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Autore: Elyxa85    10/01/2015    6 recensioni
Post 5x08 - Le conseguenze della morte di Beth. Bethyl
Dal testo:
< Me lo aveva detto. > sorrise debolmente Daryl.
< Cosa? > chiese curiosa Maggie mentre si asciugava con il palmo della mano le lacrime che non era riuscita a trattenere.
< Che mi sarebbe mancata tantissimo quando sarebbe morta. > sospirò Daryl confidandosi < Solo... Non immaginavo riuscisse a fare così male. >
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon, Maggie Greeneunn
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Mi hai trovata! > sussurrò Beth mentre Daryl la accompagnava con una mano sulla schiena verso l'uscita di quel maledetto ospedale che li aveva tenuti separati per troppo tempo.

< Ora non scapperai più! > sorrise debolmente l'arciere guardando la ragazza con lo sguardo dolce e sincero che riservava a pochissime persone.

 

< Sono contenta che abbiamo risolto le cose. > disse Dawn rivolgendosi a Rick.

< Si. > rispose lo sceriffo senza celare il suo disgusto.

< Ora mi serve solo Noah e poi potete andare. > disse la donna in tono deciso.

< Questo non era nei patti! > protestò Rick facendo qualche passo verso la donna.

< Noah era sotto la mia tutela. > ribatté Dawn < Beth ha preso il suo posto e se ne va, mi serve. >

 

< Signora, la prego, non... > tentò di intercedere l'agente alle spalle della donna.

< Shepherd! > richiamò lo sceriffo del Grady Memorial < I miei agenti hanno rischiato la vita per trovarlo. Uno di loro e' morto. >

 

< Non rimarrà qui. > affermò Daryl appoggiando la protesta di Rick.

< E' dei miei, non avete diritti su di lui. > ribatté Dawn.

< Il ragazzo vuole andare a casa, non hai diritti su di lui! > rispose Rick usando il tono più calmo che la situazione gli consentiva di usare.

 

< Allora non abbiamo un accordo! > disse Dawn in tono duro, guardando Rick dritto negli occhi.

< L'accordo e' stato fatto! > ribatté Rick arrabbiandosi visibilmente.

 

< Va... va bene. > rispose Noah in tono sofferente.

< No. No. > protestò Rick, allungando una mano per fermare l'avanzata traballante di Noah.

 

Il rapporto con il ragazzo non era partito con il piede giusto, soprattutto per Daryl, ma alla fine il suo aiuto era risultato prezioso perché li aveva portati da Beth, rivelandogli informazioni molto utili su come liberarla. Noah voleva liberarla proprio perché lei lo aveva aiutato nella fuga, dandogli ancora speranza, non facendolo sentire inutile o debole. Allo stesso modo Daryl si sentiva in dovere di proteggere Noah. Per Beth. Per mostrarle che anche lui, adesso, aveva speranza, proprio come lei.

 

< Devo farlo. > rispose Noah affranto dalla piega presa dagli eventi.

< Non va bene. > mormorò Beth guardando Dawn che otteneva la sua piccola vittoria personale.

< E' deciso. > disse lo sceriffo mentre Noah riconsegnava la pistola a Rick.

 

< Aspetta! > urlò Beth, correndo ad abbracciare il ragazzo, uno dei pochi amici che aveva trovato in quella gabbia, l'unica persona che condivideva il suo bisogno di essere padrone della propria vita.

Daryl seguiva i movimenti della ragazza con occhi vigili e attenti.

< Va tutto bene. > rispose Noah, cercando di consolare Beth.

 

< Lo sapevo che saresti tornato. > constatò Dawn con un'espressione soddisfatta in volto.

 

Beth si avvicinò alla sua aguzzina e guadandola dritta negli occhi le disse < Ora capisco. >

 

Tutto accadde in pochi secondi. Pochi interminabili secondi.

Beth colpisce Dawn con un misero paio di forbici, Dawn risponde sparandole sotto il mento.

Il sangue di Beth si sparse nel corridoio. Investe Rick e persino Daryl, poco distante, che reagisce immediatamente, avanzando davanti a Rick e sparando a Dawn. Un colpo in testa. Un unico colpo.

 

Gli agenti alle spalle di Dawn puntarono subito le pistole verso il gruppo di Rick.

Il gruppo di Rick imbracciò le armi pronti a rispondere al fuoco. Perfino Tyreese non ebbe dubbi su ciò che doveva fare, e tenne stretto il suo fucile, pronto a sparare. Per uccidere.

 

< No! Non sparate! E' finita. Era solo lei. > urlò decisa l'agente Shepard < Abbassate le armi. >

 

Gli agenti lentamente abbassarono le armi.

Daryl restò per qualche momento con il braccio teso, pistola alla mano, tremante.

