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Autore: ButterflySeven    14/02/2015    2 recensioni
*Partecipa al "Rumbelle! Festival (EFP)" in occasione del Terzo Anniersario di SKin Deep*
Dopo la sconfitta delle tre Villain, Belle si ritrova a festeggiare al Granny insieme agli abitanti di Storybrooke, ma il cuore e la mente volano in altre direzioni...
Dopo mesi, il ricordo di ciò che ha fatto Rumple è ancora bruciante, ma l'uomo cercherà di avvicinarsi alla moglie.
Riuscirà Rumple a farsi perdonare? E come reagirà Belle all'ennesima richiesta di perdono dell'uomo?
ATTENZIONE SPOILER 4x11
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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NOTA: in questo capitolo ho inserito anche il prompt "Musica". In un pezzo, ho riportato il testo di una canzone, ma vorrei consigliarvi vivamente di aprire questo link https://www.youtube.com/watch?v=MYSVMgRr6pw e tenerlo aperto in un'altra scheda. Ad un certo punto del capitolo, troverete questo simbolo (*) che è il mio segnale per invitarvi ad ascoltare la canzone mentre leggete. Se la canzone terminasse prima di aver concluso di leggere il pezzo che contiene le citazioni del testo, vi invito a ricliccare nuovamente play, perchè quel pezzo l'ho scritto ascoltando questa canzone e correggendo il capitrolo, devo dire che perde molto il suo "fascino" se letto senza la musica in sottofondo. E' un mio consiglio personale, fidatevi, rimarrete più soddisfatti se seguirete il mio consiglio.


Capitolo  2
 
 
- Allora stasera vai al cinema con lui?- le chiese Ruby mentre le porgeva il suo caffè.
- Sì. Direi proprio che ci siamo… Sono abbastanza nervosa…- confessò all’amica, che era l’unica a cui aveva rivelato quella sorta di “primo appuntamento” post rottura.
- Andrà benissimo, ne sono certa. Se lui ti vuole riavere, vedrai che starà molto attento a trattarti come meriti. Tu sei speciale, Belle… E lui non ti vuole perdere. Ha scomodato tre villain solo per tornare in città, direi che qualunque donna, al tuo posto, sarebbe già corsa tra le sue braccia…-
Belle si morse il labbro e fece finta di nulla, continuando a bere il suo caffè. Non poteva certo rivelarle che “tra le sue braccia” (e non solo) ci era già finita.
- Lo so… E’ solo che è difficile mettere da parte il rancore e la rabbia per il passato. Sono stata male per tanto tempo, però…-
- Però lo ami ancora- concluse lei.
Belle annuì, poi Ruby fu chiamata ad un tavolo e lei finì il suo caffè in rigoroso silenzio.
 
