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Autore: Black_fire    12/01/2015    11 recensioni
Bella potrebbe dirsi una normale diciottenne come tante altre sue coetanee, se non fosse per due particolari non proprio indifferenti: il primo è quello di avere una famiglia adottiva, i Cullen, composta da vampiri ultracentenari. Il secondo, e anche il più pericoloso, quello di essersi perdutamente innamorata di Edward, uno dei suoi fratelli che ormai lei non riesce più a vedere appunto come tale.
L'ennesimo trasferimento della famiglia Cullen, Bella compresa, a Forks vedrà comparire all'orizzonte una svolta decisiva nelle vite di tutti loro.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno!
Carica dalla lunga pausa che mi sono concessa, eccomi ad aggiornare.
Vi rinnovo ancora l'augurio che questo 2015 possa essere un buon anno davvero e poi vi lascio subito alla lettura, rimandandovi al solito spazio che mi riservo alla fine per  qualche nota sul capitolo.
Buona lettura e alla prossima.
BF


Oh no, what's this? 
a spiderweb and I'm caught in the middle 
so I turned to run 
and thought of all the stupid things I'd done 

and I never meant to cause you trouble 
and I never never meant to do your wrong 
ah, well if I ever caused you trouble 
oh no I never meant to do you harm 

" Trouble - Coldplay"








A differenza dei miei fratelli, per cui niente poteva vincere la noia della vita scolastica, io avevo trovato nelle gite almeno un pò di sollievo dalla grigia routine che vivevamo alla Forks High Schol.

Così, anche quella mattina, nel dover accettare l'idea che il tempo trascorso a scuola mi avrebbe inevitabilmente separato da Edward, avevo perlomeno trovato una magra consolazione nel fatto che saremmo andati in gita con il Prof. Molina. Probabilmente le ore sarebbero passate più in fretta, rispetto allo rimanere in classe a guardare le lancette dell'orologio girare con una lentezza esasperante.
- Ciao, Bella. Posso disturbarti un attimo? Vorrei bè... ecco, vorrei chiederti un favore.
La voce di Angela mi aveva sorpreso mentre stavo aspettando che Rose si decidesse ad uscire dalla classe della Prof.sa Crawford, dove era entrata per consegnarle la bozza della tesina che avrebbe portato all'esame finale.
- Ciao, Angela. Se posso aiutarti in qualche maniera, volentieri...
L'incertezza che le avevo visto in viso si era trasformata in una specie di imbarazzo che mi aveva subito messo in allerta. L'idea che potesse essere lì su richiesta di Mike, mi aveva appena sfiorato la mente.
Dopo che me ne ero andata dalla riserva in quella maniera piuttosto eclatante, ero stata volontoriamente alla larga da tutti loro, proprio per evitare qualsiasi domanda al riguardo. Però, la ragazza di fronte a me, in qualche maniera era riuscita a prendermi in contropiede.
- Ecco... mi chiedevo se ti andasse di fare coppia con me per gli esperimenti pratici che faremo alla serra. Come sai ho da recuperare una F con Molina, e il tuo aiuto oggi mi sarebbe veramente prezioso. 
Mi ero sentita da una parte sollevata che il suo interesse per me fosse stato per quel motivo, dall'altra indecisa perchè sapevo che accettare di aiutarla mi avrebbe fatto discutere con Rose.
Non era mai molto contenta di dover far coppia con qualche altro "umano" che non fossi io, e di solito accadeva quando proprio ci veniva imposto da qualche professore, senza lasciarci perciò altra scelta.
- Ecco... vedi...
- Come non detto.
Probabilmente il modo in cui avevo esordito le aveva già fatto capire che sarebbe stato un no, ed aveva avuto ragione, ma la sua aria abbattuta aveva di nuovo scatenato in me l'impulso di assecondarla, facendomi pensare che davvero mi sentissi affine a quella ragazza come era successo solo con Rebecca, la mia vecchia amica di infanzia.
- No, aspetta. Hai frainteso... sarò contenta di aiutarti. Mi chiedevo solo se a Eric... ecco... andasse bene il cambio.
Angela era leggermente arrossita e avevo trovato un altro tratto comune con lei.
- Sì, certo. Bè... ehm... ho chiesto prima a lui se fosse d'accordo... ovviamente dovrà esserlo... ehm... anche tua sorella.
Eravamo entrambe imbarazzate a quel punto, dato che il "non detto" riguardava appunto Rose e la sua palese ostilità verso chiunque non fossi io.
- Oh, bè... con lei ci parlo io. Sono sicura che sarà contenta di farmi... cioè, di farti questo favore.
Anche se avevo cercato di riprendermi, mezza gaffe ormai l'avevo fatta, ma Angela aveva gentilmente fatto finta di nulla, inducendomi così ad avere ancora più simpatia per lei.
- Okay... allora... bè... a dopo.
- Sì, certo. A dopo.
Silenziosa come era arrivata, Angela se ne era anche andata. Non prima di avermi riservato un sorriso sincero, che io avevo ricambiato senza troppa fatica.
Era passato solo qualche minuto, prima che Rose sbucasse con una faccia che mi aveva tolto un pò dell'ottimismo che avevo maturato in quel lasso di tempo sul fatto che sarei riuscita a farle digerire la notizia dello scambio di "partner" durante la gita.
