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Autore: BabyLolita    01/02/2015    4 recensioni
Nessuno mi ha mai chiesto davvero che cosa pensassi di me. Nessuno si è mai posto il problema di vedermi raggiungere degli obbiettivi. A me è sempre bastata la mediocrità. Il fatto di essere una persona falsa ma altrettanto diretta mi porta spesso a comportarmi in malo modo. Non sono una principessa magra e perfetta, sono una persona come tante altre, fuori dagli stereotipi che la gente impone alle ragazze d'oggi. E forse sono io stessa che, vedendomi diversa da come le ragazze dovrebbero essere, divento sempre più uguale a loro, ma negli aspetti peggiori.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre il sole tinteggia di chiaro quel mattino osservi i palazzi di New York sfrecciare rapidi davanti al tuo naso. Il taxi ti sta portando verso il tuo posto di lavoro e la tua fase REM è ormai interrotta da almeno due ore. Ti sei svegliata presto, verso le sei del mattino, per andare a fare la tua mezz’oretta di corsa mattutina, ti senti quasi persa senza di lei. Mentre corri lasci la mente defluire totalmente, liberandola per i nuovi pensieri che quella giornata appena cominciata ti riserverà. Quando rincasi ti fai una doccia veloce e prepari la colazione: una tazza di the e dei biscotti. Mentre li assapori ti ripeti ancora una volta che il giorno dopo inizierai la dieta, ma sai bene anche tu che non sarà così. Torni in camera ed infili gli abiti da lavoro osservando la tua immagine riflessa allo specchio. Ti avvicini di qualche passo paragonando la tua figura rotondetta a quella della foto della modella che hai appiccicato li vicino con la scritta “per l’estate dovrai essere così!!”. Sbuffi irritata ripetendoti che da domani inizierai davvero la dieta ma, mentre abbottoni la camicia, ti rendi conto che in realtà ami troppo la pizza per rinunciare alla tua taglia L per una XS. Torni in cucina recuperando la borsa ed esci di casa.
 
Passi al tabacchino li accanto prendendo le tue sigarette preferite ed accendendotene una non appena esci da li. La fumi lentamente, gustandotela a fondo, hai ancora parecchio tempo a disposizione. Finita la prima accendi la seconda, ed a seguire la terza. Quando guardi l’orologio ti accorgi che rischi di far tardi e spegni a metà quella che ti prometti essere l’ultima sigaretta, ma sai benissimo che anche questa è l’ennesima bugia. Ti avvicini in strada agitando la mano per attirare l’attenzione di un taxi. Mentre lo fai, ti accorgi che a qualche metro di distanza c’è un'altra ragazza molto diversa da te: i suoi capelli sono biondo platino, a differenza dei tuoi castani, e sono lasciati sciolti mentre i tuoi sono rigorosamente legati in una coda di cavallo. Porta un tailleur beige attillato e, beh, ha quel fisico che tanto brami. Il tuo sguardo torna a posarsi sulla strada, non hai tempo per deprimerti per una sciocchezza simile. Noti un taxi che si avvicina a te ma rimani delusa quando vedi che ti passa accanto senza fermarsi e raggiunge la ragazza che guardavi fino a poco prima facendola salire. Chiudi le mani a pugno. Sei davvero irritata e seccata, odi il fatto che la gente sia così. Controlli nuovamente l’orologio. Ecco, ora sei ufficialmente in ritardo. Fingi di buttarti in mezzo alla strada ed un taxi inchioda. Ti avvicini dal lato del passeggero salendo e, mentre l’autista ti fa la sua ramanzina, gli indichi il posto in cui deve portarti. L’auto riparte e tu sospiri, questa mattina è già partita male.
