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Autore: Laran    14/01/2015    4 recensioni
Una punizione si abbatte sui ragazzi della casa Serpeverde e della casa Grifondoro, ed il povero Ronald Weasley si troverà ad affrontare il suo peggior incubo: Ragni, direte voi? No no. I Mangiamorte? Neanche per sogno! Ve lo dico io: Draco Malfoy. Sì, proprio lui signori! Il Serpeverde più acido e snob presente sulla faccia della terra che gliene farà passare di tutti i colori...
(Ron/Draco ; Blaise/Neville)
[...] Quando entrarono in classe e si sedettero ai loro posti, incuranti del pericolo imminente che li avrebbe travolti presto, iniziarono, come da routine, ad insultarsi e a dirsi così tante parolacce da far impallidire il povero Merlino e la povera Morgana.
Solo quando Piton li guardò con un ghigno che non prometteva niente di buono gli animi iniziarono a chetarsi. Persino Ron, che non brillava certo in intuito, iniziò ad insospettirsi…
Era strano, molto strano, ed un senso di inquietudine iniziò a serpeggiare tra gli studenti. Fu solo quando Piton enunciò quella sentenza che l'inquietudine, poi, si trasformò in terrore.
Non ci sarebbero più stati Grifondoro e Serpeverde ma solo coppie miste che avrebbero condiviso il resto dell'anno insieme...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Pansy Parkinson | Coppie: Ron/Draco
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao girls! Come va? Spero bene! Per quanto riguarda me, diciamo che sono sommersa di esami fino al collo ed è per questa ragione che non sono puntuale con le pubblicazioni. Prometto però che quando a febbraio mi libererò, proverò puntualmente a postare i nuovi capitoli! Ringrazio innanzitutto coloro che hanno recensito l'ultimo capitolo: Garwood, tommoheart394, fliflai e Mekkatorqueen. Grazie davvero, non so cosa farei senza commenti che mi spronino a continuare.
Grazie inoltre, alle persone che hanno messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate! Nonostante questo pairing non sia molto gettonato, siete già così tanti per me. Buona lettura, ci vediamo alla fine del capitolo.

 

 
 
CAPITOLO QUARTO.
 
 
Ronald non sapeva quanto tempo fosse trascorso. Fuori dalla finestra, il sole era stato oscurato da nembi scuri e densi che con aria minacciosa osservavano la terra sotto di loro. L'olezzo pungente e dolciastro dell'ozono, precedente qualsiasi temporale, gli pizzicava il naso. Entrava nella stanza, mischiandosi al tanfo delle cose bruciate.
 
Con l'affanno di chi ha corso chilometri, con il cuore che spingeva contro la cassa toracica, Ron sembrava vivesse sospeso nel nulla.
Non riusciva a pensare lucidamente. Con mente annebbiata a nascondere il vortice di domande e pensieri, si sentiva come un contenitore svuotato di ogni emozione.
Fissava il vuoto dinanzi a sé, ed oltre ad esso, Malfoy, appoggiato al mobile di mogano al lato opposto della stanza.
 
Forse erano passati secondi. Forse minuti. Forse ore. Ad ogni modo, fu solo dopo quello che sembrò un tempo lunghissimo e senza fine che Ron ebbe una risposta dal biondo, e rimase così sorpreso da quello che uscì dalla bocca dell'altro, da creder quasi di averla immaginata quella parola... Compromesso.
Non pensava che quelle labbra – aventi fino ad allora la sola capacità di farlo inviperire – potessero pronunziare qualcosa dal sapore vagamente rilassante.
Dopo che Piton aveva emesso il verdetto, in effetti, Ron era stato assalito sì dalla paura di dover convivere con Malfoy, ma anche e soprattutto, dalla paura del cambiamento.
Essendo sempre stato un tipo tranquillo, non affatto desideroso di problemi e confusione mentale annessa,  non era propenso al caos ed allo stress che il Furetto di sicuro gli avrebbe procurato. Aver appreso, perciò, che Malfoy volesse mantenere una parvenza di quiete con un qualsiasi patto, l'aveva di fatto liberato di un piccolissimo pezzetto del macigno che portava in petto.
 