 
Il sabato mattina volò velocemente.
A pranzo non toccò cibo. Lo stomaco era chiuso in una morsa dolorosa e le mani le sudavano come se fosse estate.
Era agitata e si sentiva come se quello fosse davvero il loro primo appuntamento.
Erano usciti insieme tante volte e ricordava con affetto il primo, vero appuntamento al granny (anche se quella volta era finita un po’ male, dato che Regina li aveva interrotti).
Belle ricordava con affetto anche l’appuntamento con Lacey. Rumple era stato davvero molto dolce, nonostante in quel momento i falsi ricordi le avevano impedito di potersi godere i piccoli gesti che le aveva riservato, così come anche la sua goffaggine, dovuta a un forte nervosismo.
Ecco, Belle in quel momento provava la medesima sensazione.
Si vestì il più carino possibile, con una camicia bianca con piccoli ricami sull’allacciatura, gonna in maglia blu e immancabili scarpe con tacco vertiginoso. Definì con una giacca panna e borsa blu.
Si sedette in salotto e attese pazientemente l’arrivo di Rumple, anche se mancava ancora più di un’ora all’appuntamento.
Accese la tv e cercò di distrarsi, ma non poteva fare a meno di alzarsi a controllare dalla finestra ogni volta che sentiva dei rumori fuori casa.
Mancavano quindici minuti alle 17, quando percepì chiaramente la macchina di Rumple parcheggiare.
Tornò in fretta alla finestra, scostò le tendine e finalmente lo vide, illuminato dai fari della sera, con una giacca nera e il solito completo scuro.
Stavolta in mano non teneva una, ma un intero mazzo di rose.
Sorrise e andò ad aprirgli, senza aspettare che fosse lui a suonare.
Lo osservò avvicinarsi con passo via via più incerto, finchè si bloccò davanti alla porta ed entrambi si osservarono imbarazzati.
- Ciao, sei in anticipo…- lo salutò Belle.
- Scusa, ma… Non riuscivo più ad aspettare…- fece uno di quei sorrisi che per lei erano come la morte e si sciolse quando le porse il mazzo di rose – Per te… Sono stato fortunato: anche oggi tuo padre è andato in giro per la città con il furgoncino…-
- Sì, beh… Domani è la festa degli innamorati, quindi cerca di fare il possibile per guadagnare qualcosa in più…-
- E’ vero, domani è San Valentino… Credo di aver sbagliato giorno…-
- No! Non fa niente… Va bene così, davvero…- Belle non avrebbe potuto vivere un altro giorno in quello stato di agitazione, quindi fu lieta che l’uomo anticipò la data dell’appuntamento al sabato pomeriggio.
- Allora…. Forse sarà meglio andare…-
- Oh, sì! Pazienta solo un secondo. Do una sistemata ai fiori e arrivo… -
Belle fece più in fretta che potè: prese un vaso dalla vetrinetta, lo riempì con un po’ d’acqua e infine liberò i fiori dal cellofan e li mise al centro tavolo, dove qualche giorno prima aveva messo la singola rosa che le aveva regalato Rumple.
Infilò il cappotto, prese la borsa e scappò via.
- Possiamo andare!- gli disse chiudendosi la porta alle spalle.
Rumple le sorrise e le fece cenno di seguirlo. Non la prese per mano, ma fu contenta di vederlo porgerle il braccio per poter fare quel pezzo di strada un po’ più vicini.
Quando arrivarono alla macchina, elegantemente Rumple le aprì lo sportello e lei si sentì quasi una donna d’altri tempi.
- Uh, grazie… - commentò semplicemente.
Nel percorso rimasero in silenzio per parecchio tempo, poi iniziarono a parlare di argomenti neutrali e da lì riscoprirono il piacere del raccontarsi le piccole cose quotidiane e ridere insieme per alcuni momenti esilaranti della vita da genitori dei Charmings.
Belle sentì il cuore leggero e si ritrovò con gli occhi lacrimanti per il troppo ridere.
Quasi le dispiacque quando arrivarono al cinema. Si stava abituando a quel ritrovato clima di serenità.
C’era già parecchia gente in attesa. Era il primo week end di messa sullo schermo, quindi un po’ tutti avevano deciso di trascorrere quel freddo pomeriggio in un luogo caldo, piuttosto che rimanere in casa ad oziare.
Si misero in fila per fare il biglietto e Belle sentì chiaramente molte persone bisbigliare e inveire sottovoce non appena notavano Rumple in mezzo a loro.
Belle si dispiacque per quel clima teso, ma Rumple sembrò non farci caso, infatti continuava a parlarle come se nulla fosse.
- Spero proprio che questo film non sia una delusione. E’ sempre difficile raggiungere le aspettative delle persone che amano un classico disney…- commentò l’uomo.
- Beh, se è per questo se scoprissero che esistiamo davvero, la gente rimarrebbe sorpresa nel notare alcuni cambiamenti…-
- Sì, sono d’accordo. Le aspettative su Uncino sono decisamente più alte…-
- Rumple!- lo rimproverò battendogli il gomito sul petto.
- Che c’è? Ho detto la verità. Uncino non fa altro che andare in giro a limonare con la Swan, quando la gente lo crede in mare aperto a rapire bambini!-
- Se è per questo ti dipingono come un mostro enorme, dal colorito tendente al marrone e con un pelo molto folto-
- Mia cara, il colorito del dark one è anch’esso tendente al marroncino…- si avvicinò piano e le spostò alcune ciocche di capelli per liberare l’orecchio. Vi soffiò piano, per poi tornare a parlare – per la questione del pelo… Diciamo che è distribuito in altre parti…- sorrise beffardo e tornò composto ad aspettare il proprio turno in fila.
Belle divenne viola dalla vergogna e si guardò intorno, sperando che nessuno avesse sentito il commento di Rumple. Ma decise di non arrendersi.
- Beh, rimane il fatto che tutti hanno un’idea diversa della Bestia. E’ anche più giovane di te!-
- Mi sembra non ti dispiaccia il mio aspetto… O ti dispiace che sembri un uomo di mezza età?-
- La tua fortuna è che li porti bene i 300 anni di vita…-
Rumple le sorrise allegramente e Belle si illuminò.
- Grazie, cara, detto da te è un complimento…-
- Ed io, invece? Assomiglio alla Belle del cartone?-
- Fammi pensare…. Dunque: tuo padre ti ha ceduto a me, sei stata mia cameriera per diverso tempo, ti ho maltrattato, ma questo non ti ha impedito di innamorarti della bestia… La bestia ti ha lasciato andare perché si era reso conto di amarti, ma tu sei tornata indietro perché lo amavi e non potevi stare lontana da lui… La città ha più volte inveito contro la bestia, ma tu l’hai protetto… Hai avuto una, anzi, due librerie da gestire a tuo piacimento, abbiamo ballato sulle note della famosa canzone e non per ultimo…- Rumple la prese per mano e la invitò a voltarsi – Non per ultimo, hai portato la luce nel cuore di questa bestia…- Belle sentì il cuore sussultare, quelle parole erano ciò che di più romantico le aveva mai detto – Mi chiedi se assomigli a Belle della dinsey? Tu SEI lei, Belle, sei quella ragazza testarda, coraggiosa, piena di vita, intelligente e piena di tanta, troppa pazienza. Tu sei speciale, Belle, e il pensiero di averti perso per sempre, non mi ha fatto chiudere occhio durante questi mesi di lontananza… Non meritavo il perdono, eppure tu sei qui con me, in questo preciso istante. Mi stai dando una seconda, terza, quarta, opportunità. La verità è che ormai ho perso il conto di quante volte ti sei fidata di me. Ma spero soltanto che ti possa divertire con me, a questa sorta di “primo appuntamento”. Voglio ricominciare da capo, voglio cercare di essere una persona diversa e fare in modo che le cose tra di noi stavolta funzionino davvero… Quindi grazie per avermi confermato quanto sai essere generosa con me. Ti ripeto, so di non meritarmi il tuo perdono e non pretendo di essere perdonato, ma solo di ricominciare da zero a piccoli passi…-
- E’ per questo che sono qui. Tutti commettiamo degli errori, Rumple, anch’io ho commesso degli errori in passato e vorrei cercare di non ricommetterli mai più. Siamo umani e proprio per questo sbagliamo come gli altri…-
Rumple le sorrise caloroso e l’atmosfera tra di loro si fece di nuovo leggera.
Erano talmente tanto presi dalle loro chiacchiere, che la cassiera dovette richiamare la loro attenzione più volte per farli pagare.
Entrarono nella sala del cinema e Belle si sentì euforica. Non vedeva l’ora di commentare con Rumple questo nuovo film.
Le luci calarono e il film ebbe inizio.
Il film era intrigante e Belle si emozionò di fronte a quella tormentata storia d’amore.
- Ti assomiglia…- le commentò Rumple all’orecchio.
- Chi? Lei?-
- Sì. Combatte per il vero amore proprio come fai tu…-
Belle si voltò e potè specchiarsi negli occhi magnetici di Rumple.
Le luci dello schermo si infrangevano su di lui e i suoi occhi brillavano, creando uno strano luccichio.
Era bellissimo.
Rumple le prese una mano e la baciò, senza mai staccare lo sguardo da lei. E per Belle, all’improvviso non esisteva nessun altro tranne loro.
Se avesse potuto, avrebbe annullato quelle misere distanze e l’avrebbe baciato fino ad avere la nausea delle sue labbra (anche se ciò non poteva mai accadere).
Un fulmine le trapassò la schiena quando Rumple iniziò ad accarezzarle il braccio suadente e sorridendole in quella maniera che le faceva perdere il controllo.
Si sporse piano e sospirò forte, per fargli capire che lo desiderava, ma che non poteva baciarlo, o avrebbe avuto la tentazione di salirgli sopra a cavalcioni e stringerlo tra le sue braccia.
Rumple sembrò leggerle nel pensiero, perché il sorriso si aprì e si avvicinò all’orecchio.
- Non possiamo dare spettacolo, giusto?-
Belle sorrise nervosa e imbarazzata.
- No, direi di no… Ci sono tanti bambini e noi non vogliamo traumatizzarli…-
Rumple tornò dunque a sedersi composto, ma continuò a tenerle stretta la mano.
- Peccato. Avrei dovuto posticipare davvero la data dell’appuntamento…. Ci sono troppe famiglie felici…-
Belle sorrise. Era sempre il solito. Ma in cuor suo fu contenta.
La sua mano era calda e quel senso di quiete la fece rilassare, tanto che continuò a guardare il film senza però prestargli particolare attenzione.
Ogni parte del suo corpo, si tendeva ad ogni piccolo spostamento di Rumple e quando l’uomo sembrò volesse interrompere il contatto tra le mani, Belle lo strinse più forte, impedendogli di andar via.
Con la coda dell’occhio vide Rumple voltarsi a fissarla. Lo vide sorridere, poi si sporse in avanti e le baciò la guancia.
- Ti amo Belle, ti amo davvero…-
Non gli disse altro, ma tanto bastò a farle perdere del tutto la concentrazione dal film…
 