 

Carol gli si avvicinò e gli toccò il braccio destro, facendogli segno di abbassare l'arma.

 

L'uomo guardò a terra verso Beth. Il suo corpo era disteso in una posizione anomala. Il sangue si stava riversando sul pavimento, intorno alla sua testa, al suo braccio.

 

 

< Portiamola via. > ordinò Rick con voce spezzata mentre guardava Daryl inginocchiarsi accanto al corpo senza vita di Beth.

< Beth... > chiamò Daryl sofferente.

 

Tutti i pazienti dell'ospedale si riversarono nel corridoio. Qualcuno piangeva, altri erano immobili, incapaci di proferire parola.

 

Daryl prese il corpo della ragazza in braccio, impedendo agli altri di aiutarlo, incapace di lasciarla, anche solo per un istante.

 

< Noah! > chiamò una dei pazienti del Grady Memorial mentre correva asciugandosi le lacrime dal volto < Questo era di Beth. Lo aveva lasciato a me ma... non credo sia giusto... Non più.. >

< Grazie Sarah. Lo darò a sua sorella quando la ritroveremo. > rispose il ragazzo con voce rotta dal pianto mentre allungava la mano per prendere il piccolo quaderno verde che la giovane paziente gli porgeva.

< Era mia amica. L'unica qua dentro. > sospirò la ragazza sconsolata < Non doveva andare così. >

< Niente in questo mondo va come dovrebbe! > rispose seccato Noah allontanandosi verso il gruppo che iniziava a scendere le scale per uscire dall'ospedale.

 

***

 

Daryl non si accorse nemmeno di essersi accasciato a terra, nel piazzale dell'ospedale, con il corpo di Beth ancora tra le braccia e con Maggie singhiozzante davanti a lui, che accarezzava e baciava le esili mani della sorella. Non si rendevano conto da quanto tempo fossero in quella posizione, ma il sole stava tramontando ed erano troppo esposti. Non erano al sicuro nel piazzale.

 

< Maggie, credo sia il caso di seppellirla. > sussurrò Glenn all'orecchio della moglie < Padre Gabriel può celebrare un funerale. >

Maggie guardò Daryl negli occhi. Entrambi avevano esaurito le lacrime, ma la sofferenza era ancora lì, tra loro, dentro i loro cuori.

L'arciere annuì, non voleva separarsi da Beth, ma il suo corpo ormai era freddo e la luce che animava la ragazza se ne era andata per sempre.

< Andiamo alla chiesa? > chiese Glenn < Un posto tranquillo e sacro. Potrebbe... andare bene. >

 

***

 

Il gruppo fece ritorno alla chiesa di Padre Gabriel. Abraham costruì una bara con le assi del pavimento della chiesa, mentre Rick e Glenn scavavano una fossa dietro l'edificio.

Sasha aveva convinto Maggie a prendere un calmante, che l'aveva fatta addormentare immediatamente dato lo sconvolgimento emotivo.

 

Daryl sedeva in macchina, sul sedile posteriore, con la testa di Beth appoggiata sulle gambe. Cercava di pulirle delicatamente il sangue dal viso, imbevendo di acqua la sua bandana nera. La bandana con cui aveva cercato di fare pace con lei, quando erano solo loro due, sulle tracce dei bambini che purtroppo non erano riusciti a salvare.

L'ennesima persona che Daryl non era riuscito a salvare adesso giaceva tra le sue forti braccia, priva di vita. L'unica persona per cui non aveva mai smesso di sperare. L'unica persona a cui aveva pensato vedendo Judith, Carol e Tyreese dopo la disavventura a Terminus. L'unica persona che lui doveva proteggere e che invece gli era stata portata via per ben due volte.

L'uomo sferrò un pugno al sedile davanti a lui.

< Perché? Perché lo hai fatto? > mormorò tra i denti, abbracciando stretto a sé il piccolo corpo ormai freddo e rigido < Ti avevo appena ritrovato. >

 

< Daryl... > chiamò Carol avvicinandosi all'auto.

< Va' via. Non voglio parlarne. > rispose immediatamente l'uomo in tono secco.

< Posso capirti. > provò ad insistere la donna.

< No, non puoi. > disse Daryl guardando l'amica con sguardo truce.

< Sono stata l'ultima ad aver parlato con lei. Non ti interessa sapere cosa mi ha raccontato? > chiese gentilmente Carol, aspettandosi una qualsiasi reazione.

< Cosa vuoi dirmi? Che le hanno fatto del male? > ringhiò l'uomo < Guarda questi tagli sul suo viso! >

< Non è stata colpa tua e Beth lo sapeva. > ribatté sicura Carol < Me lo ha detto lei. Ti avrebbero ucciso se ti avessero visto. Puoi chiedere conferma a Noah! >

< Quel ragazzino non voglio nemmeno vederlo! > sibilò Daryl tornando a fissare il volto di Beth, accarezzandole la testa quasi morbosamente.

