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Autore: Ataraxia Diagrams    02/12/2008    17 recensioni
Si avvicinò ancora con il suo passo aristocratico, ma improvvisamente sparì dalla mia visuale. Il mio cuore perse uno...due..tre e forse quattro battiti quando scomparve lasciando un raggelante senso di vuoto.
-Tana per Emy- sobbalzai gridando e mi riotrovai con la schiena pigiata contro il finestrino mentre sul suo volto perfetto si dipingeva un sorriso sadico che non mi rassicurava affatto.
-C...chi sei!?-
-Tipica domanda da copione di film horror...mi aspettavo qualcosa di meglio da te, Vichbourg...- il suo volto era maledettamente vicino al mio e potevo sentire il suo fiato...il suo fiato inesistente che nella mia immaginazione, mi sfiorava il volto madido di sudore. Non respirava...non ne aveva bisogno.
-I...io voglio solo...solo tornare a casa mia...dalla mia famiglia...- mormorai terrorizzata. Mi vergognavo del mio tono implorante e patetico...ma non era il momento per l'orgoglio.
-Oh...ma ci tornerai, piccolina...ci tornerai eccome...lascia che ti accompagni io- il ghigno sadico si trasformò in un sorriso pericoloso e letale che non preannunciava nulla di buono e gridai quando la sua mano, curata e affusolata, mi afferrò con forza il polso attirandomi bruscamente a sè. Le mie urla cessarono di colpo quando mi ritrovai lì, "al sicuro" contro il suo petto, stretta dalle sue braccia che corsero a tenermi la schiena e le gambe sollevandomi da terra.
Era così freddo...
-No! Dove...dove cazzo mi stai portando!?-
-Bhè...se te lo dicessi...che razza di rapimento sarebbe?-
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Nome: Blood’s Ties – Legami di Sangue;
Categoria: Originale - Vampiri;
Genere: Azione, Urban Fantasy, Sentimentale, Erotico, Romantico, Guerra;
Ambientazione: Sconosciuta;
Periodo Storico: Ipotetico Futuro;
Rating: V-17;
Avvertimenti: Het, Lemon, Angst;
Note: E’ una fanfiction a sfondo sessuale, con scene esplicite, tematiche forti e mature. Dubito fortemente che qualche quindicenne innocente (?) si scandalizzerà e/o rovinerà l’adolescenza leggendo questa storia (evviva gli account maggiorenni falsi), ma non si sa mai, come Pilato, me ne lavo le mani. Ci prendiamo tutti le nostre responsabilità: ergo se pensate che certe scene possano darvi fastidio, chiudete la fan fiction e leggete qualcosa di più leggero.
I personaggi sono del tutto originali, inventati, e non prendono spunto da altri. Dimenticatevi Edward Cullen (i miei vampiri NON SONO GENTILI E NON BRILLANO) o sfigate passive come Bella. I miei personaggi (con tutto il rispetto per chi ama e segue Twilight, sto solo facendo dell’ironia) hanno carattere e soprattutto non sono “vegetariani”. Anzi.
Detto questo, vi auguro una buona lettura ^^

 
 
~~~
 

"La notte cala silente
il chiaror lunar che mai mente
è con la notte oscura
che la nostra morte è sicura.
 Guarda la pelle
guarda i canini
guarda le mani
guarda la bocca mossa dal sangue
ecco che il più debole stramazza...
è il vampiro che ora ti ammazza"

 
Avevo imparato quella stupida filastrocca a memoria...la mia vecchia insegnante mi aveva punita più volte perché mi rifiutavo di farmela entrare in testa...
Era a dir poco oscena...e sentirla uscire dalle labbra dei miei Fratelli Cacciatori era ancor più inquietante.
