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Autore: Lily Liddell    11/01/2015    1 recensioni
Effie's POV | Hayffie
~
Prequel di Petrichor.
{Potranno comunque essere lette separatamente.}
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Tutti gli Hunger Games che Effie ha vissuto da accompagnatrice. Dal 60th al 73rd.
E' sostanzialmente l'evoluzione di Effie e del suo rapporto con Haymitch e con alcuni degli altri vincitori/accompagnatori.
In particolare immagino Finnick, Chaff e Johanna.
Alcuni di questi capitoli sono presenti anche all'interno di altre mie raccolte, quando sarà così, lo farò presente all'inizio o alla fine, in una nota d'autore.
Quando sarà finita, comincerò Rain, gli avvenimenti più importanti dei 74th Hunger Games dal POV di Effie.
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Capitolo 1:
Esattamente dieci anni dopo aver preso la mia decisione, dopo aver affrontato la scuola, le selezioni, le graduatorie e la forte opposizione di mia madre, finalmente sono riuscita a diventare un’accompagnatrice.
Sapevo che avrei dovuto cominciare dal basso, ma non immaginavo che il basso fosse così profondo.
La delusione che ho provato nell’incontrare finalmente di persona il Vincitore del mio Distretto, Haymitch Abernathy, è stata immensa.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Portia, Tributi edizioni passate, Vincitori Edizioni Passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
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A/N: Questo capitolo faceva parte di una vecchia raccolta, l'ho cancellato e ripostato qui, per cominciare questo nuovo progetto. Ho fatto qualche modifica/aggiunta. Spero vi piaccia!
Come vincitrice dei 60th Hunger Games ho pensato di inserire Lyme, visto che non si ha una data precisa.


Esattamente dieci anni dopo aver preso la mia decisione, dopo aver affrontato la scuola, le selezioni, le graduatorie e la forte opposizione di mia madre, finalmente sono riuscita a diventare un’accompagnatrice.
Sapevo che avrei dovuto cominciare dal basso, ma non immaginavo che il basso fosse così profondo.
La delusione che ho provato nell’incontrare finalmente di persona il Vincitore del mio Distretto, Haymitch Abernathy, è stata immensa.
La mia predecessora mi aveva raccontato storie, mi aveva detto come sarebbe stato… ma mi ero rifiutata di crederle, vorrei potermi scusare con lei.
In televisione lo avevo visto diverse volte, dopo i suoi Giochi. Anno dopo anno, la sua reputazione da ubriaco del 12 aveva continuato a crescere. Dal vivo, è decisamente peggio… non avevo considerato la puzza.
Non credo che mi abituerò mai all’odore di vomito ed alcool.
È questo l’unico pensiero mentre, in silenzio, l’ascensore del Palazzo d’Addestramento mi riporta all’ultimo piano. Al mio fianco c’è solo Portia, il resto del team ancora festeggia la fine dei Giochi e la sua vincitrice: una biondissima diciassettenne del Distretto 2, alta quanto un armadio, e con una muscolatura possente. La cosa che più mi è rimasta impressa di lei nella memoria, però, è il suo viso. Bionda, con due occhi chiari e brillanti. Farà faville a Capitol City.
Sicuramente l’idea di poter anche solo avvicinarmi alla vittoria, durante i miei primi Giochi, non mi aveva nemmeno sfiorata, ma speravo almeno di poter riuscire a far superare ai miei tributi il bagno di sangue inziale.
Speranze infrante dopo il primo giorno al Palazzo d’Addestramento… come potevo anche solo pensare che quei ragazzini avessero una possibilità, quando il loro mentore nemmeno si presenta a colazione per istruirli?
Finalmente l’ascensore arriva a destinazione e quasi non mi rendo conto di marciare dritta verso la mia stanza.
Sono furiosa.
Lasciare una festa prima che finisca senza un buon motivo è una cosa che detesto, ma la cosa che più detesto, è avere un motivo per lasciare in anticipo una festa…
Non appena la porta della mia stanza si chiude alle mie spalle, comincio a dare di matto e a sbraitare a destra e a manca, prendendomela con la povera Portia, perdendo il controllo che fino a quel momento avevo mantenuto così bene.
Ma ora le porte sono chiuse e l’unica persona che può vedermi è la mia migliore amica, l’unica di cui possa fidarmi in questa fossa di serpenti, non c’è bisogno di portare la maschera della perfezione.
«Sta ferma, così posso aiutarti.» Mi sento rimproverare dalla mia stilista, mentre cerca di afferrare le estremità del mio vestito e di sfilarmelo dall’alto verso il basso, lentamente.
Respirando profondamente, rimango immobile finché non ha finito, per evitare di fare ulteriori danni.
Cerco di distrarmi, di pensare ai Giochi appena conclusi. I miei tributi erano due mingherlini di quattordici e quindici anni. Cole e Rose. Mi sorprendo di ricordare i loro nomi, li ho conosciuti per così poco

Nessuno dei due ha superato il bagno di sangue.
L’arena era una magnifica valle con un lago poco distante, non c’era assolutamente posto dove nascondersi. Più di metà sono caduti durante i primi venti minuti. Sfortunatamente l’acqua non era potabile.
Haymitch avrebbe dovuto spiegare loro come pescare. 

