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Autore: piglet    05/01/2015    7 recensioni
Inghilterra di fine ‘700, regno incontrastato dei pirati.
Una serie di coincidenze porterà nientepopodimeno che Daphne Greengrass, la figlia del potentissimo commodoro e la sua fidata dama da compagnia Hermione Granger a bordo de La Fenice, il Galeone pirata più famoso dei mari del nord. Resisteranno le due belle fanciulle in balia dei terribili pirati? E com’è che a Capitan Malfoy quella ragazza così saccente e petulante sembra tanto familiare?
Mappe del tesoro, battaglie all'ultimo sangue e canti pirateschi caratterizzeranno un’avventura che li trascinerà per tutti gli oceani.
[Pairing: Draco Malfoy/Hermione Granger; Blaise Zabini/Daphne Greengrass]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The Phoenix’s Crew
-La ciurma della Fenice-


 
 
Correva l’anno 1761,
l’Inghilterra era una nazione fiera e potente, temuta e rispettata dal resto del mondo, soprattutto per quanto riguardava la sua supremazia marittima.
Quello era infatti il regno indiscusso dei pirati.
Bucanieri, farabutti, fuorilegge, filibustieri...avevano moltissimi nomi, ma comunque li si chiamasse, rimanevano i padroni incontrastati di tutti gli oceani.
Uno dei più famigerati era senza dubbio Alastor Malocchio Moody, capitano de La Fenice, il galeone pirata più famoso dei mari del Nord.
Nel corso degli anni, Malocchio (che si era guadagnato quel soprannome in seguito al primo celebre scontro con il ricco quanto spietato commodoro Greengrass) era riuscito a circondarsi degli uomini più malfamati e brutali che si potessero trovare, mettendo su una ciurma che presto aveva cominciato a far parlare di sé per gli innumerevoli abbordaggi, furti e rapimenti.
 
Quel giorno di primavera faceva eccezionalmente caldo per essere solo metà aprile, e il capitano si aggirava particolarmente felice per il ponte della propria nave. Dopo mesi di ricerche estenuanti, vicoli ciechi e buchi nell’acqua, erano finalmente riusciti a trovare la mappa per il leggendario Tesoro delle Sette Sorelle.
Il tesoro, si narra facesse parte del carico del galeone spagnolo El Sol, che di ritorno dal Nuovo Mondo era stato assaltato dai ferocissimi pirati dell’Irlanda del Nord verso la fine del 1500. Secondo la leggenda gli irlandesi cominciarono a contendersi la spartizione del bottino, dando origine a una lotta che durò decenni. Nel corso dei secoli si persero le tracce del tesoro. L’unica cosa nota era che quel cruentissimo spargimento di sangue diede origine a un susseguirsi di eventi che finirono per gettare sul tesoro una terribile maledizione:
 
Maledetto è ormai il bottino sottratto,
e per questo motivo ora serve un baratto:
Il tesoro da chi solca i mari potrà essere trovato
solo se del sangue fraterno verrà prima versato.
 
Una voce lo sottrasse ai suoi pensieri “Capitano, abbiamo fatto tutto come richiesto. La Fenice è pronta per il suo viaggio” lo informò il suo comandante “Perfetto Lucius, salperemo all’alba” annunciò Malocchio tornando a scrutare l’orizzonte “stanotte è libera, ma al primo raggio di sole voglio tutti pronti a partire. Ancora una volta dobbiamo essere più veloci di Riddle” aggiunse poi tornando a guardare Lucius Malfoy “Certamente Capitano, grazie” rispose il pirata prima di allontanarsi nuovamente “Ah, Lucius!” lo richiamò Malocchio
“mi dica, Capitano”
“Porta i miei saluti a Narcissa e al piccolo Draco”
Malfoy sorrise “Certamente Capitano. Omaggi anche alla sua signora, e
alla piccola naturalmente”.
Malocchio sorrise di rimando prima di congedare il suo comandante.
 
Dopo aver finito le ultime cose ed essersi assicurato che tutto fosse pronto per l’imminente partenza, anche il capitano decise finalmente di dirigersi verso casa, per poter passare un’ultima notte con sua moglie -certamente non prima di una ramanzina coi fiocchi per il suo (un altro!) allontanamento- e per salutare la sua piccola principessa.
Il tepore che aveva caratterizzato quella lunga giornata era sparito con il calare del sole, e al suo posto si era sostituita una brezza leggera che aveva allontanato la tipica foschia londinese rendendo visibili la Luna e addirittura qualche stella solitaria.
Con la testa fra le nuvole, o meglio, già in mezzo al mare, il pirata si ritrovò senza accorgersene quasi sulla soglia di casa.
Quando stava per infilare la porta, una strana sensazione lo colse.
All’improvviso si trovò con tutti i sensi all’erta.
Il suo istinto era formidabile, e di rado sbagliava. Per questo motivo venne assalito da un’ansia prorompente, conscio che sicuramente era successo qualcosa, qualcosa di terribile.
Immediatamente il pensiero andò a sua moglie e a sua figlia, e una mano corse meccanica alla cintura, da dove estrasse la rivoltella che portava sempre con sé.
Con solo il battito impazzito del proprio cuore nelle orecchie, aprì la porta d’ingresso. La scena che si trovò davanti gli gelò il sangue nelle vene.
Una cima da marinaio era stata legata al lampadario principale con un nodo frettoloso fatto da mani esperte. Dall’altro capo della fune un corpo inerme pendeva ormai privo di vita, con i piedi a poche decine di centimetri dal suolo.
Sul muro dietro al corpo della moglie, Malocchio scorse una scritta scarlatta ancora fresca
 
