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Autore: Rov    21/01/2015    3 recensioni
"Le ombre sono creature sfuggenti, fedeli al proprio padrone che seguono per tutta la vita, dal grembo alla tomba."
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Chiara fece l'ultimo tiro della sua sigaretta e poi schiacciò il mozzicone contro la base del posacenere. Cercò di ricordare se in qualcuno dei libri che aveva letto, ci fosse stata un'eroina che fumasse. Scosse la testa e pensò che fosse stupido, un modo di far passare un buon esempio alle ragazzine che dovevano essere imboccate di belle parole e buoni sentimenti.
Purtroppo, la vita vera è un'altra.
"Non si fuma in casa, Chiara!" strillò la sua sorellina sbucando dal soggiorno.
"Oh, fatti gli affari tuoi!"
La puzza di fumo sarebbe sparita, forse non così velocemente come il giallo sui suoi denti e le macchie sulle unghie, che potevano sempre sparire all'occorrenza con due colpi di spazzolino e un po' di smalto.
Voleva prendere le cuffie dell'iPod, immergersi nella sua stanza, nel suo piccolo mondo, e ballare davanti allo specchio, facendo quelle pose sexy che vedeva nei video musicali dei suoi idoli, ma che mai avrebbe avuto il coraggio di mostrare a qualcuno, al di fuori di sè stessa.
Pensava a quella volta in cui  il suo patrigno era entrato in casa ubriaco, e lei ascoltava la musica, sdraiato sul letto, ignara del fracasso giù in cucina.
Quando aveva trovato sua madre con il naso rotto e la testa china sul lavandino, si era sentita in colpa. Lili non doveva vederla, non la sua sorellina e, per quanto  potesse essere fastidiosa, cercava sempre di proteggerla da quegli orrori,  perché potesse continuare a credere in un mondo bello dove il sole sorge sorridente e bacia bambini allegri che si tengono per mano.
Così aveva guardato sua madre negli occhi, le aveva portato una crema che le aveva prescritto il medico per gli ematomi e poi l'aveva aiutata a fasciarsi una benda sul braccio, dove si potevano vedere ancora le cinque dita della stretta del suo uomo.
Un gesto d'amore.
Chiara si domandò se fosse questo che intendeva un uomo quando prometteva a una donna che lei sarebbe sempre stata sua.
Un diritto di proprietà, sulla sua mente, sul suo corpo, sui suoi desideri e le sue pretese; forse anche su tutti i sogni che aveva o avesse mai potuto avere. Forse mamma nella notte piangeva, voltava le spalle a lui, nel letto, e cercava di fare pensieri gioiosi, come se anche lei, l'indomani, potesse risvegliarsi con la speranza di un giorno migliore e splendido.
Si accese un'altra sigaretta.
Aspirò più forte che potè, poi fece uscire tutto il fumo dal naso, a piccoli tratti, come se se lo stesse godendo fino in fondo o come se volesse trattenerlo dentro di sé, assieme all'odio.
Nathaniel non era un ubriacone, nemmeno uno che sperperava i soldi, anzi, dei soldi aveva così tanta paura che scappassero fuori dal suo portafoglio che si nascondeva addirittura sotto il letto; al contrario di mamma, che non riusciva a tenersi cinque euro in tasca neanche il tempo di andare a farsi la spesa. Spendeva quel denaro le sigarette, giochini alle macchinette per Lili e qualche finto gioiello che brillava. Forse in quel modo pensava di far felice Nathaniel, di rendersi bella con quei cosmetici comprati a basso costo e quella bigiotteria da quattro soldi, così sarebbe stato più gentile con lei e non l'avrebbe più picchiata.
Chiara fece un'altra boccata: le piaceva la cucina quando c'era quella calma e in casa c'era solo sua sorella; era come sentirsi padrona di uno spazio che non era più suo da molto tempo. Comunque, di solito, la cucina era uno spazio neutro. Di quei luoghi in cui transitano tutti gli abitanti della casa, talmente tante volte che nessuno riconosce quello spazio come suo, soprattutto quando non c'è una madre che cucina manicaretti con due enormi guanti da forno e il sorriso da bambolotto.
Non li aveva mai visti mentre litigavano, anche se ne aveva solo sentito le urla molte volte e ne aveva ben impressi i risultati; questo perché sua madre diceva che erano cose che non la riguardavano, faccende che una donna e un uomo dovevano sbrigare da soli.
Anche a costo di qualche strigliata.
"Che schifo." commentò schiacciando anche la seconda sigaretta nel posacenere, anche se non era nemmeno finita.
   
 
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