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Autore: LadySissi14    07/01/2015    2 recensioni
Diabolik ed Eva Kant verranno messi davanti ad una situazione che potrebbe portare alla definitiva rottura del loro rapporto, forse fino anche alla morte stessa.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Diabolik

Non aver mai avuto paura

Capitolo Uno

Diabolik era nel suo laboratorio, stava preparando un colpo con la massima cura e attenzione. Bastava trascurare anche solo un piccolo dettaglio per rovinare un piano bene costruito, e un colpo andato male significava correre il grosso rischio di essere arrestati. Per quel particolare furto poi aveva perso il sonno, erano anni che tentava di rubare quella maledetta collana. I primi due tentativi erano andati falliti per delle assurde e quasi imponderabili coincidenze.

La prima volta che aveva tentato il colpo, circa cinque anni prima, aveva passato un mese a organizzare un piano perfetto, i Conti Fronans possedevano la collana con la perla nera da molte generazioni, la coppia di anziani coniugi era senza figli o eredi e l’unica possibilità era sostituirsi al marito. La moglie era troppo minuta e nessuno della servitù aveva una corporatura simile alla sua o a quella di Eva.

Il colpo era pronto e la notte in cui avrebbe dovuto sostituirsi al conte era entrato favorito dal buio nel loro maniero. Aveva eluso tutti gli allarmi e si accingeva ad addormentare attraverso l’occhiolino della porta i due consorti,  quando sentì la moglie gridare. Preoccupato si era nascosto veloce dietro alle pesanti tende e poco dopo la contessa era uscita gridando e in lacrime. Il conte era morto d’infarto quella notte e Diabolik dovette attendere molte ore nascosto dietro la tenda prima di poter lasciare la casa.

Era stato un vero smacco per lui e dovette rinunciare al colpo, ma non accettava i fallimenti e anche se erano passati anni di quella collana, non si dimenticava.

Due anni fa era arrivata la notizia che la contessa Fronans avrebbe dato un ricevimento in onore del marito scomparso con lo scopo di raccogliere fondi per beneficenza. Durante la festa tutta la collezione dei gioielli di famiglia sarebbe stata esposta dentro a delle speciali teche. Per Diabolik parve finalmente arrivare una nuova occasione per impossessarsi della collana.

Conosceva tutte le misure di sicurezza prese, il controllo del volto durante la festa non lo aveva di certo fermato. Alterando i lineamenti con la paraffina si era finto un Lord inglese e aveva anche fatto una donazione per sviare i sospetti. Dopo essere entrato senza alcun problema alla festa, aveva esaminato con cura tutti i gioielli e quando finalmente vide la teca con la collana, si rese subito conto che qualcosa non andava. La collana era un falso, fatto bene ma un falso.

Dopo aver interrogato la sera stessa l’anziana signora con il phentonal aveva scoperto che la collana era stata rubata durante un viaggio all’estero tanti anni addietro e che per non dare un dispiacere al marito, la donna aveva fatto realizzare una copia. Dopo quella scoperta si era dato da fare per cercare la collana ma a nulla erano valsi i tentativi per rintracciare il ladro.

Diabolik dovette quindi mettere nuovamente da parte la collana con la perla nera.

Il genio del crimine non dimentica e finalmente una nuova occasione gli si era presentata.

Una donna di nome Maria Mcnott si era trasferita da poco a Clerville, era una donna ricca e non si faceva remore nel dimostrarlo in tutti i modi possibili. Feste sontuose nella sua villa, vestiti sfarzosi e ovviamente gioielli meravigliosi. In poco tempo era diventata una donna molto invidiata e molto famosa in tutta Clerville per le sue strane abitudini e lo sperpero di denaro.

Ovviamente i gioielli non sfuggirono a Diabolik che teneva d’occhio la giovane donna per stabilire l’ammontare della collezione e valutare l’eventualità di rubarla. Il Re del terrore però non perdeva il suo tempo per rubare dei gioielli comuni, stava quindi per lasciar perdere quanto durante un’intercettazione sentì nominare la collana con la perla nera. A quanto pare la donna l’aveva acquistata illegalmente mentre viveva all’estero e la teneva nascosta da qualche parte poiché era un gioiello molto noto.

Bastarono queste parole per accendere in lui il bruciante desiderio di impossessarsi di quella collana che faceva di tutto per sfuggirgli.