 
Mentre cerchi di rilassarti pensi che se dovessero scrivere un libro riguardante la tua vita, nessuno si soffermerebbe a leggere nemmeno la trama. Infondo, nella tua vita non c’è poi nulla di davvero interessante. Cosa si potrebbe dire di te? Non sei una persona triste o disperata, con un passato oscuro da tenere nascosto o un segreto inviolabile che rovinerebbe per sempre la tua esistenza se venisse scoperto. Non indossi una maschera per nascondere i tuoi veri sentimenti o qualcosa di simile. Nulla di tutto ciò fa parte di quello che sei. Sei una persona sufficientemente felice, con una vita ed una carriera stabile. Hai delle mancanze, questo è ovvio, ma i vuoti che queste comportano vengono colmate con le cosiddette “carezze di carta”, ovvero una sana giornata dedicata allo shopping sfrenato. Non hai problemi nemmeno in campo sentimentale, hai una relazione con un ragazzo fantastico, che tutte le tue amiche lodano ed invidiano, ragazzo che tu tradisci ripetutamente perché non sei davvero interessata ad una relazione seria, ma sei troppo attaccata a lui per dirgli “basta”. Infondo infondo ti importa di lui, sebbene in un senso malato. Gli vuoi bene, ma non fino a quel punto. Più volte ti sei chiesta se lui si sia mai accorto di come vivi tu in realtà la vostra “relazione”, ma alla fine non ti sei mai davvero posta il dilemma. Mentre il taxi rallenta apri il portafogli e ne estrai 20$, li passi al tassista dicendogli di tenere il resto. Scendi di fretta, non hai bisogno di sentire i suoi ringraziamenti.
 
Sali velocemente i gradini che ti separano dall’edificio in cui lavori. Le porte scorrevoli si aprono non appena ti avvicini a loro e velocemente saluti la ragazza alla reception prima di raggiungere l’ascensore. Premi ripetutamente il pulsante ma tutto oggi sembra fare in modo di rallentarti la giornata. Osservi le scale li accanto ma ti rendi conto che 3 piani a piedi sono troppo per te. Sebbene adori correre, tutto il resto è tabù. Quando l’ascensore arriva fai scendere le persone prima di entrare. Le osservi una alla volta: alcuni sono tutti impettiti, mentre altri sembrano appena usciti da una fase di coma da post-sbornia. Entri veloce e premi il numero tre sperando di fare in fretta. Mentre le porte si chiudono vedi Jenny arrivare correndo e facendoti segno di fermare la chiusura delle porte. Tu prontamente intervieni sebbene, se fosse stato per te, l’avresti lasciata li.
   «Buongiorno cara Kate, dormito bene questa notte?»
   «Splendidamente! E tu Jenny?»
   «Divinamente! Ti ringrazio per l’interesse.»
Sorridi contraccambiando quella sua espressione angelica. Non appena arrivate al piano la lasci scendere per prima e lei ti ringrazia per la cortesia. Quando sei fuori dal suo campo visivo cancelli dal tuo volto l’espressione angelica per sostituirla con la tua vera, ovvero un forte disgusto. In realtà, non hai nulla in particolare contro di lei, ti fa solo ribrezzo il suo continuo comportamento da angelo con tutti. Non sai se si sia mai accorta del fatto che sei gentile con lei solo perché è la figlia del capo, ma non ti importa davvero. Fino a quando non finisci nei casini, non è un problema comportarti da falsa con lei. Cammini tra le varie scrivanie fino a raggiungere la tua e, non appena arrivi, affondi nella tua poltrona. Chiudi gli occhi per qualche secondo per recuperare le energie e poi afferri la cartellina con gli indizi del caso di omicidio che hai lasciato a metà il giorno prima. Mentre sfogli i vari documenti con le prove pensi che sarà una giornata davvero lunga. Certe volte odi davvero fare quello che fai. Mentre cerchi di inquadrare bene la giornata lavorativa senti qualcuno affiancarti. Non appena ti volti vedi il tuo ragazzo passarti una tazza di caffè bollente. Sai benissimo che si tratta di caffè al cioccolato, il tuo preferito. Armin ti sorride, felice di vederti come ogni giorno, mentre tu afferri il caffè e contraccambi il sorriso, infondo sei felice di vederlo.