- Andiamo via, Bella, prima che cambi idea e commetta davvero un omicidio.
Rose mi aveva preso sottobraccio e mezzo trascinata lungo il corridoio, strappandomi una risata che l'aveva portata a guardarmi male.
- Non c'è niente da ridire! Quella vecchia megera rischia davvero la testa!
- Rose... lo dici ogni volta, non sei più credibile!
Aveva emesso un basso ringhio, udibile a me soltanto, che mi aveva di nuovo fatto ridere.
- Stamattina sono molto vicina a smentirti, cara sorellina! Ha avuto il coraggio di dirmi che dovrei pensare meno alla mia immagine e più allo studio! Capisci?
Avevo guardato i suoi occhi lanciare lampi minacciosi, ma sapevo che non c'era un vero pericolo, dal momento che non avrebbe mai messo a rischio la sicurezza di tutti noi per una sciocchezza del genere.
- Mi sono sempre diplomata con il massimo dei voti! Sempre! E adesso arriva a lei a dirmi che dovrei impegnarmi di più con lo studio? Quella davvero è invidiosa della mia bellezza, eccome!
Eravamo arrivate ormai nel cortile, dove già si erano radunati la maggior parte dei nostri compagni, in attesa di salire sui pulmini che ci avrebbero portato alla serra.
A quel punto ero stata costretta a frenare la falcata decisa di mia sorella per poterle parlare liberamente.
- Rose senti... devo chiederti un favore.
Mi aveva stupito il modo in cui mi aveva subito lanciato un'occhiata preoccupata, quasi forse agitata e per un attimo mi ero chiesta se non dovessi preoccuparmi anch'io.
- C'è qualcosa che non va, Bella? Sai che con me puoi parlare...
Sì, mi era parsa una reazione un pò strana la sua, però dal momento che il Prof. Molina aveva appena iniziato a fare l'appello per controllare che ci fossimo tutti, il tempo per parlarle era diventato minimo, così avevo dovuto rimandare l'idea di chiedere a lei se ci fosse qualcosa che non andava.
- Niente di grave, stai tranquilla. Si tratta di Angela Weber... ecco, mi ha chiesto se poteva fare coppia con me alla serra dove andremo, sai per gli esperimenti che Molina ha intenzione di farci fare... deve recuperare quella F che ha preso la volta scorsa...
- Le hai detto di sì!
Avevo immaginato che non sarebbe stata per niente contenta, così avevo cercato di spiegarle la mia difficoltà nel respingere Angela.
- Ecco, vedi... non sono riuscita a dirle di no! La verità è che lei mi piace... mi ricorda moltissimo Rebecca.
A quella mia affermazione il cipiglio di Rose si era leggermente dissipato, diventando più un'espressione seria che arrabbiata.
- Rebecca? La tua compagna alle elementari?
Avevo annuito e sorriso, perchè avevo intuito dal modo in cui la sua postura si era fatta meno rigida che avevo fatto breccia nella sua corazza.
- Ti rendi conto che così mi stai gettando tra le grinfie di Yorkie?
- Bè, io direi che è più lui che finirà tra le tue di grinfie...
Mi ero concessa quella frecciata perchè la risposta di Rose era già stata l'equivalente di un sì alla mia richiesta.
- Sei davvero molto spiritosa oggi! Comunque, sappi che sarai tu l'unica responsabile se i miei canini finiranno davvero nella giugulare di quell'insopportabile umano!
Mi aveva rivolto uno sguardo scocciato, ma sconfitto.
- Bè, pensa che poteva andarti peggio... se ti fosse toccato Newton? O la Stanley?
- Muoviamoci, Molina ci sta aspettando!
Mi aveva strattonato con una certa soddisfazione, forse per farmi pagare lo scotto di quella vittoria concessami senza troppe battaglie.
- E comunque, in quei due potrei davvero affondare i denti senza pietà... 
Lo aveva borbottato mentre ormai eravamo giunte in prossimità degli altri, per cui mi ero solo limitata a ridere di quelle vane minacce.
- Ridi, ridi... ma ricordati che adesso hai un grosso debito con me, sorellina!
- Swan, Hale... ecco i vostri test.
Molina ci aveva allungato una cartelletta con dentro i test che avremmo dovuto eseguire, ma anzichè prenderla lo avevo informato della mia decisione.
- Professore, veramente ci sarebbe un cambio di programma.
- Un cambio di programma?
Molina si era giustamente mostrato sorpreso.
- Sì, oggi vorrei fare coppia con Angela se per lei non è un problema.
Lui aveva spostato lo sguardo su Rose, non senza mostrare una certa incertezza. D'altronde, lei insieme a Jasper, erano quelli che più riuscivano a mettere a disagio l'intero corpo docente, nonostante all'apparenza sembrassero dei ragazzi come gli altri.
- Quindi lei farà coppia con il Sig. Yorkie?
- Sì, certo, professore.
Indubbiamente il tono di Rose era stato quello di chi aveva trovato che venisse sottolineato l'ovvio, e questo aveva creato un certo imbarazzo nell'uomo di fronte a noi.
