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Autore: B e l l e    16/01/2015    3 recensioni
[GIALLO] Fuggita da Chicago con il cuore in pezzi, Mandy si trova costretta a tornare a casa dopo tre anni. Si troverà immersa in emozioni che credeva ormai perdute, rivedrà persone che aveva deciso di allontanare per sempre e... le sue tanto amate fiamme diventeranno complici di una morte inattesa. Un giallo da risolvere, una fiamma riaccesa... un fuoco che neanche la pioggia primaverile potrà placare.
[ATTENZIONE: linguaggio colorito.]
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La storia partecipa al contest a turni "Giallo a scelta multipla" di Faejer.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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 Is that the truth?


Chicago, 1 maggio 2014
 

Cristo santo, che mal di testa! E questa dannata coperta... Dio, che caldo. La scalcio via e provo a tirarmi su, senza aprire gli occhi, ma un senso di nausea mi coglie impreparata. Apro gli occhi e vedo il soffitto della stanza girare. "Accidenti..." sussurro con voce roca dal sonno. Chiudo di nuovo gli occhi, nella speranza che la voglia di vomitare mi lasci in pace, invano. Mi passo una mano sulla faccia e mi accorgo di essere sudata. Sento la pioggia sbattere sui vetri chiusi e, con uno sforzo immane, giro la testa verso l'orologio. Le lancette risultano tremolanti ai miei occhi, ma distinguo la più corta che punta il numero otto. Che diamine, le otto del mattino... è l'alba! Mugolo infastidita, strizzando gli occhi e girandomi su un fianco. Quando li riapro, mi trovo davanti la grossa figura di May, imponente e addormentata. "Porca puttana!"
Ti fa male l'alcol, Mandy. Mal di testa, voltastomaco e allucinazioni... sudori freddi e sveglia all'alba. Devi decisamente smetterla. Ma cos'è successo ieri sera? Oddio, mi scoppia il cervello. Non riesco a ricordare niente, se non immagini sfocate che non fanno bene alla mia testa.
Mi giro dall'altro lato e...


Dlin dlon.


........................


DLIN DLON.

............................................

 

DLIN DLON. DLIN DLON. DLIN DLON. DLIN DLON.


"FANCULO!" grido, infilando la testa dolorante sotto il cuscino. Come se non bastasse il post-sbornia, il campanello che suona all'impazzata è proprio la ciliegina sulla torta.
"Mmmmh" sento mugolare al mio fianco. Che cosa succede? Non riesco ancora a mettere bene a fuoco la mia situazione: dove mi trovo, con chi e cos'è successo ieri sera. Ricordo solo tanto alcol e sento solo un gran mal di testa, oltre alla pioggia incessante che sbatte sui vetri.

DLIN DLON.

"Ma chi diavolo è all'alba?" mi chiedo ad alta voce.
"Sono le undici e mezzo, non è l'alba" sento la voce di May che risponde alla mia domanda. Rimango interdetta. O le allucinazioni sono tornate all'attacco e, dopo aver conquistato i miei occhi, sono passate alle orecchie, oppure il peso che abbandona il letto in questo momento è davvero May.
Tiro fuori la testa da sotto il cuscino, in uno scatto improvviso che non giova al mio mal di testa, e strizzo gli occhi più volte, mentre fisso la schiena di Simon, che si infila un paio di boxer e una maglietta bianca ed esce dalla stanza diretto alla porta di casa sua.
Mi struscio gli occhi e mi stiracchio, senza neanche provare a mettermi seduta; la nausea è più leggera, ma persiste.
Le immagini della sera prima iniziano a tornarmi in mente dal principio e subito mi viene una voglia incredibile di prendermi a schiaffi: ho toppato di brutto tre anni fa; la mia migliore amica non ha mai neanche pensato di sfiorate May; sono scappata come una ragazzina stupida – quale ero – abbandonando tutto e tutti per un incredibile errore.
Il senso di frustrazione viene, però, sovrastato da un ricordo più dolce.
Ho fatto l'amore con May. Ho davvero fatto l'amore con May. Sento la mia bocca allargarsi in un sorriso a trentadue denti e – ne sono sicura – sembro un ebete che fissa il vuoto. Mi tornano alla mente le sue mani grandi, ma delicate sul mio corpo, la sua bocca morbida e avvolgente sulla mia, il suo respiro caldo contro il mio. Certo, non è stata sicuramente la miglior performance della nostra vita, – lo spero per lui – ma è stato ugualmente meraviglioso, perché inaspettato e, almeno da parte mia, desiderato per tanto, troppo tempo. Un pizzico di gioia, che in un altro momento sarebbe stata immensa, in questi giorni bui ci voleva.

