Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |       
Autore: CrisBo    07/01/2015    4 recensioni
Il tavolo era imbandito di pietanze di ogni tipo. Una varietà di legumi e ortaggi erano stati disposti sopra i piatti, s'affollavano i formaggi e le piante verdi del vecchio contadino del decumano ovest, colui che coltivava le migliori carote di Hobbivile (il più quotato tra le hobbittesse, perbacco!)
Volavano i piatti e s'infrangevano nel fumo dell'erba pipa di Gandalf, spargendo i vapori di quell'odore per tutta la sala da pranzo. Bofur e Dwalin suonavano allegri, seguiti da Dori, i loro busti ondeggiavano a ritmo e con le braccia facevano saltare le stoviglie. C'erano tutti i nani chiamati per la spedizione di Scudodiquercia, persino quelli che non discendevano dai Durin. [ Dal prologo ]
***
- 2941, T.E. Partono in sedici dalla casa di Bilbo per la spedizione verso Erebor e ciò che l'avventura comporta cambierà le sorti dei discendenti di Durin. Il sedicesimo compagno è una nana, Berit, del quale si sa poco e niente. Mangia tanto, beve tanto, è chiassosa ed ha un rapporto particolare con Bofur. - Prima ff, c'è dell'autocritica in me.
[ IN REVISIONE! ]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Bofur, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1.
Bilbo lo detesta 




Il tavolo era imbandito di pietanze di ogni tipo.
Una varietà di legumi e ortaggi erano stati disposti sopra i piatti, s'affollavano i formaggi e le piante verdi del vecchio contadino del decumano ovest, colui che coltivava le migliori carote di Hobbivile (il più quotato tra le hobbittesse, perbacco!
Volavano i piatti e s'infrangevano nel fumo dell'erba pipa di Gandalf, spargendo i vapori di quell'odore per tutta la sala da pranzo. 
Bofur e Dwalin suonavano allegri, seguiti da Dori, i loro busti ondeggiavano a ritmo e con le braccia facevano saltare le stoviglie.
C'erano alcuni dei nani chiamati per la spedizione di Scudodiquercia, persino quelli che non discendevano dai Durin. 
La chiamata per la salvezza di Erebor e il suo tesoro era arrivata e loro avevano risposto; una squadriglia di nani volenterosi e leali, non per forza guerrieri, a giudicare dalla prestanza di alcuni di essi.
Ma ciò non toglieva l'onore e la lealtà di cui erano pregni, perchè nulla è più roccioso della fedeltà di un figlio di Aule. 
Era facile, per loro, donarsi a quell'ultimo atto di goliardia, bevendo boccali di birra e sorridendo a ritmo di una canzone improvvisata. 
Ballavano tutti, noncuranti dell'inamovibile rifiuto di festeggiare del signor Baggins.
Non c'era festa nel suo sguardo ma solo un'innata preoccupazione per tutta la sua mobilia così tenuta accuratamente per secoli dai suoi antenati di famiglia: ora le sue ceramiche stavano letteralmente volando per la sala da pranzo e la cosa non gli piaceva per niente. 
Per poco non gli saltò il cuore in gola quando Berit, una nana dai capelli intrecciati, si issò sul tavolo, intenta a fare strani gesti col proprio boccale di birra, innalzandolo per brindare alla loro buonasorte. 
Tra tutti i nani, l'unico che le andò dietro sul tavolo fu Bofur.  Saltò lì sopra insieme alla nana, muovendo le dita veloci sul suo flauto.
«Per favore, lì ci mangio tutti i giorni.»
Bilbo ci provò ad alzare la voce per farsi sentire ma l'unica risposta che ebbe fu un tonfo sordo per via dei boccali che venivano cozzati tra loro, facendo spargere la spuma di birra sul legno; l’odore si legò al profumino del cibo sul tavolo, confondendosi  nel  continuo fumare dello Stregone Grigio. 
E ridevano, ridevano tutti quanti.
«Sentito?  Lì ci mangia tutti i giorni.» Intervenne Dwalin con una risata rauca, sollevando una salsiccia e mozzandola a metà con un morso.
«Anche io mangio tutti i giorni, anche sei volte al giorno.» Disse Nori.
«Cosa? Il pesce è cotto sul fondo?» Disse Oin, piantando la sua tromba nel timpano. Non ci sentiva per niente, neanche con quel buffo aggeggio.
«Qualcuno mi può dire gentilmente dove trovo la teiera?» Intervenne Dori, ruotando su sè stesso. Sulla barba grigia e intrecciata c'erano i luccichii della birra appena bevuta. 
Era giusto dire che fu più quella rovesciata sulle loro barbe che nelle loro gole.
«Bombur da qua!» questa volta fu Fili a levare il piatto da davanti al naso di un nano molto grassoccio, lanciandolo verso Berit che lo colpì col proprio
boccale.
Il piatto cadde su quello di Balin, facendolo saltellare dietro le sue vecchie spalle. 