Dopo il primo attimo di allentamento tuttavia, un vago sospètto iniziò a farsi largo nella mente: quello di fronte a lui, era pur sempre un maledetto Serpeverde, e non si poteva mai sapere quando un Serpeverde avrebbe strisciato viscido per colpirti alle spalle!
Con un cipiglio appena formatosi, chiese dubbioso:
 
«Che tipo di compromesso?»
 
«Tu dormi in bagno ed io in stanza. Sarò persino clemente a cederti il mio copriletto.»
 
Ron sentì di nuovo la rabbia pervaderlo. Merlino quanto lo odiava! Era così egoista e sprezzante da essere incommensurabilmente insopportabile. Socchiuse gli occhi, facendo un respiro profondo per calmare i nervi tesi.
Non pensare alle sue provocazioni. Ragiona Ron, sii superiore...
 
«Non penso che sia possibile come cosa, sai. Se proprio ci tieni a star lontano da me Furetto, ti cedo il bagno volentieri.»
 
Malfoy gli lanciò un'occhiata talmente gelida da far impallidire qualsiasi pavido Tassorosso, ma poiché non era un Tassorosso, Ron con sfrontatezza gli rivolse un sorrisetto irrisorio. Se credeva di aver trovato un fesso, Malfoy si sbagliava di grosso!
 
Il biondo chinò il capo, portandosi una mano davanti agli occhi e fecendo un lunghissimo sospiro. Poi, riportò gli occhi su di lui. «Visto che non vuoi andare in bagno – che poi non capisco perché rifiuti il bagno quando vivi in quella Topaia schifosa con la tua tribù – siamo costretti a condividere la camera.»
 
Non pensare alle sue parole Ron. Sii superiore. Sii superiore. Si stava ripetendo questo fino allo spasimo quando notò Malfoy alzarsi, afferrare la bacchetta e tracciare sul pavimento una linea di divisione tra i due letti (letti che per lo più, chissà per quale fantomatico motivo, non erano equidistanti rispetto alla retta tracciata.)
«Questo sarà il mio lato» con sguardo soddisfatto e compiaciuto, Malfoy indicò il lato sinistro, quello più spazioso, ovviamente «quest'altro invece sarà il tuo!»
 
Ora, chiunque con un po' di dignità e minimo senso logico, si sarebbe lamentato dinanzi a cotanta disparità – il lato destro era quasi la metà di quello sinistro – ma Ron non aveva assolutamente la forza di controbattere! Se si fosse impelagato in un'altra discussione con quel pazzo e schizzato e viscido purosangue, ne sarebbe uscito solo prosciugato di ogni forza.
 
«Va bene»
 
Un ghignetto insopportabile si dipinse su quell'altrettanto  insopportabile boccaccia. Ron avrebbe dato qualsiasi cosa per tappargliela. E farlo stare zitto, ovviamente.
 
«Naturalmente, non potrai mettere piede nel mio territorio, e per carità, non lo faranno nemmeno i tuoi panni sudici e logori!» Un'espressione nauseata e terrorizzata dipinse il volto di Malfoy «Ah! E se trovo un calzettino o una mutanda anche solo al confine del mio spazio, te li tagliuzzerò e poi ti ficcherò in gola ogni minimo pezzetto puzzolente. Ti ucciderò, chiaro?»
 
La vena sulla tempia di Ron iniziò a pulsare in modo molto evidente. Che Merlino lo aiutasse! Se quel farabutto avesse continuato a sproloquiare, Ron non avrebbe riposto più alle sue azioni. L'avrebbe strozzato e dato in pasto alla Piovra Gigante.
 
«Capito, pezzente?»
 
