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Autore: effe_95    10/02/2015    10 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

100. Cinque meraviglie.
 
 
<< Davvero Alješa sei stato fantastico! Come cavolo hai fatto a tradurre quella frase subordinata piena di piuccheperfetto e stranezze simili?! >>
Claudia fu raggiunta in cucina dalla voce allegra del suo secondogenito, le sfuggì un sorriso mentre guardava distrattamente l’orologio che segnava le tre del pomeriggio, quel giorno aveva fatto le corse dal lavoro per arrivare a casa ad un orario decente che le permettesse di organizzare la festa della figlia più piccola.
<< Con il cervello >> Replicò Aleksej entrando nella cucina. << Se tutto va bene prenderai un bel nove e mezzo, ero solo indeciso su quel maledetto congiuntivo, ma non devo aver sbagliato troppo. Dopotutto Aristotele è pur sempre Aristotele >> Non appena ebbe finito il suo monologo, Alješa si sporse verso Claudia e le lasciò un bacio sulla guancia.
<< Ciao mamma >> Claudia si girò verso il figlio più grande e gli sorrise baciandolo a sua volta, anche se aveva tutte le mani bagnate.
<< Com’è andata oggi? >> Domandò la donna controllando accigliata il forno, Ivan si lasciò cadere pesantemente su una sedia e scrutò la madre contrariato.
<< A me un bacio non lo dai? >> Chiese incrociando le braccia dietro la testa, Claudia non lo fece nemmeno finire di parlare che lo abbracciò stretto stretto, Ivan aveva sempre amato quel profumo di mamma che aveva Claudia, tra quelle braccia si sentiva al sicuro.
<< Ma che coccolone >> Lo prese in giro Aleksej, mentre rubava un biscotto da uno dei vassoi, Ivan gli mostrò il dito medio, facendo si che Claudia non potesse notarlo.
<< Pavel è già tornato? >> Si informò il fratello più grande, Claudia sospirò pesantemente e guardò Alješa con i suoi occhi verdi e scintillanti, proprio uguali a quelli di Ivan.
<< Si, ma aveva gli occhi arrossati dal pianto ed è scappato rinchiudendosi in camera prima che potessi fermarlo. Ho provato a fargli aprire la porta, ma non mi ha nemmeno risposto. Non capisco perché fa così e non parla con me >> Commentò preoccupata la donna, mentre si lasciava cadere pesantemente sulla sedia accanto al secondo figlio. Aleksej finì di mangiare un altro biscotto e si staccò dal muro sul quale si era appoggiato.
<< Vado a parlarci io, magari mi ascolta >>
<< Va bene, nel frattempo io chiamo tuo padre. È andato a prendere nonno Alexandr, nonna Katerina e zio Il’ja all’aeroporto insieme ad Andrea e a Lisa >> Claudia sospirò.
 