   «Tutto bene?» ti chiede poi.
   «Si, tutto bene.» rispondi sorseggiando il tuo caffè.
   «Caso difficile?»
   «Guarda tu stesso.» concludi passandogli il fascicolo.
Lo guardi esaminare attentamente ogni prova e, mentre lo fai, ti perdi ad osservare i suoi occhi concentrati. Sebbene non siate partner, ed intendo a livello lavorativo, spesso vi scambiate opinioni sui vari casi di omicidio o, per meglio dire, lui condivide i suoi consigli con te. Quello che ti affascina davvero di lui è la sua dedizione al suo lavoro. Anche tu vorresti avere la sua stessa passione ma, sebbene trovi i casi di omicidio dannatamente interessanti, non ti danno quel brivido che vorresti provare in quanto agente di polizia della sezione omicidi. Ti sei ripetuta più volte che, se avessi continuato gli studi, avresti potuto ambire a dei lavori più intriganti, come quello del profiler per esempio, ma sai benissimo anche tu che i libri non sono il tuo forte. Se solo una laurea la si potesse prendere leggendo manga giapponesi allora saresti a cavallo, ma purtroppo non è così. Pensi che hai trent’anni suonati e non ti senti ancora realizzata. La mediocrità ti basta. Armin ti fa cenno di seguirlo e tu lo fai senza fiatare. Sai che, probabilmente, ti darà per l’ennesima volta il consiglio decisivo che ti porterà alla soluzione del caso. Vi avvicinate alla lavagna con appese le immagini dei sospettati e gli appunti relativi all’omicidio e, con rapidità, il tuo ragazzo ti fa notare quei collegamenti che a te erano sfuggiti. Ti si illuminano gli occhi quando capisci che potrai mettere dietro le sbarre l’ennesimo criminale ma ti senti un po’ triste perché, anche questa volta, non è tutto merito tuo. Armin ti saluta con un bacio mentre tu lo ringrazi dell’aiuto. In quel momento ti raggiunge Camilla, la tua partner, con la quale parti per andare ad arrestare il sospetto. Mentre siete in auto instaurate un dialogo che non ti va molto giù:
   «Armin ti ha aiutata ancora?»
   «Armin qui… Armin li… ma possibile che tu non sappia parlare d’altro?»
   «Oh andiamo…sai benissimo che mezzo reparto ci sbava dietro, e lui non ha occhi che per te!»
   «Beh te lo presto se proprio insisti!»
   «Ma Kate!»
   «Che c’è? Che vuoi?»
   «Perché sei così fredda nei suoi confronti?!»
   «Non sono fredda sono solo…beh…»
   «Disinteressata?»
   «Non userei un termine così forte.»
   «Disinnamorata?»
   «Esiste una parola del genere?»
   «Certo che esiste!»
   «Bene…lo appunterò tra le cose di cui non mi importa un bel niente.»
   «Oh andiamo Kate… perché fai così?»
   «Siamo arrivate.» tagli corto scendendo dal taxi.