Non sapevano nemmeno di cosa stessero parlando poiché fin dai primi anni di coscienza insegnavano loro che i Vampiri li avrebbero mangiati in un boccone solo. Patetico. I vampiri non erano così rozzi da nascondersi sotto il letto e spuntare fuori la notte quando la mamma ti aveva già rimboccato le coperte. E altra cosa importante: non ti mangiavano in un secondo, bensì aspettavano che fossi tu a venire da loro. Perché con il loro sguardo ti seducevano fino a renderti schiavi della loro lussuria... poi, quando smettevi di essere il loro giocattolino sessuale, ti rimpiazzavano. Basta loro un morso. Ti prosciugano lentamente per il sadico divertimento di sentirti gridare. Ti ammazzano senza darti il tempo di dire Amen.  Sono questi i vampiri...inutile immaginarli come bestie incontrollabili. Io, Emily Vichbourg, ho avuto la mia buona dose di esperienze...al tempo ero solo una ragazzina, sedici anni appena compiuti e una vita abbastanza tranquilla. Lo Stato continuava a gestire subdolamente il Mondo Parallelo senza che i Comuni si dovessero preoccupare di nulla. Dopo duemila anni, la società era regredita moralmente allo stato medioevale...il Sabato si bruciavano le Streghe nella Piazza del Parlamento e la gente teneva addirittura corone di cipolla fuori dalle abitazioni. La tecnologia aveva fatto passi da gigante, ma eravamo regrediti come vegetali a livelli allucinanti. Persino la società si era divisa in Caste: i Nobili in cima alla piramide dei diritti. Avrebbero potuto anche conficcarti un paletto nel cuore (metodo che non avrebbe assolutamente ucciso un vampiro, tanto per precisare) accusandoti di essere un Figlio della Notte e tu, povero Minore servo dello Stato, non avresti potuto fare altro se non morire "in pace". La situazione ormai era tragica. Al ricordo delle mie mani sporche di sangue tremo ancora e la notte gli incubi vengono a farmi visita...posso vedere tutti i loro volti...le facce di chi ho ucciso credendo che con tale gesto sarei finita in un inesistente Paradiso. La notte i nostri Maestri di Caccia ci mettevano in mano una pistola con proiettili in argento, e ci spingevano a correre per il bosco seguendo gli ululati disperati e strazianti dei Licantropi. Ne uccisi a decine. Lo ricordo come fosse ieri...e quando tornavo trionfante a casa trascinandomi i loro cadaveri appresso, i miei genitori mi promettevano che il prossimo Sabato, avrei potuto dare anche io il mio contributo allo Stato, mettendo un ramoscello in mezzo alla pira per bruciare la vittima del giorno. Solitamente a fare certe carneficine eravamo noi Minori...Cacciatori insignificanti al servizio dello Stato. I Nobili non si sarebbero mai sporcati le mani con il sangue "sporco" di un Mannaro. A tutto questo, si alternavano delle feste inutili...ma ce ne era una...una in particolare che mi cambiò la vita. Non era propriamente una festa, bensì un evento speciale che si ripeteva ogni duemila anni. La notte calava per due mesi...allora i Porfirici (un soprannome scientifico dei vampiri) ne approfittavano per attaccare e chiunque trovavano in strada, era morto. Lo Stato fece un patto con queste bestie...una fanciulla vergine sarebbe stata scelta dal figlio del capo branco dei vampiri. La poveretta sarebbe stata portata nel loro "nido". Violentata e prosciugata di ogni goccia di sangue. Questo sacrificio sarebbe dovuto bastare come freno per tenerli lontani dai Comuni per i prossimi duemila anni. Naturalmente i vampiri infrangevano di continuo i patti ignorandoli alla grande, ma lo Stato era impotente di fronte alla loro forza distruttiva. Naturalmente le ragazze che venivano proposte per assumere il ruolo di Vergine, non erano mai figlie di Nobili bensì misere Minori. Proprio come me. Mi arrivò la lettera e ricordo lo stupore dei miei genitori mentre percorrevano con gli occhi quelle poche righe.
 

"Lo Stato si cura di annunciarVi che Vostra figlia Emily Vichbourg, di anni sedici, è sollecitata a presentarsi alla scadenza dei due mesi di Buio, nella Piazza del Parlamento così che il Principato dei Porfirici, possa scegliere la Vergine Sacrificale. Cordiali saluti"

 
Insomma tante belle parole per dirti che tua figlia poteva essere tanto sfigata da piacere ad un vampiro che l'avrebbe prima violentata con la sua combriccola di immortali, e poi dissanguata con gusto massacrandola. Wow.