- Sì... bè... certo. Comunque, va bene, per me non ci sono problemi. Ecco, Hale, prenda lei allora questa. La Sig.na Weber ha già ritirato i test.
Rose era stata ben attenta a non sfiorare le dita del professore, che era stato ben lieto di vederci salire subito dopo sul pulmino, soprattutto perchè non si era più sentito preso in esame dal suo sguardo.
Dopo esserci sedute, mentre già intorno a noi le chiacchiere degli altri risuonavano allegre, un'ultima minaccia mi era giunta dalla vampira al mio fianco.
- Sul serio, Bella, ricordati che sei in debito con me.
Se aveva sperato di farmi sentire in colpa, la mia ulteriore risata doveva averle tolto ogni dubbio sul fatto che non era riuscita nemmeno un pò a convincermi che me l'avrebbe fatta pagare davvero.



XXXXXXXXXXXXXXX



La visita alla serra si era rivelata piuttosto impegnativa, perchè i test che avremmo dovuto sperimentare erano stati piuttosto difficili da eseguire.
Quindi mi ero ritrovata anch'io ad accogliere con sollievo l'annuncio che potevamo interromperci per consumare ciò che ognuno di noi si era portato per pranzo. Ci avevano messo a disposizione uno spazio che aveva anche dei tavoli all'aperto e dato che con Angela avevamo passato l'ultima ora a contatto con campioni di compostaggio maleodorante, avevamo deciso di respirare un pò d'aria fresca.
Immaginavo che Rose dovesse essere a quel punto veramente su di giri, perchè ancora non li avevamo visti comparire, segno che Eric la stava particolarmente rallentando nello svolgimento dei test.
- Vuoi assaggiare, Bella? Polpettone fatto da mia madre... solo che me ne ha dato per un reggimento come al solito!
Angela probabilmente si era sentita in dovere di offrirmi qualcosa, dal momento che lo zaino con il mio pranzo era rimasto a mia sorella.
- No, ti ringrazio. Penso che ormai arriverrano anche Rose e Eric. Anche mia madre mi ha dato un sacco di roba...
Nel mio caso era perchè la parte di Rose non sarebbe stata ovviamente consumata, raddoppiando così il cibo a mia disposizione.
- Mi sa che Eric sarà in difficoltà...
Nel momento in cui lo aveva detto, Angela era anche arrossita rendendosi conto che era risuonata un pò accusatoria la sua frase nei confronti di mia sorella.
- Sì, lo credo anch'io. Rose non è proprio una compagna facile.
L'avevo spiazzata con quell'ammissione, ma non mi ero sentita di negare un'evidenza che era sotto gli occhi di tutti da ben tre anni.
- Sì, bè... se è per questo non lo è nemmeno Eric. Il suo umorismo il più delle volte irrita anche me...
Ci eravamo ritrovate a ridacchiare entrambe di quella battuta con cui Angela era riuscita a toglierci dal reciproco imbarazzo di sapere che in effetti noi Cullen sapevamo tenere a debita distanza le persone.
- Davvero non ne vuoi un pezzo? Intanto che aspetti i tuoi di viveri...
Stavo per cedere alla sua gentilezza quando avevo visto i suoi occhi dilatarsi in uno stupore ancora più grande.
- Ehi... ma quello non è il tuo... ehm... amico? Che cosa ci fa qui?
Non avevo fatto in tempo a domandarmi a chi si riferisse e nemmeno a voltarmi per scoprirlo, perchè una voce che conoscevo molto bene mi aveva gelato sul posto.
- Bella! Ma che incredibile coincidenza trovarti qui!
L'alta figura di Jacob aveva subito occupato tutta la mia visuale, dal momento che si era parato dinnanzi a me, rivolgendo appena un saluto ad Angela.
- Jacob...
Non avevo avuto davvero sufficiente tempo per aggiungere altro, perchè una mano salda aveva afferrato la mia, invitandomi ad alzarmi.
- Bella, devo assolutamente parlarti. Non dirmi di no, ti prego.
Avevo visto lo sguardo di Angela passare da lui a me, incerta su quello che stesse avvenendo: Jacob mi stava pregando o mi stava obbligando a seguirlo?
Perchè se la sua presa mi aveva incitato appunto ad alzarmi per seguirlo, la sua voce era stata davvero supplichevole, come anche lo sguardo del resto.
- Cinque minuti. Non ti chiedo di più...
Avevo i pensieri in tilt! Una parte di me mi diceva che era pura follia seguirlo dal momento che lì con me c'era Rose, ma un'altra parte si ricordava di come fosse stato disposto a rischiare anche lui la sua vita per proteggermi dai vampiri che ci avevano inseguito l'altra notte.
- Bella...
A farmi decidere era stato lo sguardo che avevo incrociato con Angela, in seria difficoltà nel capire se Jacob mi stesse minacciando davvero o meno.
- Okay... va bene. Ma cinque minuti, Jacob, non di più. Dico sul serio.
Lo avevo fissato con quella che speravo apparisse un'espressione determinata, anche se dentro di me non ero affatto convinta di aver preso la decisione giusta.
Rose si sarebbe accorta comunque che lo avevo incontrato, anche se non fosse arrivata nei successivi cinque minuti. Questo avrebbe voluto dire che non solo me la sarei dovuta vedere con lei, ma anche con Edward.