Entri nel bar dove sai che troverai il tuo sospettato che, non appena ti vede arrivare, inizia a correre cercando una via di fuga. Lo bracchi subito gettandolo a terra ed ammanettandolo. La tua corporatura non esile è sempre utile in questi casi. Non appena lo riportate al distretto lo lasci nelle mani dei tuoi superiori, loro sapranno cosa farci. È quasi l’ora di pranzo e decidi di staccare mezz’ora prima. Ti rechi al ristorante cinese li vicino ma, prima di entrare, Armin ti chiama chiedendoti dove sei. Entri nel ristorante dicendogli di raggiungerti ed intanto ti accomodi al tuo solito tavolo. L’ultimo infondo nell’angolo. Adori quella postazione prevalentemente per il fatto che, dando le spalle al muro, sei sicura che nessuno ti attaccherà mai alle spalle. Da quando sei diventata un poliziotto hai alcune strane fobie. Inoltre, quella posizione ti permette di osservare tutte le persone che entrano nel locale, e ti diverti un mondo nel vedere ed immaginare il tipo di relazione che c’è tra ogni persona che si accomoda ai tavoli dopo di te. Ogni tanto immagini storie davvero fantasiose, al punto che ti chiedi per quale motivo non ti sei mai messa a fare la scrittrice. Mentre aspetti il tuo ragazzo vedi entrare una coppia. Lei avrà all’incirca la tua età: capelli ricci e rossi e un vestito che se lo indossassi tu, oltre a non entrarti, non coprirebbe nemmeno ciò che dovrebbe sempre restare coperto, almeno in pubblico. L’uomo accanto a lei avrà circa vent’anni di più, indossa uno smoking grigio ed una cravatta blu, i suoi capelli sono brizzolati e sul viso ha già parecchie rughe. Li osservi accomodarsi al tavolo e, mentre si tengono a braccetto, noti che lui porta la fede nuziale, a differenza di lei. Mentre si accomodano lui le sposta la sedia e lei si siede emozionata per quel gesto. Tzè, sarà il primo appuntamento, pensi tra te e te, mentre hai già capito che si tratta di adulterio. Lui, troppo stufo della mancanza di sesso nel suo rapporto, va alla ricerca di una giovane donna attraente che soddisfi i suoi capricci. Aggiungiamo pure che lui, potente uomo d’affari pieno zeppo di soldi, soddisfa i capricci di lei comprandole tutto ciò che desidera. Infondo non ci vedi nulla di male in un rapporto del genere, ognuno soddisfa i capricci dell’altro, è una sorta di compromesso. Poco dopo vedi arrivare Armin ed inizi a chiederti qual è la ragione che ti spinge a tradirlo. A livello intimo, la vostra relazione va a gonfie vele. Armin non ti fa mancare nulla anzi, è sempre disponibile ad ogni sorta di giochino perverso che gli proponi. Anche a livello economico va tutto bene, andate spesso fuori a cena e lui ti compra sempre ciò che desideri, sebbene il tuo ultimo desiderio sia stata la serie completa di Naruto, lui non ha obbiettato e te l’ha regalata, si è addirittura sforzato di trovare la prima edizione! Mentre sfoglia il menù continui ad osservarlo. Sai già di tuo che è davvero bello e che la stragrande maggioranza delle tue colleghe vorrebbero essere al tuo posto. In questi anni di relazione, ben due ormai, non c’è mai stato un singolo litigio, non una singola sfuriata tra di voi. È sempre stato tutto rose e fiori. Tutto perfetto. E forse è proprio questo che ti ha stancata alla lunga. La vostra sembra proprio la classica storia a lieto fine che ti raccontano quelli della walt disney. Ma tu non vuoi una storia da fiaba, vuoi una storia vera. Mentre vi servono gli involtini primavera i tuoi pensieri restano sempre fissi su quello stesso argomento.
   «Cosa ci trovi in me?» gli chiedi poi a bruciapelo.
   «Perché questa domanda?» ti chiede candidamente, senza scomporsi più di quel tanto.
   «È da un po’ che me lo chiedevo. So bene che non sei stupido e che ti sei reso conto che mezzo dipartimento ti porterebbe a letto più e più volte ma, nonostante tutte le belle donne che ti ronzano intorno, tu stai con me. Perché?»
   «Ci deve essere un motivo?»
   «Credo di si.»
   «Beh allora direi perché ti amo.»
   «E perché ami me? Io non ti ho mai corteggiato, non ti ho mai cercato. Sei stato tu a venire a… rompere per così dire.»
   «Rompere?»