 
All’uscita dal cinema, Belle e Rumple si concessero una lunga passeggiata tra le vie del centro.
Faceva molto freddo e Belle aveva gli arti completamente congelati, ma adorava parlare con Rumple e stare insieme. Le sue battute sarcastiche la fecero tornare con la mente ai tempi in cui erano ancora una serva e il suo padrone, nell’immenso castello dell’oscuro.
Adesso cos’erano di preciso? Erano marito e moglie, però quel rapporto aveva bisogno di ricostruire le sue fondamenta partendo da cose semplici, proprio come il dedicarsi a lunghe passeggiate ed a momenti spensierati.
- Belle, hai le labbra viola…- le fece notare Rumple, fermandosi all’improvviso sotto un lampione.
Belle si toccò le labbra istintivamente e le sentì fredde.
Rumple le accarezzò la guancia con dolcezza e spalancò le palpebre quando capì che stava tremando.
- Sei gelida! Aspetta qui, ti prendo qualcosa di caldo…-
Belle lo vide avvicinarsi a un piccolo chiosco e ne tornò poco dopo con due bicchieri fumanti.
- Ecco, bevi un po’ di cioccolata- le disse gentilmente porgendole un bicchiere - vedrai che ti sentirai subito meglio….-
- Grazie….-
Belle iniziò a sorseggiarlo e quasi si bruciò per quanto fosse bollente.
Il calore si irradiò per tutto il corpo e la temperatura iniziò finalmente a salire.
- Meglio?-
- Sì! Adesso sì! Ti ringrazio, Rumple…-
- Dovevi dirmi prima che avevi freddo, avremmo potuto andare in un posto al caldo, invece di continuare a passeggiare…-
- Hai ragione, è che…- non poteva certo dirgli che le faceva piacere avere una scusa per afferrargli il braccio, o avvicinarsi al suo corpo per una banale risata – niente, volevo solo fare due passi…-
- Beh, con questa scusa stiamo bevendo un po’ di cioccolata. Era davvero tanto tempo che non ne assaggiavo una così buona…-
- Io la faccio spesso nei pomeriggi, specie quando sento freddo… Anche se devo ammetterlo: il cioccolato lo preferisco quando posso fare delle torte…-
- In effetti la tua torna cioccolato e arancia mi manca davvero molto… Era la mia preferita…-
- Sì, ricordo quanto ti piaceva! Avevo sempre il terrore che avresti potuto mangiarla da solo in una mattinata…-
- Le tue paure erano più che fondate… Non ti sei resa conto che da quando sei arrivata a Storybrooke la mia pancia è lievitata?-
Belle rise divertita e gli toccò la pancia, cercando di capire se ci fosse un bimbo lì dentro.
- Uhm, no, non si muove ancora il bambino….-
- Che peccato, avrei voluto diventare un mammo!-
Risero ancora, poi ripresero a camminare. Ma ormai era sera inoltrata e faceva davvero troppo freddo per rimanere ancora in giro, così Rumple si avviò verso la macchina e Belle lo seguì in silenzio.
Non voleva tornare a casa.
Non voleva tornare a rifugiarsi nel caldo delle coperte e nei film comici.
Era stanca di rimanere sola…
Quei pensieri vorticavano nella sua mente durante il tragitto in macchina.
Rumple era diventato all’improvviso silenzioso e Belle era sprofondata in uno stato di strana e surreale tristezza.
Quando Rumple accostò accanto al cancello, Belle sussultò.
Non poteva già essere tutto finito…
- Eccoci qui…- esordì lui – Beh, grazie per questo splendido pomeriggio, spero ti sei divertita…-
- Sì! Mi è piaciuto molto… Insomma, non stavo così bene da parecchi mesi…-
Calò un silenzio imbarazzante.
Belle aspettava una mossa da parte di Rumple, ma lui sembrava averla presa davvero seriamente la storia del voler ricominciare a piccoli passi e rimase lì dov’era.
- Allora ci vediamo presto…- le disse sorridendo. Ma Belle sapeva che anche lui avrebbe voluto non concludere lì l’appuntamento.
Aprì lo sportello indecisa su cosa fare. Ma lei non ne poteva più di sorseggiare il tè completamente sola la mattina.
- Sai, stavo pensando che potrei preparati quella torta… Cioè, mi rendo conto che è tardi, ma… Se hai un po’ di pazienza potremmo ordinare due pizze e dopo cena preparerei l’impasto… Potremmo vedere qualche altro film e aspettare che sia cotta… Magari tu hai già altri impegni, ma… E’ solo un’idea…-
Prese fiato e si sentì profondamente in imbarazzo. Com’era possibile provare ancora simili emozioni dopo anni che si conoscevano e dopo che erano diventati marito e moglie?
Fu felice di vedere il sorriso di Rumple aprirsi e gli occhi ridursi a due fessure, ma brillanti e lucenti come non mai.
- Mi farebbe molto piacere… Per quella torta aspetterei anche tutta la notte, se fosse necessario…-
Belle sorrise. Adorava i suoi doppi sensi.
- Allora dai, parcheggia in garage e prenotiamo la pizza-
 
 
Entrare in casa con lui, in piena sera, a primo impatto fu davvero strano.
Non rimanevano soli in casa dall’altra sera e i toni, quella volta, erano stati decisamente troppo accesi per poter assaporare la gioia di essere nuovamente insieme a casa loro.
- Appoggia pure la giacca sul divano…- gli disse Belle, mentre cercava il foglio delle pizze a domicilio.
Si abbassò di poco per cercare nel mobiletto sotto il telefono, ma si sentì avvolgere la vita da due braccia calde e si bloccò sul colpo.
- Grazie per avermi invitato, mi fa molto piacere passare altro tempo con te…-
Rumple la accarezzò appena sulla vita, poi sentì le sue labbra avvicinarsi all’orecchio e si pietrificò quando una mano risalì sul viso, le spostò di poco il capo e depositò un piccolo bacio stampo tra le sue labbra.
- Mentre tu ordini vado ad apparecchiare la tavola…- le disse soltanto quando mollò la presa.
Belle rimase per qualche istante immobile sul posto. Sentiva il corpo bruciare in più punti, ma cercò di darsi un contegno ed ordinò le due pizze.
 