Ma era così che funzionava il mondo...e nessuno poteva andare contro il volere dello Stato. O meglio, nessuno voleva. Nessuno tranne la sottoscritta.
 
~~~
 
Era scesa velocemente la sera. Stavo tornando a casa dal mio solito allenamento con Mira, la mia Magistra di Caccia. Avevo ogni parte del corpo indolenzita dagli esercizi che quella pazza continuava a farmi fare con tanta caparbietà. Ero seduta sull'autobus, ultimo posto a destra come sempre. Isolata dal resto della gente che continuava a fissarmi con insistenza...le "Aspiranti" Vergini incutevano sempre un po’ di paura negli abitanti e i loro sguardi parlavano per sé. La musica mi rimbombava pesantemente nella testa...avevo bisogno di distrarmi per non pensare a quella lettera...per non pensare che forse quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito un po’ di musica...prima delle grida dell'Inferno. Ero sicura che sarebbe stata quella la mia destinazione. Ero cresciuta abbastanza lontano dal gregge per capire che le Streghe al rogo non mi avrebbero di certo aperto le porte del Paradiso...fuori dal finestrino il mondo andava avanti, gli uomini ornavano dal lavoro, le donne preparavano la cena e i bambini se ne stavano imbambolati davanti alla TV a sentire le prediche dei funzionari dello Stato che dispensavano "amore" sollecitando la comunità ad uccidere più Impuri possibili. "Che schifo...il mondo sta veramente cadendo a pezzi" mi ritrovai a pensare mentre l'autobus percorreva lento le vie della cittadina. La scuola di Caccia era lontana da casa mia e per raggiungerla impiegavo almeno un'oretta sui mezzi pubblici (pubblici perché i Nobili non si azzardavano a mischiarsi con degli stupidi Minori). Così mancavano ancora trenta minuti prima di giungere a casa. Sentivo che fra poco sarei caduta vittima del sonno...ma qualcosa interruppe il filo dei miei pensieri e una sirena d'allarme così alta da superare la musica, risuonò per tutte le strade e i vicoli. Aprii di scatto gli occhi guardandomi attorno confusa. L'autobus si era svuotato e la gente correva gridando a destra e a manca rifugiandosi nelle case di altri. Persino il conducente era sparito implorando ad un cittadino di offrirgli riparo.
Ero sola. E la cosa non mi piaceva affatto.
-Dannazione! Il Coprifuoco comincia oggi!- realizzai in un attimo e prendendo lo zaino mi avviai di gran corsa verso la porta centrale dell'autobus. Ero quasi giunta ai posti centrali quando uno scossone mi fece scivolare violentemente a terra. Le ruote della fiancata destra del mezzo avevano ceduto, qualcuno o qualcosa le aveva forate e l'abitacolo pendeva vertiginosamente dal lato più basso. Nella caduta, ero rimasta con un piede incastrato sotto ad uno dei sedili e la caviglia cominciava a lanciare i primi allarmi di dolore. La sentivo pulsare e gonfiarsi mentre con fatica cercavo di liberarmi.
"Cazzo cazzo cazzo! E adesso? Oddio che faccio!?" ero nel panico, non riuscivo a pensare con lucidità...non avevo mai visto un vampiro, ma sapevo cosa erano in gradi di farti...stavo sudando freddo. Potevo sentire delle timide goccioline di sudore scendermi lungo le tempie bagnandomi la pelle troppo bianca. Me lo avevano sempre detto i miei che sembravo malata con quella carnagione troppo chiara...una carnagione piuttosto insolita in una famiglia di mulatti, non credete?
I capelli biondo chiaro mi si appiccicavano al volto mentre l'umidità sembrava farsi ancora più pesante e sui vetri cominciava a crearsi una leggera brina...
