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Autore: roxy_xyz    08/02/2015    1 recensioni
|Flash| Tobias!centric|Introspettivo|
Un breve excursus nella mente di Tobias Eaton: in un passato dominato dalla paura e dalle percosse, arriva finalmente la libertà e Tris. Una flash con un pizzico di flangst, quanto basta!
Dedicata a Lights, tanti auguri, lovvetto!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nick: roxy_xyz

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Titolo: Shadows

Fandom: Divergent

Personaggi: Tobias Eaton

Genere: Flash (421 words), introspettivo, un pizzico di happy ending alla fine.

Note: Ho provato a calarmi nella mente di Tobias, il mio personaggio preferito della saga, per il suo passato burrascoso (per non dire padre altamente stronzo),  e ho voluto fare una breve introspezione,  accennando alle percosse che ha subito durante la sua infanzia.

Tris appare due volte, ma in entrambi i casi è lei a salvare Tobias dalle tenebre ( lo so, sono parecchio romantica ultimamente). L'ultima frase (in corsivo) si riferisce alla scena di un cui Tobias riesce a sconfiggere e ad uscire dalla simulazione!

Infine, grazie Lights, perché se non mi avessi puntato la lupara costringendomi a scriverla per il tuo compleanno… ah, che sbadata, tanti auguri lovvetto! Quindi dicevo, se non avessi chiesto il regalo, questa flash non avrebbe mai visto la luce. Happy birthday!

 

 

 

#Shadows

 

 

 

Per quanti anni ho sopportato le percosse, le umiliazioni di mio padre? Guardavo mia madre cadere sotto la forza di quei colpi e mi dicevo che non sarei mai riuscito a salvarla, lui era troppo forte e la sua cattiveria sembrava non avere limiti. E quando persino lei non poteva più proteggermi, ero stato costretto a uscire dal mio nascondiglio, esponendomi ancora una volta a lui. Volevo essere coraggioso, come mia madre mi aveva insegnato. Dovevo, eppure sembrava così difficile ai suoi occhi, perché io non meritavo nulla, se non il tocco della sua cintura. Bruciava, bruciava ogni dannata volta.

“Sii coraggioso, Tobias.” Erano queste le parole che mi facevano addormentare la sera. Mia madre non aveva mai dovuto raccontarmi favole per la buonanotte o tranquillizzarmi su qualche mostro nell’armadio. No, non ne aveva bisogno perché non era nascosto ai nostri occhi, bensì presente nelle nostre vite. Davanti ai nostri occhi, ogni singolo giorno.

L’avevo vista per la prima volta al funerale di mia madre, quando persino in quel giorno ero stato il capro espiatorio di mio padre. Lei non c’era più per colpa mia, perché era stanca, delusa di avere un figlio inetto come me.

Non potevo fare altro che accettare quelle parole, senza muovere un muscolo.

Fu sotto quella pioggia battente che la vidi: una bambina, tutta infagottata in quei vestiti grigi che la privavano di ogni colore e la nascondevano agli occhi dei presenti, ma non ai miei. Era piccola, sì, eppure nei suoi occhi c’era una tenacia e una forza che io non avrei mai avuto. Forse, aveva ragione mio padre quando affermava che non sarei mai stato un uomo, come lui stava cercando di trasformarmi con i suoi assurdi metodi. O forse furono quelle parole che continuavo a ripetere ogni notte, nel buio della mia camera.

“Ti amo, Tobias.” Era stato l’ultimo saluto di mia madre, prima di lasciarmi solo.

“Ti amo, Tobias.” Mi aveva detto lei prima di sacrificarsi, smettendo di lottare contro di me, strappandomi dalla simulazione in cui ero prigioniero. Non indossava più quei vestiti, non era rimasto nulla di quella bambina, ma lo sguardo era sempre lo stesso e fu proprio quello a salvarmi. Mi ero lasciato tutto alle spalle, soffocando le mie paure, in attesa che queste, prima o poi, svanissero come polvere al sole. Avevo dovuto aspettare il suo arrivo, il suo salto per tornare a vivere ed essere finalmente coraggioso.

Il sole era entrato prepotente da quella finestra, illuminando tutte le ombre di quella stanze, ed allora l’avevo vista.

 

 

 

 

            “Ho solo sentito la tua voce.”

 

 

 

   
 
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