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Autore: Jamin_a    06/01/2015    2 recensioni
"Tranquilla zucchero" Si alzò dalla poltrona e, avvicinandosi a lei, la sovrastò con la sua altezza.
"Non sarò di certo io a infrangere i tuoi sogni di gloria da stupida capitolina"
Disse aspramente, fissandola negli occhi e facendosi serio.
[...]
"Ma tu ..." Continuò l'uomo sfiorandole le dita con cui lei teneva ancora stretto il collo della bottiglia.
".. Devi tenere giù le mani dal mio alcol" concluse secco, rubandole l'oggetto dalle mani.
Haymitch fece un passo indietro, sorridendo soddisfatto.
Effie rimase immobile a guardarlo andar via.
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piccola raccolta di momenti Hayffie
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“Ho sentito dire che dopo più di vent’anni nel ruolo di mentore finalmente Haymitch Abernathy ci degna della sua presenza” Disse sarcastica, chiedendosi anche lei cosa avesse spinto il mentore ad essere presente quella sera. Forse era riuscito a capire quanto fosse da maleducati non presentarsi mai a quella festa, ma non sembrava molto da Haymitch fare una cosa del genere, anzi, era molto più probabile che fosse talmente ubriaco da aver preso il treno ed essersi trovato a Capitol City per sbaglio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'erano solo lei e Haymitch nella stanza, quando il ragazzo del distretto 4 piantò la sua ascia in mezzo alla faccia di Niki, la ragazzina di quattordici anni che proprio tre settimane fa lei aveva estratto come tributo femmina del distretto dodici.
Effie non riuscì a guardare, si costrinse a chiudere gli occhi. Già non aveva mai sopportato l’idea di vedere qualcuno morire, figuriamoci se quel qualcuno l’aveva conosciuto, anche se per poco.
Effie pensò a quella ragazzina, era così dolce, e quando le telecamere inquadrarono il suo corpo senza vita le sue gambe iniziarono a tremare, come volessero cedere da un momento all’altro. Aprì la bocca per cercare di immagazzinare più aria nei polmoni, perché in quel momento le sembrava che un masso le fosse caduto sul petto.
Ringraziò di aver deciso di guardare l'inizio dei 62 Hunger Games nel soggiorno privato dell'attico del distretto 12, perché non avrebbe mai voluto mostrarsi debole davanti agli altri. Lei aveva estratto il nome di quella ragazzina, la sua mano aveva scelto il suo nome, e invece che entusiasmarla fare l'accompagnatrice la faceva solo sentire in colpa. Sentì gli occhi diventare lucidi
In quell'istante Lucas, il tributo maschio di dodici anni che lei aveva estratto assieme a Niki, venne atterrato da un ragazzo del distretto sei, grande il doppio di lui.
Proprio mentre il coltello del ragazzo del sei si alzò sul suo tributo due braccia forti la costrinsero a voltarsi, e la strinsero al petto del mentore del suo distretto.
"Non guardare" le sussurrò all'orecchio.
Effie scoppio a piangere mentre sentì il rumore del coltello infilarsi e venire estratto più volte dal corpo del ragazzo.
Non riuscì a trattenere i rumorosi singhiozzi e si aggrappò più forte all'uomo per evitare di cadere a terra, dato che le gambe si rifiutavano di sostenerla ancora.
"Shhh calmati" disse Haymitch, accarezzandole la schiena.
"È colpa mia" disse la ragazza tra i singhiozzi, sentiva che stava per scoppiare.
"Io ho estratto il .. Io..." Non riusciva a parlare a causa del forte pianto e dei singhiozzi che proprio non riusciva a fermare.
Haymitch continuò ad accarezzarle la schiena, aveva capito subito che quella ragazzina non avrebbe mai potuto sopportare tutto quel peso. 
Si chiedeva come fosse possibile che fosse finita li, a fare quel lavoro, dato che chiaramente, non ne era entusiasta.
" Non é colpa tua " le disse, istintivamente, anche se lui stesso aveva per anni incolpato anche Lucille, l'accompagnatrice che aveva estratto il suo nome.
Ma era diverso, aveva lavorato con Lucille, per i primi tre anni da mentore, e lei non aveva mai dimostrato un briciolo di interesse, nè di senso di colpa, per le vittime di quei giochi.
Effie invece stava avendo un vero e proprio attacco di panico, e continuava a ripetere che era stata lei a mandarli la dentro, e lui proprio non riusciva a farglielo pesare.
"Dai zucchero..."
Haymitch allungò un braccio e spense la tv, ormai i suoi ragazzi erano entrambi morti, non c'era più niente da vedere.
Effie si sciolse l’abbraccio. 
"Scusa" disse indicandogli la camicia sporca di trucco.
"Non fa nulla" alzo le spalle lui.
Effie sospirò un grazie mentre si avviò triste verso camera sua, aveva bisogno di riflettere, di stare da sola e sfogarsi.
Haymitch si diresse verso il bar.
Odiava ancora quella ragazza, così come odiava qualsiasi cosa proveniente da Capitol City. Ma in quel momento non gli sembrava solo una stupida capitolina, ma una semplice ragazzina di appena diciotto anni che si era trovata in qualcosa più grande di lei. Pensò che con la superficialità che hanno i capitolini lei non si era veramente conto che in ballo c'erano vere vite, finché non aveva conosciuto i tributi che aveva visto morire. Per Capitol City era solo uno show televisivo, nessuno dei suoi abitanti si rende davvero conto che dietro ci sono delle vere vite stroncate senza un motivo.
Scosse la testa, contrariato
I capitolini avevano il coraggio di mandare dei bambini al macello ma non avevano il coraggio di ammetterlo a se stessi.
"Che ipocrisia" si ritrovò a commentare da solo mentre si versava un bicchiere di liquore. 



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Eccoci col capitolo due. Spero vi sia piaciuto,
mi farebbe un grande piacere sapere cosa ne pensate (;
alla prossima
  
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