Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: KomadoriZ71    19/01/2015    7 recensioni
[ Fan Fiction ~ Giovanni, Ivan, Max, Cyrus, Ghecis & Acromio ]
"Sono passati anni da quando i Leader dei vari Team hanno provato a mettere in ginocchio le regioni dei Pokémon ma, a causa di ragazzini spuntati fuori da chissà dove, ognuno di loro ha visto ogni progetto andare in fumo.
Ma che fine hanno fatto, ora che la pace sembra essere tornata?
Semplice: sono stati arrestati e ora si ritrovano limitati dentro un carcere di altissima sicurezza, il quale è stato costruito sopra a un isolotto posto in punto sperduto del mare.
Cosa mai succederà all'interno delle minuscole celle?"
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Cyrus, Ghecis, Giovanni
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1. calm before the storm
img2

By Lily & Xavier
























1. Calm before the storm
By Lily




hardenshipping1




«Ivan, svegliati».
Sono le cinque del mattino quando la voce stridula di Max si infila con prepotenza nelle mie orecchie, dimostrandosi più fastidioso del normale. Da bravo dormiglione mi giro dall'altra parte per ignorarlo, ma il rosso mi afferra la maglia e mi scuote con una certa violenza.
«Ivan, che diavolo. Basta dormire pelandrone, devi venire a vedere subito!» continua lui senza nascondere le sue emozioni, mi costringe a spalancare le palpebre.
Anche se assonnati i miei occhi si spostano sulla figura esile e gracile di Max, nascosta sotto i tipici indumenti da carcerato, la cui pelle lattea entra in sintonia con la lunga cascata rossa che gli incornicia i tratti marcati del viso. Un dettaglio improvviso mi prende alla sprovvista, vale a dire l'espressione disperata del mio compagno di cella.
«Maxie ma insomma! Sono le cinque del mattino, cosa vuoi adesso?!».
«Shh! Non urlare troppo o svegli Giovanni...».
«Ah sì, Giovanni...» sospiro e faccio scorrere una mano sulla barba che ricopre il mio volto mascolino, sono talmente abituato a vivere in quel minuscolo spazio vitale che mi dimentico di essere costretto in un carcere d'alta sicurezza. È strano un destino così bizzarro per un uomo che un tempo era il capo del Team Idro ma, da quando il progetto dell'espansione del mare è andato in fumo a causa di due marmocchi usciti da chissà dove, la polizia di Hoenn ha preveduto il nostro piano di fuga e siamo finiti in manette. Durante l'udienza il Giudice ha deciso di isolarmi in questa prigione, grazie all'intervento di Max si è trasformata nella mia nuova casa e non mi è rimasto niente per le mani, solo un letto in cui dormire la notte.
Non sono più un uomo libero di un tempo, ma un elemento pericoloso. Se solo le cose fossero andate diversamente...
«Mi senti Ivan?!».
«Uhm sì...Perché mi hai svegliato con così tanta insistenza? Il nerd qui accanto si è suicidato?».
«Smettila di parlare così e ascoltami!» gracchia Max infuriato e si porta le braccia al petto per osservarmi con un'espressione piena di rimprovero, non ha mai digerito il modo scorretto con cui canzono Cyrus, il Leader del Team Galassia. «Stamani le guardie hanno rinchiuso due nuovi soggetti, anche loro hanno fatto parte di una banda di scagnozzi come noi. Provengono da Unima».
«Unima?».
Alla notizia sento l'ansia prendere il controllo delle mie azioni e, sceso dal letto con un balzo, indosso i pantaloni per attaccarmi alle sbarre di ferro e vedere ciò che succede lì fuori, oppure per conoscere direttamente i nuovi personaggi, i quali avranno la possibilità di condizionare le mie giornate da galeotto. Dietro alle mie spalle c'è Max, non la pianta di urlare offese di ogni forma e genere, tenta invano di trascinarmi via perché giudica il mio come un gesto scortese. Non è mia intenzione quella di lasciarmi condizionare dalle volontà del mio rivale, procedo indisturbato con l'osservazione della cella opposta alla nostra: appoggiato alla parete c'è un uomo dall'aria giovane e dal fisico slanciato, possiede dei capelli corti e biondi ma che sembrano morbidi al tatto però, sull'angolo destro della fronte, parte uno strano ciuffo azzurro dalla forma circolare che gli ruota attorno alla testa; i suoi occhi mi colpiscono nel profondo, gialli come quelli di un felino e costretti dietro a un paio di occhiali dalla montatura fine. Deve essere uno scienziato, non ci sono dubbi.
Arriccio il naso in una smorfia quasi disgustata, preferisco stare alla larga dagli intellettuali. Quando mi sto per voltare verso Max per dargli un cazzotto sulla testa, mi rendo conto del secondo carcerato, molto più inquietante e misterioso rispetto allo studioso. Si tratta di un uomo che sfiorerà come minimo la sessantina d'anni, forse fa concorrenza a Giovanni che fino ad oggi abbiamo considerato come il più vecchio del gruppo; i suoi capelli sono di un verde abbastanza sbiadito ma decorati da due ciuffi laterali e uno sopra alla fronte, assomigliano a un trio sconnesso di corna che lo avvicinano alla figura di un vero diavolo. L'individuo in questione è seduto sopra al letto, non riesco a inquadrarlo come vorrei, ma sono sicuro di aver intravisto delle pupille rossicce sotto due sopracciglia piuttosto folte, con uno strano oggetto che gli nasconde l'occhio sinistro. È una specie di monocolo, ma quella forma talmente assurda mi permette di fantasticare sugli utilizzi più bizzarri.