Sento May aprire la porta.
"Hey, ti ho portato la colazione... ma eri sempre a letto? C'hai una faccia, amico..."
È la voce di T-Jay. Uff, ci mancava lui. Stramaledetto T-Jay! In questo momento, vorrei solo che May tornasse a letto con me.
No, non ci sperare troppo. È entrato, si capisce dal commento: "Ma cos'è questo macello? Hai organizzato una festa senza di me?"
Sento May che borbotta qualche scusa, sembra stia cercando di mandarlo via. Perché? Vabbeh che sono nuda, ma posso infilarmi qualcosa. Non che mi dispiaccia se va via... ma non capisco. Sono tanto amici, perché non dovrebbe comunicargli la mia presenza?
"Sei con qualcuno? Chi c'è?"
Mi tiro istintivamente la coperta fino al mento, un attimo prima che T-Jay si affacci in camera. La sua espressione sbalordita parla per lui, quando mi vede. È completamente fradicio, dal cappuccio e dall'orlo dell'impermeabile cadono gocce d'acqua che lasciano una scia dietro di lui. Fottuto idiota.
"Beh?" lo sfido a parlare.
T-Jay non dice niente, sparisce di nuovo dalla mia visuale. Spero sia almeno un po' imbarazzato, quel coglione patentato.
"Ero ubriaco, T-Jay... è successo... io n..non..."
Che cosa?! Non ci credo... Mi sta crollando di nuovo il mondo addosso. Allora non è vero che mi ama? Non gli sono mancata? Non voleva davvero fare l'amore con me... Pezzo di merda. Una scopata da ubriachi sono stata? Figlio di puttana...
Mi alzò in cerca dei miei vestiti, mentre reprimo a forza le lacrime. Non voglio più piangere per lui, basta...
Sento la porta sbattere e i passi di May che torna in camera. Non alzo lo sguardo, ignoro anche il mal di stomaco. Voglio andarmene.
"Hey, dove vai?" mi chiede lui, entrando.
"Me ne vado..."
"Perché?" si avvicina e cerca di prendermi un braccio. Lo schivo.
"Perché?! Me lo chiedi, stronzo?" lo guardo negli occhi e mi mordo un labbro, cercando ancora di non piangere. "Ti ho sentito, cosa credi? È stato solo un errore stanotte, vero? Tutte le tue parole... tutto falso, vero?" distolgo lo sguardo, perché sento di non riuscire a trattenere oltre le lacrime.
"Hey, hey, hey... non è così, ascoltami!" mi blocca per le braccia e mi volta verso di lui. Lo spingo via, ma lui mi riprende e cerca di stringermi contro il suo petto. "È complicato, io non intendevo quello che ho dett..."
"NON INTENDEVI QUELLO CHE HAI DETTO, EH? E ALLORA COSA INTENDEVI? TI HO SENTITO, HAI DETTO CHE È SUCCESSO PERCHÉ ERI UBRIACO!"
"Hey... hey... calmati, Mandy, per piacere! Fammi spiegare..." mi tiene ancora per le braccia con le sue mani forti, non riesco a liberarmi, ma le mie lacrime sono riuscite a scappare giù per le guance.
Fottute lacrime, fottuto Simon, fottuto T-Jay! Maledetta città di merda!
"A parte il fatto che non dovresti giustificarti con quel coglione del tuo amichetto. Seconda cosa, se ti vergogni tanto di aver fatto sesso – perché, a questo punto, era solo sesso – con me, lasciami andare" gli parlo ad un centimetro dalla bocca, con voce incredibilmente ferma, nonostante il pianto silenzioso.
"Non è così! Mandy, io ti amo" mi bacia all'improvviso e mi stringe forte contro il suo petto. "Ti prego, non lasciare che T-Jay rovini tutto..."
Mi abbandono al pianto, con la testa appoggiata al suo petto. "Non è T-Jay a rovinare tutto, sei tu... perché gli hai detto così? Che problema c'è?" la mia voce adesso è rotta. Non voglio piangere, cazzo! Sento che il suo cuore batte all'impazzata, la sua voce trema.
"Non voglio perdere anche te, per colpa di quello psicopatico..."
La frase di Simon, appena sussurrata, rimane in sospeso, senza un seguito, senza una risposta. Rimango appoggiata a lui, finché entrambi non ci calmiamo.
"Cosa vuol dire?" lo guardo interrogativa, dopo un po'.
Lui abbassa gli occhi, si passa una mano tra i capelli e si volta.
"Vai a farti una doccia, io pulisco in cucina", e se ne va.
Rimango interdetta, ma faccio come dice.

