Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Trick    05/02/2015    3 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scritta per la Battaglia Navale di Pseudopolys Yard (cliccate sul link, cliccate sul link, cliccate, cliccate…) dove lo scopo del gioco e del dolore è quello di affondare le ship. Perché non ci piace soffrire. :)
Il prompt era “I bet my life” degli Imagine Dragons.
 
 
 
 
*
La verità
RemusxSirius
1100 parole
 
You tell me to hold on
Oh you tell me to hold on
 
« Non dire niente ».
Remus socchiuse le palpebre per un istante, permettendo alla voce gracchiante di Sirius di artigliargli ancora una volta la mente, di entrare e fare a pezzi un altro angolo della fotografia del giovane che ricordava. Ormai ne conservava solo le briciole.
« Non potrai ignorarmi per sempre » lo ammonì con voce debole. Lasciò vagare lo sguardo fra i mobili impolverati della cucina di Grimmauld Place nel vano tentativo di trovare una distrazione. « E questo posto andrebbe pulito come si deve ».
Sirius tacque. Continuò a giocherellare con le linee del tavolo di legno, seguendone le curve con il polpastrello in monotoni cerchi concentrici per diversi secondi ancora, fino a quando Remus non perse la pazienza.
« Ora devi ascoltarmi ».
« Lo faccio ».
« No, tu non ci provi nemmeno » replicò con durezza, trovando finalmente il coraggio di varcare la soglia della cucina e di piazzarsi di fronte a lui. « Forse non ci sei mai riuscito proprio per questo motivo ».
Non era del tutto sicuro che avrebbe voluto trovarsi lì, né che quello forse il momento o il luogo adatto per quella conversazione, per quelle parole. Avevano già aspettato troppo – e Sirius lo sapeva quanto lui. Avevano aspettato prima un giorno, poi una settimane, poi mesi interi… e un anno dopo niente di ciò che di loro era cambiato era ritornato a posto.
Aveva trascorso l’ultimo anno a chiedersi se sarebbero mai riusciti a tornare indietro. C’erano degli istanti in cui ci credeva davvero, in cui non vedeva altra possibilità, perché non era semplicemente concepibile che Sirius non desiderasse cancellare ogni sbaglio quanto lo desiderava lui. E in quei momenti di folle positività ogni strada sembrava in discesa, ogni violenza del passato dimenticata.
Poi lo vedeva.
Vedeva il suo viso, i segni del tempo e di Azkaban, la profondità dei suoi occhi grigi spenta per sempre dall’avida fame dei Dissennatori… e sapeva cosa vedeva Sirius. Vedeva l’ombra di un uomo che sorrideva con le labbra e non più con gli occhi, cercava di scorgere il ragazzino con i riccioli biondi e ne trovava solo lo spettro dai capelli ingrigiti.
Il tempo in cui si erano amati di nascosto sembrava perduto per sempre. Erano lucciole, erano fiocchi di neve, erano fili d’erba… all’epoca Sirius si divertiva a trasformare ogni loro carezza in una metafora stupida. Remus ne rideva fino ad avere il singhiozzo, ma poi aveva capito per quale motivo Sirius continuasse a trovare di volta in volta sempre più metafore con il mondo, sempre più meraviglie a cui legarsi… erano sbagliati, loro due.
Lo sapevano tutti.
Sirius era un ricco Purosangue rinnegato da una famiglia di psicopatici, mentre lui era un disgraziato Lupo Mannaro con la divisa di seconda mano. Forse le cose non sarebbero migliorate nemmeno se non fossero stati due ragazzi. O forse sì – una delle cugine di Sirius non aveva forse sposato un Nato Babbano?
Storie diverse. Ragazzi diversi.
« Non mi devi niente, Sirius » iniziò Remus. « E io non devo nulla a te. Cerchiamo di non dimenticarlo ».
Sirius sollevò appena il capo e gli rivolse un’occhiata inquisitoria.
« Lo credi davvero? ».
“Certo che no”.
« Credo non abbia più importanza, giunti a questo punto. Sono passati dodici anni… ». Sirius distolse lo sguardo con un lampo di stizza nello sguardo, ma Remus proseguì ugualmente: « …siamo persone diverse. Siamo cambiati. Saremo sempre il passato l’uno dell’altro, ma io… ».
« Dillo, Moony » lo incitò bruscamente Sirius. « Dillo e basta ».
« Credo di aver smesso di amarti da molto tempo ». Si appoggiò al tavolo e incrociò le braccia al petto con un timido sorriso nostalgico. « Anche se probabilmente amerò per sempre il ricordo del ragazzo che sei stato… di ciò che eravamo, ciò che avevamo. Ma non siamo più noi. Non abbiamo più niente di noi ».
Sirius emise uno sbuffo di maligno sarcasmo.
« Non ti ricordavo così lapidario ».  
« Lo so » sussurrò Remus a capo chino. « E mi dispiace ».
« Non è vero » ribatté Sirius. La sua voce iniziava a tramutarsi nel sibilo d’odio che Remus aveva iniziato a temere. « A me hanno costretto a dimenticarti, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Mi hanno scavato nelle viscere e si sono aggrappati a tutto ciò che trovavano… ti ho tenuto stretto nella mia testa come nient’altro, gli ci sono voluti anni perché io ti lasciassi a loro… e a me che dispiace ».
« Sirius… ».
« A te è stato sufficiente il tempo » concluse rabbioso. Si alzò in piedi di scatto e lo fissò con sguardo astioso. « Hai ragione, Moony: non ti devo niente. Cerca di non dimenticarlo ».
Remus si frappose fra lui e la porta prima che Sirius abbandonasse la cucina. Colpì lo stipite di legno con un pugno furioso e si conficcò le unghie nei palmi, incapace di credere che quella fosse realmente la strada che lui intendeva percorrere.
« Non osare mai più insinuare che sia stato facile, che sia stato naturale… ». Anche la sua voce iniziava a ricordare il basso ringhiare di un animale arrabbiato. « Tu non c’eri e tutto ciò che conservavo di te era la maledetta confusione per ciò che avevi fatto! Io ti amavo come non ho mai amato nient’altro e tu… ».
Scosse il capo e abbandonò le braccia ai fianchi, appoggiandosi con aria sconfitta alla parete. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Dopotutto lo aveva già accettato da tempo, forse Sirius non aveva torto. Aveva accettato da tempo ciò che era accaduto, si era rassegnato e si era abituato. Prima o poi anche Sirius lo avrebbe capito.
« Hai ragione » gli disse. Sentiva gli occhi bruciare, ma per nessuna ragione al mondo si sarebbe mai lasciato andare davanti a lui – non più. « Mi è bastato il tempo. E vuoi sapere la verità? ». Si lasciò andare a una risatina nervosa. « La verità, Padfoot, è che mi è servito troppo tempo. La verità è che ho smesso di amarti nel momento esatto in cui ho scoperto che Peter era vivo e tu eri innocente… perché l’unica spiegazione era che tu non mi avevi amato abbastanza per fidarti di me ».
Sirius sferrò un calcio furioso a una sedia, ma non aggiunse altro.
 
But innocence is gone
And what was right is wrong
I bet my life – Imagine Dragons
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Trick