Chissà a cosa serve!

«Hai finito di tenere gli occhi appiccicati a quei due? Non sono dei fenomeni da baraccone Ivan, quindi porta un po' di rispetto nei confronti dei nostri nuovi compagni...» parlotta Max che non si è mai smosso, invogliandomi a fare ritorno alla realtà.
«Sì...» non commento con altro, troppo distratto dalla mia mente che partorisce i pensieri più malsani o macabri, quella visione continua a turbarmi. E io che credevo di poter schiacciare qualsiasi personaggio strambo con i miei modi di fare pirateschi, Max compreso.
«Ivan tutto bene? Hai una brutta cera...».
«Sì sto bene, grazie per l'interessamento Max».
«Quando ti sei svegliato non eri così, non dirmi che hai paura dei nuovi arrivati» mi canzona con una delle sue risatine, sono odiose ma sono troppo occupato a sedermi sul letto per seguire il suo discorso.
«Non ho paura Max, ho solo notato che in loro c'è qualcosa che non va e questo non mi piace».
«Ehi anche loro provengono da un Team di cattivoni e hanno provato a conquistare la regione da cui provengono, che cosa ti aspettavi? Abbracci e baci per caso?».
«Beh no...Ma almeno sarebbe stato meglio».

La vita da carcerato non fa al caso mio, non ho hobby con cui distrarre la mente, non mi sono mai interessati ma dentro a un angolo claustrofobico sento il bisogno di fare qualcosa di costruttivo, devo divertirmi per cancellare i dettagli aspri che caratterizzano la mia nuova realtà. Da quando sono arrivato sono stato separato dalla mia squadra di Pokémon e, ciò che mi ha distrutto, è l'idea di non poter più vedere il mare. Eppure mi trovo in una struttura costruita in mezzo alle acque salmastre, posso sentirlo ma non toccarlo. E ciò mi fa salire la nausea ogni volta che ci rifletto sopra, questo è un vero spregio.
Non sono come Max, che è rimasto a stretto contatto con ciò che fa parte del suo ambiente, cioè la terra. Durante la notte mi affaccio alla finestra della cella, da questa postazione posso ammirare indisturbato la tavola azzurra e sconfinata fino alle prime luci dell'alba oppure, quando noi detenuti lasciamo i lavori forzati per godere dell'unica ora a contatto con l'esterno, mi isolo dal resto del gruppo e mi fermo davanti alla parte più estrema delle mura per poter udire il dolce rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli, per verificare se la brezza marina è in grado di accarezzarmi ancora una volta il viso. Ma ciò è impossibile da realizzare, percepisco a malapena l'odore della salsedine e se sono fortunato mi lascio cullare dai versi acuti degli Wingull selvatici.