 

Carol sospirò. Non c'era nulla che potesse fare adesso per lenire il dolore del suo amico. La ferita dentro al suo cuore era troppo profonda.

< Sapeva che l'avresti trovata. > rispose Carol con un filo di voce, abbassando lo sguardo verso Beth < Quando mi ha vista nell'ospedale ha capito subito che tu eri vicino e quando mi sono svegliata... Sei stato il primo di cui ha chiesto notizie. Capisco, Daryl. Ho visto lei. Vedo te. >

< Non sai nulla. > commentò aspramente l'uomo, tornando a pulire il volto diafano di Beth.

 

***

 

Quando fu il momento di adagiare il corpo di Beth in quella bara improvvisata le lacrime tornarono a rigare i volti di tutti i presenti, anche di chi non l'aveva conosciuta, come Tara e Rosita, ma che avevano ascoltato i racconti degli altri nel gruppo e che capivano la gravità della perdita di una persona così amata.

 

 

< Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. > iniziò a recitare Padre Gabriel < Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. >

 

Daryl osservava la scena in disparte, impotente di fronte alla morte dell'unica cosa buona che gli era accaduta in tutta la sua vita. Bruciare la casa nel bosco era il simbolo della sua vita che ricominciava. Con lei. Con Beth. Solo con lei.

 

Quando la terra ricoprì la bara tutti posero delle pietre sulla tomba. Tyreese piantò la croce di legno proprio alla sommità del tumolo.

Nessuno era in grado di partire in quel momento. Il dolore era troppo grande, e la stanchezza stava raggiungendo tutti per gli sforzi fatti quel giorno.

 

Daryl si diresse verso il bosco, da solo, con la sola compagnia della sua balestra e di un sacchetto di pelle nera custodita dentro la tasca destra dei pantaloni.

 

< Daryl... > lo chiamò Rick andandogli dietro < Non possiamo restare, dobbiamo proseguire. >

L'arciere si voltò e Rick non poté fare altro che sospirare e lasciare l'amico al suo dolore.

< Non ti lascio qui. Ti aspetteremo. > disse in tono sicuro lo sceriffo.

 

***

 

L'arrivo ad Alexandria non fu facile. Noah, Eugene, Tara, Rosita, Tyreese e Padre Gabriel non arrivarono mai a vedere il posto sicuro dove Rick e gli altri trovarono rifugio.

Soltanto dopo diversi mesi che l'intero gruppo si fu insediato all'interno della città, in appositi locali assegnati dal Consiglio Direttivo, Maggie decise di fare visita a Daryl.

La sua era la casa più piccola visto che aveva scelto di abitare da solo. Era stato irremovibile su questo. Aveva un piccolo cucinotto e una salone, con un soppalco di legno che formava la camera da letto. Se si analizzava bene però si notava un particolare: era uno spazio aperto.

 

< Glenn stanotte è di turno e non mi andava di restare da sola. Ti dispiace se mi siedo? > domandò Maggie dopo averlo visto seduto sulla veranda della piccola casa.

Daryl annuì quasi distrattamente.

< E' passato un anno ormai. Ho segnato i giorni. > sospirò la ragazza sedendosi sul pavimento.

Daryl guardava un punto imprecisato davanti a sé < Non proprio. Sono passati solo 362 giorni. >

Maggie lo guardò incredula. L'ennesima prova che anche lui non smetteva di pensare a Beth.

< Se Padre Gabriel fosse qui gli avrei fatto dire una preghiera. Per lei. Per farla ricordare anche agli altri. > disse Maggie distogliendo lo sguardo dall'amico per rivolgerlo al cielo stellato.

Daryl non rispose, incredulo che nessuno oltre a lui e Maggie la ricordasse.

 

< So che non vuoi parlarne, me lo hai detto tante volte, però... Stasera... > sospirò la ragazza abbracciandosi le ginocchia con le gambe < Pensavo che avremmo potuto... ricordarla. >

< Non ti fa male? > domandò l'uomo con voce sottile < Pensare a lei? >

< Dipende... dai ricordi. > sorrise Maggie < Cerco di ricordare solo i momenti belli. Come quando abbiamo cantato nel cortile della prigione. Anche mio padre era felice quella sera. >

< Lo eravamo tutti. > sospirò Daryl < Non sapevamo quello che ci riservava il futuro. >

 

I due restarono in silenzio per quello che sembrò essere un tempo infinito, ad osservare le stelle, a ricordare Beth privatamente.

 

< Carol mi ha raccontato quello che le hanno fatto all'ospedale. Quello che ha sopportato. > insisté Maggie.

