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Autore: Ghevurah    29/01/2015    8 recensioni
Una piccola raccolta di altrettanto piccole storie. Storie d’amore e desiderio, possibili e impossibili, canoniche e non.
- Beren a Lúthien
- Thranduil a Thorin [NB: questo capitolo presenta l'avvertimento "dub-con" in relazione alla coppia Thranduil/Thorin]
- Maeglin a Idril
- Sauron a Melkor
- Faramir a Éowyn
- Túrin a Beleg
- Andreth a Aegnor
- Fingon a Maedhros
- Nerdanel a Fëanor
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Elfi, Maiar, Nani, Uomini, Valar
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Questa raccolta nasce con l’intento di ordinare quelle piccole storie, assolutamente eterogenee, che ho scritto per l’8th P0rn Fest di fanfic italia. Ora, io sono un assoluto disastro con i racconti erotici, ma desideravo riportare in auge questo fandom (inteso come il Legendarium tutto) all’interno del Fest. E per farlo ho sfruttato i vari prompt, virando verso tematiche più sentimentali.
Detto ciò vi lascio alla prima storia.


Fandom: Il Silmarillion
Rating: PG
Personaggi; pairing: Lúthien, Beren; Lúthien/Beren
Avvertimenti: flash-fic, missing moments, lime, het
Genere: sentimentale, introspettivo
Disclaimer: personaggi, luoghi ed eventi appartengono a J. R. R. Tolkien e a chi ne detiene i diritti, nessuna violazione di copyright è pertanto intesa.
Note: scritta per il prompt Beren/Lúthien, Tinúviel

 












Ella è un miraggio crepuscolare. Porta i colori del cielo sulla pelle, il latteo bagliore d’una galassia irraggiungibile nel sorriso. Schiude le palpebre ed ecco: il fulgore di Anor splende nel suo occhio destro e l’argenteo radianza di Ithil abita quello sinistro.
Ha danzato con le movenze della notte felpata, elegante eppure mai mansueta, e i suoi piedi leggiadri e forti sfioravano il terreno irrorandolo di nuova vita. Passi fioriti di gelsomini cerulei e livide campanule, mentre nell’aria si levava un profumo nostalgico.
Ha cantato con voce luminosa, preziosa quanto un sogno di cristallo, pura e musicale come il cinguettio d’una creatura appena nata. Per questo l’ha chiamata Tinnúviel.
Ma ora sa di essersi ingannato, perché il suo canto non possiede solo la beltà di un fine gorgheggio, bensì echeggia ineluttabile, al pari di una folgore che rischiara l’ignoto, annullando le tenebre nel proprio abbraccio imperioso. Ed ella non è mera poesia d’artista, fragile dono del crepuscolo. È marmo splendido e indifferente ai marosi del tempo; è luce bruciante, algida oscurità, giorno di fuoco e notte di ghiaccio. La sua Tinnúviel.
Colei che senza alcun timore ha domato la morsa di Morgoth, addormentando le sue aule spietate. Colei che ha ripudiato la propria esistenza immortale, levandosi ombra fra le ombre allo sguardo atavico di Mandos. Colei che lo ha tratto dalla fine dell'esistenza, riportandolo a nuova vita.
Questo pensa, mentre la guarda chinarsi su di lui, così da fargli dimenticare l’arido sapore della morte. Il suo bacio è miele e spezie, e la sua risata è il fresco gorgogliare d’un ruscello montano.
Egli è nervoso quando le affonda il viso fra i capelli. Prova vergogna per quel naturale logorio che ha modellato la propria figura; teme il giudizio di Tinnúviel, abituata all'eterna bellezza.
Ma lei, sempre coraggiosa, sussurra una nenia d’amore lieve quanto il respiro del vento, sciogliendo ogni sua resistenza. Poi le belle mani, né timide né docili, svelano il suo corpo, apprendono la memoria degli anni impressa a fior di pelle e vi tracciano una nuova storia.
Mîr1, sospira, trasmettendogli un po’ del suo coraggio. Lui allora sorride a propria volta e le bacia la bocca canterina. Gli basta guardarla per comprendere il disegno del suo volere. Una promessa di vita balugina nei recessi del suo sguardo astrale, la promessa d’una creatura futura.
Dunque egli s’appella al ritrovato coraggio, incontrando le carezze di lei. Rammenta i fiori di notte, il fiume cheto di giorno, mentre la cerca e la trova in un modo nuovo, completo.
È come annegare, è come sognare, pensa quando il respiro gli viene a meno e crede d’essersi perduto; ma lei – ancora – è lì, lì per lui. Coraggiosa e bella e forte.
Tinnúviel.
Il resto è un segreto racchiuso nel canto del crepuscolo, negli occhi tersi di un bambino appartenente a due Stirpi lontane e vicinissime.














 
Note finali:
1 - (Doriathrin) “Gioiello”/“oggetto prezioso”


Due parole sul nome “Tinnúviel”, di cui solitamente viene riportata la versione “Tinúviel”, nonostante in The People of Middle-earth sia presente nella prima forma. Il nome deriva dal Noldorin  tinnu  “crepuscolo stellato” (poi recepito dal Sindarin) a cui è stata aggiunto il suffisso femminile -iel; ma Tinnúviel era anche il termine “poetico” con cui venivano  chiamati gli usignoli, e in quest’accezione sembra derivare dal Primitivo Quendian tindômiselde (The Etymologies).


   
 
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