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Autore: NotFreddie    06/02/2015    2 recensioni
"[...] Questo significa avere due vite che scorrono su binari antiparalleli.
River lo sa: quando il Dottore l’ha incontrata per la prima volta, lei sapeva tutto di lui, che invece non l’ha nemmeno riconosciuta. Nemmeno si fidava di lei, neanche conosceva il suo nome.
River lo sa: le ultime volte che ha vissuto insieme a lui sono state le sue prime, e viceversa.
River lo sa: è per questo che ad ogni domanda del Dottore risponde sempre “spoilers!” e sorride, perché vorrebbe piangere, e ringrazia il Destino per quell’altra avventura con lui, sperando che non sia l’ultima. [...]"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Save her.
 
 
 
 
 
 
A   C., che mi è stata accanto in questi anni difficili.
Grazie per avermi condotta fin qui.
 
 
 
 
 
 
 
Chap. 1: Amelia Pond
 
È domenica.
Chissà perché le migliori storie iniziano sempre di domenica.
Infatti è domenica quando Amelia Pond conosce il Dottore.
Amelia è “la Ragazza Senza Senso”, una bambina che a Pasqua prega Babbo Natale sperando di non averlo svegliato e gli chiede di mandare qualcuno  ad aggiustare quella stupida crepa sul suo stupido muro che nemmeno la stupida zia Sharon ha mai compreso fino in fondo.
Amelia è “la Ragazza Che Ha Aspettato”, infatti quella domenica aspetterà per tutta la notte il ritorno dell’Uomo Stropicciato, e così farà anche il giorno seguente.
E quello dopo ancora.
E gli anni a venire.
 
 
 
 
Chap. 2: River Song
 
È domenica.
Chissà perché le migliori storie finiscono sempre di domenica.
Infatti è domenica quando il Dottore conosce River Song.
River è un’archeologa: già solo per questo il Dottore non si fiderebbe di lei nemmeno se lo pagassero profumatamente.
Cosa che, puntualmente, nessuno fa mai.
È ancora domenica quando lei gli chiede aiuto, e lui accorre perché, cazzo, lui è il Dottore e quella è la maledetta River Song, che lui sappia o non sappia cosa cazzo significhi ciò in quel preciso istante.
È sempre la stessa domenica quando lei, sull’orlo dell’esasperazione, decide di compiere l’Estremo Gesto: gli sussurra in un orecchio il suo nome, il nome del Dottore che, sbalordito, mette in moto il cervello: c’è una sola ragione per cui River conosca il suo nome, ed è il matrimonio.
Come non fidarsi della propria moglie?
Sono tante le cose che il Dottore ancora non sa, in confronto a quelle che non sa River: eppure, non è forse meglio, talvolta, vivere nella completa ignoranza, piuttosto che nella menzogna?
 
 
***
 
Il destino è stato crudele con loro, River se ne rende conto.
Lei, la figlia dei suoi migliori amici, figlia della Tardis, metà umana e metà Signore del Tempo.
Lui, l’ultimo della sua specie, sempre in fuga dal passato, Signore del Tempo che si fa chiamare “Dottore”.
Lei, in carcere per l’omicidio del miglior uomo che abbia mai conosciuto.
Lui, la cui semplice presenza ha salvato molte vite, il cui solo nome fa nascere la speranza in molti.
Questo significa avere due vite che scorrono su binari antiparalleli.
River lo sa: quando il Dottore l’ha incontrata per la prima volta, lei sapeva tutto di lui, che invece non l’ha nemmeno riconosciuta. Nemmeno si fidava di lei, neanche conosceva il suo nome.
River lo sa: le ultime volte che ha vissuto insieme a lui sono state le sue prime, e viceversa.
River lo sa: è per questo che ad ogni domanda del Dottore risponde sempre “spoilers!” e sorride, perché vorrebbe piangere, e ringrazia il Destino per quell’altra avventura con lui, sperando che non sia l’ultima.
E invece, cazzo, lui ce l’aveva uno spoiler per lei, lo sapeva, maledetto, lo sapeva e non ha detto niente per tutto questo tempo e lei non può far altro se non odiarlo ed amarlo ancora di più contemporaneamente.
Anzi no, è stata lei stupida, perché il Dottore non ha parlato, ma eccome se ne ha dette di cose! Avrebbe dovuto capirlo da sola, da quelle lacrime traditrici la sera del loro ultimo incontro, o dal suo donargli il cacciavite sonico, quel maledetto aggeggio da cui non si separerebbe mai.
River a volte si è interrogata su come possa amare un tale personaggio.
È stata creata ed allevata con il solo scopo di uccidere il Dottore e, paradossalmente, di lui e lui soltanto s’è innamorata.
Ha avuto altri uomini? No, certo che no! Come potrebbe mai tradire lui, come?!
Il suo angelo.
Suo marito.
 
