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Autore: AxelKyo    17/01/2015    4 recensioni
Vagando, stremata e decisamente sconfortata, nei meandri del sito, ho compreso una realtà stupefacente.
A volte non tutti siamo i grandi scrittori che riteniamo di essere.
Come, ordunque, capire se siamo destinati a sfornare bestseller a velocità industriale o se facciamo meglio a cambiare hobby? 
Ecco la mia personale medicina per questa malattia, tra esclamazioni di orrore per errori di grammatica e valutazioni più o meno ottimistiche sulla mia presunta relazione col frigorifero.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'infinita odissea dello scrittore autodidatta: alla ricerca della fan fiction perfetta
 
 
 
« Anyone can write. Some people can write a bit better than others; they're called authors. Then there are some who can write better than authors; they're called artists »
Walter Moers
 
 
 
Foglietto illustrativo
 
Un famoso personaggio disse: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Io non sono innocente, dunque non scaglio sassi, bensì la prima storia anti-obbrobri letterari. O almeno, credo che sia la prima. Senz'altro è l'unica partorita dalla mia mente non propriamente normale.
In ogni caso, se sto plagiando qualcuno, per favore, avvisatemi. 
 
La perfezione è decisamente lungi dall'identificarsi con la mia persona, quindi, qualunque errore troviate, siete consentiti a farmelo notare, anche con vostra somma soddisfazione.  
Me la sono cercata, dopotutto. Chi causa il suo mal pianga se stesso.
 
LEGGETE ATTENTAMENTE: non è mia intenzione offendere. Se vi sembra che mi stia riferendo a voi, per qualunque motivo, non vi preoccupate, non è così. Non siete così importanti da catturare la mia attenzione. Lo so, sono simpatica e soprattutto modesta.
 
Modalità d'uso: armatevi di autoironia, che fa bene a tutti. Se non fossi esperta nell'arte del "sorridi e insulta solo mentalmente", a quest'ora sarei stata denunciata per insulti e linguaggio ingiurioso non so quante volte. Oppure per pluriomicidio.
 
Io non mi chiamo Hope, altrimenti sarei la protagonista ultra perfettina di una fanfic figa e mi sarei auto-proclamata regina delle Sue già da un bel pezzo. Se devo prender parte alla pazzia dilagante, tanto vale farlo con stile.
 
Questo scritto è adatto a chiunque voglia sdrammatizzare lo scempio della lingua italiana e del comune senso del pudore. Certe storie andrebbero a rating rosso non tanto per il contenuto del testo, ma per come è scritto.
 
ATTENZIONE: non abusare. Sono contraria ai test sugli animali, dunque voi siete i primi, coraggiosi volontari che si sacrificano per il bene della comunità. Non sono a conoscenza delle conseguenze della lettura. Declino ogni responsabilità per eventuali effetti indesiderati (trasformazione in unicorno, duplicazione degli occhi, pelle a squame di pesce). Un improvviso aumento del tasso di scemenza sarà a carico vostro.   
      Uomo avvisato, mezzo salvato. Anche se siete donne, non dite che non vi avevo avvertite.
 
Il proseguimento della lettura implica l'accettazione dei punti sopra elencati.
 
 
 
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Vagando, stremata e decisamente sconfortata, nei meandri del sito, ho compreso una realtà stupefacente. Come non tutte le ciambelle escono col buco al primo tentativo, non tutti possiamo ritenerci i nuovi J. K. Rowling già a sei anni, dopo aver imparato che la a corrisponde alla a (pronunciatela nel vostro cervello) e che le lettere dell'alfabeto non sono simboli scribacchiati a caso.
Come, ordunque, capire se siamo destinati a sfornare bestseller a velocità industriale o se facciamo meglio a cambiare hobby? 
Non temete, finché c'è vita, c'è scemenza! O era speranza?
Continuate a leggere, e ne uscirete più confusi di prima -volevo dire, sarete esperti e dotti, tanto da farci a riguardo la vostra tesi di laurea. La facoltà di stravaganza applicata esiste? Tanto per sapere ...
 