Dio, dovevo essere davvero impazzita!
Ma ormai Jacob mi stava già portando in un luogo più isolato, dove sicuramente nessuno avrebbe potuto sentire i nostri discorsi.
- Jacob... c'è qui anche mia sorella...
- Non ho paura, lo sai. E non devi averne nemmeno tu... ci sono io a proteggerti.
La sua risposta mi aveva fatto puntare i piedi, obbligandolo a fermarsi.
- Ma che cavolo stai dicendo? Io sono al sicuro con Rose, stupido cane!
La rabbia per quello che aveva sottinteso con quel "proteggerti" mi aveva spinto ad apostrofarlo in quella maniera cattiva.
- Non sono un cane, Bella! Sono un umano, proprio come te!
Mi aveva afferrato per le braccia e strattonato talmente vicino a lui, che i nostri visi si erano ritrovati a pochi centimetri di distanza. Un lampo di rabbia era passato velocemente in quegli occhi scuri, subito cancellato da un'espressione dispiaciuta.
- Scusami... non era questo che avevo in mente di fare. E' solo...
Non avevo avuto veramente paura di lui, perchè nonostante fosse oggettivamente pericoloso, rimanevo dell'idea che non sarebbe stato capace di farmi del male.
Infatti mi aveva immediatamente lasciato andare, passandosi una mano sul viso, come a voler cancellare del tutto quel momento di rabbia che avevo intravisto.
- La verità è che non sopporto l'idea di te che vivi in mezzo a loro! Questa cosa mi sta distruggendo e non posso fare finta che non sia così! Non ci riesco.
Non ero riuscita a reagire subito a quelle parole, perchè il tormento che avevo scorto nel suo sguardo mi era sembrato realmente sincero.
D'istinto gli avevo appoggiato una mano sull'avambraccio, sentendo anche nei suoi muscoli contratti la tensione che lo attraversava.
- Jacob, io vivo con loro da quando avevo appena qualche mese. Sono cresciuta chiamandoli papà, mamma, fratello, sorella... non hai la minima idea di quanto mi vogliano bene. Non potrebbero mai farmi del male. In nessuna maniera.
Il suo sguardo si era appuntato sulla mia mano ancora posata su di lui, prima che lo risollevasse per fissarmi intensamente.
- In nessuna maniera, dici? E allora l'altra notte, che cos'era quello a cui ho assistito? Un gioco?
Lo avevo sentito irrigidirsi ulteriormente, i pugni contratti e lo sguardo più acceso.
-  Fammi indovinare! Era la versione succhiasangue di guardie e ladri, per caso? Era questo Bella, quello che ho visto l'altra notte, eh? O era invece una fuga da due cazzo di succhiasangue che volevano farti del male? Perchè a me è parso tanto che fosse proprio così... e mi sembrava che fosse dello stesso parere anche il succhiasangue che difendi dicendo che non ti metterebbe mai in pericolo.
Davanti a quell'ironia tagliente mi ero di nuovo inalberata ed ero stata pronta a ribattere, ma lui aveva proseguito nella sua sfuriata.
- Se davvero ti volessero bene come dici, ti lascerebbero andare e ti permetterebbero di vivere al sicuro fuori dal loro fottuto mondo di mostri!
- Ma chi diavolo credi di essere, per potermi parlare così! Tu non sei meno mostro di loro, in fondo, se proprio vuoi saperlo!
Ero stata io, questa volta, ad avvicinarmi a lui e a puntargli un dito contro, del tutto incurante che stessi inveendo contro un ragazzo che si sarebbe potuto trasformare in un lupo gigantesco capace di farmi a pezzi nel giro di un secondo.
Dopotutto, vivere in mezzo a dei vampiri mi aveva resa in qualche maniera più incosciente nei confronti del pericolo.
- Eppure di te dovrei fidarmi ad occhi chiusi, senza nemmeno quasi conoscerti!
Non lo avevo di certo impressionato, perchè non si era spostato di un millimetro, ma anzi era tornato a chinarsi su di me per far sì che i nostri occhi fossero alla stessa altezza.
- Io sono carne e sangue proprio come te, Bella! E non potrei mai vederti come un mio eventuale pasto! Soprattutto con me non correresti il rischio di ritrovarti inseguita da altri mostri che vorrebbero affondare i loro artigli su di te! Lo capisci questo?
- Visto che insisti tanto su quello che è accaduto l'altra notte, sappi che era la prima volta che succedeva! Abbiamo incontrato per caso quei due vampiri...
Gli occhi di Jacob si erano assottigliati e mi avevano fulminato, prima di interrompermi.
- Mi credi davvero così stupido da potermi rifilare una bugia e pretendere che io ci creda?
- Ma che bugia? Cosa stai dicendo?
- Non avete incontrato quei succhiasangue per caso e lo sai benissimo!
Mi aveva rifilato ancora un'occhiata minacciosa, ma francamente i miei pensieri si erano inceppati e non era per quello che mi ero azzitita.
Non avevamo incontrato quei due vampiri per caso?
- Chi tace acconsente, giusto? Quindi sei disposta ad ammettere anche che...
- Come fai a sapere che non li abbiamo incontrati per caso?