E basta.
Sono sulla via giusta per diventare pazzo, me lo sento.
Ma non è il momento adatto per rimuginare sulla mia nostalgia nei confronti del mare, sono ore che sto seduto sul materasso del letto per alzare i pesi all'infinito con la mano sinistra, nell'altra trattengo l'ennesimo mozzicone di una sigaretta che fumo quando mi stanco. Questo vizio l'ho incrociato per puro errore nei periodi passati a stringere amicizia con gli altri carcerati, i quali sono sempre stati abili nel passarmi oggetti particolari come bottiglie di birra, sigarette o qualche giornale pieno di foto di donne nude, un po' come mi succedeva negli anni passati al liceo. Ma non sempre ho la sigaretta accesa, in quest'occasione fumo di sgamo solo perché Max è nel letto di sopra per rilassarsi con uno dei suoi sonnellini pomeridiani, non sopporta l'odore acre delle sigarette quindi mi impegno a non disturbarlo o esagera come al suo solito. Spesso mi incita a smettere ma non l'ascolto, nnon mi sono mai preso il disturbo di ascoltare i consigli del mio rivale, ecco come mai siamo finiti nell'imboscata organizzata dalle autorità. Lui mi ha consigliato di prendere una strada più complessa, ma io preso dal panico ho preferito soffermarmi sulla via più facile ma prevedibile così, grazie a una litigata quasi interminabile, la polizia è riuscita a prenderci con le mani nel sacco.
Che sciocca figura, per due Leader come noi!
Quando l'abbiamo raccontato a Giovanni, non la smetteva più di ridere.
Già, Giovanni: colui che ha fatto tremare due regioni grazie al suo Team, un uomo dalle larghe vedute che ammiro fin da ragazzino, anche se non è il massimo come vicino di cella. Nonostante le vesti da carcerato che è costretto a indossare dimostra di essere ancora un uomo portato per gli affari più piccanti ma, particolare che sicuramente non va dimenticato, è che le sentinelle l'hanno limitato dentro una cella che non può condividere con nessuno visto che, insieme al Nerd che affianca la nostra, è considerato come un elemento molto più pericoloso rispetto a me e Max. Nelle ore che passa dietro alle sbarre sembra un tipo fragile che si diverte a osservare gli episodi che gli accadono attorno ma, quando ci sono i lavori forzati oppure è il momento dell'ora d'aria, Giovanni si cimenta in giochi d'azzardo in cui vince sempre e sottrae i pochi averi posseduti dal prossimo. È un colosso della criminalità anche se sta invecchiando a vista d'occhio, eppure ha lo charme giusto per tenere testa ai più giovani.
Giovanni non è mai riuscito a farmi paura, in passato ho preso parte a qualche suo sporco piano e lo troverei simpatico se non ricoprisse sia me che Max con gli insulti. Ma almeno godiamo della sua protezione, mi basta sapere che Max è al sicuro quindi lascio che la gente creda a fandonie simili.
«Ivan stai ancora fumando?».
«Ben svegliato Max...Comunque non vedo perché dovrei nascondertelo. Sai già come la penso e non voglio rotture di scatole attorno. Non usciremo mai vivi da questa cella, almeno fammi godere di alcuni aspetti della vita e...».
«Bel modo per definire il fumo, eppure ti danneggia e basta» borbotta Max da sopra il letto, furioso nell'avermi beccato con la sigaretta in mano. Sono pronto a dire qualcosa per replicare e far esplodere l'ennesima lite ma, la sua ultima mossa, riesce a strapparmi un sorrisetto. Si affaccia dal piano di sopra per guardarmi con la sua solita espressione di rimprovero solo che, nel farlo, rimane con la testa capovolta e quella posizione lascia svolazzare da una parta all'altra la fluente chioma rossa. È davvero carino ma non è il momento giusto per sottolinearlo ad alta voce, è furioso con me e non si è reso conto che gli occhiali sono scivolati dal naso, possono cadere in terra quando meno se l'aspetta. I miei riflessi pronti saranno utili a qualcosa...Spero. «Smettila di tormentarmi testone rosso, sei stressante quando ti ci metti di impegno».
«Sei tu che dovresti darmi ascolto ogni tanto, brutto scaricatore di porto che non sei altro. Disobbedici in continuazione e ciò ti rende un pessimo compagno di cella Ivan! Lo sai che il tuo fumo danneggia anche i miei polmoni?! Non voglio morire di cancro solo perché te vuoi goderti alcuni aspetti della vita e...».
Non è divertente ascoltare le sue polemiche...
Non ce l'ho fatta.
Mi avvicino alle sue labbra con le mie, scioccandogli un veloce bacio a stampo e ciò lo ammutolisce per almeno cinque minuti.
Diventa rosso come i suoi capelli, agita le braccia come se fosse un cucciolo di Litleo pronto a giocare insieme al padrone. A momenti crolla di sotto, ma io non lo perdo mai di vista. Pronto a proteggerlo dalle cadute goffe, non si farà mai del male se ci sono io al suo fianco. «PUZZI DI FUMO, CHE SCHIFO!».
E di nuovo parte l'ennesima bisticcio da coppia sposata, in sottofondo ci sono le risatine becere di Giovanni. La porta principale si apre e si presentano le sentinelle con in mano la cena, nelle ore serali siamo isolati dal resto del carcere, non possiamo partecipare al pasto come gli altri detenuti e ci portano le razioni direttamente in cella.
Vita da leoni, la nostra.
Solitamente le guardie mettono i piatti attraverso le sbarre così da non aprire la porta, solo in una qualcuno si prende l'impegno di entrare senza rischiare. Si tratta di quella a fianco la nostra, appartiene a Cyrus, il cattivone che è stato arrestato dopo di noi. Sappiamo molto poco sul suo conto, è l'unico che in anni di “vicinato” non ha mai spicciato parola eppure gli ho sempre dato del filo da torcere con battutine o spregi vari, quello che basta per vedere il modo in cui reagisce; ma non si ha mai aperto bocca e si limita a stare in un angolo della cella per fissare un punto vuoto con quegli occhi scavati, apatici, come se fossero privi di un'anima. Il giorno dorme beatamente nel letto ma, di notte, ecco che si mette in moto per costruire non so cosa. Le sue intenzioni sono ancora avvolte dal mistero, ma da alcune occhiate capisco che non gradisce la presenza di noi Leader.
Quel personaggio mi mette i brividi, più dei tizi che ho visto questa mattina. Max, che sa sempre tutto su tutti, dice che Cyrus ha goduto dello stesso privilegio di Giovanni perché considerato instabile a livelli mentali.
Uno psicopatico come vicino di cella, non potevo chiedere di meglio.