 
Entrò in cucina qualche minuto dopo e vide Rumple intento ad accendere le candele al centro della tavola e pigiare il tasto play sul piccolo stereo che avevano messo accanto la tv.
- Uhau, non credevo avessi in mente questo con “vado ad apparecchiare la tavola”…- disse sincera.
- Lo sai che amo stupirti… E poi mi trovo più a mio agio con una luce soffusa, piuttosto che con la fredda luce bianca…-
- In realtà ho cambiato le lampadine giusto qualche settimana fa e le ho sostituite con quelle a luce calda-
- Oh, beh… Vuoi davvero che spenga le candele?-
Belle sorrise. Alcune volte Rumple le ricordava un tenero bambino dell’asilo. Era incredibile come il dark one potesse nascondere anche quell’indole così “tenera” e “innocente”. Ma Belle sapeva bene che quel modo di fare era studiato per farla cedere e almeno per quella volta, decise di abbassare le mura di difesa che aveva issato qualche tempo fa.
- No, vanno bene lo stesso… Sai, mi riportano in mente quelle volte al castello incantato, quando cenavamo davvero ogni sera a lume di candela…-
- Come potrei dimenticarmene? Ogni sera cenavamo con la compagnia del fuoco che scoppiettava nel camino. Poi ci spostavamo in salone ed io mi perdevo a filare, mentre tu pulivi intorno, o leggevi uno di quei tuoi libri che tanto odiavo…-
- Mi dicevi sempre che i libri mi distoglievano dalla realtà ed io allora non ti credevo, eppure…-
- Eppure è la verità. Lo so. Non sono il vero amore che ti aspettavi…-
Belle lo vide abbassare lo sguardo, ma lei gli prese una mano e la accarezzò.
- Non è questo… E’ solo che nelle favole con il matrimonio si raggiunge il proprio lieto fine, invece per me non è stato così… Non sono delusa, ho solo capito che il lieto fine non si conquista solo con il matrimonio, ma va cercato un po’ in ogni giorno che viviamo…-
- Sei saggia come sempre… Mi chiedo come faccia una come te ad amare uno come me…-
- Ah, ti piace tornare sempre sulla stessa storia…-
- Lo so, non dovrei, eppure è un quesito che mi assilla-
- Ti ho risposto tante volte e non lascerò al tuo ego di farmelo ripetere ancora una volta…- in quel momento suonarono alla porta e Belle fu lieta di alzarsi dal tavolo – Come vedi le pizze mi hanno salvato dal farti l’ennesima ramanzina…-
Rumple le sorrise felice e lei si liberò in una risata cristallina.
Andò a ritirare le sue pizze ballando la canzone che stavano trasmettendo in radio.
Pagò in fretta e tornò da Rumple con le pizze fumanti.
- Chi era il fattorino?-
- Ah, non so se lo conosci… Nella foresta incantata era conosciuto come “Principe Giovanni”, ma sembra sia stato ridimensionato parecchio…-
- Sì, lo so, quell’uomo aveva stretto un patto con me, per poter usurpare il trono del fratello, ma sembra che il prezzo da pagare non gli sia stato molto gradito…-
- E qual era il prezzo da pagare?-
- Semplice, non essere accettato dai cittadini. E sai, il potere del popolo è pari al potere dei Re, se spinti davvero al limite…-
- E’ vero. Questo aspetto rappresenta anche il mondo senza magia…-
- Il punto è che magia o no, tutto ciò che facciamo porta sempre a delle conseguenze… E poi, la tecnologia non è forse la più grande delle magie?-
-Proprio come il ketchup…- gli ricordò Belle, intingendo appena le patatine fritte che aveva ordinato insieme alle pizze.
- Esatto. Queste sono altre forme di magie, ma anche loro hanno il loro prezzo… Nel caso del ketchup pochi dollari-