Bilbo continuava a far volteggiare lo sguardo stralunato su tutte le sue stoviglie, boccheggiando frasi sconclusionate.
I nani continuavano a lanciarsele senza ritegno e vide che anche alcuni suoi cibi da dispensa cominciavano a sparire dal tavolo; il salame, i peperoni, le carote, del formaggio addentato.
Volle alzare di più la voce ma scoprì ben presto che gli si era strozzata in gola.
«Kili, hai dell'insalata sulla testa.» Berit puntò un indice alla volta del giovane nano bruno, sogghignando.
«Cosa?»
«Edera regaleee! Kili non si lava e gli crescono gli ortaggi tra i capelli. Che testa insidiosa.» Cantilenò la nana sul tavolo, dando una spallata a Bofur - che fu una vera e propria spinta di affetto - infatti il nano cadde da un lato, rovinando sulla sedia vicino a Dwalin che gli imprecò addosso qualche maledizione in khuzdul. Cominciò una piccola rissa che coinvolse anche Gloin, intento a frustare Dori sulle chiappe per levarselo da davanti al naso.
Lui e il suo vino fruttato.
«Per favore..potete smetterla? Quel cucchiaio apparteneva a mio nonno, è un grande cim-» Ci provò di nuovo Bilbo.
«Kili io ti ammazzo!» Fili interruppe qualsiasi supplica di Bilbo, travolgendolo con la sua stazza, per lanciare addosso al fratello un grosso tocco di pane.
«Non è colpa mia, è risaputo che il biondo è femminile.»
«Avete visto il mio flauto?» Interruppe Bofur, voltandosi da tutte le parti.
«Prova a guardare nel  tuo se-» rimbeccò Fili, già adirato, prima che la sua frase venne spezzata da dei tonfi potenti alla porta di Bilbo.
E così la calma tornò sovrana in un mormorio sommesso e Bilbo sospirò di gran lunga rasserenato e inquieto insieme. Bussavano alla porta.
Di nuovo.
Era così semplice zittire questi buzzurri?  
Eppure, poco prima di ruotare il volto verso la porta d'ingresso si rese conto che tutte le sue stoviglie erano stato accuratamente impilate l'una sull'altra. Nessuna ammaccatura, come si erano divertiti a cantare fino a quel momento.
Il tavolo sembrava essere tornato alla normalità, se non fosse per alcune piedate di stivali fangosi sopra di esso.
Era proprio vero che i nani erano dei visitatori alquanto molesti, Gandalf s'era dimenticato di informarlo di quel piccolo particolare.
Anzi, diciamo che Gandalf si era dimenticato di informarlo su tante cose. 
Erano tredici nani.
Ben tredici nani, barbuti, grossi, rozzi, rumorosi e maldestri e avevano invaso casa sua con la loro presenza senza che fosse riuscito a fare niente per impedirlo.
E in quegli aggettivi affettuosi avrebbe inserito anche l'unica nana femmina della compagnia.
Berit.
Non era per niente dedito a ricevere visite femminili nella sua modesta casa sotto al Colle, ma conosceva alcune Hobbit della Contea. Ragazze di bocca buona, dai capelli ricci che lasciavano fragranze fiorite e l’odore di pane e sapone ad accompagnarle quando sorridevano al mercato o si fermavano a piantare ortaggi nei campi. Non eccellevano in bellezza - anche se molte vantavano un bellissimo visetto rosato - ma erano molto dolci e soprattutto alquanto normali, assolutamente perfette per dei giovani hobbit.
Ma Berit era quanto più lontana dal termine normale di quanto lui stesso provasse a immaginare. Non aveva mai visto nè sentito una donna, mezza o intera che fosse, così tanto rumorosa e bislacca. Era giovane, almeno così appariva e l'aspetto ingannava quel vulcano caratteriale che si trovava stretto in quel corpo nanico.
E poi c'erano gli altri dodici nani. Gloin, un nano rosso e nerboruto, non faceva che fargli vedere le foto di sua moglie. Bombur, il più grasso di tutti - l'aveva visto afferrare un tocco di formaggio con la bocca, neanche Bilbo sarebbe riuscito probabilmente - lanciato da suo fratello Bofur, un altro pezzo alquanto bizzarro con quel suo aspetto buffo e quel cappello di pelliccia.
Dori e quella sua strana delicata propensione a trovare  i retrogusti nei cibi; Nori che - Bilbo ne era sicuro fino al midollo -  gli avesse rubato un candelabro in metallo donatogli da uno zio lontano. E poi Ori, che era anche il preferito di Bilbo fin'ora, così beneducato se non fosse per quella melodia rigurgitale che gli aveva fatto vibrare il tavolo poco prima. Dwalin, tatuato e scontroso, aveva parlato solamente a borbottii, cosa che invece non faceva Bifur, con un pezzo d'ascia conficcato in testa e quel suo modo di parlare che.. non parlava, faceva versi e gesti cavernicoli. Sembravano insulti in lingue arcane. E poi c'era Oin che continuava a non sentire nulla di quello che Bilbo diceva, nemmeno con quel suo aggeggio a tromba piantato dentro il padiglione. E ultimi, ma non realmente ultimi c'erano Fili e Kili: sembravano i più giovani e con una certa vitalità in corpo che, di certo, in Balin non appariva. Lui era il più anziano dei nani lì presenti, con una folta barba bianca e il naso rosso come il pomodoro più maturo coltivato dal vecchio Gaffiere.