Mi aveva fissato forse accorgendosi che in me c'era stato un evidente cambiamento di rotta: la mia rabbia si era sgonfiata di colpo, trasformandosi in un'incertezza palese.
- Il succhiasangue con cui eri l'altra notte e quello biondo, loro ce l'hanno detto.
- Edward e Jasper? E quando li hai incontrati? Dove?
A quel punto lo avevo abbastanza insospettito perchè mi sondasse con uno sguardo attento.
- Tu non lo sapevi.
Più che una domanda, mi era parsa un'affermazione quella di Jacob e mi aveva fatto arretrare di qualche passo tanto aveva colto nel segno.
- Tu non sai che quei due avevano a che fare con la vampira che abbiamo seguito fino nei dintorni di casa vostra.
Il cuore aveva preso a battermi con forza, mentre la mia mente aveva iniziato ad elaborare troppi pensieri tutti insieme.
- E' proprio così, allora, non lo sapevi.
Non avevo avuto più tempo per lui, ora. Non dopo quello che mi aveva appena rivelato. Non dopo che la mia mente aveva iniziato a collegare una serie di particolari che adesso vedevo più chiaramente.
- Mi dispiace, Jacob, ma i cinque minuti sono scaduti. Devo andare.
Dopo avergli rivolto uno sguardo che speravo fosse stato deciso, avevo fatto dietrofont pronta ad andare in cerca di Rose.
Il fatto che non fosse piombata lì, poteva solo significare che fosse stata ancora impegnata con Eric. Ma non avevo fatto che qualche passo, prima che una mano bollente mi trattenesse per un polso.
- Bella, non puoi andartene così! Non senza avermi spiegato...
Mi ero voltata guardandolo dritto negli occhi.
- Non ti devo nessuna spiegazione, Jacob Black. Ti ringrazio ancora per il tuo aiuto dell'altra notte, e mi dispiace che un tuo amico sia rimasto ferito a causa mia, ma questo non ti da nessun diritto su di me.
Mi ero sforzata di aggiungere anche dell'altro, sebbene mi avesse fatto sentire a disagio parlarne.
- E mi dispiace anche di averti fatto credere che... che quel bacio tra noi potesse significare qualcosa.
Non avevo distolto gli occhi dai suoi, anche se avrei tanto voluto farlo.
- E' stato un errore e... e mi scuso di averlo commesso. Ti chiedo davvero scusa.
Lo avevo decisamente ferito, e se una parte di me si sentiva meschina, un'altra si era sentita sollevata di averglielo detto chiaramente, così che non avesse più dubbi sul fatto che io potessi provare dell'interesse per lui.
Ero innamorata di Edward, non ci sarebbe mai potuto essere spazio per nessun'altro.
- Non è vero, Bella. Stai cercando di negare qualcosa che è successo perchè lo volevamo tutti e due.
Non avevo più tempo per lui, davvero.
- Invece è così, Jacob. E non cercarmi più, perchè io so per certo che il mio posto è al fianco della mia famiglia e di... di Edward.
Non avrei potuto essere più chiara di così e lo aveva compreso anche lui, sebbene avessi intuito dalla sua espressione che non si sarebbe comunque arreso, non ancora perlomeno.
- Non posso accettarlo, Bella.
A quel punto non avevo più niente da dirgli se non quello che realmente pensavo.
- Mi dispiace per te, allora, Jacob. Perchè le cose tra di noi non cambieranno nè ora nè mai.
Mi ero liberata dalla sua presa e questa volta mi aveva lasciato davvero andare per la mia strada. Ma non avevo dovuto chiedermi il perchè, dal momento che avevo visto sbucare come una furia da dietro l'angolo dell'edificio dove ci eravamo appartati la figura slanciata di mia sorella.
- Bella! Tu devi...
- Rose, non provare a dirmi niente!
Non avevo avuto nessuna difficoltà nel mettere a tacere le proteste di mia sorella in quella maniera brusca, perchè questa volta ero io quella davvero arrabbiata.
- Jacob Black in questo momento è davvero l'ultimo dei vostri problemi!
Se l'avevo presa in contropiede, era stata molto brava a mascherarlo. Ma del resto, che altro mi dovevo aspettare? Ero io la fragile e trasparente umana, quella che non sapeva nascondere le emozioni e i sentimenti in nessuna situazione. Tantomeno in quel momento che mi sentivo sul punto di esplodere.
- Problema? Jacob Black è un grandissimo problema, Bella! Lo vuoi capire o no che è pericoloso? Che cavolo ti dice il cervello? Se proprio non riesci a pensare a te stessa, prova a pensare a tutti noi! A come ci fa preoccupare sapere che tu potresti finire... cazzo, Bella, non ci voglio nemmeno pensare!
Stavolta sul suo visa era comparsa una smorfia di inequivocabile sofferenza, tanto che per un attimo mi aveva fatto sentire davvero in colpa.
Poi, però, i miei pensieri erano tornati a ciò che avevo appena scoperto, spazzando via tutto il resto.
- E prova tu, invece, a immaginarti come mi senta io nell'aver scoperto che mi avete mentito ancora!
Il mio sguardo doveva essere stato davvero accusatorio, perchè si era irrigidita e richiusa in un'espressione impenetrabile.