<< Pavel, vuoi aprirmi per favore? >>
Alješa aveva posto la stessa domanda almeno tre volte, ma come al solito Pavel non gli aveva aperto. Era un bambino così introverso che raramente si apriva con gli altri, quando capitavano quegli episodi, di solito era Yulian a tirarlo fuori dalla stanza.
<< Andiamo, Pavlik, non vorrai mica mettere il broncio il giorno della festa di tua sorella? >>
Dall’alta parte non giunse nessun rumore, Alješa cominciò a preoccuparsi, Pavel era silenzioso, ma poteva esserlo davvero così tanto?
<< Pavel, apri dai. Ti do una mano con geografia, vuoi? >>
Aleksej era sicuro che non avrebbe mai funzionato quella proposta, ma con sua grande sorpresa la porta si aprì con un leggero scatto e fu lasciata accostata per permettergli di entrare. Pavel divideva la stanza con Andrea, il suo lato della camera era sobrio ed ordinato, il lato di Andrea era un casino senza fine, l’esatta immagine del carattere del bambino.
Aleksej individuò Pavel rannicchiato sotto le coperte del letto, gli si vedeva solo una parte della nuca con i capelli biondi e ribelli e le dita strette attorno alla coperta con una mossa ferrea. Il ragazzo più grande rimase per un po’ davanti alla porta, indeciso sul da farsi, e alla fine si accomodò sul letto di Pavel infilandosi sotto le coperte.
Non era stato affatto difficile, Pavel aveva allentato la stretta apposta.
Sotto le coperte entrava poca luce, ma Alješa riusciva ugualmente a sentire il respiro soffocato dai singhiozzi del fratello più piccolo e intravedeva i suoi occhi azzurri colmi di lacrime.  << Ti va di parlarne? >> Sussurrò, scrutando Pavel che singhiozzava il silenzio.
<< È andata male con la tesina? >> Il ragazzino scosse la testa e continuò a nascondersi la bocca con le lenzuola, come se non volesse dar fastidio ad Aleksej con i suoi singhiozzi.
<< D-Dov’è papà? >> Domandò con difficoltà, Alješa sospirò.
<< È andato a prendere i nonni e zio Il’ja. Stasera ci abbaglierà tutti con la sua scintillante presenza >> Pavel ridacchiò tra le lacrime e Aleksej fu contento di avergli strappato un sorriso. << Zio Il’ja è forte >> Commentò Pavel asciugandosi gli occhi con le lenzuola.
<< Già, soprattutto quando lo vedi su tutti i cartelloni con addosso un bel pigiama sexy! >>
La risata cristallina di Pavel gli scaldò il cuore, Alješa preferiva mille volte vederlo ridere che piangere, era sempre stato così.
<< Senti Alješa …. >>
<< Hai preso nove al compito di storia invece di dieci? >>
Domandò il fratello più grande passandogli una mano sulla zazzera di capelli biondi, probabilmente anche Aleksej li avrebbe avuti così se non fosse stato per il taglio corto.
<< No, ho preso dieci come sempre. Il fatto è che …. >> Aleksej rimase in silenzio mentre lo vedere trattenere il respiro << Valentina mi ha baciato! >> Scattò il biondo nascondendo la faccia rossa come un pomodoro tra le lenzuola. Aleksej rimase per un attimo allibito da quelle parole, Valentina era la migliore amica di Pavel, l’unica amica che avesse.
<< E perché ti ha baciato? >> Pavel mostrò gli occhi arrossati al fratello.
<< In … in classe mi prendevano in giro. Dicevano … dicevano che a me non piacciono le bambine, ma … ma non è vero! Allora … allora Valentina mi ha baciato per far vedere che non era così. E … e a me … a me lei piace davvero! >>
L’ultima frase Pavel la gridò e poi soffocò di nuovo sotto le coperte, Alješa rimase allibito, passò da uno stato di arrabbiatura a uno di incredulità, non sapeva se ridere o arrabbiarsi.
<< Sai che ti dico Pavlik … sbaciucchiati con Valentina tutti i giorni! Falla vedere a quei deficienti, che poi sono sicuro che loro non hanno baciato proprio nessuno! E dillo a lei che ti piace! >> Gli occhi di Pavel fecero capolinea da sotto le coperte, erano meno arrossati e azzurri come il ghiaccio più freddo, perfino più di quelli di Aleksej.
<< E se … e se mi dice di no? >>
<< Beh, in quel caso accetterai la verità come un vero uomo! >> Dichiarò Aleksej con solennità, Pavel lo guardò un po’ accigliato, con quel suo sguardo da scienziato che voleva conoscere la risposta per tutte le cose, che voleva categorizzare perfino i sentimenti.
<< E come si comporta un vero uomo? >>
<< Lamentandosi Pavlik , lamentandosi come un bambino >>
Aleksej e Pavel scoppiarono a ridere all’unisono, poi suonò il campanello di casa.
<< Oh questo deve essere papà >>
 