***
 
River allunga una mano verso il suo collo, lì dove dovrebbe trovarsi il papillon.
E trova il vuoto.
E quasi non ha più voglia di convincere questo Dottore che non è il Dottore, questo Dottore che non porta le bretelle e non crede che i fez e i papillon siano cool, questo Dottore che non parla a raffica come se pensasse costantemente ad alta voce, questo Dottore che è così sentimentale, questo Dottore che non l’ha riconosciuta, anzi peggio, non sapeva nemmeno che lei esistesse, questo Dottore che fatica a fidarsi di lei.
Ma River è abituata a sorridere alla vita anche mentre la sta prendendo a calci in faccia così, semplicemente, glielo dice.
E nonostante le sue dita siano poggiate sulla carne e non sulla stoffa, pare che le cose vadano un po’ meglio.
 
River l’ha amato, il Dottore.
È cominciato tutto così, con il suo attacco dolce e lui che la respingeva, scandalizzato, impaurito.
È nata per ucciderlo, invece gli ha salvato la vita.
E lui l’ha sposata.
Le piaceva evadere dalla cella ed incontrarlo, viaggiare con lui e prendersi cura di quell’uomo – sì, sua madre ci aveva visto giusto – stropicciato.
Avrebbe voluto più tempo con lui?
Certo, chi non ne vorrebbe?
Sarebbero invecchiati insieme, magari avrebbero avuto dei figli?
River non ci ha mai pensato, in effetti.
Sa solo che darebbe un organo per un altro giorno col Dottore, il suo Dottore.
Non gli ha nemmeno detto addio.
E ora è arrivato il suo momento.
River è comunque soddisfatta della vita che ha vissuto.
Le rimane un ultimo, solo atto d’amore per lui.
 
***
“No, River!”
Non è questo, ciò che vuole.
“Non puoi fare niente.”
Lui scamperà alla morte, l’ha fatto innumerevoli volte, perché non dovrebbe riuscirci anche stavolta?
“PUOI LASCIARLO FARE A ME!”
Guardare tua moglie morire è un’esperienza lancinante, anche se – giustamente – il Dottore non può dire realmente che quella sia sua moglie.
Ma quel modo in cui lei dice “spoilers!” quando lui le chiede delle manette, quel suo sorriso beffardo ed accattivante allo stesso tempo, hanno un che di così familiare, dentro, che il Dottore vorrebbe quasi urlare e chiamare ingiustizia il fatto che lui, di lei, non sa niente.
È un addio straziante, il loro: è solo in quel momento che il Dottore realizza effettivamente che quella sarà sua moglie, un giorno, e vederla sacrificarsi per lui è insopportabile. In più, c’è tanto di quell’amore che trasuda da ogni gesto, ogni sua parola che lui non riesce a far altro se non “ti prego, River, no” pregarla.
“Se tu muori qui, significherà che non ti ho mai incontrato!”
Cercare di aggrapparsi ad una flebile speranza e “il tempo può essere riscritto” sputare tra i denti, cercando di liberarsi dalle manette.
“Non il nostro tempo, non osare!”
E poi, docilmente, lasciarsi andare. Cercare di trattenerla, di saltare a piè pari l’autodistruzione della Biblioteca, distraendola per fare in modo che si dimentichi della follia che sta per fare.
E, invece, sentirla dire “spoilers” un’ultima volta, osservare impotente una lacrima rotolarle giù dalle ciglia, mentre le sue mani collegano i cavi.
 