Il tramonto si avvicina, un'altra giornata è quasi giunta al termine. Per fortuna?
Sono vicino nel lavello posto nella parte più appartata della cella, davanti ho uno specchio fissato al muro e mi lavo i denti per cancellare il sapore amaro lasciato dalla cena.
«Hai finito Ivan?».
«Un momento Max, non mi manca molto, poi ci puoi passare tutto il tempo che vuoi».
«Meglio per te e, mi raccomando, lava per bene quei denti da squalo».
Dire che ho i nervi d'acciaio è poco, Max non perde occasione per riempirmi di frecciatine o offese. Se uscirò da questo microbo di prigione, qualcuno mi farà santo. «Mh, mh».
«Sei molto silenzioso Ivan, che ti è successo? Sei ancora preoccupato per i nuovi arrivati? Nel pomeriggio Giovanni ha attaccato bottone con Acromio, lo scienziato, sembra un tipetto abbastanza delizioso e ben istruito. Secondo te mi vorrà come amico?».
«Penso di sì».
«Secondo me andrai molto d'accordo con il suo compagno di cella, Ghecis! Dovresti imparare a conoscerlo, ho sentito dire che anche lui è a capitano di un'enorme nave. Forse è un pirata proprio come te!».
Non riesco a non voltarmi nel sentire parlare di navi, osservo Max per verificare se ciò è una bugia oppure no. Quell'uomo anziano, un pirata?
Non può essere vero. No, no.
I soggetti che spuntano fuori da Unima sono davvero strani, è una regione di cui avevamo solo sentito parlare e non l'ho ancora inquadrata come si deve. Se un giorno sarò libero ci farò un bel viaggio, sono curioso di vedere i Pokémon che la popolano, ma ciò è un sogno irrealizzabile. «Domani ci parlo durante l'ora d'aria, poi vediamo ciò che salta fuori».
«Bravo Ivan, così mi piaci!».
Max mi guarda per un paio di minuti, preferisce pensare all'igiene personale che continuare il discorso, non posso che concordare con lui. Sono allettato dall'idea di affacciarmi alla finestra per dare un ultimo sguardo al mare, però la stanchezza mi trascina nella morbidezza del letto. Non la perdo di vista, le onde marine echeggiano nelle mie orecchie. Mi cullano, mi aiutano a sprofondare in un profondo sonno.
La mia vita nel carcere è una schifezza, devo trovare un modo per evadere da questa prigionia insieme a Max.
Ma ignoro la nuova avventura che sta aleggiando sopra alla mia testa.
È una questione di tempo.
La quiete prima della tempesta.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: KomadoriZ71