Andiamo per gradi: la base di qualunque scritto, a meno che non vogliate fargli fare la fine di una catapecchia costruita sulle sabbie mobili, è la grammatica, questa sconosciuta! La sintassi, la punteggiatura, le amiche trascurate di chi si cimenta nell'immane impresa di scrivere una frase di senso compiuto. Povere care, meritano secondo voi, cari lettori, un simile trattamento?
Io stessa a volte dico o scrivo strafalcioni, ma non ne vado particolarmente fiera, proprio no.
Dunque, per evitare di spargere orrori illeggibili, mi applico nello studio (ma questo punto l'ho sorpassato un po' di anni fa) e soprattutto nel controllo.
Perché non rileggere, controllare i dubbi e correggere? Tanti neuroni scamperanno al suicidio, e il nostro quoziente intellettivo ringrazierà.
Già che ne abbiamo bisogno.
 
Un altro aspetto che la maggior parte dei comuni mortali ritiene quantomeno importante è la fantasia. Come, non sapete cos'è? Ah ecco, ora capisco tutto. La fantasia, altrimenti detta "originalità tale da non copiare in massa la trama dei Promessi Sposi e scrivere ventimila fanfiction uguali", consiste nel far usare il nostro beneamato cervello, che poverino si atrofizza altrimenti. Quindi fare copia e incolla con un'altra storia non è esattamente il modo migliore per metterla in pratica. Può essere faticoso, voglio dire, non tutti sono dei geni della lampada come me (seee certo, come no), ma tutti con un po' di sforzo possono creare una trama carina. E anche solo vagamente personale.
 Le storie non sono come un paio di pantaloni: non ci sono cose che vanno di moda e altre no. Ci sono meravigliosi libri scritti un secolo fa o anche di più, ma sfido io ad agghindarvi come andava di moda in quel periodo. Forse ad un festival vintage.
 
Ora, ecco che viene uno dei miei punti preferiti. Tranquilli, vi siete soltanto immaginati di sentire una risata malefica stile pazzo maniaco omicida. Ogni storia che si rispetti ha almeno un personaggio. Che sia un eroe strafigo, perfetto e indescrivibile, un poveraccio qualsiasi che passa davanti al vostro naso per caso o una pulce ammaestrata, è sempre un'entità che spunta qua e là tra le parole del vostro racconto. Fate tutto quanto in vostro potere per far sì che non si vergogni di essere finito tra le vostre grinfie, ha anche lui la sua dignità. Un giorno o l'altro creerò la fondazione RIPOSA, Rispetta I Personaggi Socialmente Abbattuti, farò delle spillette e vi tartasserò tutti affinché aderiate all'iniziativa. Perché insomma, i nostri poveri personaggi sono veramente perseguitati. 
Ho visto IC diventare più OOC che più di così non si può. Gli autori si staranno strappando i capelli e probabilmente giureranno di non scrivere mai più nella vita.
Ho visto personaggi più piatti di una cartolina. Giustamente, direte voi, perché una storia è bidimensionale, non in 3D.
Ho visto otp di tutti i tipi, in tutte le salse, spolverizzate di tutte le spezie, ma ehi, io shippo me e il frigo, me e il divano, me e il mio amatissimo telefono, quindi ops, non sono libera di parola.
Ma la cosa che ho visto di più in assoluto, e che mi fa più rimpiangere di essere dotata di un paio di occhi funzionanti, è la sciagura della letteratura moderna. La rovina delle fanfiction. La peggiore e maggiorissima calamità dell'ultimo millennio: la Mary Mammina-mi-ha-fatta-perfetta Sue.
Le Mary Sue sono come il lupo: perdono il pelo ma non il vizio. A volte è il nome che cambia (vedi "Hope e la fiera dei luoghi comuni, l'evoluzione nelle fan fiction", edizione integrale), ma il profondo disagio esistenziale che trasuda da "personaggi" simili è invariato. 
E poi, detto sinceramente, a me delle persone assolutamente perfette (sempre che esistano) farebbero venire l'orticaria. E il voltastomaco. E la languelingua.
Meglio soli che Mary Sue accompagnati!
 
 
Giunta ormai alla conclusione del mio saggio ad elevato tasso di aulicità (non so cosa voglia dire ma lo diceva la mia prof di italiano), mi sorge una domanda: se è così facile scrivere in modo accettabile, perché io sono qui a dirvi queste cose?
Questo sì che è un dilemma. Non dovrei pormi delle domande esistenziali così profondamente ricche di significato, poi mi fa male la testa, non sono in grado di sforzarmi così tanto.
Magari voi conoscete la risposta. Beati voi!
 
  
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