Sta calmo Ron. Sii superiore. Sii superiore... «Va bene.» per non fare totalmente la parte del fesso aggiunse «Lo stesso vale per te, Furetto»
 
«Pff... figurati! Nemmeno sotto Imperius metterei piede nella tua fogna»
 
«Lo stai facendo proprio adesso, Malfoy!»
 
Sogghignò baldanzoso quando osservò il viso del biondo accartocciarsi in un'espressione oltraggiata, seguito poi dal suo scattare improvviso al lato sinistro della linea, quasi come se qualcuno gli avesse ficcato un palo lì dove non batte il sole.
L'esser consapevole, poi, che quel qualcuno fosse stato proprio lui - metaforicamente parlando naturalmente - lo riempiva di una sadica soddisfazione.
 
«Cos'è Malfoy? Ti hanno mangiato la lingua?»
 
Ora quel Furetto sarebbe uscito fuori dai gangheri, ci scommetteva, ma presto dovette ricredersi quando vide affiorare un riso maligno da quel viso da schiaffi.  «Pezzente se non te ne eri accorto, stavamo contrattando ancora e le condizioni di un contratto non valgono fino a quando non si conclude il contratto stesso»
 
Maledetti Serpeverde, sempre a rigirare la frittata pur dicendo cose senza senso! Poi, con la faccia tosta, proseguì:
 
«Ad ogni modo, limiteremo i contatti al minimo. Non ci rivolgeremo nemmeno una parola, eccetto durante le lezioni - se capiterà. Per le relazioni da stilare invece, direi di dividerci per materie così non dovrò assorbirmi i tuoi germi.» Incrociò le braccia al petto. «Esiste una cavolo di materia in cui sei più bravo?»
 
C'era una materia in cui era più bravo? Era bravo in qualche cosa? No, Ron non era mai stato così bravo in una materia. In realtà, si sentiva come se non avesse mai eccelso in niente. A volte guardava Harry che riusciva ad imparare senza problemi un controincantesimo od un incantesimo di disarmo in Difesa, e poi Hermione, che era in grado di pronunciare bene una formula e trasfigurare velocemente un bottone. Guardava Neville che era dotato in erbologia, Ginny che era famosa per le sue fatture orcovolanti ed i fratelli che erano dei geni in inventiva. Lui, al contrario, non era nulla di che. Se la cavicchiava, ecco, solo questo.
 Non era, come dire... speciale.
Solo... normale.
 
«Ah, come dimenticare... Tu sei appena sufficiente in qualsiasi materia.» Le labbra si distesero in un ghigno e continuò maligno: «Sei inferiore in tutto, vero?»
 
Quelle parole furono come stilettate al petto.
Malfoy apparve ai suoi occhi come un giocoliere cattivo e non divertente, avente il potere di aprire il suo vaso di Pandora e far uscire tutti i mali, le paure ed i suoi complessi tenuti nascosti. Nessuno mai dovrebbe aprire un vaso di Pandora. E si sentì vulnerabile e poi arrabbiato. Si sentì cattivo.
 
 «E tu? Dimenticavo che non vali più un cazzo e che la tua famiglia non vale più un cazzo. Che cosa si prova a sapere che tuo padre marcirà e morirà ad Azkaban come si merita?»
 
Lo disse con una tale spietatezza e perfidia che a Ron quasi sembrò che Malfoy, di quelle parole, ne avesse pregustato il sapore amaro e corrosivo sulla lingua.
Ne seguì un silenzio terribile, e dopo quel silenzio, Ron poté sentire solo un pugno infrangersi contro il suo zigomo ed il freddo del pavimento sotto di lui. E ancora, il respiro ansimante dell'altro e lo sbattere violento della porta della stanza.
 
Nel giro di un battito di ciglia, rimase solo.
 