< E' colpa mia. > ribatté immediatamente Daryl < Se fossi stato più attento e più veloce non l'avrebbero presa, e lei... >

< Non pensarlo nemmeno! > lo interruppe Maggie < Tu sei stato l'unico a non aver perso la speranza di ritrovarla, mentre io... >

< Avremmo dovuto seguire il piano di Rick fin dall'inizio. > sussurrò Daryl più a se stesso che a Maggie < Ma Tyreese non mi convinceva. Era titubante. Ho avuto paura che una sua esitazione mandasse tutto il piano a puttane, e invece... >

< Come pensi che possa sentirmi io? Ero partita per Washington! Con Abraham. > ricordò la ragazza con le lacrime agli occhi < Forse... Forse se fossi stata là dentro con voi, se mi avesse vista, magari... Non lo so... Mi manca così tanto. >

 

< Me lo aveva detto. > sorrise debolmente Daryl.

< Cosa? > chiese curiosa Maggie mentre si asciugava con il palmo della mano le lacrime che non era riuscita a trattenere.

< Che mi sarebbe mancata tantissimo quando sarebbe morta. > sospirò Daryl confidandosi < Solo... che non immaginavo riuscisse a fare così male. >

 

Daryl si frugò nella tasca dei pantaloni e tirò fuori un piccolo sacchettino di pelle e lo passò a Maggie.

< Credevo di averne bisogno... per non dimenticare. > cercò di spiegare l'uomo mentre Maggie si faceva scivolare il contenuto del sacchetto in una mano.

Una treccina bionda.

La treccina di Beth.

< E ti aiuta? > domandò Maggie con voce tremante per lo stupore e per il significato di cui era intrisa quella piccola parte di Beth.

< Quando è scomparsa la prima volta non mi era rimasto nulla di lei. > ammise con voce stanca Daryl < Ho pensato che se avessi avuto una parte di lei sempre con me sarebbe stato più facile, ma in realtà... non ne ho bisogno. Ricordo tutto. >

 

Maggie rimise dentro la treccia dorata e la porse a Daryl, che la rimise subito in tasca, al suo posto, sempre con lui.

 

< Se non fosse stato per Beth non sarei qui adesso. > ammise l'uomo < Dopo la prigione avevo perso ogni speranza, ma lei... Lei credeva che tutti ce l'avessero fatta, in qualche modo. Ne era così sicura... >

Daryl scosse la testa e un piccolo sorriso gli apparve sulle labbra < Abbiamo bruciato una casa insieme. >

< Davvero? > domandò sorridente Maggie < Perché? >

< Perché eravamo ubriachi. > rispose quasi senza pensare.

< Beth? Ubriaca? > ribadì la ragazza < Daryl ma che avete combinato? >

< Abbiamo bevuto e abbiamo bruciato una casa. Abbiamo bruciato il passato per poter ripartire. > spiegò l'uomo < io e Beth. Solo noi. >

< Cosa vuoi dire? > domandò Maggie spegnendo il sorriso.

Daryl si alzò in fretta scuotendo la testa e grugnendo qualcosa di incomprensibile, lasciando Maggie da sola e incredula sulla veranda della sua stessa casa.

 

 

 

Il giorno dopo Maggie si presentò di nuovo a casa di Daryl, entrando come una furia e trovandolo disteso sul divano a fissare il soffitto.

< Non ti ho mai chiesto niente. > disse Maggie avvicinandosi a lui < Ma ora devo sapere. >

< Cosa vuoi sapere? > domandò stancamente l'uomo senza neanche guardarla in faccia.

< Dopo che siete fuggiti dalla prigione. Tu e Beth... > deglutì vistosamente la donna < Cosa è successo tra voi? >

< Siamo fuggiti. Abbiamo corso. Ci siamo nascosti nel bagagliaio di un'auto. Siamo stati in un golf club... >

< Non questo! > lo interruppe Maggie vigorosamente < Cosa è successo... tra di voi? >

< Nulla. > rispose Daryl chiudendo gli occhi.

< Sei sicuro? > insisté Maggie avvicinandosi ulteriormente < Mi hai detto che avete bruciato una casa per ripartire da zero insieme. Tu e lei. Daryl cosa è successo? >

< Non sono affari tuoi! > ribadì Daryl seccato.

< E' mia sorella! Sono affari miei! > protestò energicamente Maggie < Stai ancora soffrendo. Come me. Lo vediamo tutti, e non venirmi a dire che è solo senso di colpa! C'è dell'altro. Fammi capire! >

< Non posso dirlo a te! > rispose stizzito l'uomo alzandosi in piedi.

< Perché no? > chiese insistendo la ragazza, fronteggiandolo.

< Perché non l'ho mai detto a lei! > urlò Daryl uscendo velocemente dalla sua stessa casa ma soffermandosi sulla veranda.