   «Si beh… diciamo che non mi stavi poi così simpatico. Tutti mi parlavano di te come il belloccio dell’ufficio, quello che fa perdere la testa a tutte e, prima di incontrarti, questa tua descrizione mi è stata parecchio sullo stomaco.»
   «E poi? Come mai le cose sono cambiate?»
   «Perché siamo finiti a parlare di me?»
   «Perché sono curioso. Rispondi alla mia domanda ed io risponderò alla tua.»
   «Odio quando fai il detective e rigiri le cose a tuo favore. In ogni caso quando ti ho conosciuto mi sei sembrato solo un falso che fa il gentile con tutte per fare in modo di avere tutto il pianeta femminile ai suoi piedi. Per cui si, la prima cosa che ho pensato di te è stata che eri un falso egocentrico. Ma poi mi sono resa conto di essermi sbagliata. Essere gentile è la tua natura, non lo fai per un motivo in particolare, sei così e basta.»
   «Ed è questo che ti ha fatto innamorare?»
   «Forse si, forse no. E tu invece? Perché ti sei innamorato di me?»
   «Perché, a differenza delle altre, non mi ronzavi attorno. Non mi stavi addosso, non cercavi sempre il mio sguardo o altro. Tu sei sempre stata distaccata, menefreghista. Ed il fatto di non essere considerato per me era insolito, ed in parte la cosa forse mi ha quasi infastidito. Per cui ho deciso di avvicinarmi a te per capire per quale motivo ti comportassi in modo così distaccato con me e, conoscendoti a fondo, ho scoperto che sei una persona diretta, che dice in faccia quello che pensa e che si comporta diversamente da quello che è solo quando è strettamente necessario. Il fatto che tu sia così mi è piaciuto fin da subito ma, quando mi sono accorto che il piacere che provavo per te sfiorava più l’amore che un altro genere di interesse, ho capito che non potevo più fuggire, ormai ero caduto nella tua trappola.»
   «Ma io non ti stavo tendendo nessuna trappola.»
   «Beh, che tu l’abbia fatto o meno ci sono cascato. E come vedi, sono impigliato nella tua rete da più di due anni ormai.»
   «Penso che tu sia davvero un masochista.»
   «No, sono solo innamorato di te.»
   «…appunto.»
Concludi ponendo fine al discorso. Durante il resto del pranzo la conversazione si sposta altrove e tu sei felice così, non hai voglia di approfondire l’argomento. Alla fine della giornata lavorativa ti congedi salutando tutti. Armin ti invita a casa sua e tu gli dici che lo raggiungerai più tardi perché hai alcune spese da fare. Stai mentendo, ma questo nessuno lo sa. Esci dall’ufficio e prendi un taxi dirigendoti nel quartiere a luci rosse. Scendi e paghi il tassista badando bene di non farti vedere. Percorri alcuni metri prima di fermarti davanti al tuo locale. Prima di entrare butti una rapida occhiata all’insegna rossa luminosa che lampeggia illuminando la scritta “Red Apple” poi entri, sapendo di trovarlo li. Varchi la soglia e ti siedi al tuo tavolo. Ordini un drink analcolico, se ingerissi qualcosa di diverso, Armin lo noterebbe subito. Ti portano la tua coca cola ed inizi a sorseggiarla. Osservi il palco dove i ragazzi ballano mezzi nudi e cerchi il tuo lui tra la folla, ma proprio non lo vedi. Mentre i tuoi occhi sono ancora alla sua ricerca, è lui che trova te. Non hai bisogno di voltarti nella sua direzione, il modo in cui ti bacia il collo è inconfondibile.
   «Cercavi me?» ti sibila nell’orecchio facendoti venire i brividi.
   «Forse.»
   «Perché sei sempre così fredda?» ti chiede ancora, sciogliendoti la coda di cavallo e spostando una ciocca che ti è scivolata sul viso.
