Fanfic su attori > Cast Lo Hobbit
Segui la storia  |       
Autore: ___Lils___    06/01/2015    3 recensioni
E' una storia di una ragazza italiana con un passato difficile, in modo abbastanza pazzo e surreale arriva nel cast dello Hobbit. Interpreterà una Nana e legherà con il cast mentre cercherà di combattere i propri demoni.
P.S la storia è basata su una persona reale e questi fatti sono avvenuti, mi sono permessa di scrivere questa storia per alleviare le sue pene. Ti voglio bene, sai chi sei.
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo capitolo sarà di passaggio e non ci saranno molte interazioni con il cast, ma capirete meglio la storia di Giada e il passato di sua madre.
Un bacio
_Lils_
P.s dal prossimo capitolo si tornerà in pista con gli attori e arriveranno anche gli altri Nani ad interagire per bene con la nostra Giada





“Sei un’idiota”
Mi volto e vedo un uomo fare avanti e indietro, riconosco la sua figura e non la confonderei per nulla al mondo: “Ti voglio bene anche io, zio Roberto”
Lo vedo voltarsi con in mano un bicchiere di acqua, me lo porge subito dopo: “C’era bisogno di fare la Rovesciata?”
Scuoto la testa e lui sorride divertito: “Vieni qui”
Apre le braccia ed io mi fiondo in esse, le stringe attorno a me e sembra come se il polmone smettesse di dolere, alzo lo sguardo: “Che cosa ci fai qui?”
“Credevi davvero che una volta saputa la notizia non ci saremmo scaraventati tutti qui?”
Alzo un sopracciglio: “Tutti?”
Lui sorride dall’alto del suo metro e ottantacinque centimetri: “Tua zia e la piccolina sono con noi, c’è anche la cretina della grande”
Inizio a ridere nel sentire chiamare mia cugina in quel modo: è due anni più piccola di me ed è sempre stata la ribelle della famiglia.
“Non stai scherzando?”
Mi posa un bacio sulla fronte: “Ovviamente no, ma staremo qui solo per una settimana altrimenti tua cugina perde troppi giorni di scuola e rischia la bocciatura come lo scorso anno”
Nel dire quelle parole digrigna i denti, so quanto lo ha fatto penare, ma capisco anche lei. Ha sempre fatto la forte quando in realtà è un cucciolo indifeso, si era vista portare via la zia con cui era cresciuta ed io stavo per fare la stessa fine.
“Ah, diciamo che abbiamo anche altri tre infiltrati”
Lo guardo di nuovo stralunata: “Leonardo e Sara sono con noi e , ovviamente, c’è anche la piccola Erica”
Sorrido felice alla notizia che ci sono anche loro: la mia famiglia è la classica grande famiglia italiana, mio nonno aveva dieci fratelli, ognuno dei quali aveva minimo due figli e tutti con altri figli. Una famiglia splendida ed unita. Roberto e Leonardo sono due cugini di mia madre, ma per me sono sempre stati degli zii e le loro famiglie erano quelle con cui eravamo più legati, da giovani loro due e mia madre avevano un gruppo musicale e nelle riunioni di famiglia ci deliziavano sempre con le loro performance poi io e mia cugina Sonia  , la cretina per capirci, siamo cresciute ed siamo entrate a far parte di quella combriccola, ma tutto era svanito come in un sogno quel brutto giorno.
“Voglio vederli!”
Mi tende la mano e mi posa un braccio intorno ai fianchi per aiutarmi a camminare: “Non vogliamo che gli altri sappiano la tua storia, vero?”
Lo guardo e rido: “Chi te lo ha detto?”
Inizia a ridere anche lui mentre mi posa un bacio sulla fronte: “Un certo signor Peter Jackson, non so se lo conosci, mi ha chiamato avvertendomi del fatto che si sarebbero tenuti questi giochi e che tu saresti stata l’unica a non avere la famiglia e ha anche accennato che avevi mentito a tutto il cast sulla tua storia e su i tuoi genitori”
Il suo sguardo diventa cupo mentre io sorrido colpevole: “Io…”
“Che cosa ti ho sempre detto sulle bugie?”
Sbuffo divertita: “Che hanno le gambe corte, ma tu devi aiutarmi. Ti prego!”
Tiro fuori l’espressione più dolce che credo di possedere e questa volta è lui a sbuffare: “Hai la stessa faccia tosta di tua madre! Solo per questa volta, Giada Rizzo, mi aspetto che poi dirai la verità!”
Sorrido divertita: “Grazie”
Usciamo e mi rendo conto che nessuno sembra essersi reso conto del mio disagio, continuano a giocare e scherzare come nulla fosse ed io sono grata per questo.
“Giada!”
Mi volto giusto in tempo per vedere mia cugina arrivarmi addosso di corsa, per fortuna mio zio mi sostiene altrimenti sarei caduta come una pera cotta: “Sì, anche io sono felice di rivederti, ma se eviti di uccidermi mi fai un favore”
La sento ridere mentre si allontana un po’ ed io vedo com’è vestita e lo sguardo furioso di mio zio, cerco di trattenermi mentre lui sbuffa contrariato nell’osservare di nuovo l’outfit della figlia: shorts neri e un top colorato.