 

Maggie lo seguì fuori, poi aprì la borsa che portava a tracolla e ne tirò fuori un piccolo quaderno. Se lo rigirò tra le mani, indecisa e titubante. Se lo portò al viso, annusandolo un'ultima volta prima di lasciarlo sul piccolo tavolino della veranda.

 

< Noah me lo ha dato dopo il funerale. > sospirò Maggie < Era di Beth. >

< Il suo diario è rimasto in quella stupida casa da becchini! > sbuffò Daryl scendendo gli scalini della veranda.

< Ne ha tenuto un altro al Grady. > commentò Maggie andandogli dietro < Se mi concentro riesco ancora a sentire il suo odore tra le pagine. >

< Perché lo dai a me? > domandò Daryl guardando l'amica quasi con timore < E' di tua sorella. >

Maggie si sforzò di sorridere < Perché lei sapeva vedere meglio di me. E ti ha visto, Daryl. Ti ha visto, e devi vederti attraverso i suoi occhi. >

< Che vuoi dire? > chiese l'uomo non comprendendo il discorso della donna.

< Capirai... > rispose criptica Maggie prima di voltarsi per andare via.

 

< Solo... Non aspettare un anno come ho fatto io prima di leggerlo, non sono molte pagine, e... Non arrabbiarti prima di averlo finito. > aggiunse Maggie rivolgendo un dolce sguardo all'amico prima di allontanarsi definitivamente dalla casa.

 

***

 

Scese la notte e Daryl era rimasto a rigirarsi quel piccolo quaderno verde tra le mani.

Maggie aveva ragione. Se chiudeva gli occhi e faceva scorrere le pagine davanti al suo naso, Daryl poteva ancora sentire l'odore di Beth, poteva ancora sentirla vicina a sé. Non che ne avesse molto bisogno, se chiudeva gli occhi riusciva a vedere Beth perfettamente.

Tutte le sere lei abitava i suoi sogni. A volte suonava il pianoforte, a volte bevevano insieme, altre si guardavano semplicemente negli occhi mangiando marmellata e burro di arachidi.

Erano sogni piacevoli. Finché non appariva il Grady Memorial. I sogni diventavano incubi che facevano talmente male da lasciare Daryl senza fiato quando riusciva a svegliarsi.

Anche adesso però era tutto soltanto una mera illusione, perché Beth non c'era più, e dopo un anno e tante altre perdite la sua mancanza gli pesava come se fosse trascorso solo un giorno.

 

Daryl si era vantato con Beth di non avere paura di nulla, eppure adesso era spaventato all'idea di leggere i pensieri più intimi della ragazza. Era turbato dall'idea che Maggie avesse deciso di dare l'ultima cosa che le restava della sorella... a lui. L'uomo si alzò, sospirando. Accese due candele e si diresse fuori, sulla veranda di casa. Posò una candela davanti alla colonna della veranda, e si appoggiò con la schiena a quella opposta. Stavolta non stava smaltendo una sbronza e non aveva un coltello tra le mani. Aveva il quaderno di Beth, ed era da solo.

 

Carol lo trovò disteso sulla veranda, con il quaderno sul petto e la cera sparsa sulle assi del pavimento. Lo svegliò con un colpetto alla spalla, che però lo fece trasalire e chiamare “Beth”.

La donna lo guardò con occhi indagatori, quasi volesse leggergli dentro.

< Buongiorno! > esclamò Carol senza togliergli gli occhi di dosso < Ti se addormentato... leggendo? >

< Lascia perdere. > rispose Daryl in un grugnito, entrando in casa e dirigendosi spedito verso il bagno a lavarsi la faccia.

< Maggie sta parlando con Rick per organizzare una lunga uscita. > gli comunicò la donna < Ha richiesto un carrarmato. >

Daryl aprì la porta con il viso ancora bagnato < A cosa diavolo le serve un carrarmato? >

< Beth. > sospirò Carol < E' una coincidenza che lei voglia recuperare il suo corpo e che tu dorma sulla veranda e ti svegli chiamando il suo nome? >

 

Daryl non rispose ma prese l'asciugamano per nascondere il viso.

< Se non vuoi confidarti con me lo accetto, ma prima o poi dovrai parlarne con qualcuno! > sbuffò la donna girando sui tacchi per andarsene.

 

< Maggie mi ha dato il diario di Beth. > disse Daryl esitante .

< Lo hai letto? > domandò la donna con tono dolce.