   «È stata una lunga giornata.»
   «Lo dici tutte le volte.»
   «È diventata un’abitudine dirlo.»
   «Oppure è semplicemente la scusa che accampi ogni volta che vieni qui da me
   «Non vengo esplicitamente da te, vengo semplicemente a distrarmi.»
   «E allora chi cercavi con tanto interesse con i tuoi occhioni verdi?»
   «Nessuno in particolare. Osservavo solo la gente. Lo sai che sono un poliziotto, è deformazione professionale.»
   «Smettila di mentire con me, non serve.»
   «E tu smettila di fare domande, sai benissimo che mi irrita.»
Non ha bisogno di aggiungere altro perché lui ti volta nella sua direzione e ti bacia con intensità. Sa benissimo come calmarti, e forse odi il fatto che ti conosca meglio di quanto tu conosca te stessa. Quando le vostre labbra si separano lui ti fissa intensamente.
   «Anche questo ti irrita?»
   «Hai finito con le domande?»
   «Ho capito.»
Conclude poi prendendoti per mano e trascinandoti nel privè. Fingi di non capire cosa sta accadendo, fingi di essere un’ingenua, ma sei consapevole di non esserlo affatto, anzi. Ormai sei una cliente fissa del locale, e lui è il tuo toyboy preferito. È stato lui a trovare te. Prima ancora di metterti con Armin frequentavi quel locale. Non ti importava molto di quello che la gente di quel posto pensasse di te, fino a quando non scoprivano la tua vera identità, tu li potevi essere una qualunque. Quando hai conosciuto Nathaniel hai pensato che non facesse per te. Quei capelli biondi e quell’aria da angioletto ti disgustavano terribilmente. Quando si è seduto al tuo tavolo ed ha iniziato ad attaccare bottone speravi solo che se ne andasse e, quando gli hai intimato di farlo con i tuoi modi poco gentili, lui ha cambiato rapidamente espressione lasciando spazio ad un volto quasi sadico che inizialmente ti ha quasi spaventata. “Bene, sono contento che con te non ho bisogno di essere servizievole ed angelico, la cosa mi aggrada. Dimmi dunque, che cosa ti piace davvero in un uomo?” è stata la prima cosa che ti ha detto non appena ha assunto la sua nuova espressione. Rimanesti spaesata ma, da quel giorno, cerchi sempre lui. Quando iniziò la tua storia con Armin cancellasti il club dalla tua vita. Durante i primi cinque mesi andò tutto bene ma, poi, ti rendesti conto che la tua vita era diventata monotona. Non volevi lasciare Armin, ma non volevi neppure vivere ogni giorno allo stesso modo. Quando tornasti al club Nathaniel ti riaccolse con il suo sorriso, quel sorriso che mostrava solo a te. Riprendeste tutto da dove avevate lasciato e, da quel giorno, hai ricominciato a frequentare il club. Forse fu la routine stessa a riportarti sui tuoi passi. Ti mancava la tua routine, quella senza Armin ma, allo stesso tempo, non volevi perdere quella instaurata con il tuo ragazzo. Da un anno e mezzo vivi una sorta di doppia vita, ma il brivido che provi ogni volta ti sprona a continuare così. Mentre sei rinchiusa nel privé a fare le peggiori cose con Nathaniel ripensi alla coppia vista qualche ora prima a pranzo. Pensi a come lui stesse tradendo la moglie che, molto probabilmente, era a casa ad aspettare il suo ritorno. Allo stesso modo tu stai tradendo il tuo ragazzo, spassandotela con il tuo toyboy personale, mentre lui è a casa ad aspettarti. Ti senti una merda per questo, ma sai di non poterne fare a meno. Non sai per quanto ancora questa storia andrà avanti, non sai neppure se ti porrai davvero il problema di prendere una decisione. Non appena esci dal locale corri in fretta e furia dal tuo ragazzo badando bene a non avere un capello fuori posto. Quando arrivi da lui la cena è pronta ed iniziate a mangiare. Restate in silenzio per buona parte del tempo e sai bene che questo non è un buon segnale. Quando lui inizia a parlare cominci a sospettare che la vostra prima litigata sia in arrivo:
   «Posso farti una domanda?»