Quando Aleksej e Pavel arrivarono nel salotto, Katerina stava stritolando Ivan in un abbraccio da orso, mentre Aleksandr scherzava con Lisa tenendola in braccio e Andrea saltellava da tutte le parti come un grillo.
<< Guardate come si è fatto alto! >> Commentava Katerina accarezzando il nipote sulla zazzera ramata, Ivan sembrava un po’ contrariato da tutte quelle attenzioni, ma siccome non vedeva i suoi nonni da Natale, accettava tutte quelle moine in silenzio.
<< Ehi, Il’ja abbiamo visto il tuo nuovo cartellone pubblicitario … quel pigiama da nonno ti stava proprio bene >> Il commento di Yulian risuonò chiaro per tutta la stanza, e Il’ja, che se ne stava accanto a Claudia con un sorriso accennato sulle labbra mentre guardava la scena, divenne viola come il vino. Faceva il modello per professione, quindi la sua faccia era ovunque, ma quando se ne parlava reagiva sempre in quel modo.
<< Beh zietto eri proprio un bonazzo >> Dichiarò Alješa entrando nella stanza con Pavel, non appena li vide Katerina li assalì letteralmente stringendo entrambi in un abbraccio unico. << Alješa! Ma sei diventato più alto dall’ultima volta che ti ho visto! E tu Pavlik, cos’è quella zazzera arruffata? Sei proprio come tuo padre. >>
Il bambino diventò ancora più rosso di Il’ja se era possibile, mentre la nonna cercava di aggiustargli senza risultati i ciuffi ribelli.
Aleksandr e Katerina ormai avevano i capelli completamente bianchi, e ogni tanto, quando Yulian sollevava lo sguardo per osservarli, gli si stringeva il cuore, dopotutto ormai Il’ja aveva compiuto già ventitre anni, e il tempo passava anche per loro.
Yulian non avrebbe saputo dire ancora, alla sua età, se le ferite della sua infanzia fossero passate davvero, ma avrebbe fatto sempre di tutto, guardando negli occhi suo padre, per continuare a credere che le cose potessero sempre andare meglio.
 