Ci vollero diversi giorni di appostamenti per scoprire le abitudini della donna, faceva di certo una vita molto intensa ma non invitava mai uomini in casa se non durante le feste e lei in quei frangenti era sempre al centro dell’attenzione. Anche la servitù era rigorosamente tutta composta da donne. Diabolik dovette quindi valutare bene come procedere e anche se non proprio convinto dovette accettare la proposta di Eva di fare il colpo al suo posto. Lui era di certo più bravo ma non poteva ignorare che in un ambiente di sole donne ci voleva una donna.

Per questo progettava il colpo con ancora più attenzione. L’incolumità di Eva era al primo posto, ma un colpo è sempre un colpo e il rischio era il compagno delle loro vite.

Quando giunse il momento Eva con qualche espediente riuscì a sostituirsi alla signorina Mcnott. Non sapeva dove fosse nascosta la collana per cui era suo compito prima di tutto scoprire dove fosse e poi capire come riuscire a impossessarsene.

L’impresa però non era semplice, il tempo per le ricerche di Eva non era molto dato la vita che faceva con l’identità di Maria. La donna faceva una vita molto frenetica, per Eva c’era sempre qualcosa da fare fuori casa. Non volendo insospettire qualcuno, la compagna di Diabolik era costretta a seguire quel turbine di impegni vari. Questo ovviamente creava il problema della mancanza di tempo per cercare la collana.

Dopo dieci giorni di ricerche, Eva non aveva ancora trovato nessun indizio, Maria era molto ordinata in casa e a quanto pare non vi era alcun documento in cui trovare traccia dell’acquisto del gioiello. Di notte Eva cercava nascondigli segreti per la casa. Quella vita frenetica e le notti passate sveglie la facevano sentire nervosa e spossata.

Una mattina dopo le solite poche ore di sonno Eva si svegliò con un forte mal di testa, si sentiva veramente a pezzi, la sera poi l’attendeva la solita festa con tantissime persone a cui interessava soltanto bere e mangiare a spese della padrona di casa. Aveva comunque una piccola speranza di poter comunicare presto buone notizie al compagno.

La notte prima le era parso di notare che dietro ad una colonna vi fosse del vuoto. Una delle cameriere si era però svegliata e aveva costretto Eva a interrompere le ricerche. Sapeva di dover attendere almeno fino alle prime ore del mattino per guardare con più attenzione quella colonna. Diabolik poi le sembrava sempre più nervoso, ogni volta che si sentivano era  scostante e freddo, lei capiva che saperla lontana innervosiva il compagno.

Quella sera prima che cominciasse la festa, Eva si mise in contatto con Diabolik, la voce dell’uomo però era glaciale e la conversazione finì per essere molto tagliente con il compagno che la accusava di aver preso gusto a quel tipo di vita e che forse per questo non si stava impegnando a sufficienza. La donna si arrabbiò molto e non gli disse che forse aveva trovato qualcosa.

I due litigarono e chiusero il malo modo il contatto. Eva nei panni di Maria era decisamente infuriata, non solo le toccava fare una vita che la stava spossando, ma doveva pure sopportare le accuse del suo compagno.

Per quanto non era di certo in vena di fare sorrisi la sontuosa festa stava per cominciare e lei era costretta a prendervi parte. Si sentiva ancora ribollire dentro e anche se stava ballando con un certo Stefano, non gli prestava la minima attenzione. Improvvisamente però cominciò a sentirsi strana, quasi che il tempo rallentasse, non ebbe nemmeno la possibilità di capire che cosa le stava accadendo che perse i sensi.

Si risvegliò che era in ambulanza, un po’ intontita e con la nausea. Lo sballottare del veicolo le stava rivoltando lo stomaco. Con apprensione si toccò il viso, la maschera era ancora al suo posto. I Paramedici cercavano di dirle di stare tranquilla ma lei si guardava intorno impaurita e disorientata, le avevano tolto l’orologio e non lo vedeva da nessuna parte. Cercava di spiegare loro che voleva solo sapere dove avevano messo l’orologio, che stava meglio e che voleva tornare indietro. Non fece in tempo a chiarire le cose che arrivarono in ospedale. Eva scese dall’ambulanza e cercò di vedere se in giro c’era Diabolik. Tra la barella in movimento e tutte le persone davanti all’ingresso ambulanze però non riuscì a individuarlo. Forse non aveva fatto in tempo, in effetti, non poteva sapere che si era sentita male.

In compenso quel che aveva bevuto e mangiato durante la serata si ripresentò in gola e prima ancora di entrare dovette vomitare. Dopo quell’episodio a nulla valsero le sue proteste, i medici insisterono per farle almeno le analisi prima di dimetterla. Eva acconsentì solo per toglierseli di torno e poter così alzarsi e andarsene.