< Non ce l'ho fatta. > ammise l'uomo mettendosi a sedere al tavolino del cucinotto < Mi sono rigirato quel quaderno tra le mani tutta la notte. Ho vissuto di nuovo i giorni passati insieme e... quel fottuto giorno al Grady Memorial. >

Carol lo guardava amorevolmente, come una madre fa con un figlio < Hai paura di leggere qualcosa di spiacevole? >

< Quei tagli sul viso... non se li è fatta da sola! > ringhiò Daryl fulminando la donna con lo sguardo < Era... fatti. >

Carol sospirò e strinse le spalle < Forse dovresti leggere quelle pagine. Magari ci sono soltanto i suoi pensieri positivi. Magari ha scritto di te. Sei sempre stato nei suoi pensieri. Non ha mai creduto che tu fossi morto, sai? >

< Questo dovrebbe consolarmi? > sibilò l'uomo irrigidendosi < Lei... non c'è più! >

< Lo so. Ti ha lasciato solo in questo schifo di mondo! Lo ripeti sempre quando ti agiti nel sonno. Lo so che parli di Beth. > rispose Carol con occhi lucidi < Non c'è consolazione per un dolore così grande. Il tempo non cura tutta le ferite. Sophia mi manca sempre, e il dolore, la sua assenza... Non se ne andranno mai. >

Daryl tirò un pugno al tavolo e Carol si sbrigò ad uscire da quella casa. Sapeva di aver passato il limite parlando dei sogni dell'uomo, ma era necessario per scuoterlo, per avere una reazione da lui. Ormai l'apatia lo stava divorando, lentamente.

 

Daryl rimase a guardare la porta per qualche minuto, poi si diresse stancamente verso il sofà in salotto. Restò così per parecchio tempo, poi sospirò e scivolò giù dal divano. Distese le gambe a terra e appoggiò la schiena contro quel logoro sofà, poi molto lentamente aprì il piccolo quaderno verde.

Voglio scrivere tutto, per far avverare i miei desideri, per far districare i miei pensieri.

Per ricordare.

Ieri ho provato a fuggire con Noah da questo maledetto ospedale, ma non ci sono riuscita.

Lui però ce l'ha fatta. Spero che riesca a sopravvivere da solo là fuori.

Io senza Daryl non ce l'avrei mai fatta. Mi ha insegnato così tanto nel tempo in cui siamo stati insieme. Mi hanno detto di avermi trovato da sola, ma non posso credere che Daryl non sia riuscito ad uscire da quella casa infernale. Forse però è stato meglio così. Se lo avessero visto... Noah mi ha detto quello che hanno fatto a suo padre... No, non posso crederci. Daryl è sopravvissuto, me lo sento. Se sapesse quello che Gorman ha provato a farmi... O quello che io ho fatto a Gorman... Non mi avrebbe giudicata, lo so. Ne sono convinta. È stata legittima difesa.

Il Dottor Edwards mi ha curato le ferite e mi fa essere una specie di infermiera, ma in realtà mi sta dando la possibilità di guardarmi intorno per pianificare la mia prossima fuga. Nessuno dei pazienti è contento di come Dawn sta gestendo i poliziotti e l'ospedale. Potrebbero aiutarmi. Devo prima studiare il terreno e capire come fare. Come mi ha insegnato Daryl: devo leggere i segni.

 

La saliva di Daryl era azzerata. Le mani tremavano per la rabbia, incapace di spiegarsi come fosse stato possibile anche solo pensare di fare del male a Beth. Lei era la dolcezza fatta persona.

Daryl prese aria e continuò a leggere, cercando di seguire il suggerimento di Maggie anche se era difficile farlo.

 

Oggi ho conosciuto Sarah. Da quando Gorman è morto può uscire dalla sua stanza. All'inizio aveva paura che O'Donnell prendesse il posto del suo precedente aguzzino, ma non è stato così.

Mi ha raccontato come sono finita qua dentro. Lei era nella macchina quando mi hanno presa.

È stato Gorman. Mi ha vista sul ciglio della strada e ha deciso di volermi. Per sé. Non era affatto circondata dagli zombie come mi ha detto Dawn. Ero voltata verso la casa bianca. Era ovvio che aspettassi l'arrivo di Daryl. Gorman mi ha colto di sorpresa. È colpa sua se ho il polso rotto. Sarah ha detto che ho provato a ribellarmi e che lui mi ha colpita con il calcio della pistola e sono svenuta. In macchina Gorman le ha intimato di raccontare una versione diversa per Dawn.

Sarah mi ha chiesto scusa e io le ho rivelato come è morto Gorman. Avrebbe voluto abbracciarmi, ma dopo quello che le ha fatto Gorman non sopporta di essere toccata.

La guardo e vedo come sarei potuta diventare io se quel viscido stupratore fosse ancora vivo.

