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Autore: Fanelia    22/01/2015    11 recensioni
Questa OS presuppone un finale alternativo nel quale la Guerra Magica è stata vinta dal bene ma inevitabilmente alcuni equilibri si sono incrinati, spingendo persone che si sono sempre odiate e disprezzate ad avvicinarsi, irrimediabilmente.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Take me to Church

The only heaven I'll be sent to

Is when I'm alone with you

I was born sick,

But I love it

Command me to be well

Amen. Amen. Amen. Amen.

Take me to church

I'll worship like a dog

at the shrine of your lies

I'll tell you my sins

so you can sharpen your knife

Offer me my deathless death

Good God, let me give you my life

No Masters or Kings

When the Ritual begins

There is no sweeter innocence

than our gentle sin

In the madness and soil

of that sad earthly scene

Only then I am Human

Only then I am Clean

Amen. Amen. Amen. Amen.

-Take me to church, Hozier-

 

Certi amori sono un capriccio del destino, due strade che si incrociano per errore, due anime che si scontrano e la cui collisione le fa compenetrare, rendendo impossibile per l’una prescindere dall’altra.

**

Malfoy Manor

Dicono che sia il diverso a suscitare paura, a creare in noi angosce e preoccupazioni che ci spingono al disprezzo, all’odio, ma ciò che ha portato me, Draco Lucius Malfoy a detestare con tutto me stesso i Mezzosangue sono stati i principi inculcatimi fin da bambino.

I Purosangue, esseri superiori a cui appartengo per diritto di nascita, non si mischiano con i Sanguesporco, come se fossero portatori di una qualche incurabile malattia.

L’ho creduto anche io, l’ho pensato a lungo, convinto da quel lavaggio del cervello costante riservatomi sin da quando i miei occhi hanno conosciuto la luce del sole, mi sono lasciato contagiare da un mare di menzogne fino a quando qualcuno non è stato in grado di mostrarmi quanto mi sbagliassi.

E infatti eccomi, indosso uno smoking lungo, nero, una camicia candida e inamidata, sento i nervi a fior di pelle, sono teso come una corda di violino, anche se non lo ammetterei mai.

Poi d’un tratto una risata roca si solleva, strappandomi ai miei pensieri, e non mi meraviglio di constatare che proviene da me. Sì, sono io che rido amaramente di me stesso.

Il contatto con lei mi faceva schifo, lo stesso contatto che ora bramo con disperazione, come se fosse il mio ossigeno; come ho fatto a essere così cieco, così ottuso?


Io, un Malfoy, attendo lei, una Mezzosangue.


Percepisco gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, che come spilli mi penetrano la carne, come lame feriscono.

Lo sguardo di Potty, lo Sfregiato, sì, perché nonostante tutto non ho mai smesso di chiamarlo così, mi brucia la pelle. Non è d’accordo con questa scelta ma, in tutta la sua bontà d’animo, per amore suo ha deciso di deporre le armi, per starle vicino in questa che lui reputa una pazzia, il più grande errore che lei potrebbe mai commettere. E dello stesso pensiero è quella donnola dalla zazzera rossa, quel pezzente che l’ama ancora, in silenzio, e che mi vede come il peggiore nemico, un essere detestabile per nulla degno di una come lei. Sì, perché per loro, i due maschietti del trio, che lei ami me, sposi me, non è concepibile.


Io sono il Principe delle Serpi, colui che ha strisciato a lungo nelle tenebre, il Mangiamorte nelle cui vene scorre sangue freddo, il giovane condannato e la cui la pelle è insozzata da un marchio nero, da un simbolo di violenza e soprusi; sì, sono proprio io e attendo lei, Hermione Jean Granger, all’altare.
Rivolgo uno sguardo veloce a Blaise, il mio migliore amico e testimone, e lo vedo ridacchiare della mia aria seria, impettita e rigida. Il mio ghigno in risposta, dovrebbe suggerirgli che sarebbe meglio se la piantasse; deve ringraziare che non voglio sporcarmi il vestito o gli cancellerei il sorriso da quel brutto muso.

D’improvviso la mia attenzione viene catturata da un’entrata in scena inaspettata e repentina, la sorella di Malpelo corre silenziosa verso San Potter e un groviglio ingarbugliato di emozioni si schianta contro il mio Io.

Mi aspetto quasi che la mocciosa Weasley mi raggiunga trionfante per sbattermi in faccia che è riuscita a farla rinsavire, a farle vedere l’errore che stava per commettere.

Invece si siede, mi rivolge uno sguardo carico di promesse e minacce, e mi rendo conto che il momento è giunto.


Sono conscio di quanto sia fortunato e consapevole che se lei non dovesse varcare quella soglia, non potrei dirmi pentito né tanto meno deluso. Mi arrabbierei, quello sì, con me stesso per essermi fatto stregare, ammaliare, intrappolare e la mia ira sarebbe funesta, perché mi conosco. Nessuno tocchi ciò che è mio o che ritengo tale e Hermione lo è, mia.

...Mezzosangue, come hai fatto a lasciarti plasmare, corrompere, macchiare, sporcare dalle mie spire di serpe velenosa?


Leggo nelle loro menti, un libro aperto per me, le fastidiose domande silenziose che li attanagliano; solo io mi rendo conto che lei è dovuta scendere a compromessi per me? Non è stato facile, per nulla, perché la sua natura di grifondoro è opposta alla mia di serpe, i suoi ideali e i miei cozzeranno sempre, i valori secondo cui siamo stati cresciuti sono diversi, come lo è la nostra educazione, il modo di sentire, di emozionarsi, di amare.