Un brivido di disgusto mi percorre la schiena dopo aver anche solo pensato quel nome.
Portia continua a spogliarmi. Contrariamente a come farebbe di solito, lascia che il vestito si accartocci sul pavimento, noncurante.
«È da buttare.» Ne deduco, portando le mani sui fianchi e allontanandomi per andare a prendere una vestaglia da indossare. «Mi dispiace, era splendido.»
Lei si stringe nelle spalle, adocchiando un po’ dispiaciuta la massa informe di stoffa sul pavimento. «Non fa niente, ne farò altri, migliori.»
Istintivamente serro le labbra, cercando di contenere un’altra ondata di rabbia. «Questa me la paga.» Più che con Portia, adesso sto parlando con me stessa, un promemoria personale per ricordarmi di non dare più tregua ad Haymitch finché sarò in vita.
Un attimo prima stava discutendo al bar con Chaff, altra persona di cui farei molto volentieri a meno, e un attimo dopo era praticamente su di me, ubriaco perso, che mi vomitava addosso.
Fortunatamente c’era Portia, che mi ha repentinamente trascinata verso gli ascensori, evitando un affare di Stato.
«Credi che mi abbiano vista in tanti?» La mia voce è un sussurro, perché in fondo conosco la risposta, voglio solo una conferma.
Portia mi sorride amichevolmente, per poi andarsi a sedere sul bordo dell’enorme letto al centro della stanza. «Tesoro, credo che tutti ti abbiano vista. Quantomeno sentita, ho visto dei Pacificatori allarmarsi per quanto hai strillato.»
Sopprimendo un lamento e portandomi le mani a coprire il volto, filo dritta verso la mia toletta, sedendomi sullo sgabello e chiudendo immediatamente la specchiera.
Non ho nessuna voglia di guardarmi in faccia in questo momento. «Beh,» mi sforzo di tornare a sorridere, voltandomi verso Portia, che questa volta mi riserva uno sguardo stranito. «Almeno guardiamo l’unico lato positivo: il prossimo anno non ci sarà più il rischio che uno dei tuoi capolavori venga distrutto.»
«E perché mai?»
«Perdonami, ma non avevi ricevuto un’offerta di lavoro dal Distretto 8?» Nonostante questo sia il nostro primo anno di lavoro per gli Hunger Games, Portia ha alle spalle un lungo apprendistato con uno degli stilisti più famosi di Panem, e inoltre il suo talento è palese.
La risata che ne segue mi prende genuinamente alla sprovvista, quindi resto in attesa di una spiegazione, che non tarda ad arrivare. «Giusto, ma ho già rifiutato. Sei la mia modella. Poi abbiamo cominciato questa strada insieme e la continueremo insieme.»
Non riesco a capire se è un gesto incredibilmente dolce o incredibilmente stupido. Se ne avessi la possibilità, passerei ad un altro Distretto senza batter ciglio. «Peggio per te.» La prendo in giro, riaprendo finalmente la specchiera e cominciando a rimuovere tutto il trucco. «Dubito che la tua arte verrà mai adeguatamente apprezzata al Distretto 12.» Ho assolutamente bisogno di una doccia per potermi levare di dosso l’odore orribile e pungente del vomito.
L
’anno prossimo le cose andranno diversamente, comunque. Penso di aver capito con chi ho a che fare, finalmente. Haymitch farà da mentore ai miei prossimi tributi, costi quel che costi. E non gli farò toccare una goccia di alcool.
Non se ne parla.
Ho imparato la lezione.

Spero che almeno la buona sorte vorrà farmi avere per le mani qualcosina di più che due ragazzini denutriti. Non chiedo molto, ma almeno qualcuno con un minimo di possibilità. Altrimenti dubito che riuscirò mai ad lasciarmi alle spalle quest’inferno e fare carriera.
È passato solo il primo anno e già non vedo l’ora di avere una promozione per poter fare a meno di Haymitch Abernathy per il resto della mia vita.

A/N2: Salve!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lo so è un po
’ cortino, cercherò di scrivere di più la prossima volta. Questo era da modificare e purtroppo ho dovuto eliminare la parte finale che trattava di un dieci anni dopo, che inserirò più avanti.
Se vi va di leggere dei giochi di Haymitch dal POV di Effie, invece (e quindi di sapere quali erano le aspettative della capitolina all'inizio) potete leggere questa mia One Shot. 

Tenterò di portare avanti questa storia e nel frattempo di continuare a scrivere la mia long Haymitch x Effie, Petrichor. Alla fine è per questo che ho cominciato questa storia, per completare il quadro del loro passato insieme, e capire al meglio il loro futuro.
A presto, e se volete fatemi sapere cosa ve ne è parso!


x Lily
   
 
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