Immobile sotto il getto d'acqua tiepida, con gli occhi chiusi, penso e ripenso a quella frase lasciata in sospeso. Simon non vuole perdere ANCHE me, per COLPA di quello PSICOPATICO. Chi ha già perso per colpa di T-Jay? E perché sarebbe uno psicopatico? Alzo un sopracciglio inconsciamente: Ted è un vero coglioncello, molto irascibile e permaloso... ma è sempre stato un suo grande amico, perché definirlo addirittura psicopatico? Forse è successo qualcosa che non so, in questi tre anni... Avranno litigato per una donna? Per il lavoro è impossibile: non lavorano più insieme e May è decisamente di un altro livello rispetto a T-Jay, dunque non sarà quello scemo a far perdere il posto al grande chef. Mi sento tanto Sherlock Holmes in questo momento... senza le sue abilità, però. Non sono riuscita a cavare un ragno dal buco neanche per l'omicidio di Jenny, figuriamoci se posso scoprire dettagli segreti sulla vita privata di quei due, qualcosa che è successo quando non c'ero. May è così riservato...
Spalanco la bocca improvvisamente.
L'omicidio di Jennifer. Che si riferisse a quello?
"Spfuu" sputo l'acqua che mi è entrata in bocca in quell'illuminazione improvvisa. L'ho sempre detto che le idee migliori vengono quando stiamo per addormentarci o sotto la doccia. Sono un fottuto genio!
Però non ha senso. Perché T-Jay avrebbe dovuto far fuori la sua ragazza? Cosa c'entriamo io e May in tutto questo? Perché Simon dovrebbe perdermi per colpa di Ted, solo perché mi ha vista nel suo letto?
Smetto di esultare per le mie abilità investigative e mi concentro, mentre l'acqua scende ancora sulla mia testa; c'è poco da essere felici... si tratta sempre dell'omicidio della mia migliore amica e, inoltre, la mia teoria non ha il ben che minimo senso. Mi concentro. T-Jay, un ragazzo normale... non ha mai dato segni di schizzofrenia, ma neanche segni di interesse nei confronti di Jenny – con cui non aveva neanche tutta questa confidenza – o nei miei... finché sono stata a Chicago. Questo buco di tre anni non aiuta; non posso sapere cosa è cambiato, cos'è successo in particolare, perché qualcosa deve essere successo se questi si sono messi insieme. E May cosa diavolo c'entra?
Se escludiamo i vari alibi e se restringiamo la ricerca al nostro gruppo, T-Jay è l'unico di cui potrei sospettare perché Il Maestro non è negli Stati Uniti, Save non ce la vedo proprio e May non farebbe del male a una mosca, ne sono sicura. Peccato che la polizia sospetta solo di me...
Un'immagine dolorosa lampeggia nella mia mente per poi sparite di nuovo; un pensiero fugace, ma significativo. Anche Jenny era a letto con May tre anni fa. D'accordo, ma non capisco il nesso.
Le mie abilità sherlockholmiche finiscono qui. Il Napoletano dovrà darmi una spiegazione. Devo scoprire perché T-Jay ha ucciso Jenny e perché, secondo May, potrei essere la prossima.
Sherlockholmiche? Sul serio, Mandy?

 

 

Note dell'autrice.
Ok, questo capitolo non è molto lungo, ma spero vi sia piaciuto. Inutile dire che mi sono trovata all'ultimo minuto anche questa volta (ormai è una costante) e che non sono soddisfatta. Mi piacerebbe avere l'opinione di chi legge questa storia.
A presto.

   
 
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