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Autore: Chrystal_93    24/01/2015    4 recensioni
Rumbelle ambientata nella Foresta Incantata.
E' una serata come molte altre; Bella sta finendo le sue faccende, Rumple sta lavorando all'arcolaio quando, dopo un breve bisticcio, uno dei due trova il modo per risolvere la situazione: un patto molto particolare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Patto di Natale

 

La grande sala del castello era semibuia se non fosse stato per le candele accese da Belle, mentre puliva il grande tavolo rettangolare dalle briciole della cena.

“Se fosse per voi, filereste al buio.”

Rumplestiltskin ghignò, continuando il suo lavoro all'arcolaio.

Belle si fermò, aspettando una sua risposta o -cosa più probabile- una battuta che l'avrebbe smontata. Invece il folletto non proferì parola.

La ragazza allora si avvicinò, con la scusa di spolverare alcuni ripiani.

“Sapete, se mettessimo qualche candela di più, potrebbe fare più allegria ed essere consono a questo periodo.”

“Non ne vedo il bisogno né il motivo.”

“Ma come? Non avete mai scambiato i regali il 25 dicembre? Addobbato un albero? Proprio l'altro giorno stavo leggendo un libro sulle tradizioni di questo giorno e sulle sue mille leggende.”

Rumplestiltskin si bloccò, anche perchè Belle gli si era parata davanti, con in mano un libro e gli occhi speranzosi.

“Io non faccio regali, dearie, io faccio solo patti. E ogni giorno dell'anno che voglio. Non devo aspettare uno stupido giorno per ottenere ciò che desidero.”

Belle sbuffò, roteando gli occhi.

“Questo non vuol dire che non possiate iniziare. Basta poco, dico davvero. Ad Avonlea io facevo sempre...”

“Non mi interessano queste sciocchezze.” la interruppe lui, infastidito di non poter continuare a filare tranquillamente.

“Non sono sciocchezze.” disse Belle, gonfiando le guance arrossate. Poi, offesa, andò a sedersi sul piccolo divanetto e si immerse nella lettura, senza degnare più il suo padrone della minima attenzione.

Tuttavia di tanto in tanto sospirava o emetteva piccoli grugniti di disapprovazione, disturbando deliberatamente il Signore Oscuro che ben presto dovette rassegnarsi.

“Quanti borbottii poco aggraziati per una principessa. Il libro che stai leggendo non è di tuo gradimento, dearie?”

Lei non alzò nemmeno gli occhi dal libro. “Vorrei potervi rispondere, ma temo che vi infastidirei, visto che sto leggendo solo sciocchezze.”

Nonostante il silenzio che seguì Rumplestiltskin non riuscì più a concentrarsi; era come se uno strano fastidio gli impregnasse la pelle, fastidio causato dal muso della domestica. Di solito era più che ciarliera ed allegra, o per lo meno si poteva percepire nell'aria la gioia che provava quando si immergeva nelle pagine di un libro.

Così, per tentare di scrollarsi di dosso quell'insolita sensazione, fermò la ruota e si girò.

Belle ancora non staccava gli occhi dalla pagina e così fu costretto a schiarirsi la voce, prima di iniziare a parlare. “Sai, a proposito di queste sciocch... tradizioni, tempo fa sono entrato in contatto con una di esse.”

Belle gli rivolse appena un'occhiata, ma essendo ancora offesa distolse subito il contatto visivo.

“Mi spiace per voi. Deve esser stato un gran... fastidio.”

Lui inclinò la testa, come a voler ricordare e osservare meglio la reazione della domestica. “Il patto è stato interessante. Comunque, sono sicuro che quella tradizione ti sarebbe piaciuta. Non sei curiosa di scoprirla?”

“No.” mentì lei, anche se dentro di sé fremeva per ascoltare le mille avventure del suo padrone e scoprire un pezzetto in più della sua vita.

“E' un vero peccato, dearie. Non si vede tutti i giorni un vecchio dalla lunga barba bianca che scorrazza tutta la notte per portare i regali ai bambini.”

