così tante persone da perderne il conto, eppure te le ricordi ancora tutte, e quelle vite che hai strappato pesano sempre di più sulla tua coscienza. I loro volti, il modo in cui li hai uccisi, l’ultimo sguardo che ti hanno lanciato prima di morire. Ricordi tutto e ti senti sporca, ma ormai sei abituata anche a questo.
Sai bene che ci sono molti modi per morire, e il peggiore è rimanendo vivi.

Lo guardi bene e lo vedi lì, in piedi davanti a te, con i capelli castani in disordine e bagnati e perché fuori piove.
Ma non piove solo lì.

Anche la tua anima sta grondando, inondata da tutti quei ricordi che non riesci più a contenere, e goccia dopo goccia ti stai sciogliendo, piccola principessa dei ghiacci.

Lo guardi bene e noti che non è cambiato per niente, ma il suo sguardo è freddo, distante, vuoto e ti congela il cuore.

- Mi hai allenata tu quando avevo poco più di 17 anni. -

Lo capisci subito da come si perde, rimanendo incantato su un punto indefinito alle tue spalle.
Sta ricordando.

È così che inizia tutto e tu lo sai bene, ci sei già passata. Basta il suono di una parola, una frase e, ricordo dopo ricordo, riesci a mandare in tilt tutto il sistema. Lentamente piccoli pezzi tornano al loro posto. Sono solo frammenti, immagini senza senso di un passato che non pensavi di avere mai avuto, ma per te è già un gran risultato sapere che lì dentro, da qualche parte, c'è ancora l'uomo che hai amato per tutti quegli anni.

Avrebbe ricordato tutto, doveva solo darsi tempo.

Sorride, ma il motivo lo capisci solo quando ti risponde. - Eri la mia preferita. -

Non riesci a evitare di sorridere anche tu per quella nuova consapevolezza. Lo sapevi, lo avevi sempre saputo, anche se non te lo aveva mai detto. È un sorriso triste il tuo, che racchiude tutto quello che hai passato: i vecchi tempi ai quali, nonostante tutto, non vorresti mai tornare indietro.

- Ti ha seguito qualcuno? - Chiedi perché non sei tranquilla. Il tuo sesto senso continua a ripeterti di non abbassare la guardia.

- No. Sono bravo a sparire se non voglio essere trovato. -

- Lo so. -

Ti siedi sul letto, pensando che questa conversazione possa andare per le lunghe, ma scende un silenzio improvvisamente imbarazzante tra di voi. Inizi a odiare con tutto il cuore quell’assenza di rumori, perché ti fa pensare al passato e fa male. Fa male rendersi conto di tutti gli errori, di come l’hai lasciato andare pensando fosse morto. Avresti dovuto continuare a cercarlo, ma ti sei arresa. Hai voltato pagina, hai cercato di ricostruirti una vita, ma i tuoi scheletri nell'armadio sono tornati a tormentarti. Provi a incolpare lo S.H.I.E.L.D., l’ Hidra e tutto il resto, ma la verità è solo una.
È stata solo colpa tua.

Ti concentri di nuovo su di lui che ha riaperto bocca per parlare, ma quelle parole che tanto aspetti sembrano non arrivare mai. Qualcosa lo blocca. Forse non è così sicuro di potersi fidare di te, ma non puoi biasimarlo. Chi potrebbe esserlo?

- Mi aiuteresti a ricordare? – Dice alla fine.

Qualcosa dentro di te ti dice che dovresti mandarlo via, ma non puoi farlo. Non puoi abbandonarlo di nuovo, così annuisci senza pensarci troppo. Hai paura di poter cambiare idea.

- C Pождеством - Buon Natale, gli dici non trovando nient’altro.

Lui si siede di fianco a te e ti sembra di essere tornata a quando lavoravate ancora insieme.

- Grazie. - Ti dice e per la prima volta pensi che possa andare tutto a posto.




  
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