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Autore: Mitsuko_Ayzawa    19/01/2015    6 recensioni
«Magnus.» ricambiò il ragazzo. Lo stregone si concesse un attimo per osservarlo. Indossava la tenuta robusta da Cacciatore, i capelli neri come al solito pettinati a casaccio – sempre che si potesse dire che erano pettinati. Gli occhi azzurri erano l’unica macchia di colore in tutta la figura atletica dello Shadowhunter. Magnus non mancò di notare che il volto sembrava più emaciato, e che aveva delle leggerissime occhiaie.
[liberamente ispirato al momento in cui Alec chiede a Magnus di essere il suo compagno durante la battaglia contro Valentine| City of Glass]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Do You Want To Be My Partner?



Magnus Bane aveva appena finito di dire a Clary che non si sarebbe azzardato ad avvicinarsi ad Alec per chiedergli di essere il suo compagno. Per lo meno, non davanti ai suoi genitori.
Sarebbe risultato quanto meno equivoco se il Sommo stregone di Brooklyn avesse chiesto al ragazzo di combattere con lui, invece che chiederlo a uno Shadowhunter adulto.
Simon era già andato via, probabilmente a cercare la licantropa del branco di Luke - quella con il nome simile ad un cereale. Mais? No, Maia. Era decisamente Maia - quindi lo stregone lasciò Clary immersa nei suoi pensieri e andò alla ricerca di un Cacciatore che non avesse ancora il Marchio dell’Alleanza.
Si stava guardando intorno, quando si vide venire incontro l’ultima persona che Magnus si sarebbe aspettato. Alec Lightwood. Il giovane agganciò il suo sguardo, gli occhi azzurri fissi su di lui, come a dire “Sì, Bane, sto venendo da te, quindi non provare a defilartela”. Lo stregone provò a darsi un contegno.
«Alexander.» esordì. Poi si rese conto che non sapeva che altro dire. Alquanto raro, trattandosi di lui.
«Magnus.» ricambiò il ragazzo. Lo stregone si concesse un attimo per osservarlo. Indossava la tenuta robusta da Cacciatore, i capelli neri come al solito pettinati a casaccio – sempre che si potesse dire che erano pettinati. Gli occhi azzurri erano l’unica macchia di colore in tutta la figura atletica dello Shadowhunter. Magnus non mancò di notare che il volto sembrava più emaciato, e che aveva delle leggerissime occhiaie. “Max.” si rese conto “Sta ancora pensando a Max.” Come dargli torto. Anche Bane non aveva preso particolarmente bene la recente dipartita del suo amico di lunga data Ragnor, ma era stato piuttosto bravo a non darlo a vedere davanti a tutti. Ma Alec si era visto portare via un fratello, sangue del suo sangue. Magnus si riscosse dai suoi pensieri.
«Allora, Alexander, con chi hai diviso il Marchio?» il ragazzo contrasse appena le sopracciglia.
«In verità, Magnus, stavo per chiederlo a te. Vuoi essere il mio compagno?» lo stregone si bloccò. Non avrebbe saputo dire se si sentiva immensamente felice o immensamente spaventato.
«A me?» il ragazzo fece un passo indietro, quasi senza accorgersene.
«Ovviamente» disse, mentre la voce gli tremava appena «se hai già un compagno non fa niente…»
«No! Io non… non ho ancora il Marchio.» lo stregone allungò un mano, mostrando che sulla pelle ambrata non c’era nessuna runa. Ad Alec brillarono gli occhi.
«Allora, posso?» chiese quasi con esitazione. Magnus annuì con un lieve sorriso, guardando il giovane Cacciatore tirare fuori lo stilo dalla tasca e appoggiarne la punta sulla sua mano. Il ragazzo gli teneva il polso con delicatezza, e ogni tanto lo guardava negli occhi, quasi come se avesse paura che la runa potesse fargli male. Ma Magnus non sentiva dolore, solo una lieve scarica nei punti in cui la sua pelle toccava quella del ragazzo. La runa venne completata presto, e Alec la incise anche su di sé. Per un secondo non accadde nulla, poi il ragazzo sentì come una scossa, che dalla nuca scorreva lungo la spina dorsale. Allungò le mani davanti a se, muovendo le dita. Dal punto in cui due nocche si sfiorarono ne uscì una scintilla azzurra, che galleggiò a mezz’aria per un secondo, prima di scomparire.
«Wow… incredibile.» Magnus non resistette all’impulso di fare un sorrisetto.
«Essere me fa quest’effetto.» Alec gli sorrise, uno di quei sorrisi che rivolgeva solo a lui, quando si incontravano nel suo appartamento, o andavano a mangiare da Taki, in quel tavolo in un angolo nascosto dalla vista di tutti.
«Tu invece come ti senti?» lo stregone fece finta di pensarci.
«Ho una malsana voglia di fare a fette cose, e quel che è peggio è che so anche come. Spero solo che non mi si rovinino i vestiti nel farlo.» Alec trattenne una risata, soffocandola con la mano. Lo stregone in quel momento riuscì solo a pensare a quanto avrebbe voluto prendere il ragazzo per le spalle, sbatterlo contro la prima superficie piana a loro disposizione e baciarlo fino a lasciare entrambi senza fiato.
Si trattenne a forza.
Alec riprese il suo contegno da Cacciatore, ma sembrava imbarazzato.