 
Continuarono a cenare in quel clima spensierato e accompagnati da musica allegra.
Bevvero un po’ di vino e Belle si sentì un po’ brilla, specie perché iniziava a ridere senza contegno alle battute di Rumple.
Adorava il suo macabro senso dell’umorismo, era stata una delle prime cose che l’avevano fatta innamorare di lui.
-Sarà meglio sparecchiare, o rischieremo di non poter preparare la nostra torta…- le disse Rumple, riportandola tragicamente alla realtà.
- Uff, hai ragione… Eppure mi stavo divertendo…-
Rumple soffiò sulle candele e le spense una ad una.
Belle si perse nell’osservarlo compiere quei semplici gesti, che ebbero il potere di trasformarsi in qualcosa di sensuale.
Inghiottì, in preda ad un forte calore.
- Cosa c’è?- le chiese lui, poco prima di spegnere l’ultima candela.
- Niente! Stavo solo facendo mente locale su cosa ci servisse per la torta…-
Accese la luce, sperando che tornare a vederci bene potesse aiutarla a distogliere il pensiero da Rumple e dal suo innegabile fascino.
Non poteva davvero provare quelle emozioni per suo marito! Beh, la verità era che aveva sempre sognato provare ancora quelle emozioni a distanza di anni sempre per la stessa persona, ma il dolore che aveva provato negli ultimi tempi, era ciò che un po’ la frenava dal lasciarsi andare.
Afferrò i tegami, le fruste elettriche e tutti gli ingredienti per preparare l’impasto.
Iniziò a separare albumi e tuorli, poi prese a dirigere Rumple, che sembrò felice di aiutarla a preparare la loro torta speciale.
L’ingrediente segreto era l’arancia, ma soprattutto, era l’amore che sempre ci metteva nel preparare quel dolce, che era da sempre il preferito di Rumple.
- Fammi assaggiare…- le disse Rumple, infilando un dito nella ciotola per agguantare un po’ di impasto – Uhau, è buona già così…- fu il suo giudizio.
- Non dovresti mangiare l’impasto crudo, fa male…-
- Ah, non ti preoccupare, sono molto resistente a queste cose…-
Belle rise tra se, era sempre il solito…
Dopo poco tempo, riempirono la teglia dell’impasto e lo misero in forno per venti minuti.
-Molto bene! Mettiamo i tegami in lavastoviglie e possiamo rilassarci per qualche minuto, poi inizieremo a sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria…- disse Belle, ringraziando il cielo che avessero una lavastoviglie in casa.
Afferrò tutti gli attrezzi che avevano utilizzato e li sciacquò con cura, mentre Rumple si sedette pazientemente a tavola e la osservava compiere quei gesti quotidiani.
Belle sentì la schiena andare in fiamme sotto al suo sguardo bruciante.
Si voltò appena e se ne pentì l’istante dopo.
Rumple si era liberato della giacca quando avevano iniziato a preparare l’impasto, ma adesso aveva allentato la cravatta e sciolto i primi bottoni della camicia. Una mano tamburellava sul tavolo a ritmo di musica, mentre l’altra andò a ravvivare con un gesto distratto i capelli scomposti, rendendoli però ancora più selvaggi. Sul volto aveva dipinto quel sorriso ambiguo che le aveva fatto perdere la testa e che regolarmente la faceva cedere alla passione più folle.
I loro sguardi si incrociarono, ma Belle si voltò l’istante dopo, tentando di far finta di non aver visto niente di tutto ciò.
Si dimenticò che dovesse mettere le ciotole in lavastoviglie e prese a lavare tutto a mano e senza guanti, cercando di ritornare in se più in fretta che poteva.
La musica continuava a diffondersi nell’aria, ma lei non vi badò, troppo concentrata al senso di brivido che le stava invadendo tutto il corpo, a causa dell’uomo tranquillamente seduto al tavolo, proprio dietro di se.
Fece un balzo in aria quando il timer del forno segnò la fine della cottura.
Afferrò le presine e uscì la torta, che fortunatamente era ancora intatta.
La parte difficile fu capovolgerla e metterla in una grata di acciaio, per lasciarla riposare un po’, ma soprattutto per poter colare il cioccolato bollente nella parte superiore. 
Prese una pentola e la riempì d’acqua e sopra mise un’altra pentola più piccola, dove spezzettò il cioccolato e versò un po’ di latte. Portò tutto ai fornelli, accese la fiamma e iniziò a mescolare.
Proprio in quel momento alla radio partì una nuova canzone e sentì Rumple spostare la sedia e andare ad alzare il volume.
(*) - Questa canzone mi piace molto…- le disse sorridendo.  
Belle ascoltò l’inizio ed ebbe un brivido.
Il mio amore ha il senso dell’humor
è la risatina al funerale
lo sa che tutti disapprovano
avrei dovuto onorarla

- Sembra molto particolare…- rispose solo.
- Infatti… Adoro specialmente il ritmo…-
Lo sentì avvicinarsi e quasi si bruciò quando le sue mani le sfiorarono la vita.
Il ritmo della musica era lento ed estremamente sensuale.
Rumple, però, era capace di rendere l’atmosfera notevolmente più provocante.
se i cieli mai parlassero
lei è l’ultimo portavoce
ogni domenica diventa più cupo
un fresco veleno ogni settimana
“siamo nati malati” li senti dire
 
Oh, sì. Quelle mani erano il suo veleno. Quelle mani sul suo corpo e il suo fiato ad accarezzarle i capelli.
-L’unico paradiso al quale verrò spedito è quando sono solo con te… Sono nato malato ma lo amo. Ordinami di stare bene… Amen, amen, amen, amen- le sussurrò all’orecchio.
Le mani si spostarono più su, le sfiorò il ventre, le braccia, poi scese alle mani, le afferrò con gentilezza, ma forza allo stesso tempo e la aiutò a mescolare il cioccolato.
Belle sentiva il corpo di Rumple pressato contro la sua schiena, quasi fosse un secondo indumento.
Ad ogni respiro dell’uomo, percepiva il petto rilasciare il fiato e anche quel minimo gesto la fece sospirare.
 
pregherò come un cane davanti al reliquiario delle tue bugie
ti dirò i miei peccati e potrai affilare il tuo coltello
offrimi quella morte senza morte
buon Dio, lascia che ti dia la mia vita
 
Rumple iniziò a muovere piano il bacino a ritmo di musica e Belle avvertì la sua camicia stridere contro il tessuto della propria.
Continuarono a mescolare la cioccolata, ma rallentarono il ritmo per adeguarsi a quello lento della musica.
Belle si dimenticò in fretta del cioccolato e tese ogni muscolo del corpo a ogni movimento di Rumple.
Mescolare divenne un movimento meccanico, ma allo stesso tempo le mani di Rumple si perdevano ad accarezzare con troppa enfasi le sue piccole dita.
Iniziò a sudare freddo e piccole gocce d’acqua si insinuarono sul volto.
Rumple portò il volto ad accarezzarle il collo in piccoli movimenti sensuali e Belle ruotò di poco il capo per lasciargli più spazio.
Boccheggiò in cerca d’aria quando lo vide intingere un dito nel cioccolato bollente.
Seguì la traiettoria con il fiato sospeso ed ebbe la certezza di morire quando tracciò una linea che dall’orecchio si estendeva fino al collo.
La pelle bruciò per quell’intrusione, ma Rumple fu subito pronto a raccogliere con le labbra quel dolce calore.
se sono un pagano dei vecchi tempo
il mio amore è la luce del sole
per tenere la Dea al mio fianco
lei richiede un sacrificio
 
Quando fu soddisfatto del risultato, decise di spegnere il fuoco e con una sola mano la aiutò a portare la pentola accanto alla torta.
Belle aveva già preparato un’ulteriore teglia sotto la grata per raccogliere il cioccolato in eccesso, così non dovette preoccuparsi di essere troppo precisa nella colata.
Rumple continuava a sussurrarle all’orecchio il ritornello della canzone, poi la aiutò a versare il cioccolato sulla torta.
Vedeva il liquido scuro scorrere come un piccolo fiume e depositarsi dolcemente sulla torta, per poi morire nella teglia sottostante.
Sentì Rumple sorridere contro il suo orecchio e lei ebbe profondi brividi.
- E’ venuta benissimo questa colata di cioccolato…- le disse soltanto.
Ma Belle non ebbe il tempo di rispondere, perché lo vide afferrare la teglia ovale sotto la grata, dove si era depositato il cioccolato in eccesso, e prima che potesse opporsi, intinse due dita e le sporcò le labbra.
 
