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Autore: besideboo    06/02/2015    0 recensioni
"People fall in love in mysterious ways, maybe it's all part of a plan." -Ed Sheeran
Harry Styles: 16 anni, distretto 12
Louis Tomlinson: 18 anni, distretto 2
Harry e Louis si ritrovano a dover partecipare agli Hunger Games, ma credo sia noto a tutti che alla fine ci può essere un solo vincitore.
It's Larry||
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III



LOUIS
 
Il giorno dopo iniziarono le sessioni di addestramento.
Essendo il primo giorno, fummo lasciati liberi di allenarci da soli, senza sfide a cui partecipare o “talenti” da mostrare ed, essendo io e i miei “amici” abbastanza allenati, decidemmo di prendercela con qualcuno. E chi poteva essere la nostra vittima se non il ragazzo del distretto 12?
Lo trovammo intento a tirare con l’arco, man mano che ci avvicinavamo si poteva scorgere sempre di più quando fosse concentrato, i suoi enormi occhi verdi puntati contro il bersaglio, la sua bocca socchiusa e i suoi muscoli tesi al massimo che non mi aiutarono certo a… Aspetta cosa? Louis Tomlinson distratto da uno sfigato?
Forse sarebbe stato meglio risolvere la situazione al più presto.
Mi avvicinai di soppiatto alla sua faccia e quando ero ormai a mezzo centimetro dal suo collo urlai –STYLES!- facendolo saltare dallo spavento, così che una volta tirata la freccia, per poco non colpì il ragazzo dell’11 che si trovava un bel po’ lontano dalla zona dove ci trovavamo adesso. Inevitabilmente tutti i favoriti che erano lì con me scoppiarono a ridere, mentre io restai a guardare il riccio con un ghigno stampato in faccia, ma quando i suoi occhi incontrarono i miei, la mia faccia tornò seria perché i pensieri che stavano affollando la mia mente erano decisamente inopportuni. Dovetti usare tutta la forza che avevo in corpo per non avvicinarmi a lui, così preferii andarmene.
Se non mi ero chiesto fino ad allora cosa mi stesse facendo quel ragazzo, ora stavo quasi per trovare una risposta a una domanda che non mi ero mai posto.
 
 

HARRY
 
Quella sera, sfinito dal continuo allenamento e dal gruppo di favoriti che non faceva altro che girarmi intorno, decisi di uscire sulla terrazza per pensare. Era una cosa che facevo spesso nel 12 prima di andare a dormire, mi sedevo accanto all’albero vicino casa e pensavo a qualsiasi cosa, a partire dalla giornata appena trascorsa al mio irrealizzabile sogno di diventare uno scrittore. Ecco, appunto irrealizzabile perché se volevi sopravvivere nel mio distretto, fare lo scrittore non era proprio d’aiuto, ma saperlo non mi bastò a decidere di scrivere un diario, che tenevo nascosto sotto il letto, dove parlavo della mia vita e, quando questa si faceva troppo noiosa, iniziavo a inventare storie, e lo amavo. Amavo quella pace che si creava quando scrivevo, la stessa pace che trovai quella sera mentre guardavo le stelle e pensavo alla giornata appena trascorsa. Ma non mi ero assolutamente accorto, prima di allora, di quella presenza costante dietro di me, finchè non tossì.
Mi girai lentamente, con il terrore di essere stato scoperto –tecnicamente, anche se la terrazza era accessibile solo dal piano del distretto 12, non mi era permesso andarci-, ma quando la figura nell’ombra si avvicinò realizzai che era molto peggio di essere stato scoperto, perché quello davanti a me era Louis Tomlinson, ovviamente pronto a insultarmi, se non peggio, e dopo una giornata del genere, bisognava ammettere che ritrovarselo davanti era proprio la conclusione perfetta.
Eppure non disse niente, semplicemente mi si sedette accanto e iniziò a guardare le stelle.
Iniziai a fissarlo inevitabilmente, sembrava così tranquillo in quel momento che, se non fosse stato per quegli occhi indimenticabili, sarebbe stato difficile riconoscerlo.
Mi chiesi perché si trovasse lì a guardare le stelle, perché non mi stesse insultando, perché non era con il solito gruppetto che lo seguiva ovunque andasse e perché non riuscivo a smettere di fissarlo, soprattutto ora che notai un lieve rossore sulle sue guance.
Quella mia grande voglia di conoscerlo, anche se aveva passato gli ultimi due giorni torturandomi, si fece sentire.
-Che ci fai qui?- chiesi
-E me lo chiedi dopo un quarto d’ora che sono seduto?-
Rimasi immobile a guardarlo, in effetti me la aspettavo una risposta del genere.
-Almeno mi dici come hai fatto ad arrivarci qui? Cioè, solo quelli che hanno l’attico possono salire.-
-In realtà neanche tu dovresti essere qui.-
-Questa te la concedo, ma non mi hai ancora risposto.-
Lui si girò verso di me, ero convinto che stesse per insultarmi vista la mia sfacciataggine, ma semplicemente fece spallucce e rispose
-Trucchi del mestiere.-
Allora non potei tenere a freno i miei pensieri.
-Oddio hai una specie di relazione segreta con la mia mentore?- mi tappai subito la bocca.
Lui scoppiò a ridere e wow, era la risata più bella che avessi mai sentito.
No, Harry, evitiamo pensieri del genere.