«Magnus io… ecco, volevo…» alzò gli occhi al cielo, come se non trovasse le parole adatte e la cosa lo disturbasse parecchio «avrei bisogno di parlarti un attimo.» disse infine tutto d’un fiato.
«Certo. Vuoi spostarti fuori?»
«No, va benissimo qui.» il ragazzo chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. «Prima di tutto, volevo scusarmi con te. Il mio comportamento nei tuoi confronti è stato orribile, non ho scusanti. Ti ho trattato come non meritavi e me ne pento.» Magnus strabuzzò gli occhi «È che avevo una paura dannata ed ero sotto pressione. Qui ad Alicante non posso nascondermi, non posso nascondere quello che sono. Poi c’è stata la faccenda di Simon e Clary e Jace e» si trattenne dal dire una parolaccia «Sebastian e tutti gli altri casini e io sono andato in confusione.» ormai il ragazzo parlava spedito, come se le parole uscissero fuori da sole. «Io avevo troppe cose per la testa e dovevo riflettere, per questo mi sono allontanato da te, anche se ho fatto male. Lo capisco solo ora.» abbassò lo sguardo «Da quando ti ho conosciuto mi sento diverso. Prima avevo sempre paura che qualcuno capisse che sono gay.» era la prima volta che Magnus glielo sentiva dire ad alta voce. «Adesso però non mi interessa più. Sarà perché ci sono buone probabilità che oggi sia il nostro ultimo giorno di vita o forse no. Io non voglio più nascondermi Magnus. Voglio smettere di avere paura. L’ho capito nel momento in cui mi sono fatto scrivere quella dannata runa Antipaura sul braccio.»
«Da quando hai quasi spiattellato la nostra relazione davanti a tutti.» sottolineò Magnus, notando con piacere che il ragazzo era arrossito violentemente.
«Emm, diciamo di sì. Comunque io non voglio che quello che c’è stato tra noi finisca. Con te mi sento bene. Con te non ho paura e riesco a pensare lucidamente.  Prima dovevo pensare a troppe cose tutte insieme, e diventavo irascibile e iperprotettivo.» altroché se lo era. Soprattutto con la sorella o quell’irritante biondino. «Tu riesci a farmi concentrare sulle cose più importanti.»
«E quali sarebbero, queste cose?» chiese Magnus.
«Tu, per esempio.» la schietta sincerità della risposta del ragazzo fu come una sprangata in pieno petto. Lo stregone si ritrovò senza fiato. Lui. Lui era la cosa più importante per Alec. Avrebbe voluto piangere. «Quando poco fa ti ho chiesto di essere il mio compagno, Magnus, per era un modo di chiederti anche una seconda possibilità, un’occasione per rimediare. Questa volta giuro che non mi tiro indietro.» il ragazzo lo guardava con un misto di speranza e qualcosa che Magnus non seppe identificare. Alec appoggiò le mani sui fianchi di Magnus. Tremavano impercettibilmente. Magnus si guardò un attimo intorno, adocchiando i genitori del ragazzo a una decina di metri da loro. Ma d’ovunque fossero sarebbero sempre stati dannatamente troppo vicini, e lui sarebbe stato a portata di coltello «Mi concederai un'altra chance, Magnus Bane?» lo stregone comprese subito cosa stava per accadere, ma non trovò la forza di opporsi. Poteva sentire che alcuni Nascosti e Cacciatori stavano guardando la scena. Pregò che i Lightwood non fossero tra questi. Alec gli fece scivolare le mani sulla schiena, tirandolo a sé e baciandolo. Le loro labbra si incastrarono perfettamente, come se fossero fatte apposta per quelle dell’altro.
Un pensiero gli attraversò la mente, talmente terrificante da farlo rimanere impietrito tra le braccia di Alec per un lungo secondo. Maryse Lightwood l’avrebbe ucciso. Poco ma sicuro. Ma, fondamentalmente non gli importava niente. Inclinò appena la testa e gli appoggiò le mani sulle scapole. Si sentiva magnificamente. Alec tendeva ad avere questo effetto su di lui.
Alec si staccò da lui. Aveva una luce quasi febbrile negli occhi. Dopotutto, aveva appena baciato un altro uomo di fronte a tutto il Conclave, i suoi genitori, e un consistente numero di Nascosti.
«Beh, se la metti in questi termini, potrei anche pensare di accettare.» ebbe la forza di dire Magnus, ancora senza fiato. E Alec lo ricompensò con un sorriso, che Magnus capì che si sarebbe portato dentro per l’eternità.
 





Mitsuko’s Lounge
Emm… salve a tutti! Questa è la mia prima fic su SH, anche se ne ho già lette qualcuna.
Ovviamente la Malec è la mia OTP <3 <3 come si fa a non amarli
(li amo a dei livelli che il mio cuore sta minacciando l’ammutinamento. Mai avuto OTP più dolorose di loro, giuro)
Non credo che sarà l’ultima volta che bazzicherò in questo fandom, ho già un bel po’ di idee in cantiere. Solo una precisazione, saranno praticamente tutte fic missing moment
Tipo questa
O tipo quella su cui sto lavorando, una MM di quando Alec da il cambio a Jace per lasciarlo andare a cercare Valentine (città di cenere)
Chissà cosa mai avranno fatto quei due soli soletti in casa… uwu
Mitsuko




 
   
 
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