Non mi sento in colpa per come è morto. Per il mio ruolo nella sua morte. Guardo Sarah e mi convinco sempre di più. Inizio a credere che Daryl avesse ragione... Le brave persone non sopravvivono a questo mondo, anche se lui forse non sa di essere una brava persona.... Anche da ubriaco, anche mentre ci urlavamo contro, anche mentre seguiva le tracce dei bambini convinto che fosse tempo perso. Sarah mi fa pensare così tanto a lui. Mi manca.

 

Daryl sospirò ancora. Quelle pagine erano montagne russe di emozioni e rimpianti per lui. Non l'aveva protetta e quegli stronzi dell'ospedale le avevano fatto del male per questo. Avrebbe voluto prendere a pugni qualsiasi cosa, ma in cuor suo sapeva di dover continuare a leggere.

 

Oggi hanno portato Carol in ospedale. Non ho detto a nessuno che la conosco. Aspetto che si risvegli. Ho così tante domande da farle. Non riesco ancora a crederci. Se Daryl fosse qui gli direi che ho avuto ragione anch'io. Gli altri sono vivi! Come me. Come lui. Ma se Carol è qui... Magari anche lui è vicino. Riesco quasi a sentire la sua voce se chiudo gli occhi. Il cuore mi batte forte se ci penso. Spero che Carol confermi questa mia sensazione. Ho bisogno di sapere che mi sta cercando come io sto provando a fuggire da qui. La presenza di Carol ritarderà la mia fuga, ma ce ne andremo. Insieme. E ritroveremo Daryl.

 

Lo stomaco dell'uomo si contorceva. Non era fame, era qualcosa di diverso. Era il dolore che tornava a emergere da dentro la sua anima. La speranza che aveva Beth. Di ritrovarsi.

 

Carol è sveglia, è ancora debole ma sopravviverà. Quando mi ha vista ha iniziato a piangere. Mi ha raccontato di un posto chiamato Terminus. Mi ha detto che ha liberato Maggie, Daryl, Rick e gli altri da quel finto posto di salvezza. Un altro Grady, se non peggiore. Si sono aggiunte altre persone al gruppo. Brave persone. Uno di loro è uno scienziato che sa come porre fine a questa epidemia e lo devono accompagnare a Washington per questo.

Judith è viva, ma Lizzie e Mikah non lo sono più. All'inizio Carol non voleva scendere nei dettagli, ma poi si è confidata, così io le ho raccontato quello che ho fatto a Gorman. Lei ha capito. Siamo rimaste a fissarci per un po' di tempo, poi mi ha sorriso e ha mormorato che Daryl aveva ragione su di me. Lui le ha detto che sono forte. È grazie a lui se sono così. Daryl.

Abbiamo parlato tanto di lui. Lo facevo anche con Sarah ma non è la stessa cosa. Carol lo conosce, sa come è fatto. Non vedo l'ora di rivederlo. Carol e Rick pensano che lui si colpevolizzi per avermi persa. Mi sembra di vederlo al capanno che abbiamo bruciato insieme, che si dava la colpa per la morte di mio padre. Quando ti vedrò Daryl Dixon ti dirò che sei un coglione anche da sobrio!

Abbiamo un discorso in sospeso... Se ti ricordi...

 

Daryl appoggiò il quaderno sul divano dietro di sé e si alzò per bere un bicchiere di acqua. Il cuore gli stava letteralmente scoppiando fuori dal petto e non aveva ancora smesso di leggere. Mancavano un paio di pagine ma si sentiva prosciugato, senza forze. Si sentiva anche combattuto. Leggere quelle pagine gli stavano ricordando perché Beth gli mancasse tanto, e faceva male. Al cuore.

Tornò a sedersi per terra, con la schiena appoggiata al divano. Prima di riprendere a leggere però tirò fuori la treccia di Beth e la strinse forte nella mano destra, portandosela al naso. Odorava di lei.

 

Dawn mi ha detto di prepararmi perché ha accettato uno scambio di ostaggi. Me e Carol per due agenti del Grady. Sto aspettando che Sarah mi porti i miei vecchi vestiti. I miei stivali, i miei vecchi jeans, il mio maglioncino grigio e la maglia gialla presa al golf club con Daryl. Non voglio niente del Grady. Voglio solo andarmene. Vedere Daryl. E Maggie. Rick. Judith. Voglio rivedere la mia famiglia e andarmene da questo posto insieme a loro. Come avrebbe sempre dovuto essere.

Dawn non mi convince, sta architettando qualcosa, ma non le permetterò di vincere. Non questa volta. Non dopo tutto quello che ha permesso che succedesse qua dentro. Non ci riesco.

Stavolta devono vincere le brave persone.

 

Lascerò questo quaderno al Grady, per Sarah. Quando avrò riabbracciato la mia famiglia non avrò bisogno di ricordarmi di cosa mi hanno fatto Dawn, o Gorman, né di quanto mi mancasse Daryl. Oggi lo rivedrò e voglio chiedergli se gli sono davvero mancata come gli avevo detto al capanno, perché... A me è mancato da morire, anche se sapevo che mi avrebbe trovata. Lo sapevo.