 
***
 
 
Hermione Granger non era mai stata tanto preoccupata. Dopo aver sistemato la sua roba nella nuova camera ed aver scambiato, sì e no, due parole con la Greengrass – che non sembrava tanto male come persona – aveva preso il libro di Antiche Rune e si era avviata in biblioteca. Nonostante riuscisse sempre a mantenere la concentrazione e a portarsi avanti con i compiti in modo celere, in quel momento, non riusciva affatto ad applicarsi: il viso sgomento di Ron che si allontanava con Malfoy, continuava a baluginarle in testa, distraendola.
Solo... non era mai stata tanto in pensiero per lui. D'altronde conosceva bene Ron; gli era stata prima amica e dopo sei anni, fidanzata.
 
La ricordava, quell'estate alla tana – i pranzi abbondanti di Molly, il bisbigliare suo e di Ginny nel cuore della notte e le partite a sparaschiocco con Harry e Ron; lei che leggeva sotto all'albero di melo e Ron che le sedeva accanto... le diede un bacio impacciato e timido proprio là sotto, prima che il sole scomparisse dietro le colline.
 
Erano passati ormai tre mesi e stava bene con Ron e Ron stava bene con lei. E questo perché c'era Harry ed il trio era unito; questo perché lei e Ron, erano amici, prima che fidanzati.
In effetti, nonostante le poche effusioni che si scambiavano – abbracci veloci, baci e mani che si sfiorano – non era cambiato molto rispetto a prima. Loro rimanevano amici e poi fidanzati, ed Hermione era soddisfatta di questo rapporto stabile e maturo.
 
Eppure, la situazione appena creatasi la turbava un sacco.
Il fatto di non poter stare più assieme (niente più serate in Sala Grande davanti al camino con Harry e Ron o banchi condivisi in classe) avrebbe potuto compromettere quella solidità che si era prodigata tanto a costruire. Se si considerava, inoltre, quanto Ron non fosse affatto un carattere facile, nonostante le apparenze dichiarassero il contrario, era normale giungere a quella conclusione. Ron si arrabbiava facilmente, ed una volta messo il muso lungo, era difficile smuoverlo; aveva un complesso di inferiorità che lo atterriva, che non gli faceva vedere la persona splendida che era, e poi... poi Malfoy era bravo a ferire con le parole e lei lo sapeva, poiché quel Mudblood non era mai stato facile da digerire.
Dunque, tutto questo avrebbe potuto compromettere ogni cosa.
 
Sbuffò impaziente e provò a concentrarsi per tradurre le poche righe di rune che le mancavano. Dopo due minuti, tuttavia, si mosse indispettita sulla sedia: quel tarlo nella sua testa continuava ad insinuarsi e a sfilacciare operoso i nervi tesi per la concentrazione.
Respirò profondamente e al di là di ogni aspettativa – Madama Pince quasi cadde dalla sedia per la sorpresa – chiuse i libri, li sistemò nella borsa e decise di avviarsi nella camera di Ron. L'avrebbe sistemato lei quel furetto se si fosse azzardato a non farla entrare!
 
In una decina di minuti raggiunse il quinto piano, si avviò verso la porta della camera Weasley-Malfoy e bussò.
 
Colui che l'andò ad aprire non poteva esser affatto il suo fidanzato! Ron aveva il capelli bagnati e disordinati (una ciocca si proiettava verso destra, un'altra verso l'alto ed un'altra ancora in basso), aveva un livido sullo zigomo sinistro e tanti graffi sul viso mai sembrato così smunto. La camicia era strappata, lasciando nuda la spalla e parte del braccio destro, ed i pantaloni erano fradici.
Hermione sentì la sua mascella toccare quasi il pavimento e fu una fatica formulare quella fatidica domanda.
 
«Che... che cavolo è successo, Ron !?»

«Mmm...» Sembrava un pazzo, con sguardo vacuo e rintronato.

«Merlino santissimo Ron, fammi entrare!» Ron si spostò e si addentrò nella stanza. Se era rimasta sbigottita dallo stato di Ron, quasi le venne uno svenimento alla vista di quella camera – sempre se ancora di camera si potesse parlare. Aveva messo piede nell'inferno; se questo fosse esistito, sarebbe stato proprio così, senza alcun ombra di dubbio.
 Tutto distrutto, tutto bruciato, ed il fumo rendeva ancor più terrificante quello spettacolo.
 