   «Certo, dimmi.»
   «Ecco… sono due anni che stiamo assieme, ma non mi hai mai detto di amarmi.»
Ti fermi un istante con la forchetta a mezz’aria. Sapevi che prima o poi l’argomento sarebbe saltato fuori per cui hai già la risposta pronta:
   «Sai benissimo come sono. Io ti dico le cose in faccia, sono una persona diretta. Ma il fatto stesso che io sia fatta così, implica che faccio fatica a dire determinate cose, specialmente quelle più importanti. Non chiedermi perché, è così e basta.»
   «Ma tu mi ami?»
   «Certo che si.»
   «Mi rispondi sempre così, mai una volta che aggiungi un “ti amo anche io” o qualcosa del genere! Perché ti risulta così tanto difficile dirmelo?»
   «Non lo so!»
   «Allora forse non mi ami!»
   «Non è questo.»
   «E allora cosa?»
   «Non so bene come ci si debba sentire prima di pronunciare un “ti amo”! Non so come ti senti tu, che riesci a dirlo così tranquillamente, ma so come mi sento io e, sebbene sono più che sicura di provare quello che provi tu, non riesco ad esprimerlo.»
   «Perché non riesci? C’è forse qualcosa che ti blocca?»
   «Non lo so… ma perché tu ritieni così importante il fatto che te lo dica?»
   «Beh… perché sono due anni ormai che stiamo assieme e…»
   «Armin non mentirmi, non è questo, c’è dell’altro. Non fare il finto tonto con me, lo vedo subito quando mi racconti palle.»
   «Ecco… girano delle voci…»
   «Che genere di voci?»
   «Che mi tradisci.»
La forchetta ti scivola dalle mani cadendo sul piatto e producendo un rumore sordo. Pensavi di essere stata sufficientemente cauta. Pensavi di essere stata prudente. Eppure, qualcosa è trapelato. Una minima cosa, non sai quale, ma è trapelata. E ora sei nella merda. Nella merda fino al collo. Ti stai ritrovando davanti alla fatidica scelta, e tu non hai la più pallida idea di che strada intraprendere.






Commento dell'autrice: Torno dal cinema ed invece di andare a dormire mi viene in mente questa storia, allora mi dico "ma si butto giù due righe tanto per..." ed ora eccomi qui, alle cinque meno un quarto di mattina, a pubblicare questo capitolo (ho seri problemi... seeeeempre più seri, perdonatemi xD). Spero che la storia vi sia piaciuta. Per chi ha già letto i miei vecchi racconti, si sarà accorto che questo è uno stile nuovo in tutto e per tutto (non chiedetemi da dove sia uscito... sto ancora cercando di capirlo xD) mi auguro sia stato di vostro gradimento! Come al solito chiedo perdono per gli errori grammaticali, sia per l'ora in cui ho scritto, sia per il fatto che è la prima volta che scrivo in terza persona e non ci sono affatto abituata (spero non ci sia nessun docente di italiano qui, o temo che mi sequestra il diploma per mancanza di coesione grammaticale xD), spero di aver azzeccato i verbi almeno qui nel commento... mamma, adesso mi vengono i complessi xD Detto questo direi che vado a dormire, sono decisamente sconvolta (dovrei studiare per gli esami al posto di perdermi tra le mie fantasie, mannaggia xD)! Ora vi saluto davvero, fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo racconto, di questo nuovo capitolo... beh, insomma, se lasciate una recensione, positiva, negativa o neutra che sia l'accetterò più che volentieri! Grazie a tutti e... buonanotte xD
   
 
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