Sto per fare un commento sarcastico quando mi sento tirare le maniche della tuta, mi volto e vedo due scriccioli davvero familiari, mi abbasso alla loro altezza: “Ma ciao, piccoli puffi”
Iniziano a ridere prima di abbracciarmi: Gioia di otto anni, sorella di Sonia, ed Erica di tre. Le stringo forte a me pensando a quanto possano aver fatto impazzire i genitori durante il viaggio, in quell’istante la parte mancante della famiglia arriva. Kristal, la moglie di Roberto, mi corre incontro abbracciandomi e facendomi notare quanto io sia sciupata, la cosa provoca risate in tutti, mio zio Leonardo rischia di strozzarsi con la propria saliva, ma appena si riprende mi abbraccia ed io vengo pervasa da una sensazione bellissima, la stessa che provi quando sei bambina nelle braccia degli adulti perché li vedi molto più alti e grandi di te: è altro due metri.
L’ultima è zia Sara, la moglie di Leonardo, mi guarda in volto e me lo accarezza: “Ti trattano bene?”
Annuisco: “Mi trattano tutti molto bene”
Sorride e torna ad abbracciarmi, lei è quella che ha sofferto di più: ha fatto la richiesta per l’affidamento, ma non le è stata concessa.
Vedo Ale avvicinarsi con Martin al suo seguito, insieme a tutto il resto del cast e delle loro famiglie, mia zia Kristal si avvicina preoccupata a me: “Mi fai da traduttrice, vero?”
Inizio a ridere e sorrido, alla fine non gli servirei io, entrambi i miei zii sono molto bravi con l’inglese. Martin si posiziona di fronte a me e a Sonia: “Non c’è dubbio: siete parenti. Non ci presenti la tua famiglia?”
Sorrido mentre ripeto i nomi dei miei parenti al cast, ma improvvisamente vedo mio zio Roberto sbarrare gli occhi: “Non posso crederci!”
Lo guardo stralunato mentre guarda un volto specifico nel gruppo di persone, mio zio Leonardo ha la stessa reazione: “Richard!”
Li vedo avvicinarsi e quei tre iniziano ad abbracciarsi, io sgrano gli occhi: si conoscono?
Le mie zie si avvicinano a me, hanno la mia stessa espressione sorpresa, quei tre continuano a ridere senza degnarci di attenzione, tossisco per attirarla e loro si voltano.
“Vorreste spiegare?”
I miei zii si voltano e continuano a ridere, probabilmente vedendo il mio volto intriso di ira e sorpresa: “Era l’amico di penna di tua madre quando eravamo piccoli, è venuto da noi più volte quando tu ancora non eri nata poi ha cominciato ad essere un attore importante e non ci ha più filati di pezza”
Vedo Richard ridere mentre il mio cuore sprofonda in una morsa di dolore, l’uomo si avvicina: “Non è affatto vero, mi continuavo a far sentire, ma sai bene che c’erano altri motivi per cui non potevo venire”
Ricominciano a ridere mentre vedo i miei zii andare a salutare la famiglia di Richard, si conoscevano molto bene quindi. Mi sento il respiro mancare, ma evito di darlo a vedere e in quell’istante Adam si avvicina a me: “Non è fantastico? Ora sicuramente tua madre verrà per trovare anche lui!”
Sento le lacrime salirmi agli occhi, mi volto verso di lui: “Sì, magnifico”
Mi volto di nuovo ed inizio ad avviarmi verso il mio appartamento, ma vengo raggiunta da una piccola peste: “Dove vai?”
“A prendere un po’ di ghiaccio per la caviglia, torno presto, Abe”
Mi osserva non molto convinto della mia risposta, ma poi mi sorride e torna dai suoi amici mentre io inizio a camminare il più velocemente possibile verso il mio appartamento, sento le lacrime pizzicare i miei occhi. Apro la porta con fatica a causa delle lacrime che scorrono sul mio viso, ma dopo svariati tentativi riesco ad entrare e crollo sulla soglia in ginocchio. Le lacrime non riescono a fermarsi ed i singhiozzi iniziano di conseguenza. Come ha potuto? Lui sapeva benissimo chi ero, lo aveva saputo dal primo momento, perché non mi ha detto che sapeva tutto? Perché non mi ha detto che conosceva mia madre? Perché, se era davvero suo amico, non si era presentato al funerale? Perché?
Sento svariati colpi alla porta e riconosco subito la voce che proviene da fuori: “Giada”
“Vattene, Richard! Va’ via!”
Lo sento sospirare: “Ti prego, fammi spiegare”
“Non c’è nulla da spiegare! Vai via!”
Sento di nuovo un sospiro, questa volta più simile ad uno sbuffo: “Quando vorrai parlare sarò pronto a chiarire i tuoi dubbi”
Ingoio a vuoto mentre le lacrime scendono sempre più velocemente: “Non parlerò più con te! Saremo solo colleghi d’ora in poi, io non parlo con le persone che tradiscono la mia fiducia!”