nessun Maestro o Re
quando inizia il Rituale
non c’è nessuna innocenza più dolce del nostro peccato gentile
 
Belle si voltò appena, Rumple continuò a tenere la teglia in mano, ma quella intinta di cioccolata le andò ad accarezzare la guancia.
Si osservarono per qualche altro secondo, poi la mano libera di Rumple si spostò sul ventre e la accarezzò.
Le labbra le torturarono il collo, per poi spostarsi con una lentezza estenuante verso i punti intinti di cioccolato.
Belle avrebbe voluto voltarsi e mettere fine a quella tortura, ma Rumple le teneva stretta la vita e lei non potè far altro che continuare a sospirare di piacere.
Si voltò ancora un po’ quando le labbra arrivarono a sfiorarle l’angolo della bocca e fu con disperazione che accolse le labbra di Rumple.
Ruotò il capo più che potè e fu il bacio più strano che Belle avesse mai dato.
Il cioccolato si insinuò nel palato di entrambi, rendendo i sapori molto più dolci e decisi.
Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal ritmo della musica, dalla lingua di Rumple e dall’odore di cioccolato che aveva impregnato la stanza.
Sentì il collo venir cosparso di un altro po’ di cioccolato, ma stavolta Rumple decise di non fermarsi, così con una mano le slacciò qualche bottone della camicia e ne cosparse un po’ tra l’incavo dei seni.
Belle era frustrata. Sentiva le ginocchia tremare, così come il resto del corpo.
 Si voltò disperata, afferrò i lembi del colletto della sua camicia e si impossessò di quelle labbra magnetiche.
Cercò a tentoni la teglia con la cioccolata e imitò i gesti del compagno, creando percorsi casuali lungo il volto e sul collo.
La situazione degenerò in fretta.
Non seppe di preciso come si ritrovò seduta sul tavolo con la camicia del tutto sbottonata, ma Rumple continuava a baciarle ogni angolo del corpo e lei perse ogni briciolo di razionalità.
Erano come due micce, perennemente in pericolo di infuocarsi ed esplodere.
nella follia e nel territorio di quella scena terrena
solo allora sarò Umano
solo allora sarò Pulito
Amen, amen, amen, amen
 