Eppure le nostre anime si sono incontrare, inverosimilmente, hanno scovato un mondo parallelo in cui imparare a comprendersi, accettarsi e ci hanno portati ad amarci.


Quante volte mi sono rivolto a lei chiamandola Mezzosangue, col solo intento di arrecarle dolore, di scaricarle addosso tutto il mio astio, ira, la mia solitudine e invidia per quel mondo traboccante di amore e comprensione che non era il mio, nel quale grazie a lei sono entrato in punta di piedi e del quale continuo a rimanere sulla soglia, mentre lotto interiormente contro ciò che sono, lotto per lei e per il nostro amore a ogni nuovo battito del mio cuore.

...Anche nel buio c’è speranza, anche nelle tenebre può sorgere il sole, oscurità e luce sono agli antipodi ma coesistono, la vita dell’una è legata indissolubilmente all’estistenza dell’altra, come lo siamo io e te, Draco...

Draco, quanto ho dovuto attendere per sentirle pronunciare il mio nome, per sentirle ripetere il mio cognome senza quella vena di disprezzo a caratterizzare la sua voce ogni volta che osava rivolgersi a me?

Granger, quante volte l’ho chiamata per cognome, quello stesso cognome che mi faceva rabbrividire, da me a lungo odiato, temuto, disprezzato.

Hermione, un nome allora da me mai pronunciato, come se anche solo proferirlo, quel nome, potesse sporcarmi.


Invece alla fine eccomi qui, con le mani che tremano impercettibilmente, incatenato, bloccato, terrorizzato, schiacciato dal timore di perdere tutto ciò per cui e contro cui ho combattuto, la ragione per la quale ho rinnegato il nero che infanga la mia pelle.

Un Malfoy non ha paura. Nessuno può comprendere quanto sia stupida e infondata questa affermazione perché io -non lo ammetterò mai, sia ben chiaro, nemmeno sotto cruciatus- ho paura. Temo che lei svanisca, come quando la mattina, dopo un bel sogno, riapro gli occhi e mi rendo conto, lentamente ma inesorabilmente, che la gioia provata fino all’istante prima di sollevare le palpebre era irreale e fittizia, causata da un qualcosa di inesistente.

Ho paura di venire destato e di ritrovarmi avvolto dalle tenebre, ingabbiato, soffocato da una mancanza di ossigeno, di aria, temo di svegliarmi e di non trovare più lo squarcio di luce che ha invaso la mia vita con prepotenza.

Se mi abbandonasse perché resasi conto di quanto incompatibili siamo, di quanto male ci causeremo, risprofonderei nel baratro nero al quale è stata proprio lei a sottrarmi.


Lei che mi ha insegnato che amare non è da deboli, perché solo chi ha coraggio e forza ama, solo chi è forte trova l’orgoglio per combattere per ciò a cui tiene e in cui crede, lei che dovrebbe scappare e allontanarsi da me prima che la mia parte oscura sporchi anche lei, trascinandola nelle tenebre, lei ha scelto me.

D’improvviso cala il silenzio, il brusio di sottofondo scema lasciando il posto a una leggiadra melodia e solo in quell’istante ritrovo il coraggio, alzo gli occhi e il cuore mi balza fuori dal petto.

Lei cammina, al braccio del Signor Weasley, l’abito bianco, puro come lei, la sua figura minuta ma allo stesso tempo fiera incede lenta lungo questo tappeto di fiori che le indica la strada, il cammino verso un punto, quello stesso punto in cui io l’attendo, trepidante, ancora incerto se lasciarmi fagocitare da questa fantasia insana che mi porterà alla deriva.

Poi mi sorride e il mio buio si illumina, le tenebre che cercano sempre e costantemente di riportarmi a sé indietreggiano celermente, come intimorite, lasciando spazio al bagliore di quell’amore che mi fa battere il cuore come un tamburo impazzito.
Lo sento il sangue che mi scorre nelle vene, lo stesso stupido sangue per cui per anni le ho fatto la guerra, per cui per anni l’ho denigrata, presa in giro, maltrattata e ho tentato di farla sentire inferiore e allora il dubbio invade con prepotenza i miei pensieri, non mi capacito di come mi abbia assolto e non solo, perché dal suo animo gentile e generoso potevo anche aspettarmi il perdono, ma che dimenticasse e arrivasse addirittura ad amarmi, questo no.

«Draco» è la voce di Blaise a restituirmi alla realtà.

Hermione è in piedi, davanti a me, mi sorride raggiante, speranzosa e il Signor Weasley mi sta porgendo la mano della mia Mezzosangue, la stessa che a lungo ho evitato di sfiorare. Tentenno e lei mi rivolge uno sguardo rassicurante, mi perdo in quelle iridi caramello che rappresentano la mia rovina e la mia redenzione, il mio cuore si scalda e accolgo quella mano fra le mie, la porto vicino al cuore, dove l’adagio per qualche istante, perché so che solo il suo tocco può calmarmi, può salvarmi.

 

Ho trovato l'esperienza di innamorarsi

o essere innamorati

simile ad una morte, la morte di tutto.

Ti guardi mentre muori

in un modo meraviglioso,

e sperimenti per un momento brevissimo

-se ti guardi per un momento attraverso i loro occhi-

che tutto ciò che pensavi di te se ne va.

In un senso di morte e resurrezione.

-Hozier-




NdA: Ciao! Un timidissimo tentativo di descrivere pensieri e sentimenti di Draco...
Spero vi piaccia e che vogliate lasciarmi un commento!
Grazie a tutte!!!

*Per il banner si ringrazia Ila http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=636790, senza la quale non avrei avuto questa bellissima copertina! Grazie ancora!*
 
   
 
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