«Ron, ma cosa avete combinato?» Ron chinò il capo intimidito e non rispose.
Hermione si infuriò ancora di più: «Cavolo Ron, mi vuoi rispondere? Dimmi cos'è successo, subito!»
 
Ron era stanco di esser vituperato ancora. Si sentiva stanco ed indolenzito e non ce la faceva a sentirsi stupido come si sentiva sempre dopo un rimprovero di Hermione. Si ritrovò ad urlare:
 
«Cosa vuoi sentirti dire? Che è terribile stare con lui? Che appena entrati ce la siamo date di tante ragioni? Cosa!?»
 
Hermione si sentì assalita da quella sfuriata e incredibilmente in colpa: l'aveva attaccato senza pensare a cosa fosse successo e a cosa provasse. Così facendo, poteva considerarsi un'amica? Poteva considerarsi una fidanzata?
 
«Scusami, Ron... scusami tanto.» Si avvicinò e lo abbracciò, poggiando il capo contro il suo petto che sapeva di fumo, e sotto tutto quel fumo, di sapone. Rimase in silenzio per un bel po', poi chiese: «Dov'è andato Malfoy?»
 
Lo sentì irrigidirsi, i muscoli tendersi, quasi si sentisse un animale braccato dopo una lunga caccia:«Non lo so.»
 
«È stato così terribile?»
 
«Non immagini quanto.»
 
«Sai che così non potete continuare? Come prefetto dovrei denunciarvi alla McGrannitt. Avete rischiato grosso. Potevate farvi male ed avete distrutto una stanza!»
 
«Non lo farai, vero?» pigolò Ron
 
«No. Ma solo questa volta ti aiuterò, Ron, la prossima volta non ti leverò dai pasticci!»
Hermione si staccò da lui, chiuse gli occhi e sospirò profondamente. Poi li aprì e con voce fintamente annoiata, continuò: «Ti aiuterò a sistemarla, ok?»
 
Ron si aprì in un bellissimo sorriso. Se solo avesse potuto, l'avrebbe fatto ridere così per sempre...
Quando i denti si mostravano, si formavano sempre due fossette ai lati della bocca e gli occhi si riempivano di luce...
Era bello Ron, e per la barba di Merlino,  avrebbe ucciso Malfoy se l'avesse reso triste e tormentato.
 
 
 

In una mezz'ora, sistemarono tutto, riportando la stanza allo splendore iniziale. Le cose rotte e bruciacchiate ritornarono intonse e le lenzuola di inchiostro, pulite – Hermione fu tentata di lasciare la parte di Malfoy nel disordine, ma il fumo che continuava a sprigionarsi dalla tenda al suo lato rendeva satura l'aria di tutta la stanza.
Si prese cura dei graffi sul viso di Ron e del livido sullo zigomo, facendoli scomparire, e, in seguito ad un veloce bacio che gli stampò sulle labbra, se ne andò, lasciando dietro di sé una stanza sgombra dal pandemonio che c'era stato appena poco prima.
Unico testimone silenzioso, quella linea nera, tracciata sul pavimento tra i due letti.
 
 
***
 
 
Quando Hermione se ne andò, erano passate le sei. Il cielo si era scurito ed i banchi di nubi che avevano aleggiato quel pomeriggio, avevano sgomberato, rendendo le stelle e la luna libere di specchiarsi sulla superficie del lago.
Ron, impregnato dell'odore di fumo e di sudore, prese l'accappatoio e si diresse in bagno, si spogliò posizionandosi sotto il getto della doccia.
 