- Mentirti?
- Oh, cazzo, Rose, sei davvero incredibile!
L'avevo scansata e mi ero diretta come un fulmine verso l'aerea dove pensavo che gli altri nostri compagni stessero ancora pranzando. Non era quello il luogo e il tempo adatto per lasciarmi andare alla rabbia che mi ribolliva dentro.
Ero sicura che Jacob mi avesse detto la verità su quegli incontri con gli altri vampiri, a differenza della mia famiglia e anche di Edward, ragione per cui mi sentivo doppiamente tradita.
- Bella, aspetta...
Aveva tentato di fermarmi, ma avevo reagito liberandomi bruscamente dalla sua presa gentile.
- Non ho intenzione di parlarne adesso! Quando saremo a casa, allora sì che mi dovrete tutte le spiegazioni necessarie. E me le darete, Rose, oh se me le darete!
Non avevo aggiunto altro, riprendendo a camminare velocemente per poter essere in vista degli altri il prima possibile, di modo che non le avrei lasciato altra scelta se non quella di assecondare la mia richiesta.




XXXXXXXXXXXXXXX



Quando era suonata la campanella di fine lezioni, ero schizzata fuori dall'aula, ignorando Rose e dirigendomi subito verso l'uscita.
Sapevo che avevo poco margine prima di essere intercettata dagli altri e volevo, invece, essere la prima a raggiungere Edward.
Immaginavo che fosse già stato a conoscenza del fatto che Jacob mi aveva avvicinato alla serra, figurarsi se mia sorella non lo aveva avvisato, ma forse non immaginava quello che lo aspettava davvero.
Più ci avevo pensato, più mi ero sentita tradita soprattutto da lui.
Tutti quanti avrebbero dovuto darmi delle spiegazioni, lui più di tutti, visto come si era evoluto il nostro rapporto.
Perchè continuavano a trattarmi così? Come avrei mai potuto fargli capire quanto mi sentissi ferita nell'essere tenuta all'oscuro da tutto ciò che ci riguardava?
Mi sentivo ancora una volta come se non fossi davvero parte della loro vita... di quella di Edward in particolar modo.
E proprio lui mi era piombato addosso non appena avevo messo piede fuori dalla scuola.
- Bella! Dimmi che stai davvero bene!
Mi aveva preso il viso tra le mani e mi aveva guardato in una maniera che mi aveva provocato un nodo allo stomaco senza che potessi impedirlo.
Preoccupazione, ansia, paura... ma anche gelosia e rabbia.
Ecco cosa mi avevano detto i suoi occhi mentre fissavano i miei. Poi avevo avvertito anche gli sguardi degli altri studenti che avevano iniziato a passarci accanto, spingendomi ad afferargli i polsi per fargli allontanare le mani dal mio viso.
- Lo vedi da te che sto bene, no?
Ero stata brusca, perchè passato il primo momento, la rabbia verso di lui aveva ripreso il sopravvento.
- Come se Rose avesse potuto mentirti... quella è un'opzione che riservate soltanto a me, la sfigata della famiglia!
Sapevo che quel battibecco stava attirando parecchia attenzione, specie perchè la comparsa di Edward aveva dato nuovo impulso ai pettegolezzi su di noi Cullen.
Il fatto che si fosse limitato a seguirmi senza osare ribattere nulla, mentre ci eravamo diretti verso la Volvo parcheggiata poco lontano, non mi aveva ingannato sul fatto che lui più di me doveva aver captato la curiosità che ci aveva subito circondato.
Non mi ero nemmena stupita del fatto che i nostri fratelli non ci avessero raggiunto, perchè immaginavo che Rose li stesse aggiornando per filo e per segno su come erano andate le cose, compresa la minaccia che avevo rivolto a tutti loro di esigere delle spiegazione esaurienti.
La tensione che si era subito creata nell'abitacolo della macchina, non appena eravamo saliti, mi aveva riportato indietro di qualche giorno, quando mi aveva trascinato via da scuola il pomeriggio che Jacob mi aveva avvicinato dopo il nostro primo incontro.
Non volevo sentirmi di nuovo così, non dopo che finalmente il mio rapporto con lui si era trasformato in ciò che avevo sempre desiderato.
Avevo appena formulato quel pensiero, quando Edward aveva fatto qualcosa di assolutamente inaspettato. La sua mano era stata troppo veloce nello scivolare dietro la mia nuca e così mi ero sentita attirare verso di lui senza che me ne potessi rendere ben conto.
Le sue labbra erano state dolci, ma nello stesso tempo ferme nell'impossessarsi delle mie, esigendo così una risposta che non ero stata capace di negargli.
Mi aveva baciato con un'intensità che mi aveva fatto battere il cuore più forte, aprendosi un varco nella rabbia che ancora provavo, ma che non poteva essere in grado di annullare i miei sentimenti verso di lui.
Quando aveva smesso, l'aveva fatto per l'unico motivo di cui mi aveva già informato scherzosamente nei giorni scorsi: lasciarmi respirare per non morire soffocata.
Mi aveva fatto ridere mentre me lo confessava, ma anche gioire, perchè gli avevo letto nello sguardo che altrimenti mi avrebbe davvero baciato per delle ore intere, senza mai fermarsi.