***
L’ha ammanettato: non può lasciargli fare una cosa del genere ed, in ogni caso, lui è pur sempre il Dottore, che sia o non sia il suo.
È bello ed orribile allo stesso tempo sentirlo mentre la prega di non farlo.
È bello ed orribile allo stesso tempo raccontargli come funzionano le cose tra di loro.
È bello ed orribile allo stesso tempo rassicurarlo, dirgli che lui la vedrà ancora.
È bello ed orribile allo stesso tempo ripercorrere il loro ultimo incontro, ricordarsi delle sue lacrime – oh, dolce amore mio! – guardare il suo cacciavite che giace sul taccuino che lui le aveva regalato tempo addietro, guardare negli occhi dell’uomo che le sta di fronte e vederci qualcosa, un millesimo della scintilla che vedeva nei suoi occhi.
È solo orribile avere la consapevolezza di aver esaurito il suo tempo con lui.
Ma, è bellissimo e anche struggente e tristissimo poter rispondere “spoilers!” alla sua ultima domanda, sorridere di nuovo a quella vita che la sta prendendo un’ultima volta a calci in faccia e, infine, collegare i cavi.
Lasciando per sempre questo mondo.
Lasciando per sempre il Dottore.
 
***
È questo, ciò che caratterizza il Dottore: il dolore che prova nel vedere che tutti cadono, ma lui rimane sempre.
È questa consapevolezza, che minaccia di farlo impazzire: deve aver amato molto River, eppure che differenza ha fatto? Nessuna.
E allora, quante Rose, quante River, quanti Jack ci saranno ancora nella sua vita?
Ma, soprattutto, come ha fatto a vivere la sua vita con River già conoscendo la sua morte?
Perché sapevi che avresti potuto salvarla, Dottore.
River ha detto che il loro tempo non può essere riscritto.
Eppure ha anche scritto: “Regola numero uno: il Dottore mente” e, piccolo piccolo, ha aggiunto “e così anch’io.”
È questo dettaglio che fa sì che il Dottore decida di riscrivere il loro tempo, di combattere quel destino che non ha concesso loro abbastanza tempo, di non scappare semplicemente perché non  è da lui.
Pensaci bene, Dottore: se River avesse voluto che tu la mantenessi in vita perché non chiedertelo, semplicemente? Perché darti il cacciavite che il tuo io futuro le aveva dato?
Perché piangere, durante il vostro ultimo incontro?
Pensa, Dottore: seppure tu la riportassi in vita, cosa succederebbe?
“…”
Sì, vivrebbe ancora, ma… ricordi? Vite antiparallele.
Non incontrerebbe mai più il suo Dottore.
“E… allora?”
E, allora, meglio la morte.
“No, no. No.”
Salvala.
Salvala, Dottore!
Io ti salverò, River Song.
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
 
Ebbene sì, sono una Whovian.
(Nonostante io non ami particolarmente Ten perché credo che RiverxEleven sia il massimo, ho scelto di scrivere sulla morte di River Song perché ho sempre ritenuto Ten il più emotivo e il più sentimentale tra i Dottori e, quindi, perfetto per lo scopo letterario di questa fan fiction.)
Mi scuso per la brevità, ma soprattutto per il pezzo su Amy che ha un suo senso, infatti vi spiego brevemente il perché: innanzitutto, è con lei che è cominciata la vita di Eleven, quindi la vita del Dottore che ha amato River e che l’ha sposata, ma specialmente perché Amy è la madre di River, ergo anche – e soprattutto – il suo punto d’inizio.
Grazie di essere giunti fin qui!
 
F.
  
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