Rumple continuava ad accarezzarla suadente e a coinvolgerla in baci bollenti.
Le slacciò piano il reggiseno e percepì chiaramente la schiena venire cosparsa di cioccolato.
Si tese come la corda di un violino, ma non si lasciò intimidire.
Prese la teglia e stavolta inzuppò entrambe le mani.
Le sue dita si insinuarono sotto la camicia di Rumple, ormai quasi del tutto aperta e le labbra giocarono con voglia e desiderio contro il suo collo, ormai rosso dai troppo baci.
Rumple sembrò perdere la pazienza, poiché la sollevò dal tavolo e la prese in braccio, senza mai smettere di cercare le sue labbra.
Accarezzò i suoi capelli, creando delle striature scure tra i ciuffi grigiastri. E le sue labbra erano deliziose con quel retrogusto di cioccolato.
Era divertita dal tentativo di Rumple di continuare a camminare nonostante le sue labbra lo stessero mettendo a dura prova.
Si fermarono all’iniziò della scala con non poca fatica. Rumple la fece scendere per qualche secondo e lei si chiese cosa volesse fare, ma il fiato morì in gola quando lo osservò togliersi con lentezza la camicia, poi i pantaloni, poi…
Si imbarazzò a vederlo nudo sotto la luce del camino, che come l’altra sera creava un gioco di luci ed ombre su ogni parte del suo magnifico corpo.
-Cosa c’è? Ti metto in imbarazzo?- le chiese divertito.
Belle voltò appena lo sguardo, troppo imbarazzata per poter rispondere.
L’altro giorno avevano vissuto le medesime sensazioni, ma erano stati assaliti dal desiderio di riaversi e Belle non si curò di come poteva essere cambiato il suo aspetto durante quei mesi.
Vederlo nudo, davanti a lei, le aveva fatto comprendere quanto davvero avesse patito la sua mancanza.
Si sentì afferrare per le spalle.
Tornò a guardarlo negli occhi e vi potè leggere non solo la passione, ma una forte voglia di poter tornare ad essere di nuovo una cosa sola.
Non era una questione di sesso, era un bisogno che aveva sempre provato, sin da quando aveva sfiorato le sue labbra nel palazzo dell’oscuro.
Era la voglia di poterlo abbracciare, di poterlo accarezzare, di poterlo avere al suo fianco, di sentirsi completa… Di sentirsi amata e desiderata.
Da quando erano diventati marito e moglie, la paura di non essere amata davvero l’aveva sopraffatta, facendole dimenticare quanto fosse bello lasciarsi andare alle emozioni, lasciando fuori ogni tipo di paura e tentennamento.
Sollevò piano una mano e accarezzò con lentezza il petto nudo.
Belle voleva solo sentirsi amata. Voleva essere sua moglie, voleva lasciar fuori i problemi, voleva lasciar fuori l’oscurità, voleva lasciar fuori le ombre del passato… Voleva solo vivere!
Quelle emozioni ebbero il sopravvento su tutto il resto, così le lacrime sgorgarono dagli angoli degli occhi,  per colare lentamente lungo il volto e morire nel pavimento caldo.
Buttò via il passato e preferì lasciarsi andare al presente.
Forse stava sbagliando tutto, ma sentiva che se non avesse rischiato ancora una volta, sarebbe morta lentamente.
Forse erano nati davvero malati, ma l’unico paradiso che conosceva, era quello quando stava sola con lui. E il suo cuore si sentiva sazio solo quando poteva nutrirsi dell’amore dell’altro.
Le mani si mossero da sole.
Si tolse il reggiseno, si tolse la gonna, si tolse le scarpe, le calze e ciò che restava della biancheria.
Era nuda, ma non lo era davvero.
Mai come in quel momento si sentì vestita di sentimenti profondi, di amore puro.
-Ho fame…- gli disse torturandogli i capelli in un gesto disperato – ho fame d’amore….-
-Ed io ho fame di te…-
Rumple tornò a prenderla in braccio. Salirono le scale traballando leggermente, perché volevano continuare a cibarsi dei rispettivi sapori, a prescindere dall’impedimento dei gradini.
Belle pensò la stesse portando in camera da letto, ma la sorpresa fu tanta quando lo vide deviare verso il bagno padronale.
- Che vuoi fare?- gli chiese tra un bacio e l’altro.
Rumple non le rispose, aprì solo la porta del bagno e Belle fu invasa dall’aroma che più amava al mondo.
- Che buon odore…- sussurrò in trance.
- Chiudi gli occhi…- le disse Rumple, coprendole il volto con una mano.
Fecero pochi passi, poi l’uomo si fermò un istante e subito dopo sembrò chinarsi. E ciò che accadde dopo, lasciò Belle senza fiato.
- Posso aprire?- chiese leggermente preoccupata.
- Sì, adesso puoi…-
Belle rimase un attimo esterrefatta, ma era divertita allo stesso tempo.
- Ma è davvero…-
- Lo è…-
- Stiamo facendo il bagno….-
-… In un mare di cioccolato fondente….-
Belle non potè crederci e per avere una prova certa, estrasse una mano dal fondo e assaggiò il liquido denso e scuro.
Era il cioccolato più buono che avesse mai assaggiato.
- E’ buonissimo!-
- Mi sembrava stessi apprezzando il cioccolato, poco fa… E dato che avevi fame…-
Belle sorrise, ma lui si avvicinò in fretta e tornò a far sue quelle labbra.
L’odore del cioccolato era molto più intenso di quello che aveva pervaso la cucina e i sensi si lasciarono sopraffare da quell’aria golosa.
Accarezzò il corpo di Rumple, anche se al tatto la sensazione del cioccolato sotto la pelle era davvero bizzarra.
Rumple la sollevò leggermente e tornò ad occuparsi con cura di ogni parte del suo corpo.
Sembravano due anime mai sazie.
Così si lasciarono sopraffare dal desiderio, che veniva amplificato dalle sensazioni afrodisiache che il cioccolato aveva portato con se.
Adorava il poter assaggiare il cioccolato e allo stesso tempo ogni parte del corpo di Rumple.
Si divertirono parecchio a cospargersi di cioccolato, a tentare di pulirsi, per poi tornare a tuffarsi in quel mare dolce amaro, tipico del cioccolato fondente.
Belle quasi si dispiacque quando Rumple la portò in camera da letto, ormai privo di quella pazienza che l’aveva trattenuto dall’unire i corpi dentro l’immensa vasca.
Le lenzuola bianche vennero sporcate di cioccolato, ma Belle non se ne curò, troppo impegnata dall’osservare come il cioccolato aveva fatto del corpo di Rumple una tela maculata.
Si sollevò appena e tentò di togliere più macchie che potè.
Rumple fece lo stesso con il suo corpo e Belle pensò che davvero quel banchetto era degno di qualsiasi Re e Regina.
- Ti amo Belle. E sei il mio cibo preferito…-
Belle sorrise, sospirando vogliosa contro il suo orecchio.
Quando dopo qualche istante si insinuò in lei, si sentì davvero completa. Così si lasciò andare a quel dessert che era forse la parte migliore di quel pasto succulento.
Danzarono tra le lenzuola sfatte, impregnate di cioccolato e dei loro odori.
Fu magnifico poter tornare a saziare i cuori affamati, che per mesi avevano dovuto subire quel digiuno forzato, malgrado la loro volontà fosse quella di non lasciarsi mai scappare la loro pietanza preferita.
Raggiunsero l’apice del paradiso sentendosi finalmente sfamati.
Belle si lasciò cullare dal tocco gentile di Rumple, che come ogni volta si perdeva ad accarezzare distrattamente le spalle e la schiena.
- Adesso sei sazia?- le chiese a bruciapelo.
-Non mi aspettavo di certo di venir immersa nel cioccolato fondente… Per un attimo ho temuto volessi risucchiarmi come fece Willy Woncha con quel ragazzino….-
- Tranquilla, Storybrooke è un marchio Disney, lo sanno tutti…. E Willy Woncha non rientra tra le favole disney, ma ha i diritti Warner Bros…-
- Caspita, ci è andata bene…  Chissà perché i personaggi delle altre case produttrici non sono mai esistiti davvero… -
- E’ una domanda che faremo all’autore. Siamo in quel libro delle favole forse per suo volere… Chissà cosa siamo per davvero…-
- Io credo che noi siamo solo noi stessi. Non so perché i personaggi Warner siano davvero inventati, ma una cosa è certa: credo dovremmo fare attenzione ad un possibile arrivo di Darth Vader. Da quando Lucas ha ceduto tutto alla Disney, non sto più tranquilla al pensiero che potrebbero essere nostri futuri ospiti…-
- Se Darth Vader deciderà di venire, sarà il mio benvenuto. Si è sacrificato per salvare la sua famiglia, capendo che per anni aveva inseguito inutilmente l’oscurità…-
- Mi stai dicendo che vorresti prendere esempio da Darth Vader?-
- Beh, mi sembra mi sia sacrificato davvero per la mia famiglia, eppure nel mio caso non è bastato… Ma sai? Non voglio vivere con il rimpianto di ciò che avrei potuto avere e che non ho. Non accetterò mai la morte di Bae, ma il mio cuore ha bisogno di continuare a vivere e di pulsare per sentimenti veri. Tu sai che non sono un santo, ma non ti ho fatto ascoltare quella canzone solo per sedurti…- Belle sorrise a quell’ammissione – Io non credo in niente, Belle, e tu lo sai. Non credo in un Dio, non credo nel prossimo, no credo negli altri. Ho un’unica religione, un’unica chiesa che seguo con disperazione. E sei tu. Temo solo il tuo giudizio, temo solo di deluderti, temo solo che tu un giorno possa davvero stancarti di me ed abbandonarmi al mio destino per sempre, in una morte che è peggiore della morte stessa. Muoio lentamente ogni volta che mi sei lontana ed io non sono più disposto a perderti. Siamo fatti per ritrovarci e non voglio che qualcosa possa cambiare quello che c’è tra di noi… Ti amo, Belle… E devi credermi, questa è l’unica verità che conosco, l’unica che continuo a seguire ciecamente, perché credo in noi e forse il mio errore più grande, è stato il pensare che tu potessi non credere più in me, conoscendo le mie vere debolezze…-
Belle si voltò appena e gli accarezzò il viso con dolcezza.
- Io ho sempre creduto in te ed ho smesso di farlo solo perché ho pensato non mi amassi davvero. Io ho bisogno di te, ho bisogno del tuo amore, ho bisogno di nutrirmi un po’ ogni giorno di questo sentimento che ci lega, altrimenti potrei impazzire…. Perché in questi mesi lontani, io non ho vissuto, ma sono sopravvissuta morendo un po’ ogni giorno, perché non ho mai smesso un attimo di amarti e mai lo farò-
Rumple la strinse forte dopo quelle parole e per Belle fu stupendo lasciarsi cullare dal suo corpo caldo (anche se appiccicaticcio per via del cioccolato).
Rimasero a fissare il soffitto per un tempo indefinito, finchè Rumple iniziò a ridere senza contegno.
- Sai, sembriamo come quelle fragole che vengono esposte ai matrimoni, in attesa di essere immerse sotto la cascata di cioccolato-
-E’ stata tua l’idea di farci il bagno nel cioccolato…-
- Eppure non mi sembrava disprezzassi, al contrario…-
-Non ho disprezzato, ma le lenzuola stanno protestando…-
-Domani puliremo. Adesso andiamo a dormire…-
La cullò con il suo tocco leggero e non ci volle molto per lasciarsi avvolgere dal mondo dei sogni.
 