Tremai. Non per il freddo...per la paura. Perché solo un certo tipo di creature potevano far scendere il gelo al proprio passaggio...
-Vampiri- non so come avevo fatto a pronunciare quella parola poiché sentivo che la lingua mi si era paralizzata nella bocca impedendomi di spiccicare parola. Sentii il rumore dei vetri che andavano in pezzi e vidi un arcobaleno di riflessi accendersi nella zona anteriore dell'autobus. Qualunque cosa fosse, aveva rotto il vetro della porta ed era entrato annusando l'aria. In quel momento mi feci piccola sentendo che il pericolo si avvicinava a passo troppo svelto...mi spinsi contro destra cercando di rannicchiarmi il più possibile contro il sedile. La stoffa logora dei cuscini sembrava volermi respingere attutendo il peso del mio corpo. I suoi passi erano felpati e leggeri, come se stesse camminando in aria e l'equilibrio che manteneva nonostante il mezzo fosse in obliquo, era impressionante. Io non sarei riuscita a mettere un piede dopo l'altro senza cadere...e si era visto.
-Ah...ma che odore delizioso...- la voce era intensa ed estasiata, sapeva di miele e seta...era dolce ma le parole che accompagnava erano estremamente pericolose ed inquietanti.
-Dove sei, piccolina? Su, esci fuori...non ti farò del male...- mi strinsi ancora di più abbracciandomi le gambe e trattenendo a stento il dolore alla caviglia che si stava infiammando. "Vattene...vattene...ti prego vattene..." non potevo credere di essere finita in quella dannatissima situazione! Scannata viva da un vampiro...una morte che non mi aspettavo davvero.
Continuava a venirmi incontro e  quando passò sotto il cono di chiaror lunare che entrava timido da un finestrino rotto, rimasi basita di fronte alla sua figura. Era un ragazzo alto abbastanza da superarmi con la testa. I capelli erano colore del grano e rilucevano sotto la luna incorniciando il volto niveo e giovane. Aveva l'aria da ragazzino innocente...Il classico ragazzino innocente che si diverte a staccare le antenne alle formiche.
A rapirmi però furono i suoi occhi...erano di un grigio indescrivibile...più puro del metallo fuso e meno sporco del ghiaccio ai lati delle strade urbane. In quelle iridi vi erano racchiuse le sfumature e i colori di un cielo in tempesta e le sue nuvole...i suoi tuoni...mi avevano incatenata a lui.
Si avvicinò ancora con il suo passo aristocratico, ma improvvisamente sparì dalla mia visuale. Il mio cuore perse uno...due..tre e forse quattro battiti quando scomparve lasciando un raggelante senso di vuoto.
-Tana per Emy- sobbalzai gridando e mi ritrovai con la schiena pigiata contro il finestrino mentre sul suo volto perfetto si dipingeva un sorriso sadico che non mi rassicurava affatto.
-C...chi sei!?-
-Tipica domanda da copione di film horror...mi aspettavo qualcosa di meglio da te, Vichbourg...- il suo volto era maledettamente vicino al mio e potevo sentire il suo fiato...il suo fiato inesistente che nella mia immaginazione, mi sfiorava il volto madido di sudore. Non respirava...non ne aveva bisogno.
-I...io voglio solo...solo tornare a casa mia...dalla mia famiglia...- mormorai terrorizzata. Mi vergognavo del mio tono implorante e patetico...ma non era il momento per l'orgoglio.
-Oh...ma ci tornerai, piccolina...ci tornerai eccome...lascia che ti accompagni io- il ghigno sadico si trasformò in un sorriso pericoloso e letale che non preannunciava nulla di buono e gridai quando la sua mano, curata e affusolata, mi afferrò con forza il polso attirandomi bruscamente a sé. Le mie urla cessarono di colpo quando mi ritrovai lì, "al sicuro" contro il suo petto, stretta dalle sue braccia che corsero a tenermi la schiena e le gambe sollevandomi da terra.
Era così freddo...
-No! Dove...dove cazzo mi stai portando!?-
-Bèh...se te lo dicessi...che razza di rapimento sarebbe?-

   
 
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