- Non importa quanto tu sia arrabbiata con me, o io con te, resta il fatto che... che non voglio stare lontano da te, Bella.
Non poteva guardarmi così, e l'avevo ritenuta una mossa sleale farlo proprio in quel momento, perchè mi era sembrato un buon modo per infliggere un altro duro colpo alla mia volontà.
Il fatto poi che non mi avesse ancora lasciato andare, ma mi trattenesse a pochi centimetri da lui, mi aveva permesso di perdermi in quello sguardo dorato che sapeva dirmi così tante cose senza bisogno di ulteriori parole.
- Nemmeno io, Edward.
Non mi era stato poi così difficile ammetterlo, perchè era ciò che provavo veramente. Per quante volte ancora avrebbe potuto ferirmi, sapevo con certezza che non avrei mai smesso di amarlo.
- Però resta il fatto che mi sento tradita... specialmente da te.
Si era irrigidito, lo avevo sentito, anche se i suoi occhi non avevano smesso di guardarmi con quel calore che ora mi riscaldava il cuore in maniera più completa.
Non era forse ancora l'amore totale che avrei voluto da lui, ma non era nemmeno più solo quello fraterno che avevo preso ad odiare.
- Anch'io mi sento tradito, Bella. Sei rimasta da sola con lui quando ti avevo pregato di non farlo. Tu non sai davvero come mi sento nel sapere che ti è vicino, altrimenti mi ascolteresti.
- Io... io dovevo parlargli, Edward. Volevo che non avesse dubbi sul fatto che non potrà mai avere nessun tipo di speranza con me.
Era stato sul punto di dire qualcosa, ma lo avevo preceduto.
- Non l'ho fatto per farti stare male, ma solo perchè mi sembrava giusto.
Ero stata io a baciarlo questa volta, perchè mi era sembrato un buon modo di sottolineare il fatto che era solo lui quello che avrei sempre voluto baciare, senza nessuna ombra di dubbio.
- Immagino che ti abbia detto qualcosa a proposito di quei due vampiri che ci hanno inseguito l'altra notte...
Quando mi ero staccata dalle sue labbra, era andato dritto al punto, facendomi perlomeno apprezzare il fatto che non avesse finto di non sapere cosa avevo potuto scoprire parlando con Jacob.
- Sì, esatto.
A quel punto mi era venuto spontaneo mettere una certa distanza tra lui e me, perchè se non c'era stata più la rabbia iniziale, rimaneva però la cocente delusione, che in un certo senso era anche peggio.
- E a questo punto credo che mi stiate nascondendo qualcosa che riguarda anche me, dal momento che faccio parte della famiglia.
Mi era tremata la voce, era stato più forte di me. Odiavo l'idea che non fossi come loro, perchè mi avrebbe sempre relegata in una condizione di inferiorità.
- Mi avevate promesso che non sarebbe più accaduto, te lo ricordi? E invece...
Non avevo evitato il suo sguardo, anzi avevo dovuto io cercare il suo, perchè era stato lui quello restio a fissarmi.
- Forse non volevamo farti preoccupare più del dovuto...
- Edward, ti prego, non farmi questo. Non tu, non ora.
Lo avevo costretto a non abbassare lo sguardo, forse esprimendo il bisogno di sentirmi parte della sua vita più che mai.
- Bella...
Lo avevo capito che in lui doveva essersi scatenata una guerra furiosa, perchè non era riuscito a dissimulare un tormento che mi aveva spinto a prendergli una mano, stringendola forte tra le mie.
- Io capisco il tuo bisogno di proteggermi, perchè io sono la piccola e fragile umana, ma tu devi capire che niente mi ferisce di più dell'essere esclusa da ogni aspetto della tua vita, e anche da quella di tutti gli altri.
Avevo rafforzato la mia stretta, nel bisogno di sentirlo vicino.
- Se siamo in pericolo, ho il diritto di saperlo anch'io.
Non avevamo smesso di fissarci, così avevo visto quella battaglia dentro di lui farsi più accesa.
- Ti chiedo soltanto di avere fiducia in me e di dirmi cosa sta succedendo.
Era passato ancora un attimo, prima che lo vedessi scuotere la testa e riacquistare un certo controllo sulle sue emozioni. Lo avevo addirittura visto aprirsi in un accenno di sorriso, o forse era stata più una smorfia ironica, perciò non avevo saputo come interpretarlo.
- Non avevo immaginato di parlartene così... in macchina, nel parcheggio ormai deserto di una scuola... però credo tu abbia ragione sul fatto che sia arrivato il momento di dirti tutto.
La situazione delle nostre mani si era ribaltata, perchè ora era lui a stringere le mie in quella maniera delicata che mi faceva pensare a come sapesse controllare perfettamente la sua incredibile forza.
- Esiste una sorta di famiglia reale, cioè i Volturi, che da secoli amministra la legge tra noi vampiri. Risiedono da sempre in Italia, ma senza che si siano mai "mischiati" agli umani, perchè diversamente da noi non hanno mai preso in considerazione l'idea di non... cibarsene.
Avevo capito subito che mi stesse parlando di qualcosa di molto importante, perciò non lo avrei interrotto, riservando a dopo tutte le domande che si erano affacciate subito nella mia mente.