 

Voglio dirgli che mi ricordo benissimo l'ultima volta che ci siamo parlati, seduti al tavolo in cucina. Questa volta non mi basta scrivere il mio desiderio su questo quaderno e sperare che si avveri. Questa volta voglio che diventi reale, e quindi gli dirò ad alta voce quello che sento, e lo farò subito, non appena saremo usciti da questo ospedale. Lo abbraccerò e glielo dirò...

 

È grazie a te che sono viva. È per te che ho resistito.

Non per ricominciare, ma per continuare, insieme.

Mi ricordo il nostro ultimo momento insieme, gli sguardi e le parole non dette.

Sono ciò che mi ha fatto sopravvivere qua dentro.

 

Tu, Daryl. Sei sempre stato tu.

Mi sei mancato così tanto...

 

< Mi sei mancata anche tu, Beth. > sussurrò Daryl sospirando e appoggiando la testa all'indietro sul divano < Dio, mi manchi così tanto! >

 

L'uomo chiuse il piccolo quaderno verde e guardò di nuovo la piccola treccia che stringeva tra le mani. Animato da una strana forza si alzò da terra e si diresse a corsa a casa di Maggie, urlando il suo nome per la strada.

La ragazza uscì immediatamente, allarmata.

< Quando posso partire con il carrarmato? > domandò senza fiato Daryl < Vado a prenderla. Non può stare così lontana. Da sola. >

< Daryl, è pericoloso. Nessuno si è offerto volontario, solo io e Glenn. > ammise sconsolata Maggie guardando la mano dell'uomo.

< Basteremo. > affermò deciso l'uomo < Se non te la senti e vuoi tirarti indietro per me non cambia nulla. Io andrò anche da solo. >

< Certo che vengo! > ribatté convinta Maggie.

Daryl annuì e tornò sui suoi passi, ma la mano di Maggie afferrò il suo polso, gentilmente, facendolo fermare.

< Hai letto, vero? > chiese titubante < Puoi solo dirmi se... Se il desiderio di Beth si sarebbe avverato? >

< Non era solo il suo desiderio. > rispose Daryl abbassando lo sguardo < Voi Greene siete proprio testarde! Vuoi sapere cosa è successo tra me e tua sorella? >

Maggie sorrise nel vedere l'imbarazzo e l'esasperazione di Daryl.

< Abbiamo legato. Mi sono aperto con lei, e lei... > Daryl sbuffò, incapace di continuare.

Non era abituato a parlare dei suoi sentimenti. Sopratutto non di quelli per Beth visto che non pensava che la ragazza avesse mai potuto ricambiarli.

< Ti ha rapito il cuore. > mormorò Maggie pensando a come sua sorella avesse fatto breccia nella corazza protettiva di un uomo così complicato e difficile come Daryl.

< E visto che ce l'ha lei credo sia un mio diritto andarmelo a riprendere! > affermò l'uomo.

< Allora andiamo a riprenderlo. > affermò Maggie < Portiamola a casa. >

 

Daryl tornò dentro casa e, sotto l'ultima frase scritta con la bella calligrafia di Beth, aggiunse “Si, Beth Greene. Mi manchi da morire.”

 

 

***Note autrice
E' la prima volta che scrivo in questo fandom, spero di non aver reso i personaggi troppo OOC.
Non li perdonerò mai per aver fatto morire il personaggio di Beth, soprattutto in questa maniera!
Mi è stato chiesto di scrivere quali canzoni avessero contribuito alla stesura di una storia così triste, ovvero:

 

Birdy – What about angel

Birdy – Wings

Un abbraccio, Elisa

***Note dell'autrice dopo ben 2 MESi dalla pubblicazione della storia

Ho ricevuto diversi messaggi privatiin cui mi viene chiesto perchè non ho voluto far avvicinare Daryl a Carol nella mia storia.
Pensavo fosse chiaro che la mia ship è e resterà sempre BETHYL.
Vi prego quindi, per favore, di smettere di inviarmi messaggi privati chiedendomi di scrivere FanFiction Caryl o di proseguire questa storia facendo avvicinare Carol a Daryl perchè lui non merita di stare da solo e lei può capirlo, ecc. Rispondo sempre in modo educato e pacato, ma ultimamente mi fanno davvero esasperare!
Se mai provassi a scrivere di qualcosa di romantico tra Daryl e Carol vorrebbe dire che mi hanno rubato l'account, credetemi!
Scusate lo sfogo, ma adesso i messaggi iniziano ad infastirdirmi e anche annoiarmi.

Un bacio a tutti, Elisa
   
 
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