Gandalf non aveva bisogno di presentazioni.
Era uno stregone e come uno stregone che si rispetti era una figura ammantata di grigio e possente dentro quella stanza fatta di gente bassa, copriva completamente tutto l'angolo della sala da pranzo, costretto a tenersi ingobbito contro la parete e non faceva che fumare, ridere e fermarsi a guardarli con aria pensierosa e tacita. Parve illuminarsi quando sentì battere quei tonfi e fu il primo ad acciuffare Bilbo per il colletto per avvicinarsi all'uscio e aprire la porta rotonda . Davanti a questo vi trovò un nano austero ma dall'aspetto regale e sontuoso, dai lunghi capelli scuri e la barba dello stesso colore. Non vestiva come la maggior parte degli altri, le sue stoffe non erano grezze; si racchiudeva in scaglie di metallo e una pelliccia, affinata da un velluto trapuntato e scuro. Ma gli occhi erano chiari e brillavano di una potente determinazione, riuscendo a lasciare ammutolito lo hobbit.
Gli altri nani salutarono Thorin Scudodiquercia con rispetto e lo attesero intorno al tavolo, in silenzio.
La luce s'affievolì e cominciarono le discussioni per la partenza verso la Montagna Solitaria.
Smaug, il drago che li aveva portati alla rovina, non veniva avvistato da più di sessant’anni e la riconquista della loro terra era ormai prossima.  
Alcuni discendenti di Durin si erano tirati indietro e solo quel pugno di minatori e giocattolai si erano riuniti per riprendersi ciò che gli era stato portato via.

 

Bofur tossì e uscì da sotto al tavolo, rotolando da un lato per evitare che  il crollo del soffitto gli rovinasse addosso.
C'era caldo lì intorno e l'aria era velenosa e soffocante, alzando un fumo grigio che s'attaccava alla pelle.
Le fiamme stavano inghiottendo completamente la casa di Bard e in un angolo le loro figlie urlavano, terrorizzate. Bain non si vedeva da nessuna parte e Tauriel stava cercando di issare Kili dal tavolo, ancora moribondo. Non riusciva a vedere nulla che non fosse completamente ovattato, sentiva le urla della gente e il riverbero di un battito d'ali imponente.
Una fornace con le ali.
Era quello che aveva detto a Bilbo quella sera, davanti al tavolo, parlando del drago prima che lo hobbit svenisse ai piedi di tutti. Berit aveva riso, buttando in faccia al povero malcapitato della birra, per farlo riprendere. Bofur aveva riso fino a farsi venire le lacrime agli occhi e ora le lacrime scendevano per il fumo, per l'angoscia, per l'urlo disperato che lanciò Sigrid mentre stringeva sua sorella Tilda, prima che il pavimento crollasse.





NA: 
Ed eccomi qua con la mia primissima ff.
Innanzi tutto chiedo scusa per la intro ma non sono proprio in grado a scriverle ç_ç
Non avevo la minima idea di come impostare la mia storia e alla fine ho optato che partirà dal viaggio di Thorin (con sequenze lasciate un po' al caso) fino alla Battaglia finale ( e anche oltre - non temete ho un piano per tutto! ) il tutto spezzato daciò che, invece, sta avvenendo dopo l'arrivo di Smaug. Come avrete capito, è una rivisitazione “mia” di ciò che succede all’inizio del terzo film. Ovviamente non intendo offendere i personaggi di Tolkien e spero di non uscire fuori dalle caratterizzazioni che emergono dai film di PJ. E ho inserito una nana che conoscerete meglio grazie ai vari capitoli che inserirò ( spero almeno, non sono brava con queste cose! ). So che il "personaggio in più" è storia trita e ritrita, me ne rendo conto, ma è un pallino che ho in testa e proprio non ce la faccio a togliermelo :D mi piacciono le storie con nuovi personaggi. Non ho ancora idea di come si evolverà il tutto, mi sono presa molte libertà lo ammetto, probabilmente legherò molte cose del libro e del film insieme e alcune cose saranno inventate di sana pianta, giusto per romanzare la storia ancora di più eee niente, per ora la smetto... accetto ogni tipo di commento, sul serio, perciò recensite tutto ciò che vi piace e che non vi piace! Sicuramente sarò molto autocritica quindi mi farà schifo tutto ma spero che voi qualcosina ina ina di buono ci troverete.
Al prossimo capitolo :)
Piccolo appunto: sto modificando alcuni capitoli e correggendo alcune cose.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: CrisBo