Mentre l'acqua calda portava via i residui di quel terribile pomeriggio e srotolava la matassa dei suoi pensieri confusi, si trovò a ripercorrere nuovamente i momenti trascorsi.
Quando Malfoy se ne era andato, sbattendo la porta, Ron, seduto sul pavimento, non aveva fatto altro che pensare e ripensare. La rabbia l'aveva così sommerso dopo il pugno ricevuto, che non aveva fatto altro che godere della fuga di un Furetto incredibilmente scosso. In quell'espressione altezzosa e rigida, per un attimo,  aveva scorto un qualcosa di così... non sapeva spiegarlo - ma era stato così veloce quel qualcosa, da non esser stato in grado di decifrarlo.
Dopo la rabbia iniziale, tuttavia, un leggero senso di colpa l'aveva invaso. Forse anche Malfoy – nonostante fosse una serpe maligna – provava dei sentimenti ed era rimasto ferito dalle sue parole... ma quel pensiero tollerante era subito passato come acqua sotto i ponti, scomparendo così come era arrivato. Non gli era rimasto così che il fastidio ed il solito odio che provava sempre al solo pensiero di lui.
 
Quando finì di prepararsi e scese per la cena, senza accorgersene, iniziò a vagare lo sguardo per cercarlo, ma non lo trovò: non c'era la minima traccia di quei capelli dal biondo slavato e della sua faccia dal mento appuntito.
Lo incontrò solo dopo, quando ritornò nella stanza.
 
Malfoy stava sdraiato, supino, sul suo letto, con le mani sotto la testa. Aveva lo sguardo fisso sul soffitto e non si era mosso, nemmeno quando Ron si era diretto in bagno per lavarsi i denti e mettersi il pigiama.
 
Dopo esser rientrato in camera, il biondo, quasi fosse stato una statua - imperturbabile ed inalterabile - non si era spostato di un millimetro.

Ron si era diretto verso il letto destinatogli, si era sdraiato, coprendosi con le coperte, ed anche lui si era messo a fissare il soffitto mentre il silenzio si liquefaceva nell'aria, avvolgendolo nelle sue spire.
 
Dopo, aveva sbuffato e si era ritrovato a romperlo, quel silenzio.
 
«Incantesimi, Erbologia, Difesa Contro le Arti Oscure e Astronomia... sono le materie di cui mi occuperò». Non aspettò una risposta, tanto una risposta non ci sarebbe stata comunque - solo lento respirare.
 
Al suono di quel respiro, si addormentò.
 
 
 
 
 

Note dell'autrice.
Dunque... non so se sia evidente, ma il tono della storia si è fatto un po' più serio e forse anche lo stile è un po' cambiato. Ho sentito la necessità di cambiare rotta e nonostante voglia mantenere la storia leggera, mi sono ripromessa di non renderla superficiale.
A parte questa piccola precisazione, che ve ne pare? Nessuno ha notato i tanti doppi sensi in questo capitolo? Ad ogni modo, per le amanti della Blaise/Neville, bisognerà aspettare il prossimo capitolo. Ho tante idee riguardo a loro XD... solo un piccolo spoiler: se pensate che Blaise avrà terreno facile vi sbagliate di grosso!

 In questo capitolo, nel frattempo, abbiamo avuto il POV di Ron e il POV di Hermione. Spero vi sia piaciuto il confronto tra Ron e Draco ed il modo in cui si stiano delineando le loro personalità. Chiaro è comunque, che entrambi covano dei problemi e delle paure. Ron l'ho sempre visto come uno non molto fiducioso di se stesso e con un bel complesso di inferiorità e penso si sia capito un pochino nella prima parte, mentre Draco sente tutto il peso del casato andato in disgrazia e della prigionia del padre...
.
Passando ad un altro fatto estremamente importante,è da un po' che mi chiedevo una cosa * oddio*. Essendo sempre stata una lettrice ed amante del pairing Draco/Harry, tra loro due ho avuto sempre un'idea precisa su chi doveva stare sotto e chi sopra.
 Tra Draco e Ron ho trovato un po' difficoltà nel decidere. Un'idea comunque già mi si è delineata - entrambi si credono felicemente etero, anche Malfoy - ma sono comunque aperta a nuove possibilità. Sono straaaaacuriosa di sentire il vostro parere.
Alla prossima, Laran.
 
 
 
   
 
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