 
Si risvegliò con nelle narici l’aroma intenso del cioccolato.
Percepiva qualcosa di fresco carezzarle la spalla, provocandole anche un leggero solletico.
Rise ancora intontita dal sonno, ma si impose di aprire gli occhi.
- Buongiorno, mia bellissima fragola al cioccolato…- la accolse Rumple, che evidentemente anche stavolta si era svegliato prima di lei.
Belle si voltò e lo vide immerso tra i suoi capelli, intento a pulire la spalla dal cioccolato incrostato.
- Tutto ciò è imbarazzante….- fu il suo primo commento.
- Ma avevo fame e non volevo separarmi da te…-
- Rimane pur sempre una scena imbarazzante-
- Non mi sembra pensassi lo stesso ieri sera-
Belle sorrise. Aveva ragione.
Lo lasciò fare e si godette quel momento di serenità, finchè entrambi non concordarono di aver bisogno di una doccia rinfrescante.
Ovviamente per Rumple fu l’ennesima occasione per “cibarsi” del suo alimento preferito e Belle fu contenta di accontentarlo, dopo quei mesi di digiuno.
 
 
Scesero a fare colazione e fu bellissimo tornare a bere il tè insieme, proprio come ai vecchi tempi.
La torta venne buonissima, nonostante la sera prima la loro attenzione si fosse spostata ad altre attività.
Ad un certo punto Rumple fece comparire una rosa e gliela porse elegantemente.
- Oggi mi è sembrato di capire sia San Valentino. E so quanto ti piacciono le rose… Al cioccolato abbiamo già rimediato abbondantemente ieri sera, quindi spero non ti dispiaccia se non ti ho regalato una scatola di cioccolatini, ma sono sempre disponibile a concederti il bis, se a milady compiace…-
- Ahahhaha, per questa volta direi che può bastare anche la rosa, ma in futuro chi lo sa?-
Belle si alzò e andò a sedersi sulle sue gambe.
- Sono contento ti piaccia… E ti ringrazio, è stata una magnifica colazione… Ma forse tu ha altri impegni… Forse dovrei andare via…-
- No, non ce n’è più bisogno….- Belle gli accarezzò la guancia e avvicinò il volto per potergli sfiorare le labbra – Ti ho detto che avremmo dovuto ripartire da zero e procedere a piccoli passi, ma vorrei tornare a vivere insieme e lasciare che le cose tra di noi si sistemino lavorando insieme sui nostri problemi. Ho bisogno di te, non voglio rinunciare al nostro amore e non voglio perderti di nuovo… -
- Sono felice di sentirtelo dire, perché sarebbe stato doloroso tornare alla solitudine degli ultimi mesi... Ti amo Belle e prometto di non farti più male…-
- Ti amo anch’io….-
Suggellarono quelle promesse con un bacio e per Belle, non ci fu niente di più emozionante che sentire i rispettivi cuori tornare a pulsare, soddisfatti di aver finalmente saziato quella fame di amore che li aveva resi aridi per mesi interi.


 
L’amore è come il cibo: in mancanza di esso, patirai una morte lenta e dolorosa.
Per questo i cuori hanno bisogno di colmare la propria fame d’amore: così come il corpo necessita di ingerire cibo per poter svolgere la più comune delle attività, l’amore è il carburante della macchina del cuore, senza di esso, non vi è possibilità per poter sopravvivere.
 
 

FINE
 


 .... Ehilà! XD
Lo so, lo so... Sono uscita di senno. Sappiate che non è del tutto colpa mia, ma le ciarle con le compagne whatsappare/gruppo Facebook fanno male. E poi dai, lo sanno tutti qual è il potere del cioccolato *ç*
Spero abbiate apprezzato quest'ultima parte della mia storia, che si spinge su toni un pò più soft rispetto allo scorso.
Il film che vedono Belle e Rumple al cinema, è "La Bella e la Bestia" del 2014.
Mi sono divertita a inserire anche questi commenti sulle differenze tra versione disney e versione Storybrooke perchè adoro quando fanno questi parallelismi nella serie, così come anche le considerazioni sui diritti della disney delle loro storie XD al loro posto due domande me le sarei fatte... E avrei avuto paura per la notizia di Star Wars alla disney. QUindi niente, era tanto per ridere.

Con questo è tutto! Lasciate un commento, se vi va.
Per me è stato un immenso piacere tornare a scrivere ff, mi diverto sempre moltissimo ad approcciarmi ai Rumbelle.

Bacioni, buon San Valentino a tutti e tanti cari saluti!!! ♥♥♥


Dimenticavo di dire che la canzone scelta è "Take me to Church" di Hozier. Il testo fa riferimento all'amore per un uomo/donna come se fosse un sacramento da rispettare, tanto che paragona questo sentimento come sua vera Chiesa. E' una metafora molto profonda, perchè lascia intendere come l'amore sia qualcosa di altrettanto "sacro". Ho subito pensato alla situazione di Rumple, che si inginocchia a fine 4x11, pregando Belle come se fosse davvero una Dea a cui chiedere perdono e infondo sappiamo tutti che Rumple ha detto tutte quelle bugie perchè temeva il giudizio di Belle.
Peace and Love ♥
  
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