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Autore: Lady Viviana    17/01/2015    5 recensioni
"Un giorno, però, mia madre, esausta, su consiglio di un professore, mi portò da un uomo. Aveva una trentina d’anni ed era di bell’aspetto, quel genere di persona che non puoi non notare quando ti passa per strada, se sei una ragazzina. O anche una donna come mia madre. O mio padre, ma solo per invidiare i suoi successi e nasconderti per i tuoi fallimenti. Capii che voleva fregarmi, ma era simpatico, così gli rivolsi anche un paio di parole. Quando uscii, mi strinse la mano come se fossi stato un uomo e mi diede appuntamento alla settimana successiva. Tornai lì diverse volte, ma ora non so quantificarle. Alla fine, disse soltanto una parola, ma questa cambiò tutto. Sociopatico."
Viaggio all'inferno senza ritorno. Storia di un ragazzo diverso dagli altri, segnato da un destino che non gli lascia scampo. Un ragazzo duro e inflessibile, come l'ossidiana. Ma, come per la pietra, anche per lui sarà possibile scalfire la superficie e tirarne fuori delle schegge.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Purtroppo, alla fine del secondo anno fui bocciato. Finalmente i professori avevano una buona scusa per liberarsi di me e ammetto di non essere stato esattamente uno studente modello in quei mesi. Comunque, decisi che avrei proseguito in un altro istituto e lì continuai i miei giorni, fra progetti e giornate al parco. Stavolta, però, quella parola pesava sul mio destino come un macigno e tutti – insegnanti, genitori e compagni – sopportavano i miei comportamenti con pazienza, confusi e disorientati di fronte a qualcosa che, semplicemente, li terrorizzava. Fu in quei mesi, comunque, che nella mente si delineò il mio Progetto, la ragione cui dedicare i successivi anni della mia vita, quella che mi avrebbe aiutato a sopportare l’ambiente chiuso di quella periferia alla fine del mondo:  sarei diventato un soldato, sarei entrato nell’esercito e avrei combattuto. Per la mia patria. Per il mio paese. Per eliminare gli indegni che calpestano questa terra.
Ovviamente, fui costretto a parlarne ai miei genitori e, se mia madre, crollata su una sedia, reagì piangendo, mio padre si limitò a stare dietro di lei, tormentandosi le mani rovinate dal duro lavoro. Ero determinato e quel giorno capirono entrambi che, per quanti sforzi avrebbero fatto, ormai ero sfuggito al loro controllo. Ero mio e mio soltanto. Avevo io fra le mani il mio destino. E avrei fatto di tutto per realizzarlo.

I successivi cinque anni trascorsero tranquilli, se così si può dire: smisi di minacciare i ragazzini perché sapevo che nell’esercito non amavano i teppisti con la fedina sporca, ma continuai a vagare per la città a ogni ora del giorno e della notte, scappando di casa quando i miei genitori me lo impedivano. Mi diplomai, seguì il mio progetto e ora, beh, ora eccoci qui, all’inizio della mia storia.
Sono nel deserto, ora, la mia prima missione. Le stelle ormai sono alte sopra la mia testa, mente vergo queste ultime righe.
Avrei voluto dare di più, è vero, ma pochi giorni mi sono bastati per capire che questo mondo non fa per me. Perciò ho deciso di lasciarlo. Sarò un eroe. E questo mi darà l’immortalità.

~

Il sole è ormai alto nel cielo e presto raggiungerà la zenit, ma noi da ore siamo in marcia in questa terra arsa, l’arma stretta fra le mani, soldati che marciano compatti, simili ad automi. Mi cullo nel suono ritmico che i nostri stivali producono quando toccano la terra, finchè non ci fermiamo. Pochi minuti e ci disponiamo tutti in posizione, pronti. Subito, veniamo dispersi, il luogo è grande e le forze poche. In breve tempo, proprio come avevo previsto, mi ritrovo solo, i sensi all’erta per cogliere ogni minimo rumore. Poi lo vedo, proprio davanti a me: il nemico. La Morte che cammina nel corpo di un giovane coetaneo.
Esco allo scoperto, l’arma a terra dietro di me, ben nascosta. I nostri sguardi si incrociano per un attimo, una frazione di seconde nel quale vedo che nel nocciola dell’altro passano tutti i sentimenti possibili: paura, rabbia, determinazione, sorpresa. Gli sorrido.
«Sarò un eroe. Muoio per salvare tutti voi.»
Poi accade tutto in fretta, così tanto che quasi non me ne accorgo.
Sparo. Dolore. Allargo le braccia, come un angelo, e sento che sto cadendo. Tocco terra. Buio.

~

Report n°72 – Paziente P.E.T.

In data 06/05/2015, il paziente, eludendo la sorveglianza degli infermieri, è riuscito a rubare la chiave e a scappare sul tetto della struttura. Subito scoperto, è stato trovato in piedi sul parapetto, intento a guardare nel vuoto, sussurrando frasi confuse a proposito di un deserto e di una battaglia. Purtroppo, tutti i tentativi di comunicare con lui sono falliti e poco dopo, senza che nessuno riuscisse ad avvicinarsi a lui o a fermarlo, ha sorriso ai presenti, mormorando parole che nessuno è stato in grado di decifrare, ha spalancato le braccia e si è gettato nel vuoto. Quella che segue allegata è una lettera, trovata nella sua stanza dalla madre qualche ora dopo.

Dott. * - Reparto Psichiatrico Ospedale **
 

THE END

  
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