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Autore: thebitterend    19/01/2015    0 recensioni
È un triste che colpisce ma non affonda, rimane in superficie, proprio come me.
Una gran bella brutta storia, eppure voglio raccontartela.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si volta, nel silenzio di una stanza buia. Osserva l’ambiente circostante e rimane quasi delusa. Un’ultima volta porge lo sguardo verso l’infinito, che poi è solo vuoto sordo. Nella mente le volano mille pensieri, troppo veloci per poter coglierli tutti. Fissa un punto, concentrata, sicura di sé, poi butta indietro la testa e perde il senso di stabilità. Ancora una volta si ferma ad ascoltare quel silenzio cosmico, a tratti quasi vi entra dentro. Nella notte una presenza si aggira nel suo vuoto, lo scombussola, lo rende pesante. Alza il capo leggermente, calcolando nella sua mente ogni suo spostamento fisico nello spazio, e si blocca, in cerca di un’ombra. Nel buio, però, non nota nulla e riprende a fissare il suo punto. Lentamente le sue mani scivolano lungo il corpo, quasi per trattenere qualcosa, quasi per fermare qualcuno. Si sente nuda, priva di qualsiasi dignità, qualsiasi pudore a cui ancorarsi. Un brivido le attraversa la schiena, la percorre come fosse un treno in corsa. Silenziosamente inarca la schiena, infastidita e ansiosa. Si sente nuda, un corpo fisico in uno spazio delimitato. Scambia con l’esterno energia, cede calore e sensualità. Di nuovo, curiosa, cerca una presenza, che non sia per forza reale, che non segua le leggi e i processi naturali. Nella quiete del riposo nuovamente il soprannaturale si impossessa di lei, la attraversa con delicatezza, le poggia lo sguardo addosso, la ammira nella sua nudità e bellezza. Comincia a muoversi qualcosa sotto quelle coperte, troppo giovani e vergini per una come lei. Le si avvicina al collo e dolcemente sussurra, le sfiora le venature invisibili e le gira intorno senza pietà. Quell’essenza le muove i capelli, le morde l’orecchio, le parla in lingue sconosciute. Bruscamente la attira a sé, le tocca le spalle, la contempla. Scende nel proibito, rompe gli schemi e ogni normalità. Le accarezza i capezzoli, gli gira intorno come fosse un vagabondo, li bagna e si ritrae. Lei si contorce, nel nulla percepisce piacere e antimateria, ne è attratta. Immobile si avvinghia a un qualcosa che forse neanche esisterà. Muove leggermente il capo verso l’alto e socchiude le labbra, dolci rumori provengono dal suo profondo. Colui che la impossessa ode e disperato cerca di averla pienamente. La stringe, quasi a volerla sua per sempre, per l’eternità. Le sue mani scivolano velocemente verso il ventre, lo carezzano, continuano la discesa verso l’ignoto, verso la terra di nessuno. Le preme le cosce, ne analizza la fisicità, le porta ad aprirsi, senza paura, senza pudore. Le sue dita volano nel viaggio profondo dei sensi, si muovono veloci, vorticosamente. I dolci rumori in sottofondo diventano ossessione, turbamento, conoscenza di sensazioni moderne, cancerogene. Un brivido nuovamente le percuote la schiena e la inarca senza opporre resistenza. Il mare profondo comincia ad aprirsi, a portare le sue onde alla riva, senza spavento, solo piacere. Il soprannaturale ora la osserva nel suo attimo più fuggente e ne ride silenziosamente, senza lasciare che il vuoto si impaurisca e lo ritragga a sé. Le coperte prendono forme, si contorcono, come il corpo di lei, in giochi strabilianti e senza morale fissa. La femminilità si unisce all’antimateria, ne è posseduta e ne gode fino alla fine. In questa notte ogni mezzo è lecito, ogni piacere è condiviso, ogni fisicità castigata. L’ombra, ora, è quasi percepibile ai suoi occhi. Di nascosto lo osserva muoversi con veemenza, spingerla a lui e poi ritrarsi, spingerla e ritrarsi, spingerla e ritrarsi. Le sfiora il viso, lo risucchia nel buio, lo pone verso l’alto e lo morde senza proibizioni. Le tocca il ventre, lo trae verso di sé. Lei rimane lì, stesa sulla propria stabilità. Ride, ne ride fortemente. Ora il lecito lascia spazio al pericolo. L’essere la immobilizza, arresta i suoi dolci rumori e il suo piacere. Sfodera la sua arma più acuminata e le si pianta nel petto, senza disprezzo o pietà. Un urlo soffuso sbuca dalle sue labbra, troppo silenzioso per poterlo udire, troppo confuso per poterlo capire. Il suo corpo arde, perde sensibilità e abbandona i sensi nel continuo di questo gioco mistico. E così materia e antimateria si fondo insieme, si trovano, si uniscono senza pregiudizi e odio, la fisicità cede il posto al nulla e ne è ben contenta. La carne diventa allusione, fantasia, puro vuoto buio e spento. Lei fissa il suo punto per un’ultima volta, poi rimane nella sua posa più imperfetta. Nella sua nudità muta forma, pensieri, piacere, sentimenti. Le coperte, ora, son solo un sipario lugubre. Coprono un corpo inesistente, son disfatte, posate confusamente nel mezzo di un letto senza limiti. Il sovrannaturale la risucchia, la racchiude nella mente, la porta con sé. Ultraterreni in un viaggio senza incontri e senza soste.

   
 
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