Alle otto di sera, la casa era ormai piena di gente.
I primi ad arrivare dopo i genitori di Yulian, erano stati Luna e Andrea insieme a Nicola, Lara, Gabriele e Alessandra. Lisa era stata così contenta di vederli che era saltata tra le braccia del cugino più grande con tale foga che Gabriele aveva rischiato di schiantarsi nel muro. Subito dopo era arrivato Eteocle con Silvana, Giacomo, il suo primogenito, che ormai aveva ventuno anni e Luna, la secondogenita di tredici anni. A seguirli era stata Miki, la fidanzata di Aleksej e Carolina con Giulio e Marco, suo marito e il suo unico figlio di sette anni. Carolina aveva appena varcato la soglia dei trentatre anni, aveva conosciuto suo marito sul posto di lavoro pochi anni prima, e dopo due mesi di relazione aspettavano già Marco.
Daniela e Mattia, suo marito, arrivarono poco dopo con Noam e Laura, la figlia che avevano avuto insieme. Noam aveva ventiquattro anni ed era diventato un ragazzo bellissimo e scontroso, sua sorella Laura aveva solo dieci anni ed era la migliore amica di Lisa.
Francesco e Iliana arrivarono per ultimi perché durante il tragitto Katerina e Jurij si erano presi a pugni, alla ragazza era uscito il sangue dal naso, il ragazzo si era spaccato il labbro.
Francesco aveva dato di matto urlando come un ossesso, mentre Simone, il suo terzogenito di appena cinque anni, aveva riso divertito tra le braccia di Iliana, che strillava a sua volta.
Simone era stato una sorpresa per Francesco e Iliana, che non l’avevano affatto programmato. Era un bel bambino dai capelli neri come la pece e gli occhi azzurri, di viso la fotocopia di Francesco.
<< Cos’hai combinato al labbro Jurij? >> Domandò Ivan non appena si accostò al cugino più piccolo di un anno per salutarlo, per tutta risposta Jurij ringhiò in direzione della sorella, che gli alzò il dito medio sotto lo sguardo omicida di Francesco.
<< Divideteli! >> Esclamò il moro alzando gli occhi al cielo disperato, Claudia e Yulian lo raggiunsero ridacchiando divertiti.
<< Oh, andiamo, quante volte hai fatto a botte tu? >> Lo rimbeccò Claudia baciandolo affettuosamente sulla guancia, Francesco le sorride divertito accentuando le rughe attorno agli occhi grigi come la tempesta.
<< Non dirlo davanti ai ragazzi Clo >> Replicò lui mentre ridacchiava.
<< Davvero faceva a botte?! >> Domandarono i due gemelli all’unisono, Francesco li guardò con un sopracciglio sollevato.
<< Per quanto può sembrare strano, anche io ho avuto sedici anni una volta! >>
<< Nell’età preistorica >> Lo prese in giro Iliana, mentre lasciava a terra il suo figlio più piccolo, che immediatamente corse tra le braccia di Il’ja il suo zio preferito in assoluto, anche se lo vedeva molto raramente. Katerina e Jurij fecero per replicare, ma furono catturati da nonno Aleksandr e nonna Katerina, che li stritolarono in un grande abbraccio.
Così, mentre Francesco e Iliana andavano a salutare tutti gli altri, Yulian e Claudia rimasero accanto alla porta godendo della prospettiva di tutta la casa invasa dalle persone che amavano.
 Si presero per mano senza nemmeno rendersene contro, e osservarono tutti e cinque i loro figli schiacciati sul divano. Lisa era seduta al centro con un pacco regalo tra le mani, alla sua destra era seduto Aleksej, sulla sinistra c’era Ivan, Pavel era appoggiato sul bracciolo e si sporgeva sulla spalla di Alješa per vedere, mentre Andrea era letteralmente stravaccato sulla schiena di Ivan, che sbuffava infastidito. I ragazzi erano ansiosi di vedere se alla sorella sarebbe piaciuto il regalo che aveva preso loro mettendo insieme le loro paghette.
La più piccola aprì il pacco con trepidazione, e quando ebbe finito di spacchettarlo, si ritrovò tra le mani una bella tazza alla Gogol’ proprio come la desiderava.
Le brillavano così tanto gli occhi che guardò i suoi fratelli uno alla volta illuminandoli.
Yulian afferrò velocemente la macchina fotografica e scattò una foto.
<< Sono belli vero? >> Commentò Yulian sempre al fianco di Claudia, le mise una mano sul fianco attirandola a se in un abbraccio.
<< Abbiamo fatto cinque meraviglie >> Claudia osservò i suoi figli ridere tutti insieme e poi guardò negli occhi l’uomo della sua vita, quegli occhi che non avrebbe smesso di amare mai, nemmeno dopo quella vita. Yulian le sorrise innamorato a sua volta.
<< Si nanerottola, direi proprio di si >>
<< Ti amo, mio bel russo >>
Risero, tenendosi per mano.
 
Fine
 

__________________________________________
Effe_95 

Buongiorno :)
In questo momento mi sta davvero prendendo il panico nello scricere queste ultime note, perchè questa storia mi ha fatto compagnia per quasi tre anni.
Ci sono tante cose che vorrei dire, a volte mi sono pentita di aver scelto una trama così lunga, in alcuni punti mi sono chiesta se avrei potuto fare meglio.
Alla fine, mi è venuto spontaneo pensare: e se in quel momento avessi fatto diversamente? E se quella cosa non l'avessi detta? E se Claudia... e se Yulian... e se tutti...
Insomma, una marea di "se" xD 
Alla fine però, ho pensato che se anche ci sono degli errori, se ho trattato dei temi difficili sperando di non averli bistrattati, se ci sono delle imprecisioni e così via, questa storia mi ha comuque vista crescere al livello artistico e personale.
Ovviamente tutto questo non avrebbe avuto alcun senza se non ci fosse stati voi. 
SIETE MERAVIGLIOSI! E non posso non ringraziare di tutto cuore le persone che hanno rencensito, in primis.
Quelle che hanno messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite e anche chi legge solamente. 
Spero che anche a voi questa storia abbia dato qualcosa, che non sia stata solo una perdita di tempo e che il finale vi sia piaciuto.
Volevo che si concludesse così.
Che voi poteste vedere ancora una volta, quanto si amano Yulian e Claudia.
Grazie mille di cuore. :)
 
  
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