Bentornato a casa, Capitano
 
Un rumore metallico gli fece capire che la rivoltella gli era cascata dalla mano. Impiegandoci quelli che gli parvero giorni, corse a slegare sua moglie dalla cima. Controllò immediatamente i polsi e il collo, ma per la sua signora ormai non c’era niente da fare.
Con il corpo scosso dai singhiozzi l’adagiò su uno dei divani del salotto, cercando di tenere la mente lucida per poter ragionare. I polsi tagliati indicavano chiaramente che il sangue usato per la scritta era quello di sua moglie. Il capitano si trovò a pensare che se non altro non avevano usato quello della sua bambina.
Un tuffo al cuore.
La sua principessa! Dov’era?
La vista di sua moglie in quelle condizioni gli aveva fatto perdere la bussola. Doveva cercarla e trovarla immediatamente. Non poteva nemmeno pensare a cosa potessero averle fatto.
Li avrebbe presi tutti quei bastardi, torturandoli uno a uno se solo avessero provato ad avvicinarsi alla sua principessa.
Girò, ormai completamente nel panico, per tutta la casa chiamandola a gran voce, ma della sua piccola non c’erano tracce.
Non solo gli avevano portato via sua moglie, gli avevano anche sottratto sua figlia, il suo tesoro più grande.
Spostandosi frettolosamente da una stanza all’altra non aveva nemmeno notato la carta da gioco lasciata sul tavolo della cucina. Lì nella penombra della casa ormai vuota un Jolly Nero rideva in silenzio.
 
 
La signora Granger si era alzata di buon’ora come tutte le mattine, e dopo essersi preparata era uscita per andare dal fornaio a prendere il pane fresco che tanto piaceva alla moglie del Commodoro Greengrass.
Da quando era incinta la signora si era rivelata ancora più sgradevole del solito, con in più tutte le voglie  derivanti dal suo stato interessante.
Jean Granger si trovò, nelle ultime settimane soprattutto, a invidiarla fortemente. Certo, Astrid Greengrass era una delle donne più belle e conosciute di tutta Londra. Donne del rango sociale ben più alto di quello di Jean avrebbero dato il braccio destro per poter essere come lei: ricca, bella, moglie di uno degli uomini più potenti di tutta l’Inghilterra…Ma a Jean non era la bellezza o il potere che interessavano. Lei la invidiava solo ed esclusivamente perché da lì a pochi mesi sarebbe diventata madre, un’altra grande fortuna che lei purtroppo non avrebbe mai potuto condividere.
Quando, dirigendosi verso la casa del Commodoro dopo essere stata dal fornaio sentì un vagito, si impose di smettere di pensare ai bambini che non avrebbe mai avuto, perché ne sarebbe uscita pazza. Un secondo lamento, questa volta più lungo e nitido, la fece sobbalzare e fermare di scatto. Tese l’orecchio rimanendo ferma e in silenzio per alcuni secondi, ma non sentì nulla. Non appena riprese a camminare, un pianto distinto si liberò nell’aria. La donna si fermò immediatamente, e si mise subito a cercare la fonte di quel rumore. Guidata dalle urla sempre più disperate, Jean si ritrovò nel retro di quella che un tempo sarebbe potuta essere una bella bottega di artigianato, al lato del sentiero che stava percorrendo. Una volta entrata nella piccola stanza individuò immediatamente un sacco di juta da cui chiaramente provenivano i vagiti. Facendo più attenzione possibile, e con il cuore in tumulto per l’agitazione, Jean aprì il sacco. Lo spettacolo che si trovò davanti la fece deglutire a vuoto più volte. Due grandissimi occhi color nocciola la scrutarono curiosi per qualche secondo. Poi il piccolo, che dall’aspetto doveva avere solo pochi mesi, riprese il suo pianto disperato. Jean, ancora parecchio scossa, decise allora di prenderlo in braccio togliendolo da quel sacco polveroso.
Sollevandolo si accorse che il piccolo era in realtà una bambina, come anche il suo vestitino poteva suggerire. Tentando di farla calmare riprese a cullarla, e la sua attenzione fu subito catturata da un lieve tintinnio. La donna allora notò le due catenine che la bambina portava al collo. La prima aveva un ciondolo molto particolare, una vecchia e grossa moneta su un lato della quale si trovava un galeone stilizzato, mentre sull’altro delle scritte in una lingua a Jean sconosciuta. La seconda catenina invece aveva un ciondolo molto più piccolo: una semplice piastrina con incisa sopra solamente una parola.
“Cosa ci fai qui tutta sola, piccola Hermione?” domandò Jean alla piccola riprendendo le buste del pane e dirigendosi, sempre cullandola, verso la casa del Commodoro.



























Note alla storia:
Salve a tutti! Sempre che ci sia qualcuno a leggere i miei deliri. Diciamo che questa storia mi frulla in testa da un pochetto, e finalmente ho deciso di metterla su EFP. Come idea dovrebbe avere 16 capitoli, di cui ho già deciso titoli e la relativa trama. Sperando che possa piacere a qualcuno avrei pensato di pubblicarla man mano che la scrivo, in caso contrario la scriverò solo per me stessa ;)
Che dire? Spero di avervi incuriositi almeno un pochino! Sono certa che chi è arrivato fin qua ha già iniziato a fare 2+2..soprattutto leggendo la descrizione della storia…
  
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