“Che cosa?” Belle non riuscì a trattenersi e alzò gli occhi dal libro, con la bocca aperta per la sorpresa.

Rumplestiltskin capì che aveva fatto centro e ne approfittò. “Ma evidentemente non ti interessa, quindi penso che mi ritirerò in una stanza più tranquilla.”

Si stava già allontanando quando la ragazza lo richiamò. “Aspettate! Non potete lasciarmi così, dovete dirmi di più.”

“Devo?”

Belle arrossì, accorgendosi della parole che le erano fuoriuscite dalla bocca senza controllo.

“Se volete.”

“E sentiamo, io che cosa ci guadagnerei?”

Belle si guardò attorno in cerca di una risposta, poi, una volta trovata, sorrise: “Potreste farmi un regalo. Domani è il 25 dicembre dopotutto.”

Anche Rumplestiltskin sorrise. “Dearie, dearie. Te l'ho già detto che io non faccio regali.”

Si girò di nuovo ma anche questa volta Belle lo fermò. “E se vi proponessi un patto?”

Il folletto si girò, sorpreso. “Un patto?”

“Io lo chiamerei un regalo reciproco, ma so che preferite il termine patto.”

Rumplestiltskin tornò ad avvicinarsi, incuriosito.

“E di cosa si tratta?”

“Voi mi raccontate di questo signore porta regali e io leggerò ad alta voce alcune pagine del libro.”

Rumplestiltskin rise. “Non so che farmene della lettura del tuo libro, dearie.”

Belle si incupì. “Allora potrei promettervi che, se me lo racconterete, poi starò zitta e non vi disturberò più.”

Lui strinse gli occhi, soppesando la richiesta e cercando di scrutare le intenzioni della ragazza attraverso il suo sguardo. Non trovandovi alcuna traccia di imbroglio, disse: “Affare fatto”.

Così prese a raccontargli di quello strano -a detta di lui ridicolo- vecchio signore che dedicava la sua vita ai bambini e a renderli felici a patto che si fossero comportati bene.

Fu deliziato nell'osservare le espressioni di gioia e curiosità di Belle che, per tutto il tempo, tenne le labbra schiuse per la sorpresa di ciò che stava ascoltando. Quando finì era talmente deliziata che quasi saltellò sul divanetto.

“Grazie mille, Rumplestiltskin” disse lei, congedandosi. “Buonanotte.” lo salutò, appoggiandogli una mano sulla sua.

Prese il libro e si diresse verso la sua fredda e umida cella.

“Belle” la fermò lui, ancora stranito dal contatto con la giovane. “Non vorrai mica leggere ancora?”

Belle lo guardò con aria colpevole. “Devo finire il capitolo...” mormorò.

Lui allora fece un cenno della mano, spazientito. “Puoi farlo qui, non voglio che perdi la vista.”

“Non volete?”

Rumplestiltskin si sentì come punto. “Non voglio una cameriera cieca. Sei già abbastanza pasticciona così.”

Belle sorrise e tornò a sedersi. Dopo pochi minuti nella sala comparirono decine di candele accese.

Lei ne fu deliziata. “L'avete fatto per me? Per questa festa?”

Il folletto, che era tornato a filare, scosse la testa e, senza troppa convinzione, disse: “Certo che no. Così non perderai la vista.”

Belle sorrise, sapendo in cuor suo che la risposta era un'altra. “Grazie” sussurrò, per non farsi sentire da lui. “E' un bellissimo regalo.”

Rumplestitskin però lo sentì benissimo e sorrise in maniera così impercettibile che si sarebbe detto che voleva celare quel sorriso persino a se stesso.





Note dell'Autrice
Le feste sono passate e io ho tenuto una piccola one shot rumbelle da parte per riportare un po' dellla magia di quei giorni. Inizialmente questa era la prima parte di un'altra one shot (raccolta Vita da Genitori), tuttavia reggendosi da sola, ho preferito presentarla così indipendente.
Spero che vi sia piaciuta.

  
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