- Noi Cullen gli abbiamo sempre mostrato il giusto rispetto, senza però per questo essere mai diventati loro succubi, come invece è capitato ad altri.
Nel vederlo fissarmi intensamente, avevo intuito che si stesse avvicinando rapidamente a qualcosa che riguardava me personalmente.
- Quando sei entrata nella nostra vita, cioè quando Carlisle ed Esme hanno deciso di adottarti... hanno ritenuto giusto informare i Volturi che tu saresti entrata a far parte della nostra famiglia, sebbene fossi stata un'umana. Loro ne sono stati in un certo senso... contenti ed hanno espresso il desiderio di ricevere costanti informazioni su come procedesse la tua chiamiamola "integrazione" con noi.
Ovviamente mi sembrava tutto un'enormità, specie perchè ne ero stata all'oscuro sinora, facendomi nuovamente provare la rabbia di essere stata messa da parte.
- Però non avevano mai espresso il desiderio di conoscerti personalmente... almeno non sino ad ora.
Si era interrotto, dandomi l'impressione che stesse cercando le parole giuste per continuare.
- Perchè proprio ora, Edward? E cosa c'entra tutto questo con quei vampiri che ci hanno aggredito?
Mi era stato impossibile non incalzarlo, perchè qualcosa mi diceva che ne sarei rimasta sconvolta.
- Devi sapere che Aro Volturi, uno dei tre vampiri regnanti, possiede il dono di leggere nella mente delle persone toccandole. Questa sua capacità ha comportato che durante l'ultima visita che Carlisle gli ha fatto, lo abbia involontariamente informato di una decisione che avevo preso poco tempo prima.
- Che decisione, Edward?
Ma il suo sguardo aveva assunto così tante sfumature diverse, che non era stato in grado di anticiparmi nulla.
- Che decisone, Edward?
Lo avevo ripetuto, perchè l'urgenza che provavo si era fatta incontenibile.
- Quella di arrendermi ai sentimenti che provavo e che mi avevano spinto a tornare da te con la speranza di poter realizzare un mio desiderio ben preciso.
- Un... un desiderio?
Era stato come se all'improvviso avesse calato ogni maschera, mostrandomi davvero ciò che aveva custodito gelosamente dentro di lui.
- Sì, il desiderio di sposarti nel giorno del tuo diciottesimo compleanno e passare il resto della tua vita ad amarti incondizionatamente.
Edward mi amava.
- Perciò ora i Volturi sono curiosi di conoscere l'umana che è stata in grado di farmi innamorare di lei... e per essere sicuri che la cosa avvenga anche se non ne sono entusiasta, hanno mandato qualcuno a ricordami che è meglio non opporsi al loro volere.
Edward mi amava e il suo sogno era quello di sposarmi.
Francamente io ero stata in grado di pensare solo a quello, dimenticando per un momento tutto quello che mi aveva rovesciato addosso riguardo ai Volturi e alla loro esistenza.
Ci sarebbe stato tempo per discutere di quello e di molto altro ancora, ma ora volevo solo godermi le emozioni che quella confessione di Edward mi aveva provocato.
Mi amava e il suo sogno era quello di sposarmi.







*L'autrice chiede di far partire un rullo di tamburi*


Sorpresa!
Edward ha finalmente pronunciato la parola matrimonio associandola ai Volturi... peccato che abbia deciso di farlo rivelando a Bella una verità abbastanza lontana da come stanno in realtà le cose.
Questo perchè ha ancora in testa un'idea ben precisa, ossia quella di amare sì Bella, ma per il tempo che la sua vita umana gli concederà! (faccio la pseudo autrice seria e cito dal testo "
Sì, il desiderio di sposarti nel giorno del tuo diciottesimo compleanno e passare il resto della tua vita ad amarti incondizionatamente", quindi non della sua da immortale! Una differenza fondamentale, direi! XD).
Credo che quando Bella focalizzerà la sua attenzione su questo, sarà un brutto momento per Edward... eh eh eh.
E poi c'è Jacob, che sembra ragionare più con la sua parte "lupesca", dal momento che non è disposto a mollare l'osso... ossia Bella! D'altronde, per l'idea che mi sono fatta di lui, proprio non può accettare l'idea che lei viva in mezzo a dei vampiri (appartengo a quella corrente di pensiero che ritiene che la Meyer abbia liquidato la faccenda troppo semplicemente facendogli avere l'imprinting con Reneesme). Ovviamente questo lo rende peggio dell'erba cattiva, nel senso che come lei, riesce a comparire dove meno te lo aspetti! eh eh eh
D'altronde è un lupo... stanare la preda è nella sua natura!
Concludo dicendo che nella prima parte di capitolo mi sono tolta la soddisfazione di immaginare un pezzo di vita scolastica che inevitabilmente i Cullen avranno dovuto vivere e di cui mi sarebbe piaciuto averne un assaggio anche nella saga originale (voi ci avete mai pensato a come sarebbe potuto essere? va bene la riservatezza, ma un minimo di interazione con gli altri sarà stata pur inevitabile per loro no?).
Come sempre mi farebbe piacere leggere anche il vostro parere.
Ciao e alla prossima.
BF


 
  
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