Silenzio, non si sente niente tranne il mio tentar di trattenere i singhiozzi poi la sua voce spezzata arriva alle mie orecchie: “Come vuoi”
Sento i suoi passi allontanarsi ed io continuo a piangere da sola, ma di nuovo il bussare mi porta ad alzare la testa: “Non hai capito che devi andartene, Richard?”
“Non sono Richard, apri”
Mi alzo e apro la porta, mi trovo di fronte Sonia ed Ale, la seconda mi abbraccia subito dopo e viene raggiunta subito dall’altra: “Buona, altrimenti ti giochi anche l’altro polmone”
Cerco di calmarmi perché so che ha ragione, ma non riesco a fermarmi. Ale mi posa un bacio sulla guancia: “Ti preparo un the”
Annuisco mentre mia cugina mi fa sedere sul letto e non smette di abbracciarmi: “Mi ha mentito anche lui”
Mi stringe ancora di più: “Non l’ha fatto apposta, voleva solo proteggerti”
Un singhiozzo mi fa tremare completamente: “Perché devono tutti giocare con la mia fiducia?”
Non mi risponde e inizia a cantare la nostra ninna nanna preferita quando eravamo piccole, non smette finchè non mi calmo.
***
“Non vorrei mai lasciarti così”
“Sto bene”
Ale mi abbraccia e mi stringe a sé più forte che può: “Prometti che ci parlerai e sistemerai questa situazione”
Sospiro mentre le lacrime ricominciano a scendere, lei mi stringe di nuovo: “Prometti”
“Prometto”
Scioglie l’abbraccio nel momento in cui chiamano il suo volo, mi guarda mentre comincia a piangere anche lei: “Non fare cose stupide e non metterti nei guai”
Scuoto la testa e l’abbraccio di nuovo: “Tu non farti mettere incinta”
La sento ridere mentre mi accarezza i capelli: “Non prometto nulla”
Continua a stringermi: “Ti voglio tantissimo bene”
“Io di più”
Si allontana e scuote la testa, sento la presa che ha sulla mia mano farsi più leggera finchè non si rompe definitivamente: “Spiega le ali, mia farfalla”
Annuisco mentre la vedo imbarcarsi, si volta un’ultima volta e mi manda un bacio, io faccio lo stesso prima di vederla sparire dietro ad un muro. Sento una mano posarsi sulla mia spalla: “Andiamo?”
Annuisco mentre mio zio Leonardo mi mette un braccio intorno alle spalle: “Per quanto…”
So già dove vuole andare a finire: “No, zio. Ti prego, non…”
Mi sorride, è un sorriso triste: “Ok, pantera. Va bene così”
Sorrido nel sentirmi chiamare così, era il soprannome che mi dava mia madre, appoggio la testa sul suo petto: “Non lasciarmi”
“Mai, piccola. Neanche sotto tortura”
***
Guardo tutti i tavoli pieni di persone ed io mi godo la mia bella cena con la mia famiglia, la piccola Erica sta tirando tutto il cibo in testa a mio zio ed io non posso far a meno di ridere: “Quando sarà un’adolescente mi farà cadere tutti i capelli”
Mio zio Roberto guarda Sonia e questa sbuffa nell’intercettare l’occhiata del padre, io rido, ma continuo ad ignorare lo sguardo che è fisso su di me da quando sono tornata.
“Giada!”
“Ragazzi”
Sorrido nel vedere Abe ed i figli di Martin, il primo mi guarda arrabbiato: “Non sei tornata oggi”
Digrigno i denti sentendomi colpevole, mi volto verso di lui e gli prendo le mani: “Scusami, hai ragione, ma mi sono addormentata”
Mi guarda ancora male per qualche secondo poi torna a sorridermi: “Perdonata, ma solo per questa volta”
Rido: “Grazie, mio lord”
La mia frase fa ridere tutti quanti, il piccolo torna a strattonarmi per la manica: “Vieni a vedere i miei giochi?”
Vorrei rispondere di sì, lo vorrei davvero, ma andare a vedere i suoi giochi significherebbe stare nella stessa casa con Richard e non ce la posso fare.
“Che ne dici se domani vieni tu da me con qualche gioco e giochiamo anche con le mie cuginette?”
Lui sorride contento: “Ci sto”
Lo vedo cominciare a saltellare insieme ai figli di Martin e non posso far a meno di ridere, mi volto ed incontro lo sguardo di Richard e fa male, dannatamente male.
“Vieni a casa con me, Soni?”
Mia cugina mi guarda negli occhi e annuisce subito dopo, mia zia Sara mi guarda interrogativa: “Non resti con i tuoi compagni?”
“Mi sento stanca, zia. Voi restate pure, non chiudiamo a chiave”
Annuisce felice alla mia affermazione, io prendo mia cugina sottobraccio e ci dirigiamo verso l’uscita, mi volto poco prima di varcare la porta e noto Richard: non è più al suo posto, è al mio.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Lo Hobbit / Vai alla pagina dell'autore: ___Lils___