Quando smise di ridere, l’immagine di un Louis Tomlinson sorridente era ancora impressa nella mente di Harry e lo fece sorridere a sua volta.
-Non farti strane idee, Styles.-
-Perché non ci sono i tuoi amici con te?-
-Per il semplice fatto che non li sopporto.-
-Ma.. Oh-
Non avevo pensato al fatto che Louis potesse stare insieme a quel gruppo di favoriti solo per salvarsi nell’arena. Ma infondo, ora che quell’idea si era formata nella mia mente, tutto prendeva più senso, a partire dal fatto che la maggior parte delle volte in cui venivo preso in giro, lui non rideva. Quindi, magari lo faceva solo per procurarsi il rispetto degli altri tributi, ma come se mi avesse letto nel pensiero, disse
-Ma non credere che prenderti in giro non mi diverta.-
-Immaginavo- risposi con una punta di delusione e per poco non persi un battito quando lui rise di nuovo.
Louis Tomlinson, cosa mi stai facendo?

Restammo lì altre due ore a non fare assolutamente niente se non parlare fra di noi, e scoprii che era davvero bello poter parlare con lui, così bello che mi dimenticai di tutto in quella serata, del mio distretto, degli Hunger Games e di ciò che sarebbe successo poi.
Quando decidemmo di alzarci per andare a dormire, e passammo per la porta stretta contemporaneamente, non potemmo fare a meno di stringerci e mi ritrovai a guardarlo per l’ennesima volta scoprendo che anche lui stava facendo lo stesso con uno strano luccichio negli occhi.
Non feci neanche in tempo a distogliere lo sguardo, che Louis mi prese e mi sbattè violentemente contro il muro.
Oddio oddio oddio oddio oddio oddio
Fu l’unica cosa che riuscii a pensare in quel momento, soprattutto con il castano completamente spalmato contro di me mentre ancora mi fissava e poi, come se fosse la cosa più normale di tutte, mi baciò e in quel momento mi sentii sciogliere. La sua bocca si muoveva veloce sulla mia, e dopo un momento di shock, risposi al suo bacio, concedendo anche alla sua lingua di scontrarsi con la mia e scoprii che come la sua risata e i suoi occhi, anche la sua bocca era una delle cose che adoravo di lui.
Avvicinandosi ancora di più, fece scontrare i nostri principi di erezione e fu allora che mi sentii svenire.
Ma allora Louis si staccò e riprese a fissarmi, entrambi col fiatone per non esserci staccati neanche per un attimo da quel bacio, e come fu naturale per me baciarlo, così fu naturale spostare una mia mano sul suo volto per togliergli una ciocca di capelli che gli oscurava gli occhi, ma fu allora che Louis scappò via.
 
Passai tutta la notte a pensare a quel bacio, a Louis e a come mi aveva fatto sentire. Giunsi alla conclusione che, nonostante fosse scappato via, forse provava qualcosa e forse, ma solo forse, quel qualcosa lo provavo anche io.







 
  
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