Il pronto soccorso era un delirio di medici e pazienti, andarsene non era semplice perché molte persone la riconoscevano come Maria e non si levavano di torno. Quando finalmente sembrava che ci fosse la possibilità di allontanarsi tornò il medico. Eva però non fece caso a lui perché con la coda dell’occhio aveva intravisto un viso familiare, era una tra le tante maschere preparate dal suo compagno. Lui era venuto e solo per questo Eva si sentiva meglio. Diabolik era a meno di un metro da lei, vestito con la divisa da infermiere. La presenza però del collega realmente dottore gli impediva di avvicinarsi o avrebbe destato sospetti su chi fosse.

Il medico davanti ad Eva dovette chiamarla tre volte prima che la donna si girasse ad ascoltarlo. La sua attenzione era tutta per il compagno a pochi passi di distanza.

“Signorina Mcnott, sono il dottor Logan, come si sente?” chiese premuroso il medico.

“Meglio, sarei anche pronta a tornarmene a casa” replicò lei sperando che presto potesse andarsene con Diabolik, non si vedevano da più di dieci giorni.

“Ottimo, ho con me i risultati dei suoi test, è tutto posto, anche se dovrebbe seguire una vita più tranquilla d’ora in poi” disse il dottore mentre leggeva i dati sulla cartella.

Eva si era fatta un’idea di quanto poteva esserle successo. Normalmente faceva una vita sana, fatta di buon cibo e di attività fisica. Da quanto era nei panni di Maria aveva mangiato male, bevuto e fatto una vita notevolmente lontana dalla sua. Conscia quindi di questo era notevolmente tranquilla e sperava solo di uscire in fretta da lì.

Il dottore però tentennava davanti a lei e schiarendosi la voce continuò

“Il malore di questa sera ha comunque un’origine, sicuramente avrà percepito una forte stanchezza in questo periodo, del tutto normale dato che lei è in stato interessante.” Concluse il medico.

Eva era certa di non aver sentito bene, non poteva aver capito bene. Difatti come in trance chiese all’uomo davanti a lei.

 “Come scusi?”.

Il dottore con aria comprensiva le rispose.

“Signora Mcnott lei è incinta”.

La donna era rimasta pietrificata, il suo mondo era appena imploso. Cercò subito lo sguardo del compagno, Diabolik era a fianco a lei, aveva uno sguardo glaciale e senza dire una parola “si” era girato e se ne era andato.

Il medico la stava fissando preoccupato. Lei non riusciva nemmeno a respirare, l’unica cosa che continuava a pensare era che non poteva essere davvero accaduto.

“Signora si sente bene? Vuole un bicchiere d’acqua?” Chiese il dottore.

Eva alzò lo sguardo smarrita

“Non può essere, deve esserci un errore”. Replicò subito lei.

La sua non era neanche un’affermazione, quasi una supplica a che il dottore le dicesse che era tutto un terribile scherzo.

“No signora abbiamo ripetuto il test due volte per sicurezza, le posso assicurare che è corretto” cercò di rassicurarla il medico.

“Io prendo la pillola e sono sempre stata attenta a non scordarla, le dico che non è possibile” rispose Eva ormai nel panico.

“Mi dispiace ma anche con quella la sicurezza è al 99%, anche se quindi molto raro lei è tra quella piccola percentuale cui non ha fatto il corretto effetto. Capisco che non si aspettava una simile notizia. Se le serve altro mi chiami, tra poco le firmerò il foglio di dimissione e potrà tornare a casa. Il mio consiglio e di andare al più presto dal suo medico e valutare come procedere” Le rispose il dottore prima di andarsene.

Eva si portò le mani sull’addome, era incinta. Non sarebbe dovuto succedere, un figlio per loro era sempre stato escluso. Lei stessa vi aveva rinunciato per stare con l’uomo che amava. Adesso era accaduta l’unica cosa che avrebbe potuto davvero distruggere il loro legame.

 

Note Autore: sono una vera appassionata di Diabolik ed Eva Kant, ed ho sempre immaginato che anche loro potessero avere problemi comuni e che prima o poi sarebbe toccato scontrarsi con certe situazioni. La storia sarà in totale in due capitoli, di cui il secondo già scritto e solo da rivedere.

Attendo le vostre opinioni su come vi sembra a dove è certamente possibile migliorare.  Grazie

  
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